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Tremonti e gli Illuminati


alekxandros
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ANNO ZERO - 6 marzo 2008:

http://www.youtube.com/watch?v=rIxozBxBBrM


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Interconnessioni
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C'è anche questo:

http://it.youtube.com/watch?v=ZcakY-gJpbA&feature=related

3monti parla ancora degli illuminati e delle loro strategie recenti quindi se sono recenti vuol dire che c'erano anchestrategie "vecchie" poi D'Alema che è lì in studio dice a 3monti che 3monti appartiene alla setta chiamata illuminati. 3monti non lo smentisce.
1) O è anafilessia:cellule impazzite che attaccano il loro stesso corpo;
2) O è una strategia concordata per accalappiare qualche gonzo, magari impaurito dalle sue dichiarazioni e portarlo alle urne a tirar acqua al suo mulino...illuminato naturalmente!


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remox
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Ho visto il filmato e mi sembra che D'Alema sia piuttosto imbarazzato e che si siat tirato fuori d'impaccio con una battutina come fa spesso. Nessuno sano di mente potrebbe pensare che Tremonti sia al vertice di certe congrege, di certo ha partecipato al Bildeberg ma parteciparvi non vuol dire esserne un esponente convinto di quelle tesi. D'altronde allora era ministro dell'economia e un invito, uno soltanto, poteva tranquillamente starci. Ovviamente il discorso è preso alla lontana in un modo che le persone non informate non afferrano bene il concetto pensando che si tratti, quella di una setta di illuminati, di una battuta.
Tremonti riporta il discorso sulla sovranità in economia e su un dirigismo in alcuni settori che possono definirsi monopoli naturali. BEnvenuto quindi all'ex ministro dell'economia nel club delle persone ragionevoli. Resta da vedere come si possa conciliare la sua neo-visione economica con le dichiarazioni del Berlusca in favore di ulteriori privatizzazioni Eni-Enel e di un mantenimento statale di Alitalia. Bisognerebbe fare esattamente in contrario!


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NerOscuro
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Tremonti era sul Britania e allora non era ministro.

Siamo alle solite : mancanza di memoria o altro?
Per rinfrescartela leggiti questo
http://www.movisol.org/ulse275.htm

A te, che pur sei noto come economista cattolico 😀 ,non ti hanno invitato come osservatore.


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alekxandros
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Il vicepresidente di Forza Itlaia parla del suo libro 'La paura e la speranza'

Tremonti: ''Un accordo globale per scongiurare la crisi''

L'ex ministro dell'Economia a Ign: ''C'è bisogno di una nuova Bretton Woods. Bisogna governare la globalizzazione con nuovi strumenti se non vogliamo essere travolti''. Poi attacca la politica ''demenziale'' di Prodi: ''Hanno aperto il vaso di Pandora e scatenato forze che neanche loro riescono più a controllare''

Roma, 10 mar. (Ign) - Un nuovo accordo globale come quello del 1944 a Bretton Woods, un tentativo di architettura di governo mondiale per governare la globalizazione dopo un decennio in cui ''l’economia ha fatto la politica''. È questa la ricetta di Giulio Tremonti (nella foto) per fare fronte alla crisi economica che sta arrivando in Europa.

Nel suo ultimo libro 'La paura e la speranza' (ed. Mondadori), scritto nell'autunno del 2007, ''prima della campagna elettorale e prima - tiene a sottolineare Tremonti in un colloquio con Ign, testata on line del gruppo Adnkronos - dell’evidenza della crisi economico-finanziaria in atto, a partire dall’America, nel mondo'', l'ex ministro dell'Economia punta il dito contro alcuni aspetti della globalizazzione che avrebbero prodotto una crisi strutturale del sitema.

Il vicepresidente di Forza Italia critica soprattutto ''un eccesso di mercatismo che - spiega - è la caricatura del liberalismo. Il liberalismo è un’ideologia nella quale mi riconosco pienamente, che non riduce tutta l’esistenza, tutta la vita nell’economia. Nessun liberale vero ha mai detto - ricorda - che l’economia è tutto, fa tutto, sa tutto. Ma è vero che negli ultimi 10 anni, cadute le altre ideologie, si è affermata questa ideologia economicistica e cioè il mercatismo. Il mercato provvede a tutto e lo fa, ovviamente, sempre in positivo, mai in negativo. In realtà non è mai stato così, non è così e non sarà così. La vita è qualcosa di più complesso più ricco del mercato''.

Dunque secondo Tremonti ''non abbiamo più una soluzione esclusiva nei valori secondi che sono quelli dell’economia'', ma dobbiamo cercare ''una soluzione per uscire dalla crisi nei valori primi che sono i valori dell’etica, della politica, dei grandi principi, della tradizione, della famiglia dei valori nell’insieme''.

