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Balaklava 2009. O della logica monotonica


Tao
 Tao
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Anche se come si sa non condivido certi toni ultimativi, c’è una verità, tra altre, che ha recentemente scritto GLG sul blog “Ripensare Marx”:
"Il fatto è che i “comunisti” d’oggi, ormai sconfitti e sclerotizzatisi, non capiscono ciò che aveva compreso perfettamente Lenin: quanto più le potenze in conflitto si equivalgono in forza, tanto meno si uniscono –come temono alcuni, lontani mille miglia dal leninismo –per “fottere” i dominati."
In realtà questo è ciò che credono tutti i marxisti dottrinari, perché non c'è nulla da fare: il marxismo dottrinario porta sempre di riffa o di raffa all’ultraimperialismo.

Detto in altri termini, i marxisti dottrinari hanno sempre scambiato il modello per la realtà. Il che in certi ambiti scientifici può essere più o meno scusabile e avere conseguenze più o meno spiacevoli. Nell'ambito delle scienze sociali è inscusabile e i disastri sono garantiti.
Quel che è più curioso (per così dire) è che ora abbiamo a che fare ocon gente che ha rinnegato il marxismo in tutte le sue forme o con marxisti dottrinari, che sono puri e duri ma, guarda caso, sono sempre pronti ad allearsi con quelli che hanno rinnegato.
In vista di elezioni anticipate sono già incominciati gli appelli per l’unità elettorale antiberlusconiana, in nome della difesa della Repubblica Antifascista e della Costituzione.

E’ naturale, comunque, che i marxisti dottrinari (che per l’appunto sembra l’unico genere di marxisti rimasto in circolazione) si alleino con i fedeli alleati degli USA. Se manca una chiara visione antimperialista il risultato è scontato. E se si pensa al liberismo come fase del capitalismo (unico e monolitico, ovviamente: ancora l’altro ieri ad una manifestazione contro il golpe in Honduras ho dovuto sentire oratori di estrema sinistra che parlavano di “imperialismo delle multinazionali”; ma non era una scemenza già detta dalle BR?), se si pensa quindi la crisi odierna come crisi epocale del capitalismo (ma quante volte è già stato fatto quest’errore?), che altre
conclusioni se ne possono trarre? Per i nostri confusionari marxisti dottrinari bisogna concludere obbligatoriamente che Berlusconi è emblema di questa fase di putrescenza del capitalismo (ovvero si rispolverano mutatis mutandis le vecchie e storicamente deleterie sciocchezze del Fascismo come espressione del capitalismo finanziario, a sua volta visto come segno inequivocabile della putrefazione del capitalismo).

Che poi Tremonti dica (magari con pochi fatti al seguito) che bisogna ridurre lo strapotere delle banche e che i progressisti dicano invece che lo Stato non deve intromettersi negli istituti di credito (di credito? a chi?) e che i nostri banchieri sono "L'élite che resiste" (non sto scherzando, ahinoi!), che poi i berluscones vogliano difendere l'ENI dallo spezzatino con privatizzazione tentato almeno dal 1999 dagli antiberluscones (e ricordo i lettori che ne ho testimonianza diretta, per via del mio
lavoro), tutto ciò non suggerisce ai nostri dottrinari sedicenti antiliberisti e
antifinanziarizzazione, di rivedere di una virgola le loro conclusioni.
Questa, a casa mia, si chiama logica monotonica, quella logica per cui, ad esempio, se un giudice ha sentenziato che X è colpevole di assassinio, lo manda sulla sedia elettrica e se nel frattempo si viene a sapere che è Y il vero colpevole, X va a finire sulla sedia elettrica lo stesso, perché nessuna conclusione può essere rimessa in discussione da nessuna evidenza contraria.
Si sono avvicendati brillanti logici matematici per disfarsi di questa regola. Ma i nostri brillanti marxisti dottrinari continuano ad usarla con determinazione bovina.

La sinistra e i progressisti nemmeno si pongono il problema: per loro liberismo o non liberismo, crisi o non crisi, finanziarizzazione o non finanziarizzazione pari sono. Ciò che fa la differenza è Berlusconi. Lì c'è il nemico. Lì bisogna caricare. "There is your enemy. There are your guns, My Lord." ("Là c'è il vostro nemico. Là ci sono i vostri cannoni, mio Signore"), gridò il capitano Louis Edward Nolan al duca di Lucan, che ordinò così al marchese di Cardigan di lanciare i suoi 600 cavalleggeri contro l’artiglieria russa a Balaklava. Una follia: "C'est magnifique, mais ce n'est pas la guerre", commentò il Maresciallo di Francia Pierre Bosquet che vedeva dall’alto l’azione.

Noi cosa possiamo dire di questa carica, non di cavalleggeri ma di bufali, anzi più che una carica una vera e propria stampede, la corsa impulsiva e devastante di una mandria in preda al panico?
"E' orrendo, è futile, è dannoso e i responsabili di questo disastro dovrebbero essere processati quanto meno per incapacità e disastro colposo, se non per ...".

Piotr
Fonte: http://ripensaremarx.splinder.com
Link: http://ripensaremarx.splinder.com/post/21488621/Balaklava+2009.+O+della+logica
12.10.2009


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