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Comunicazione strategica dell’UE volta a contrastare la propaganda nei suoi confronti [parte 2]


ManlioContrasti
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Comunicazione strategica dell’UE volta a contrastare la propaganda nei suoi confronti da parte di terzi

1. sottolinea che la propaganda ostile nei confronti dell’UE si presenta in varie forme diverse e utilizza vari strumenti, spesso adattati in modo da corrispondere ai profili degli Stati membri dell’UE, con l’obiettivo di distorcere la verità, seminare il dubbio, dividere gli Stati membri, creare una frattura strategica tra l’UE e i suoi partner del Nord America e paralizzare il processo decisionale, screditare – agli occhi e nelle menti dei cittadini dell’UE e anche dei paesi vicini – le istituzioni dell’UE e i partenariati transatlantici, che svolgono un ruolo riconosciuto nell’architettura europea economica e di sicurezza, nonché compromettere ed erodere le argomentazioni europee basate sui valori democratici, sui diritti umani e sullo Stato di diritto; rammenta che uno degli strumenti più importanti utilizzati consiste nell’inculcare nei cittadini dell’UE paura e incertezza, unitamente a una rappresentazione degli attori ostili, statali o non statali, che li fa sembrare molto più forti di quanto non lo siano in realtà;

2. invita le istituzioni dell’UE a riconoscere che la guerra strategica e la guerra dell’informazione non costituiscono solo una questione esterna per l’UE, ma anche una questione interna, ed esprime preoccupazione per i numerosi intermediari di cui si avvale la propaganda ostile all’UE al suo interno; è preoccupato per la consapevolezza limitata, che caratterizza alcuni Stati membri, del fatto di costituire lo scenario e il pubblico di attività di propaganda e disinformazione; invita, a tale riguardo, gli attori dell’UE a rimediare alla mancanza di chiarezza e di accordo sulla definizione dei concetti di propaganda e disinformazione, a sviluppare una serie di definizioni condivise in cooperazione con gli esperti e i rappresentanti dei media provenienti dagli Stati membri dell’UE e a raccogliere dati e cifre sul consumo di propaganda;

3. osserva che disinformazione e propaganda fanno parte della guerra ibrida; evidenzia pertanto la necessità di fare opera di sensibilizzazione e di dar prova di assertività tramite la comunicazione politico-istituzionale, ricerche svolte in ambito accademico e da gruppi di riflessione, campagne sui social media, iniziative della società civile, alfabetizzazione mediatica e altre azioni utili;

4. sottolinea che la strategia di propaganda e di disinformazione anti-UE a opera di paesi terzi può assumere varie forme, che possono coinvolgere in particolare i media tradizionali, le reti sociali, i programmi scolastici o i partiti politici, sia all’interno dell’Unione europea che al di fuori di essa;

5. rileva il carattere composito delle attuali comunicazioni strategiche dell’UE a vari livelli, fra cui le istituzioni dell’UE, gli Stati membri, i vari organismi della NATO e delle Nazioni Unite, le ONG e le organizzazioni di cittadini, e chiede il miglior coordinamento e scambio di informazioni possibile tra le varie parti; chiede una maggiore cooperazione e un maggiore scambio di informazioni tra le varie parti che hanno espresso preoccupazione in merito a tali operazioni di propaganda e che intendono mettere in campo strategie di lotta contro la disinformazione; ritiene che, nel contesto dell’UE, sarebbe opportuno affidare tale coordinamento alle istituzioni dell’Unione;

6. riconosce che l’UE deve considerare prioritari i propri sforzi di comunicazione strategica e che questi dovrebbero disporre di risorse rilevanti; ribadisce che l’UE rappresenta un modello riuscito di integrazione che, nonostante la crisi, continua ad attirare paesi che intendono riprodurlo o diventarne parte; sottolinea, pertanto, che l’UE deve trasmettere un messaggio positivo sui suoi successi, valori e principi con determinazione e coraggio, e che nelle sue argomentazioni deve passare all’attacco anziché rimanere sulla difensiva;

Riconoscere e mettere a nudo la guerra di disinformazione e propaganda della Russia

7. rileva con rammarico che la Russia utilizza contatti e incontri con le controparti dell’UE più a fini di propaganda e per indebolire pubblicamente le posizioni condivise dell’UE che non per cercare di instaurare un vero dialogo;

