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Comunicazione strategica dell’UE volta a contrastare la propaganda nei suoi confronti [parte 3]


ManlioContrasti
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31. sostiene una cooperazione più stretta tra le istituzioni dell’UE, il Fondo europeo per la democrazia (European Endowment for Democracy – EED), l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), il Consiglio d’Europa e gli Stati membri al fine di evitare duplicazioni e garantire la sinergia in iniziative simili;

32. esprime sconcerto per le forti problematicità relative all’indipendenza e alla libertà dei media in taluni Stati membri dell’UE, come riferito da organizzazioni internazionali quali Reporter senza frontiere; chiede all’UE e agli Stati membri l’adozione di misure adeguate finalizzate al miglioramento della situazione esistente nel settore dei media, in modo da garantire che sia assicurata anche la credibilità dell’azione esterna dell’UE a sostegno della libertà, dell’imparzialità e dell’indipendenza dei media;

33. invita la task force sulla comunicazione, rafforzata come proposto, a mettere in linea, utilizzando l’account di Twitter @EUvsDisInfo, un sito rivolto al grande pubblico che riunisca i vari strumenti tesi a rilevare la disinformazione, ne spieghi il funzionamento e funga da collegamento tra le numerose iniziative della società civile al riguardo;

34. afferma che una strategia di comunicazione efficiente deve includere le comunità locali nelle discussioni sulle azioni dell’UE, favorire i contatti interpersonali e prendere adeguatamente in considerazione gli scambi culturali e sociali come piattaforme fondamentali per combattere i pregiudizi delle popolazioni locali; ricorda che, in questa prospettiva, le delegazioni dell’UE devono mantenere un contatto diretto con i portatori di interessi locali a livello di base e i rappresentanti della società civile;

35. sottolinea che l’incitamento all’odio, alla violenza o alla guerra non può “nascondersi” dietro la libertà di espressione; incoraggia l’adozione di iniziative giuridiche in tal senso, ai fini di una maggiore assunzione di responsabilità in tema di disinformazione;

36. sottolinea l’importanza di assicurare una comunicazione efficace e coerente delle politiche dell’UE, sia internamente che esternamente, e di fornire comunicazioni mirate alle regioni specifiche, tra cui l’accesso alle informazioni nelle lingue locali; accoglie con favore, in tale contesto, il lancio del sito web del SEAE in lingua russa come primo passo nella giusta direzione e incoraggia la traduzione del sito in altre lingue, quali ad esempio l’arabo e il turco;

37. sottolinea la responsabilità degli Stati membri nel contrastare attivamente, preventivamente e con spirito di cooperazione le campagne di informazione ostili, o contrarie ai loro interessi, condotte nel loro territorio; sollecita i governi degli Stati membri a sviluppare capacità proprie di comunicazione strategica;

38. invita ciascuno Stato membro a rendere disponibili ai suoi cittadini le due newsletter settimanali della task force per la comunicazione strategica dell’UE (The Disinformation Digest e The Disinformation Review ) allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa i metodi di propaganda usati da terzi;

39. insiste sulla differenza esistente tra propaganda e critica;

40. sottolinea che, sebbene non tutte le critiche nei confronti dell’UE o delle sue politiche, in particolare nel contesto dell’espressione politica, siano necessariamente riconducibili alla propaganda o alla disinformazione, i casi di manipolazione o di sostegno legati a paesi terzi e intesi ad alimentare e a esacerbare tale critica danno adito a dubbi sull’affidabilità dei messaggi in questione;

41. sottolinea che, se da un lato è necessario prendere posizione contro la propaganda e la disinformazione anti-UE a opera di paesi terzi, ciò non dovrebbe, dall’altro, mettere in discussione l’importanza di intrattenere relazioni costruttive con i paesi terzi e di farne dei partner strategici per affrontare sfide comuni;

