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Spiagge ai privati per 90 anni.Ambientalisti "una vergo


helios
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http://www.corriere.it/economia/11_maggio_05/spiagge-tremonti-vendita_2052ad5c-7725-11e0-a006-4d571262b3cd.shtml

Bufera per le norme contenute nel decreto sullo Sviluppo. Tremonti: «Le spiagge restano pubbliche»

MILANO - Arriva il diritto di superficie della durata di 90 anni sulle coste e i litorali. Lo ha confermato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, precisando tuttavia che «la spiaggia resta pubblica a tutti gli effetti».

LEGAMBIENTE E VERDI INSORGONO: «Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così in basso. Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalità e agli speculatori con l' avallo del Governo», ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente secondo il quale il diritto di superficie «di fatto privatizza il patrimonio costiero» . Per Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, il provvedimento si configura come «una vera e propria spiaggiopoli: con meno di 1.000 euro al mese, pari alla locazione di un bilocale a Roma e Milano, sarà possibile affittare uno stabilimento balneare da 10.000 metri quadrati per 90 anni». Di fronte a Montecitorio stazionano alcuni ambientalisti camuffati da banda Bassotti

SODDISFATTI GLI ESERCENTI - Di una «positiva novità da registrare con grande interesse» ha parlato invece la Federazione italiana imprese balneari. «Da almeno tre anni la Fiba-Confesercenti insiste su questo punto che può dare certezze a tutti gli imprenditori ed assicurare investimenti e lavoro nel lungo periodo» ha detto il presidente Vincenzo Lardinelli, osservando che «l'attuazione di questa proposta va gestita con equilibrio più i costi saranno ragionevoli, più ci sarà spazio per investimenti che vogliamo e chiediamo di fare proprio per rilanciare il turismo balneare».

TREMONTI , LE SPIAGGE RESTANO PUBBLICHE - «Non c'è nessuna vendita delle spiagge. La spiaggia rimane pubblica» aveva affermato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa di presentazione spiegando che per le spiagge ci sarà «un diritto di superficie, bisogna essere in regola con fisco e con la previdenza e noi pensiamo che si debbano assumere giovani».


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dana74
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rilanciare il turismo balnerare?
Date le ferie alla gente ed i soldi.


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AlbaKan
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Ringraziamo anche Di Pietro che ha votato il "federalismo demaniale" (o demoniaco...vedete voi...).
Cosa succederà allo scadere dei 90 anni? Sicuramente sarà ridato ai privati per altri 90 anni, in pratica sarà de facto privato e ufficialmente statale per sempre.


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dana74
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PIU CEMENTO PER TUTTI!!

Spiagge e edifici annessi in concessione ai privati per 90 anni in cambio di un pezzo di pane
mag 11
5

Oggi il Consiglio dei ministri ha seminato incertezza sul futuro degli investimenti nel fotovoltaico. Ha invece voluto creare certezze per chi investe nel cemento in riva al mare.

I gestori che prendono in concessione una spiaggia dallo Stato per offrire servizi a pagamento ai bagnanti d’ora in poi potranno costruire edifici (se già non l’hanno fatto) e tenersi litorale e immobili per 90 anni. Prima la durata delle concessioni arrivava a 25 anni.

Dovranno pagare l’equivalente di un pezzo di pane. E, aggiungo, potranno rifarsi ad abundantiam sui turisti. E’ il succo del decreto legge “Sviluppo”. I dettagli.

Secondo quanto ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano il Verde Bonelli, va incontro alla concessione novantennale (in pratica: va incontro alla privatizzazione) il 50% delle spiagge italiane, per un totale di circa 3.500 chilometri. Qualora non esistano già edifici, il diritto di superficie novantennale porta con sè – sempre secondo Bonelli – anche il diritto a costruirli.

Ma quanto verserà allo Stato il gestore di uno stabilimento balneare dotato, oltre che di spiaggia, servizi igienici e cabine, anche di ristoranti, bar, palestre e magari pure negozi?

Sempre secondo Bonelli, 93 centesimi per metro quadrato. Significa che uno stabilimento balneare di 10 mila metri quadrati pagherà molto meno di 1000 euro al mese.

E i turisti, quando vanno in spiaggia, quanto pagano? Apriti Cielo, o meglio apriti portafoglio. La Camera di Commercio di Salerno (non un’associazione di consumatori) ha calcolato in 7,70 euro al giorno la cifra per l’affitto di un ombrellone, più altri 7,30 euro quotidiani per una e una sola sdraio. Erano i prezzi dell’anno scorso: e quest’anno, chissà.

Pur considerando la brevità della stagione balneare, mi pare che esistano tutti i margini per rientrare lautamente delle spese.

Certezze per chi investe nella cementificazione delle spiagge, incertezze per chi investe nelle energie pulite. Mi pare una perfetta sintesi della politica di questo Governo.