8. riconosce che il governo russo sta impiegando un’ampia gamma di strumenti e meccanismi, come gruppi di riflessione e fondazioni speciali (ad esempio Russkiy Mir), enti speciali (Rossotrudnichestvo), stazioni televisive multilingue (ad esempio RT), presunte agenzie di informazione e servizi multimediali (ad esempio Sputnik), gruppi sociali e religiosi transfrontalieri (in quanto il regime vuole presentarsi come l’unico difensore dei valori tradizionali cristiani), nonché social media e troll della rete per sfidare i valori democratici, dividere l’Europa, raccogliere sostegno interno e creare una percezione di fallimento degli Stati nel vicinato orientale dell’UE; sottolinea che la Russia investe, nei suoi strumenti di disinformazione e propaganda, notevoli risorse finanziarie impiegate sia direttamente dallo Stato sia mediante organizzazioni o società controllate dal Cremlino; sottolinea come, da un lato, il Cremlino finanzi partiti politici e altre organizzazioni all’interno dell’UE, allo scopo di minare la coesione politica, e, d’altro lato, come la propaganda del Cremlino intenda colpire direttamente giornalisti, politici e individui specifici all’interno dell’UE;

9. rammenta le conclusioni dei servizi segreti e di intelligence, secondo i quali la Russia ha la capacità e l’intenzione di condurre operazioni volte alla destabilizzazione di altri paesi; sottolinea che questo prende spesso la forma di un sostegno agli estremismi politici e alla disinformazione su larga scala nonché alle campagne mediatiche; rileva, inoltre, che tali campagne mediatiche sono presenti e attive nell’UE;

10. sottolinea che la strategia di informazione del Cremlino è complementare alla sua politica tesa a rafforzare le relazioni bilaterali, la cooperazione economica e progetti comuni con singoli Stati membri dell’UE, allo scopo di indebolire la coesione e le politiche dell’UE;

11. sostiene che la comunicazione strategica russa fa parte di una più ampia campagna sovversiva volta a indebolire la cooperazione dell’UE come pure la sovranità, l’indipendenza politica e l’integrità territoriale dell’Unione e dei suoi Stati membri; esorta i governi degli Stati membri a vigilare sulle azioni di informazione russe sul territorio europeo e ad aumentare gli sforzi nei settori della condivisione delle capacità e del controspionaggio nell’ottica di contrastare tali operazioni;

12. esprime forti critiche nei confronti degli sforzi russi per danneggiare il processo di integrazione dell’UE e deplora, a tale riguardo, il sostegno della Russia alle forze anti-UE attive nell’Unione, con particolare riferimento ai partiti di estrema destra, alle forze populiste e ai movimenti che negano i valori fondamentali delle democrazie liberali;

13. è seriamente preoccupato per la rapida espansione delle attività ispirate dal Cremlino in Europa, tra cui attività di disinformazione e propaganda finalizzate a mantenere o accrescere l’influenza Russa per indebolire e dividere l’Europa; sottolinea che un’ampia parte della propaganda del Cremlino è volta a descrivere alcuni paesi dell’Europa come appartenenti alla “tradizionale sfera d’influenza della Russia”; rileva che una delle sue principali strategie consiste nel diffondere e imporre argomentazioni alternative, spesso basate su un’interpretazione manipolata dei fatti storici, con l’obiettivo di giustificare le sue azioni esterne e i suoi interessi geopolitici; rileva che la falsificazione della storia è una delle sue principali strategie; constata, a tale riguardo, la necessità di condurre un’opera di sensibilizzazione in merito ai crimini dei regimi comunisti attraverso campagne pubbliche e sistemi di istruzione, nonché di sostenere le attività di ricerca e documentazione, in particolare negli ex membri del blocco sovietico, per contrastare le argomentazioni del Cremlino;

14. sottolinea come la Russia sfrutti la mancanza di un quadro giuridico internazionale – in settori quali ad esempio la sicurezza informatica – e la mancanza di responsabilità nella regolamentazione dei media e volga a suo favore qualsiasi ambiguità in tale ambito; sottolinea che le aggressive attività russe in ambito informatico agevolano le attività della guerra dell’informazione; invita la Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) a prestare attenzione al ruolo dei punti di scambio Internet in quanto infrastrutture critiche nel contesto della strategia dell’UE in materia di sicurezza; sottolinea l’urgenza assoluta di garantire la resilienza dei sistemi di informazione a livello dell’UE e degli Stati membri, con particolare riferimento alle smentite e alle interferenze, che possono svolgere un ruolo centrale nel conflitto ibrido e nella lotta contro la propaganda, e di cooperare strettamente con la NATO in tal senso, in particolare con il Centro di eccellenza per la difesa informatica della NATO;

15. invita gli Stati membri a mettere a punto meccanismi coordinati di comunicazione strategica per sostenere l’identificazione e contrastare la disinformazione e la propaganda al fine di denunciare le minacce ibride;