42. accoglie con favore l’adozione del piano d’azione sulla comunicazione strategica e l’istituzione dell’équipe East StratCom, all’interno del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), con l’obiettivo di comunicare le politiche dell’UE e contrastare la propaganda e la disinformazione anti-UE; chiede che sia ulteriormente intensificata la comunicazione strategica; ritiene che l’efficienza e la trasparenza del lavoro dell’équipe East StratCom debbano essere ulteriormente migliorate; invita il SEAE a sviluppare criteri volti a misurare l’efficienza del suo lavoro; evidenzia l’importanza di garantire all’équipe East StratCom finanziamenti sufficienti e un organico adeguato;

43. osserva che la “rassegna della disinformazione” (The Disinformation Review ) pubblicata dalla task force StratCom deve rispettare i criteri stabiliti nella Dichiarazione di principi sulla condotta dei giornalisti della Federazione internazionale dei giornalisti; sottolinea che tale rassegna deve essere redatta in modo appropriato, senza ricorrere a un linguaggio offensivo o a giudizi di valore; invita la task force East StratCom a rivedere i criteri seguiti per la stesura di tale rassegna;

44. ritiene che un’efficace strategia di contrasto alla propaganda anti-UE potrebbe consistere nell’adozione di misure volte a fornire a un pubblico mirato informazioni adeguate e interessanti sulle attività dell’UE, sui valori europei e su altre questioni di pubblico interesse, e sottolinea che le tecnologie moderne e le reti sociali potrebbero essere utilizzate per tali scopi;

45. invita la Commissione a portare avanti determinate iniziative giuridiche in modo da accrescere la propria efficacia e la propria responsabilità nel contrastare la disinformazione e la propaganda, e a utilizzare la revisione a medio termine dello strumento europeo di vicinato per promuovere il rafforzamento della resilienza dei media come priorità strategica; chiede alla Commissione di effettuare una revisione approfondita dell’efficienza degli attuali strumenti finanziari dell’UE e di avanzare una proposta per una soluzione completa e flessibile che possa fornire sostegno diretto agli organi di stampa, ai gruppi di riflessione e alle ONG indipendenti, specialmente nella lingua nativa del gruppo destinatario, e consentire di indirizzare le risorse aggiuntive alle organizzazioni che abbiano la capacità di farlo, come il Fondo europeo per la democrazia, e riducendo nel contempo i flussi finanziari intesi a sostenere individui o organismi impegnati in attività di comunicazione strategica o di incitamento all’odio e alla violenza; invita la Commissione a svolgere un audit approfondito dell’efficienza di taluni progetti di media su larga scala finanziati dall’UE, quali ad esempio Euronews;

46. sottolinea l’importanza della sensibilizzazione, dell’istruzione e dell’alfabetizzazione mediatica e in materia di media online nell’UE e nel vicinato, nell’ottica di conferire ai cittadini la facoltà di analizzare in maniera critica i contenuti dei media per individuare la propaganda; sottolinea, in tal senso, l’importanza di rafforzare le conoscenze a tutti i livelli del sistema dell’istruzione; evidenzia la necessità di coinvolgere le persone in una cittadinanza attiva volta a sviluppare la loro consapevolezza di consumatori di media; pone in evidenza il ruolo centrale degli strumenti online, in particolare dei social media, dove la diffusione di false informazioni e il lancio di campagne di disinformazione sono più facili e spesso non incontrano ostacoli; ricorda che contrastare la propaganda con altra propaganda è controproducente, e comprende, pertanto, che l’UE nel suo insieme e gli Stati membri presi singolarmente possono combattere la propaganda di terzi soltanto respingendo le campagne di disinformazione e facendo un uso positivo dei messaggi e dell’informazione, ricordando la necessità di sviluppare una strategia davvero efficace, che dovrebbe essere differenziata e adattata alla natura degli attori che divulgano informazioni mediante la propaganda; riconosce che la crisi finanziaria e il progredire di nuove forme di media digitali hanno rappresentato grandi sfide per il giornalismo di qualità;

