A furia di Abusi or...
 
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A furia di Abusi ora ci rimangono i Malvagi


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Stanotte, in un altra tormentata notte, ho sognato un leader di queste lande perdute che faceva un discorso alla Nazione, una senza nome e senza tempo. Una Nazione che aveva perduto tutto nel tentativo di sopravvivere tra le compiacenze per non essere nemica di nessuno, pezzo dopo pezzo sbranata dal tempo e dai molti affamati amici, era rimasto solo un poco della sua struggente bellezza passata.

Eppure quel poco residuo di memoria aveva un valore inestimabile, tanto che valeva la pena morire piuttosto che perderla del tutto e finire nell'oblio. In un mondo devastato dall'oblio che  minaccia continuamente la sopravvivenza della Vita, brandelli di memoria conservano un valore inestimabile. Più di qualunque altra cosa.

Oggi si moltiplicano i Lupi e gli Squali, mostri in cui è facile trasformarsi grazie al morso infetto dei predatori del mito come Draghi e Manticore. Tutti hanno un denominatore comune, lo stesso dei predatori del mito: sono forti con i deboli e deboli con i forti. Sono gli anti-eroi per eccellenza, quelli che amano fantasticare di imprese leggendarie dall'alto delle loro pugnétte e nell'ombra dei loro sarcofagi ben chiusi, protetti da sguardi indiscreti e dai loro mitici padroni oscuri, ognuno il proprio senza fine. Amano l'intimità e non desiderano altro che preservarla, ma solo per se stessi, perché la considerano un diritto esclusivo e di casta, un privilegio per pochi eletti. Ma di questo già sappiamo, nevvero?

Da Bonomi a Colao, i volti che ci presentano questi poteri mitici sono tanti, quelli degli impuniti che agiscono solo quando c'è odore di cadavere, volteggiando bramosi sui "quasi morti" che si trascinano un giorno dietro l'altro all'ombra della loro speranza, la fine. Sono abili Negromanti, riconoscono al volo lo spettro della morte nel prossimo. Nient'altro che avvoltoi.

Certo, gli avvoltoi non sono da condannare. Se esistono e per fare gli spazzini di un peggio che si è già consumato. L'abbandono, il tradimento, la tirannia del mediocre. La tentazione.

La nostra cultura, quella cristiana, ha insegnato al mondo che la Pace è amore per la Morte e che il negromante, colui che ama la morte, tende a marcire nel corpo e a impazzire con la mente. Non è sbagliato, è una via possibile, ma pericolosa al punto che ogni abuso avrà un prezzo da pagare molto, molto salato. Ma peggio di tutto è pensare che per grazia del suo potere sia un Negromante un buon condottiero. Non si può amare la Vita e la Morte insieme ed è per questo che la Pace non è mai stata la via del cristiano e che per percorrere quella via prima di tutto è stato necessario eradicare il principio che si poteva governare con la Morte sfruttando il potere che da esso deriva, attaccando non la religione ma quello spirito antico ereditato dal padre e con esso i suoi valori simbolici umani più profondi: guardatevi da coloro che bramano il potere della morte. Per costoro sarà sempre meglio una dittatura del privilegio predatorio imposta con la forza della macchina e il tradimento di ogni equilibrio stabilito dall'inizio del tempo. Meglio il potere. Meglio la forza. Meglio, perché così c'è un ordine certo e sicuro anche se per pochi e ignobili, poiché essi sapranno guardarsi allo specchio per ritrovarsi sempre belli e giovani quali noi possiamo vederli per invidiarli, trasferendo ogni orrore lì dentro nel buio specchio nascosto, come Dorian Gray con il suo ritratto.

Ma non è semplice capire chi è per la Morte. Chi oggi ad esempio è pronto a difendere la Pace con qualsiasi mezzo? Chi lascerà che per difendere l'innocenza, si divenga cibo offerto al sacrificio di ogni brama predatoria? Chi oserà innalzarsi al di sopra della legge imposta prima dell'Uomo per dire che ha agito per la Pace?

Tutti Noi, aborriamo la violenza. Ci fa vomitare la prepotenza, soprattutto quando si somma all'ignoranza. Ne vediamo oggi abbondanza nel petto e nella bocca di coloro che vorrebbero guidarci. Ma essa non si ferma alla visione di ciò che ci circonda. Noi molto prima ci siamo fatti portatori di abusi su abusi e abbiamo tifato per la negromanzia. Persino adesso lo facciamo senza rendercene conto. Come Dorian Gray ognuno ha il suo piccolo ritratto nascosto in cui stipare ogni sorta di bruttura per rimanere lindo e pulito agli occhi del creato. Ma gli antichi ci ricordano che il creato ha occhi ovunque e mai li ha distolti dal nostro piccolo ritratto nascosto. Ecco allora che quell'intimità che oggi è così ferocemente contesa è quella foglia di fico del forte che si fa forte con il debole ed è questo che ci toglie le energie per reagire: vogliamo sincerità, vogliamo verità, vogliamo giustizia, non per tutti indistintamente e universalmente, solo per gli altri, i colpevoli. Per ciò la giustizia l'avremo e sarà quella degli avvoltoi.

Ma mentre essi pasteggeranno con i molti cadaveri che ormai sono prossimi a cadere sotto i colpi del tempo, avremo modo di riflettere sulla Morte e sulla sua estrema debolezza. Se infatti gli amanti della Morte mostrano i muscoli è perché sono ben consci di questa debolezza e di nient'altro, tanto nella Pace come nell'infierire sulle loro vittime. L'inganno ultimo del Signore degli inganni è di far credere ciò che non è Vero a cominciare dal furbo, la sua prima vittima. Poi tramite di esso, Anima giovane, per guidare le sue imprese miserabili come epiche su tutti gli altri, addomesticati a non opporgli resistenza.

Ma la cultura cristiana che poteva fermarsi a questo ricordo antichissimo preservato, già molti ordini di grandezza superiore a qualsiasi altro principio, ci ha donato ben altro. Ci ha messo in guardia sugli adoratori dell'Uomo. I filantropi. Perché l'unico vero filantropo è colui che si fa nostro predatore. Così come noi adoriamo ciò che ci toglie la fame in tempi magri o doniamo il nostro cibo alle forze divine per toglierci maledizioni, eleggendo sull'altare del sacrificio qualcosa da cui dipendiamo, allo stesso modo i nostri famelici predatori fanno lo stesso con Noi.

Per ciò la cultura cristiana è stata l'unica nel tempo a dire: se proprio non è possibile evitare il sacrificio, perché la Bestia mi aggredisce per pretendere la sua libbra di carne dal corpo dell'Uomo, non sia la sua volontà ad agire in Noi e a farci Suoi complici, ma quella del Padre che viene prima di ognuno.

Saranno questi i tempi in cui dovremo scegliere tra due devastanti oscurità cosmiche, avendo così a lungo ceduto al Vizio. Da un lato la relativa libertà condizionata dell'Aquila che ci lascia di tanto in tanto capire cosa si nasconde dietro ai paraventi, dall'altro la zootecnica dei sorrisi compiacenti del mitico serpente dragone che ti elimina non appena ci provi.


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