Capire e affrontare la guerra dell’informazione e i metodi di radicalizzazione dell’ISIS/Daesh

16. è consapevole della gamma di strategie impiegate dall’ISIS/Daesh, a livello sia regionale che globale, per promuovere le proprie argomentazioni politiche, religiose, sociali, violente e di incitamento all’odio; esorta l’UE e i suoi Stati membri a mettere a punto controargomentazioni rispetto a quelle dell’ISIS/Daesh, coinvolgendo il sistema dell’istruzione e prevedendo altresì una responsabilizzazione e una maggiore visibilità degli studenti musulmani tradizionali, i quali hanno la credibilità per delegittimare la propaganda dell’ISIS/Daesh; plaude agli sforzi della coalizione internazionale per contrastare l’ISIS/Daesh e sostiene, a tale proposito, la strategia regionale dell’UE per la Siria e l’Iraq; sollecita l’UE e gli Stati membri a mettere a punto e a diffondere una controargomentazione alla propaganda jihadista che ponga un accento particolare su una dimensione pedagogica capace di dimostrare che la promozione dell’Islam radicale costituisce un travisamento teologico;

17. constata che le organizzazioni terroristiche islamiste, soprattutto l’ISIS/Daesh e Al-Qaeda, conducono campagne d’informazione attive volte a minare i valori e gli interessi europei e a incrementare l’avversione nei loro confronti; è preoccupato per l’ampio uso, da parte dell’ISIS/Daesh, degli strumenti forniti dai social media, in particolare Twitter e Facebook, per portare avanti la loro propaganda e i loro obiettivi di reclutamento, specialmente fra i giovani; sottolinea, a tale proposito, l’importanza di inserire la strategia di contropropaganda contro l’ISIS/Daesh all’interno di una strategia regionale più ampia e articolata che combini strumenti diplomatici, socioeconomici, di sviluppo e di prevenzione dei conflitti; valuta positivamente la creazione di una StratCom Task Force specifica per il sud, che può dare un contributo efficace nell’ottica di decostruire e contrastare la propaganda estremista e l’influenza dell’ISIS/Daesh;

18. evidenzia il fatto che l’UE e i cittadini europei costituiscono un bersaglio importate per l’ISIS/Daesh ed esorta l’UE e i suoi Stati membri a lavorare più strettamente per tutelare la società, in particolare i giovani, dal reclutamento, migliorando in tal modo la loro resilienza alla radicalizzazione; sottolinea la necessità di prestare una maggiore attenzione al miglioramento dei metodi e degli strumenti dell’UE, soprattutto nel settore informatico; incoraggia ciascuno Stato membro, in stretta collaborazione con il Centro di eccellenza della rete di sensibilizzazione alla radicalizzazione, istituito nell’ottobre 2015, a indagare e affrontare in maniera efficace i motivi socio-demografici che sono alla radice della vulnerabilità alla radicalizzazione, come pure ad approntare strumenti istituzionali multidimensionali (che colleghino la ricerca accademica, l’amministrazione penitenziaria, la polizia, la, giustizia, i servizi sociali e l’istruzione) per porvi rimedio; sottolinea che il Consiglio ha auspicato la promozione di misure di giustizia penale in risposta alla radicalizzazione che porta al terrorismo e all’estremismo violento;

19. invita gli Stati membri ad agire per tagliare l’accesso dell’ISIS/Daesh ai finanziamenti e alle risorse e a promuovere questo principio nell’azione esterna dell’UE, e sottolinea l’esigenza di svelare la vera natura dell’ISIS/Daesh e di ripudiarne la legittimazione ideologica;

20. invita l’UE e i suoi Stati membri ad adottare azioni coerenti e a livello dell’UE contro i discorsi di incitamento all’odio sistematicamente promossi da predicatori intolleranti ed estremisti attraverso sermoni, libri, show televisivi, Internet e tutti gli altri mezzi di comunicazione che possono creare un terreno fertile per le organizzazioni terroristiche come l’ISIS/Daesh e Al-Qaeda;

21. sottolinea l’importanza per l’UE e gli Stati membri di cooperare con i fornitori di servizi dei social media per contrastare la propaganda dell’ISIS/Daesh diffusa attraverso i social media;

22. sottolinea che le organizzazioni terroristiche islamiste, soprattutto l’ISIS/Daesh e Al-Qaeda, sono impegnate in campagne di disinformazione attive volte a minare i valori e gli interessi europei; evidenzia, a tale proposito, l’importanza di una strategia specifica per contrastare la propaganda e la disinformazione islamiste anti-UE;

23. sottolinea che una comunicazione imparziale, attendibile e obiettiva e flussi di informazioni basati sui fatti riguardo agli sviluppi nei paesi dell’UE eviterebbero la diffusione della propaganda alimentata da terzi;