Sul Fatto Quotidiano dl Sviluppo, polemica per le concessioni novantennali delle spiagge

Su Wall Street Italia le dichiarazioni del ministro Tremonti sulla concessione novantennale delle spiagge

Sul sito della Camera di Commercio di Salerno il caro spiaggia nell’estate 2010

http://blogeko.iljournal.it/2011/spiagge-e-edifici-annessi-in-concessione-ai-privati-per-90-anni-in-cambio-di-un-pezzo-di-pane/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Blogeko+%28Blogeko.info%29


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helios
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Teniamo presente che l'Italia è l'unico paese in Europa che da le spiaggie (demaniali) ai privati.... Ritengo che sia la solita boutade di B, nulla di più....
il ponte sullo stretto, il nucleare, adesso anche il demanio pubblico.
Abbandonarli ai propri deliri è l'unica cosa da fare.

*******

E’ questo infatti lo stratagemma previsto dal ministro Tremonti per accontentare i potenti sindacati dei balneari italiani, terrorizzati dall’applicazione della direttiva europea sulla libera concorrenza, L’Italia è infatti sotto procedura di infrazione comunitaria perché non applica la direttiva Bolkestein ossia l’obbligo di fare aste pubbliche per assegnare le concessioni demaniali, così come succede in tutta Europa. Tutti possono partecipare e chi offre di più si prende la concessione che, alla scadenza, viene rimessa all’asta, permettendo allo stato di realizzare guadagni proporzionati agli incassi delle attività oltre ad un salutare rinnovo tra i gestori.

Realtà completamente sconosciuta in Italia dove per decenni le concessioni sono state rinnovate automaticamente sempre agli stessi titolari in cambio di canoni ridicoli che accomunano l’Italia dal Nord al Sud. Partendo da Mondello, la bellissima spiaggia di Palermo dove una sola società, l’Immobiliare Italo Belga, controlla quasi tutto l’arenile dal 1911, un secolo esatto. 36mila metri quadri di golfo, sette milioni di euro di incassi e un canone che, nel 2010 era di 45mila euro, senza aver mai partecipato ad un’asta. O come un ristorante sulla spiaggia del litorale romano, che paga 430 euro al mese mentre il suo concorrente, dall’altra parte della strada, quindi senza nemmeno il panorama delle onde, dovendo contrattare con il mercato reale, sborsa un affitto di 12mila euro al mese. Il famoso Twiga, in Toscana, ha ricavi per 4 milioni di euro e paga 14 mila euro di canone. Il Tibidabo, lo stabilimento del presidente dell’Assobalneari Renato Papagni, nel 2010 versava al un canone di 5 mila euro al mese per 20mila metri quadri di spiaggia con 500 cabine affittate ad oltre 3000 euro a stagione. Affittandone due si è già coperto il canone e ne restano altre 498. Ma non basta, su quel pezzo di spiaggia, sempre incluso nel canone, hanno costruito anche un ristorante, un centro benessere, una piscina coperta, un bar e una boutique. Tutte strutture che, con la normativa vigente, sarebbero dovute passare allo stato italiano allo scadere della concessione, mentre con la nuova normativa resterebbero al titolare per un bel po’ di generazioni, il tutto alla faccia dello spirito della normativa europea.

“Sono beni dello stato, proprietà di tutti, oltretutto frutto della brutale cementificazione del litorale, che oggi vengono regalati ai titolari degli stabilimenti” continua Angelo Bonelli. “E con questa normativa la cementificazione selvaggia degli arenili conoscerà una nuova stagione di splendore”

Questo mentre nel resto d’Europa si va nella direzione opposta. In Spagna, a Formentera, ad esempio, le concessioni vengono rinnovate ogni quattro anni, sempre con il sistema delle aste pubbliche e senza che nessuno si lamenti. In Francia è sacro il principio del demanio pubblico e le concessioni per gli stabilimenti balneari vengono concesse per un massimo del 20% della superficie del litorale mentre il Conservatoire du Litoral, ente sotto controllo pubblico, si occupa di riacquistare per lo stato i tratti di spiaggia di proprietà privata. In Italia, invece, a Forte dei Marmi, sui cinque chilometri di frontemare, non ce n’è uno di spiaggia pubblica, relegata ai confini del territorio comunale. E se provi a sederti davanti ad uno stabilimento immediatamente arriva il solerte bagnino e ti caccia via condannandoti ad un movimento perpetuo sulla battigia.

E’ questo il contesto in cui arriva oggi il nuovo provvedimento del Consiglio dei Ministri che prevede una drastica semplificazione nelle autorizzazioni per realizzare nuovi porti e la creazione di distretti turistico-alberghieri con zone “a burocrazia zero”, viatico per i nuovi giganteschi investimenti che, ad esempio, nella zona di Roma, dovrebbero coinvolgere il nuovo porto e il rifacimento del fronte mare di Ostia. Il tutto in nome di una liberalizzazione dalle pastoie della pubblica amministrazione tra cui, come sembra chiaro, ci sono anche le concessioni demaniali marittime. Esattamente come aveva promesso un anno fa il presidente di Assobalneari che chiudeva l’intervista dicendo: “non dovremo più andare a bandi, il bene diventa nostro, ritornando a ricalcare quello che era il primo progetto del ministro Tremonti, che insomma, qualcuno disse ‘si vendono le spiagge”. Se non era andata bene la prima volta perché non riprovarci?

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/05/dl-sviluppo-polemica-sulle-concessioni-novantennali-delle-spiagge/109170/

e B e Tremonti sfacciatamente dicono che tutto è a norma delle direttive europee?


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