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Tutti contro il pm Zucca. Perché la tortura non è reato


Davide
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In Italia parlare delle torture perpetrate dalle forze dell’ordine durante il g8 del 2001, a Genova, è sempre molto complicato. A meno che, s’intende, non se ne parli per dire che, in fondo, va tutto bene.

L’ultimo esempio in ordine di tempo ha messo al centro della polemica, e del fuoco incrociato di media e istituzioni, il procuratore generale di Genova, Enrico Zucca. La vicenda ormai è nota: Zucca si rende colpevole di dire quello che in molti pensano e che sentenze di tribunali italiani ed europei hanno messo nero su bianco: nel nostro paese, i (pochissimi) funzionari delle forze dell’ordine condannati per una delle peggiori pagine della nostra storia – il g8 di Genova, le torture di Bolzaneto e della scuola Diaz – non solo non sono stati esclusi dai rispettivi corpi di appartenenza, ma hanno, addirittura, fatto carriera.

La riflessione di Zucca (che i fatti del g8 li conosce bene, essendosene occupato da magistrato) parte dalla vicenda di Giulio Regeni: “Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale (l’Egitto, ndr) è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche“, ha detto qualche giorno fa. Apriti cielo. Nel giro di poche ore, ecco la risposta – piccata – di Gabrielli (lo stesso che solo qualche mese fa, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, si stracciava le vesti e chiedeva, ipocritamente, scusa per quanto avvenuto a Genova), secondo cui quelle del procuratore non sarebbero semplici constatazioni di una realtà incredibile anche solo da immaginare, ma “accuse infamanti”. Nemmeno fossero solo “opinioni personali preconcette”, anziché verità accertate dalla magistratura con condanna definitiva confermata persino dalla Corte europea.

CONTINUA QUI http://contropiano.org/news/politica-news/2018/03/24/tutti-contro-il-pm-zucca-perche-la-tortura-non-e-reato-0102206


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