Strategia dell’UE per contrastare la propaganda

24. accoglie con favore il piano d’azione in materia di comunicazione strategica; accoglie con favore la comunicazione congiunta sul “Quadro congiunto per contrastare le minacce ibride” e chiede l’approvazione e l’attuazione immediata delle proprie raccomandazioni; sottolinea che le azioni proposte richiedono la cooperazione e il coordinamento di tutti gli attori pertinenti a livello nazionale e dell’UE; è del parere che solo un approccio globale possa condurre a un esito positivo degli sforzi dell’UE; invita gli Stati membri che esercitano la presidenza a turno dell’UE a includere sempre le comunicazioni strategiche nel quadro del loro programma, al fine di garantire la continuità del lavoro in materia; si compiace delle iniziative e dei risultati della presidenza lettone al riguardo; invita il VP/HRa garantire una frequente comunicazione a livello politico con gli Stati membri nell’ottica di un miglior coordinamento delle azioni dell’UE; sottolinea che è opportuno rafforzare sostanzialmente la cooperazione tra l’UE e la NATO nel campo della comunicazione strategica; accoglie con favore l’intenzione della presidenza slovacca di organizzare una conferenza sul totalitarismo in occasione della Giornata europea della memoria delle vittime dei regimi totalitari;

25. chiede alle competenti istituzioni e autorità dell’UE di monitorare attentamente le fonti di finanziamento della propaganda anti-europea;

26. sottolinea la necessità di maggiori finanziamenti per sostenere la libertà dei media nei paesi della politica europea di vicinato (PEV) nell’ambito degli strumenti dell’UE a sostegno della democrazia; invita, a tale proposito, la Commissione ad assicurare il pieno utilizzo degli strumenti esistenti, quali lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), la PEV, il Media Freedom Watch (vigilanza sulla libertà dei media) per il partenariato orientale e il Fondo europeo per la democrazia (EED), ai fini della protezione della libertà e del pluralismo dei media;

27. prende atto delle enormi risorse dedicate alle attività di propaganda dalla Russia e il possibile impatto della propaganda ostile sui processi decisionali nell’UE, nonché il suo effetto deleterio sulla fiducia dei cittadini, sull’apertura e sulla democrazia; si congratula per il considerevole lavoro compiuto dalla task force di comunicazione strategica dell’UE; chiede quindi che la task force di comunicazione strategica dell’UE sia rafforzata trasformandola in una unità a pieno titolo all’interno del SEAE, responsabile per il vicinato orientale e meridionale, con idoneo personale e adeguate risorse di bilancio, eventualmente mediante la creazione di una linea di bilancio supplementare a essa dedicata; auspica una cooperazione rafforzata tra i servizi di intelligence degli Stati membri, nell’ottica di valutare l’influenza esercitata da paesi terzi che cercano di compromettere il fondamento e i valori democratici dell’UE; chiede, nell’ambito della comunicazione strategica, una più stretta cooperazione tra il Parlamento europeo e il SEAE, anche avvalendosi degli strumenti analitici del Parlamento e degli Uffici d’informazione negli Stati membri;

28. ribadisce che è essenziale per l’UE continuare a promuovere attivamente, mediante le sue azioni esterne, il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali; ritiene che il sostegno alla libertà di espressione e di riunione, al diritto di accesso all’informazione e all’indipendenza dei media nei paesi vicini debba costituire il filo conduttore delle iniziative dell’UE per contrastare la propaganda;

29. sottolinea la necessità di rafforzare il pluralismo, l’obiettività, l’imparzialità e l’indipendenza dei media all’interno dell’UE e nel suo vicinato, includendo gli attori non statali, ad esempio sostenendo i giornalisti e lo sviluppo di programmi di rafforzamento delle capacità destinati agli attori del settore dei media, in modo da favorire i partenariati e le reti di scambio di informazione, come ad esempio le piattaforme per la condivisione di contenuti, la ricerca nel settore dei media, opportunità di formazione e di mobilità per i giornalisti e tirocini presso i media con sede nell’UE, onde facilitare lo scambio di buone pratiche;

30. sottolinea l’importante ruolo dell’insegnamento del giornalismo di qualità e della relativa formazione all’interno e all’esterno dell’UE al fine di produrre analisi giornalistiche di qualità ed elevati standard editoriali; afferma che la promozione dei valori dell’UE della libertà di stampa e di espressione e del pluralismo dei media include il sostegno ai giornalisti perseguitati o imprigionati e ai difensori dei diritti umani nei paesi terzi;

[continua...]


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