Lettera al Consiglio di Sicurezza del Segretario Generale ONU che invoca l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite
L’articolo 99 dello Statuto ONU recita: “il Segretario Generale può richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su qualunque questione che, a suo avviso, possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale” (NdT)
New York, 6 dicembre 2023
Sua Eccellenza
José Javier de la Gasca Lopez Domínguez
Presidente del Consiglio di Sicurezza, New York
Egregio Signor Presidente,
Le scrivo ai sensi dell’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite per portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza una questione che, a mio avviso, può aggravare le minacce esistenti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
Più di otto settimane di ostilità a Gaza e in Israele hanno creato spaventose sofferenze umane, distruzione fisica e traumi collettivi in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati.
Più di 1.200 persone sono state brutalmente uccise, tra cui 33 bambini, e migliaia sono rimaste ferite negli abominevoli atti di terrore compiuti da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi il 7 ottobre 2023, che ho ripetutamente condannato. Circa 250 persone sono state rapite, tra cui 34 bambini, più di 130 dei quali sono ancora prigionieri. Devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni. Le testimonianze di violenza sessuale durante gli attacchi sono spaventose.
I civili di tutta Gaza sono in grave pericolo. Dall’inizio dell’operazione militare israeliana, sarebbero state uccise più di 15.000 persone, di cui oltre il 40% erano minori. Migliaia di altre persone sono rimaste ferite. Più della metà delle case è stata distrutta. Circa l’80% della popolazione, pari a 2,2 milioni di persone, è stata sfollata con la forza in aree sempre più piccole. Più di 1,1 milioni di persone hanno cercato rifugio nelle strutture dell’UNRWA in tutta Gaza, creando condizioni di sovraffollamento, indecorose e antigieniche. Altri non hanno un posto dove ripararsi e si ritrovano per strada. I residuati bellici esplosivi stanno rendendo le aree inabitabili. Non c’è un’efficace protezione dei civili.
Il sistema sanitario di Gaza è al collasso. Gli ospedali si sono trasformati in campi di battaglia. Solo 14 ospedali su 36 sono anche solo parzialmente funzionanti. I due ospedali principali nel sud di Gaza stanno operando con un numero di pazienti tre volte superiore al numero dei loro posti letto e stanno esaurendo le forniture di base e il carburante. Stanno anche ospitando migliaia di sfollati. In queste condizioni, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane un numero sempre maggiore di persone morirà senza essere curato.
Nessun luogo è sicuro a Gaza.
Tra i costanti bombardamenti delle Forze di Difesa Israeliane, senza un riparo e senza l’essenziale per sopravvivere, mi aspetto che l’ordine pubblico crolli completamente a causa delle condizioni disperate, rendendo impossibile anche una limitata assistenza umanitaria. Potrebbe verificarsi una situazione ancora peggiore, con malattie epidemiche e un aumento della pressione per lo sfollamento di massa nei paesi vicini.
Nella Risoluzione 2712 (2023), il Consiglio di Sicurezza “chiede di aumentare la fornitura di tali beni per soddisfare i bisogni umanitari della popolazione civile, in particolare dei bambini”.
Le condizioni attuali rendono impossibile la conduzione di operazioni umanitarie significative. Stiamo comunque preparando delle opzioni per monitorare l’attuazione della risoluzione, anche se riconosciamo che nelle attuali circostanze ciò è insostenibile.
Sebbene le consegne di rifornimenti attraverso Rafah continuino, le quantità sono insufficienti e sono diminuite da quando la pausa è terminata. Non siamo in grado di raggiungere i bisognosi all’interno di Gaza. La capacità delle Nazioni Unite e dei suoi partner umanitari è stata decimata dalla carenza di rifornimenti, dalla mancanza di carburante, dalle comunicazioni interrotte e dalla crescente insicurezza. Il personale umanitario si è unito alla stragrande maggioranza dei civili gazesi per evacuare a sud di Gaza in vista dell’avanzare delle operazioni militari. Almeno 130 colleghi dell’UNRWA sono stati uccisi, molti con le loro famiglie.
Siamo di fronte a un grave rischio di collasso del sistema umanitario. La situazione sta rapidamente degenerando in una catastrofe con implicazioni potenzialmente irreversibili per i palestinesi nel loro complesso e per la pace e la sicurezza nella regione. Un tale esito deve essere evitato ad ogni costo.
La comunità internazionale ha la responsabilità di usare tutta la sua influenza per prevenire un’ulteriore escalation e porre fine a questa crisi. Esorto i membri del Consiglio di Sicurezza a fare pressione per evitare una catastrofe umanitaria. Ribadisco il mio appello a dichiarare un cessate il fuoco umanitario. È urgente. La popolazione civile deve essere risparmiata da danni maggiori. Con un cessate il fuoco umanitario, i mezzi di sopravvivenza possono essere ripristinati e l’assistenza umanitaria può essere fornita in modo sicuro e tempestivo in tutta la Striscia di Gaza.
La prego di accettare, signor Presidente, le assicurazioni della mia più alta considerazione.
Il Segretario Generale
António Guterres
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