47. esprime preoccupazione per l’uso dei social media e delle piattaforme online per discorsi criminali di incitamento all’odio e alla violenza, ed esorta gli Stati membri ad adattare e aggiornare la loro legislazione per affrontare gli sviluppi in corso, o ad applicare e far rispettare pienamente la legislazione vigente sull’incitamento all’odio, sia online che offline; afferma la necessità di una maggiore collaborazione al riguardo con le piattaforme online e con le imprese leader di Internet e del settore dei media;

48. chiede agli Stati membri di predisporre e garantire il quadro necessario per un giornalismo di qualità e per la varietà dell’informazione contrastando la concentrazione dei media, che ha un impatto negativo sul loro pluralismo;

49. rileva che l’educazione ai media permette di acquisire conoscenze e competenze e consente ai cittadini di esercitare il loro diritto alla libertà di espressione, di analizzare criticamente i contenuti multimediali e di reagire alla disinformazione; pone quindi in evidenza la necessità di sensibilizzare i cittadini in merito ai rischi della disinformazione per mezzo di iniziative di alfabetizzazione mediatica a tutti i livelli, anche tramite una campagna europea d’informazione sull’etica mediatica, giornalistica ed editoriale, nonché promuovendo una maggiore cooperazione con le piattaforme sociali e iniziative congiunte per affrontare l’incitamento all’odio e alla violenza e la discriminazione online;

50. rileva che nessuna strategia di soft power può avere successo senza la diplomazia culturale e la promozione del dialogo interculturale tra i paesi e al loro interno, nell’UE e fuori dall’UE; incoraggia pertanto le azioni e le iniziative diplomatiche pubbliche e culturali a lungo termine, come borse di studio e programmi di scambio per gli studenti e i giovani professionisti, fra cui le iniziative per sostenere il dialogo interculturale, rafforzare i legami culturali con l’Unione europea, promuovere il patrimonio e i legami culturali comuni e fornire una formazione adeguata al personale delle delegazioni dell’UE e del SEAE affinché sia dotato di competenze interculturali adeguate;

51. ritiene che i media pubblici dovrebbero dare l’esempio di come fornire informazioni imparziali e oggettive, in conformità delle migliori pratiche e dell’etica del giornalismo;

52. sottolinea la necessità di attribuire un’attenzione particolare alle nuove tecnologie – fra cui la diffusione di contenuti digitali, le comunicazioni mobili, i media online e le reti sociali, comprese quelle a carattere regionale – che facilitano la diffusione di informazioni, nonché una maggiore consapevolezza, riguardo ai valori europei sanciti nei trattati; ricorda che tali comunicazioni devono essere di livello elevato, contenere le migliori prassi concrete e mettere in luce l’impatto dell’UE sui paesi terzi, compresa l’assistenza umanitaria dell’UE, come anche le opportunità e i vantaggi derivanti da un’associazione più stretta e da una maggiore cooperazione con l’UE per i cittadini di paesi terzi, in particolare per i giovani, come l’esenzione dal visto o i programmi per lo sviluppo di capacità, la mobilità e gli scambi, ove applicabili;

53. evidenzia la necessità di assicurare che il nuovo portale PEV, attualmente sviluppato nel quadro del programma OPEN Neighbourhood, non solo raccolga contenuti indirizzati a comunità di esperti, ma contenga anche una sezione specificamente concepita per un pubblico più ampio; ritiene che nel portale debba figurare una sezione sul partenariato orientale, che riunisca le informazioni riguardo a iniziative attualmente frammentate tra numerosi siti;

54. evidenzia le potenzialità insite nella cultura popolare e nell’intrattenimento educativo come strumenti per esprimere valori umani condivisi e per comunicare le politiche europee;