La responsabilità di questa crisi è da rintracciarsi, secondo Giulio Tremonti, in ''una struttura complessiva che è partita dal mondo della cultura e delle idee, che ha fatto il motore ideologico di tutto questo processo''. ''Chi ha costruito le sue fortune culturali su una ideologia come quella mercatista - sottolinea il numero due del partito di Silvio Berlusconi - scopre che arriva la crisi proprio dal profondo dell’economia, dall’America, dalla struttura finanziaria dell’economia''. E chi della crisi ''non ha capito nulla, la rifiuta, non l’ha prevista, ancora adesso non riesce a capire e a definire i meccanismi di innesco e poi comunque rischia di finire sotto le macerie di quella costruzione ideologica che sta venendo giù, che tipo di reazione ha? Ha una reazione di difesa proprietaria e identitaria e quindi lancia l’interdetto contro chi dice cose diverse''.

''Per esempio -sottolinea Tremonti- il mio libro non è mica sul protezionismo. A me fa un po’ ridere il ministro Bonino che dice ‘io sono contro i dazi’ quando giustamente sta avviando la procedura dei dazi a difesa dei compressori italiani. Ma ripeto - sottolinea l'ex ministro dell'Economia - il libro non è mica scritto guardando dal buco della serratura dei dazi, né basato sulle quote attraverso cui questa casta culturale sta cercando di difendersi. Non è contro il liberalismo o contro la globalizzazione, ma contro aspetti che stanno manifestando la loro criticità.

E la soluzione non si trova negando la realtà, spezzando il termometro pensando che il male sia nella febbre. La febbre è un sintomo, non è la malattia in sé, si trova pensando a strumenti diversi: per esempio, nel libro la proposta forte è quella di una nuova Bretton Woods, cioè a dire un nuovo accordo globale sulle ragioni di cambio e di scambio. Questo è esattamente l’opposto dell’anti globalizzazione, è l’opposto di una catena di errori che porterebbe a una crisi e che io vorrei evitare con strumenti di governo della globalizzazione. Nel 1944 nel New Hampshire i responsabili della politica e dell’economia del mondo si accordano in ordine ad alcuni capitolati che hanno retto per mezzo secolo. Ecco, io questo credo che dobbiamo fare, capire che la crisi non è banale ma è fondamentale, non è congiunturale ma strutturale e gestirla con strumenti di quel tipo''.

Del resto ''una crisi di questa dimensione e di questa struttura - sottolinea Tremonti - non la gestisci con i vecchi strumenti''. Sarebbe come voler curare tutti i mali con la penicillina: ''Nel 45 debellava tutto. Adesso è un antibiotico a uso specifico molto limitato. Altri strumenti curativi vengono applicati. Allora se si guarda agli strumenti applicati adesso, si vede la manovra sui saggi di interesse, la manovra fiscale in America, la riduzione delle tasse: non credo che abbiano grandi effetti sulla crisi in atto. Le iniezioni di liquidità non sono una cura radicale, sono un modo forse anche controproducente per tenere in piedi soggetti ammalati. Ora io credo - insiste Tremonti - che servano strumenti nuovi. È cambiato il paradigma, è cambiato lo scenario. È fondamentale capire l’intensità della crisi e cambiare il paradigma proprio per evitarla: Bretton Woods''.

Quindi l'esponente azzurro attacca la politica perseguita da Romano Prodi attribuendo, tra gli altri, anche al presidente del Consiglio uscente la responsabilità politica della crisi in atto. ''Io mi limito a dire questo: un cambiamento come quello che si è prodotto è un cambiamento che nel corso della storia avrebbe occupato lo spazio di decenni e decenni. Un processo che non puoi fermare. Ma la scelta politica di aprire di colpo il mondo è una scelta che io considero demenziale. Nel '94 a Marrakech decidono di aprire il mondo, nel 2001, l'11 dicembre 2001 Prodi va come Commissione europea in Cina ed è protagonista del grande ingresso della Cina nel Wto. Per me fa una follia. Non l’apertura del mondo ai commerci ma un’apertura così inopinatamente accelerata. Un allargamento di questo tipo lo fai in decenni non lo fai in 5 anni''.

''Nel '57 quando fu fatto il grande trattato sul commercio europeo - ricorda Tremonti - furono applicate verso l’Asia dazi e quote. E l'Europa li ha continuati a tenere per decenni e decenni. Progressivamente li ha ridotti. Quella è stata una politica saggia. Non la politica fatta dai pazzi che hanno governato, anzi sgovernato la globalizzazione in un determinato arco di tempo breve che va dal 1994 al 2001. Troppo breve, è stata una follia, hanno aperto il vaso di Pandora e scatenato forze che neanche loro riescono più a controllare. Quindi, ripeto, il mondo non poteva che fare il suo corso, la globalizzazione non poteva essere fermata ma è stata una pazzia quella di accelerarla di colpo. Adesso ne vediamo i risultati che non sono solo positivi ma anche negativi. Non solo per l’Occidente me anche per l’Asia''.

link: http://www.adnkronos.com/IGN/Economia/?id=1.0.1958899394


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