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L'emergenza infinita, dal blog di Stefano Re


Maryland
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Terrorismo, crisi economiche, crisi sanitarie, e, oggi, possibile conflitto mondiale. Cos’hanno in comune queste emergenze? Lo schema è identico: vengono tutte sbandierate ed esasperate dai media, che diffondono ansia e paura nelle popolazioni teledipendenti. Vengono tutte presentate come emergenze che inevitabilmente cambiano la percezione della realtà e della identità e necessitano di cambiamenti socio-culturali per farvi fronte. Le “misure di gestione” portano sempre alla cancellazione di diritti e garanzie degli individui e maggiori livello di arbitrio delle autorità, sempre meno controllate democraticamente e sempre più selezionate tramite processi anch’essi totalmente arbitrari.

Cosa rimane

Non appena le “misure di gestione dell’emergenza” sono state implementate e messe in vigore, non appena diventano legge o perlomeno affermata consuetudine, i media smettono di fare pubblicità all’emergenza che, di fatto, scompare. Ecco che alQaeda, l’ISIS e compagnia cantante scompaiono nel nulla non appena arriva il covid. Probabilmente i terroristi sono persone molto responsabili, devono essersi messi in fila all’hub vaccinale con tante belle mascherine sul muso. Ma non sono per niente scomparse tutte le procedure “emergenziali” di indagine, controllo e repressione messe in campo contro la “minaccia terrorista”. Quelle restano addosso alle popolazioni, al gregge di pecore – ma è tutto per la loro sicurezza.

Identicamente, la terrificante minaccia del letale morbillo è scomparsa del tutto non appena è arrivato il covid. Dopo aver svolto la sua funzione, quando i cambiamenti sono diventati legge, la “minaccia” sbandierata dai media scompare per lasciare il posto a quella successiva.

Alla stessa specie appartengono le riforme economiche, l’austerity, la grottesca condanna al “pareggio di bilancio” e le restrizioni alle politiche economiche degli stati, messi al guinzaglio dalle banche centrali controllate da gruppi e potentati politico-finanziari sovranazionali di proprietà delle solite quattro famiglie.

E sempre alla stessa specie appartengono i DPCM, i CTS composti di “amici degli amici” senza alcun controllo, i governi “tecnici” mai eletti e contrari alla volontà popolare, le restrizioni, il “lasciapassare verde” e le altre bellissime novità che sono arrivate con l’emergenza pandemica e che non accennano a volersene andare ora che non ve n’è più nemmeno l’ombra.

 

Il bersaglio è lo stesso: sei tu

Ma quali cambiamenti vengono prodotti ogni volta da una nuova emergenza e dalla sua gestione? Anche qui, il bersaglio è sempre lo stesso: garanzie e diritti democratici, di popoli e individui.

Il terrorismo ha “richiesto” la cancellazione della privacy, delle tutele sulla riservatezza dei dati, delle tutele giuridiche dalle violazioni delle libertà personali, dando mano libera alle più arbitrarie attività repressive, dalla deportazione al rapimento, dalla detenzione senza assistenza alla tortura. Le crisi economiche hanno “richiesto” la precarizzazione del lavoro, un aumento dell’arbitrio degli enti di gestione della finanza internazionale e l’imposizione di vincoli e limiti alle capacità economiche di parlamenti e governi. Le crisi sanitarie, che iniziano con le “pandemie” di suina e di aviaria, proseguono con il “letale morbillo” per trovare compimento con la gloriosa “pandemia” di covid, hanno “richiesto” la cancellazione totale di ogni residuo diritto: da quello allo studio a quello al lavoro, alle cure, alla libertà di spostamento, alla libertà di sciopero, di protesta e manifestazione del dissenso, di parola ed opinione, e dulcis in fundo all’inviolabilità del proprio corpo.

Non è neppure necessario discutere se queste minacce siano state reali o create a tavolino, da chi o con che metodi: lo schema del loro svolgimento è comunque perfettamente chiaro ed evidente. Guardiamo agli effetti pratici, concreti e innegabili: stanno trasformando il mondo in una prigione a cielo aperto, e il detenuto sei tu.


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