55. sottolinea il proprio sostegno a iniziative come il Centro baltico per l’eccellenza dei media di Riga, il Centro di eccellenza delle comunicazioni strategiche della NATO (NATO StratCom COE) o il Centro di eccellenza della rete europea di sensibilizzazione alla radicalizzazione; evidenzia la necessità di utilizzare le loro conclusioni e le loro analisi, come pure di rafforzare le capacità analitiche dell’UE a tutti i livelli; invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare progetti analoghi, a occuparsi della formazione di giornalisti, a sostenere gli organi di informazione indipendenti e la diversità dei media, a incoraggiare la creazione di reti e la cooperazione tra i media e i gruppi di riflessione, nonché lo scambio di migliori pratiche e di informazioni in tali ambiti;

56. condanna le costanti repressioni ai danni di media indipendenti, giornalisti e attivisti della società civile in Russia e nei territori occupati, inclusa la Crimea a seguito della sua annessione illegale; sottolinea che a partire dal 1999 decine di giornalisti sono stati uccisi, sono scomparsi senza lasciar traccia o sono stati imprigionati in Russia; invita la Commissione e gli Stati membri a rafforzare la protezione dei giornalisti in Russia e nel vicinato dell’UE, come pure a sostenere la società civile russa e a investire nei contatti interpersonali; chiede il rilascio immediato dei giornalisti; rileva che l’UE sta rafforzando le relazioni con i suoi partner orientali e con altre regioni limitrofe, mantenendo nel contempo aperti i canali di comunicazione con la Russia; riconosce che l’ostacolo maggiore alle campagne di disinformazione russe sarebbe posto dall’esistenza di media indipendenti e liberi all’interno della Russia stessa; ritiene che il conseguimento di tale risultato dovrebbe rappresentare l’obiettivo dell’UE; invita a prestare particolare attenzione e a dedicare sufficienti risorse al pluralismo nei media, ai media locali, al giornalismo investigativo e ai media in lingue straniere, soprattutto in russo, arabo, farsi, turco e urdu nonché in altre lingue parlate da popolazioni vulnerabili alla propaganda;

57. sostiene le campagne di comunicazione condotte dai pertinenti attori in Siria, in Iraq e nella regione (come pure nei paesi di origine dei combattenti stranieri) per screditare l’ideologia dell’ISIS/Daesh, denunciare le violazioni dei diritti dell’uomo da esso perpetrate e lottare contro l’estremismo violento e l’incitamento all’odio, anche da parte di altri gruppi della regione; invita l’UE e i suoi Stati membri, nel loro dialogo con i paesi MENA, a porre l’accento sul fatto che la buona governance, il principio di responsabilità, la trasparenza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani rappresentano prerequisiti essenziali per proteggere queste società dalla diffusione di ideologie intolleranti e violente che ispirano organizzazioni terroristiche quali l’ISIS/Daesh e Al-Qaeda; sottolinea, di fronte alla crescente minaccia terroristica da parte dell’ISIS/Daesh e di altre organizzazioni terroristiche internazionali, la necessità di rafforzare la cooperazione sulle questioni di sicurezza con i paesi che hanno un’esperienza di lungo corso nel contrasto al terrorismo;

58. invita il VP/AR e il Consiglio a confermare il pieno sostegno dell’UE al processo di attuazione in corso e a contribuire finanziariamente alla realizzazione delle raccomandazioni dello studio di fattibilità sulle iniziative nel settore dei media in lingua russa nel partenariato orientale e oltre, svolto dal Fondo europeo per la democrazia nel 2015;

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59. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al SEAE e alla NATO.

(1) GU C 137 E del 27.5.2010, pag. 25.
(2) GU C 434 del 23.12.2015, pag. 24.
(3) GU C 407 del 4.11.2016, pag. 35.
(4) Testi approvati, P8_TA(2015)0272.
(5) Testi approvati, P8_TA(2015)0410.

http://appelloalpopolo.it/?p=27091


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