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“Chi ha l’utenza elettrica paghi il canone Rai”


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Tra i vari provvedimenti che il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, annuncia in questa intervista c'è anche la riforma del canone Rai: «A tutti i titolari di un contratto di fornitura di elettricità, siano essi famiglie o pubblici esercizi o professionisti, verrà chiesto di pagare il canone, perché, ragionevolmente, se uno ha l'elettricità ha anche l'apparecchio tv. Chi non ha la televisione dovrà dimostrarlo e solo in quel caso non pagherà».

La riforma, aggiunge il ministro, sarà presentata o col decreto milleproroghe o comunque entro l'anno e servirà ad azzerare la grande evasione: «Circa il 30% di chi dovrebbe pagare il canone non lo fa». Per questo, garantisce Romani, anche se il canone per il 2011 dovesse subire un aumento per adeguarlo all'inflazione («ma io sono contrario»), dall'anno successivo l'importo si ridurrà «secondo il principio che se pagano tutti, pagano meno».

La proposta di Romani prevede infatti che «metà delle nuove risorse incassate vada alla Rai e metà a decremento del canone». Il provvedimento «è pronto e presto sarà presentato, forse col decreto milleproroghe».

Ministro, partiamo dalla grave congiuntura economica e finanziaria. In Italia anche la situazione politica è instabile. Inoltre la ripresa stenta e ci sono almeno 600 mila persone in cassa integrazione. Confindustria e sindacati chiedono al governo di fare di più.
«Il nostro Paese ha bisogno di essere governato e noi vogliamo farlo fino in fondo. Chi da destra e sinistra pensa di indebolirci facendo giochi di palazzo, deve sapere che fa gli interessi degli speculatori internazionali. Abbiamo fatto una legge di stabilità molto rigorosa in tempi non sospetti. Ma anche molte cose per lo sviluppo».

Se il governo non dovesse avere la fiducia il 14 dicembre?

«Io resto ottimista e sereno. La sfiducia, per le cose che dicevo prima, sarebbe un grave atto di irresponsabilità e probabilmente interromperebbe in anticipo la legislatura, perché non credo proprio che la soluzione potrebbe essere quella di attivare altri governi o governicchi».

Lei parlava di provvedimenti per lo sviluppo. Quando presenterà in Consiglio dei ministri la riforma degli incentivi per le imprese?

«La prossima settimana. Oggi abbiamo 100 tipi di incentivi nazionali e più di 1.400 regionali. Col decreto legislativo verranno eliminate 30 leggi e gli incentivi vengono riordinati in tre categorie: automatici (fiscali o col voucher), bandi per finanziare programmi completi, negoziati per i grandi progetti».

Ci saranno risorse aggiuntive?

«No, sarà una riforma di metodo a costo zero. Semplificando le procedure le imprese avranno però finanziamenti certi e rapidi».

La Confindustria chiede interventi concreti, in particolare per la ricerca e l'innovazione.

«Confindustria tiene moltissimo al progetto "industria 2015": bene, ci sono tre bandi per complessivi 770 milioni che attivano 2 miliardi di investimenti su tre aree: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie per il made in Italy.
Inoltre, ci sono stati gli incentivi ai consumi e la proroga del 55% per l'ecobonus e infine per il credito agevolato c'è un fondo centrale di garanzia che dal 2009 ha fatto 65 mila operazioni garantendo con 7 miliardi finanziamenti complessivi per 12 miliardi».

Quando presenterà la legge annuale sulla concorrenza?

«Entro la fine dell'anno. Punteremo anche qui sulla semplificazione, ma non posso anticipare altro».

A proposito di concorrenza non crede che sugli avvocati il Parlamento stia tornando indietro reintroducendo, per esempio, le tariffe minime?

«Questa è una piccola-grande guerra tra le corporazioni, detto nel senso positivo per carità, e i processi di liberalizzazione. Personalmente penso che sarebbe meglio rimanere col vecchio regime».

Cioè con la riforma Bersani?

«Sì, esatto».

Torniamo alla crisi. Presso il suo ministero ci sono 170 tavoli aperti su altrettante crisi aziendali...

«E 92 amministrazioni straordinarie. Dedico quasi la metà del mio tempo alle crisi, per essere vicino alle aziende e ai lavoratori coinvolti, circa 100 mila. Stiamo trovando soluzioni per ridare loro una prospettiva, o attraverso investitori esteri o con ristrutturazioni industriali».

Perché però non avete aperto un tavolo sulla Fiat?

«Perché la Fiat non è in crisi. Vuole invece investire 20 miliardi in Italia e passare da 685 mila auto prodotte a 1,4 milioni. Ci saranno quindi anche assunzioni. Vedo con soddisfazione che Fiat e sindacati si incontreranno venerdì su Mirafiori. Detto questo, il governo resta vigile».

Ministro che sta facendo il governo per far pagare meno l'energia a famiglie e imprese rispetto ai Paesi nostri concorrenti?

«In Italia l'energia si paga il 37% in più. Dobbiamo arrivare al 50% di energia prodotta dal combustibile fossile, il 25% dal nucleare e il 25% da fonti rinnovabili. Intanto, con collegamenti internazionali, tipo quello previsto dall'accordo firmato ieri col Montenegro per un cavo che porta mille megawatt, riusciremo a ridurre il costo della bolletta».

Enrico Marro
Fonte: www.corriere.it
24.11.2010


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dana74
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Post: 14384
 

il carrozzone rai ha dei costi....poverini, che facciamo tagliamo la "kultura"?
CI son sempre le pecore da tosare, si sa le lobby vanno mantenute.

ps per questa boiata non ci sarà nessuno a protestare.


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glab
 glab
Honorable Member
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Post: 539
 

a questo punto dovrebbe pagare il canone rai chiunque possa "vedere" la tv, se no dimostri che è "non vedente".
ora la domanda:
ma obbligare al pagamento del canone rai tutti coloro che hanno la corrente in casa non si configura come estorsione?
ps: se fossi mago merlino li avrei già inceneriti tutti, prima qelli della rai e poi quelli che ci estorcono per mantenerne il califfato. 😈


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Anonymous
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oddio mica si vorranno mettere le mani sulle tasche degli italioti per finanziare la propaganda ?...mah...


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