Catastrofe senza ca...
 
Notifiche
Cancella tutti

Catastrofe senza catarsi

Pagina 1 / 2

Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Nella fase decadente delle società, l’individuo prevale sulla comunità, il significato della vita viene posto nella ricerca della felicità personale e nel conseguimento del piacere, si presta sempre più attenzione alla cura del corpo; la generale indisciplina provoca una pletora di regolamenti, sempre più inutili e sempre meno osservati; non ci sono più fedi forti, bensì un diffuso scetticismo fra i ceti più colti e un ritorno a superstizioni e settarismi fra il popolino; tutti i legami sociali, compreso il più basilare, quello familiare, si allentano; le donne si mascolizzano e gli uomini si deresponsabilizzano, in una crescente confusione di ruoli; la mentalità che giustifica la ricerca del piacere come obiettivo primario della vita favorisce la diffusione di pratiche sessuali sempre più devianti, fino alla perversione; nel relativismo dilagante si perde il senso del confine netto fra ciò che è bene e ciò che è male, per cui quasi tutto finisce con l’essere prima tollerato, poi permesso, infine accolto con una sorta di compiacimento; anche nelle arti e nella letteratura si perde il senso delle regole e delle distinzioni dei generi: tutto gode della stessa considerazione, purché risponda alla legge del profitto e procuri piacere; in un clima di falsa tolleranza, che è in realtà indifferenza a ciò che non comporti un utile immediato, si può dire tutto perché nulla abbia più valore.

Quando una società è giunta all’estremo della decadenza, una crisi disastrosa fa sì che vengano recuperati i valori profondi, i miti fondanti su cui si costruì quella comunità, o si assumono più forti valori, introdotti da altri popoli. Ritorna così una fase eroica, piena di vitalità, di grandi speranze e di slanci: il ciclo riprende. In genere questo succede attraverso il trauma di una rivoluzione sociale, quando i comportamenti della classe dirigente sono in contraddizione troppo aperta con gli ideali che propugna e col ruolo che le è attribuito, perdendo ogni prestigio davanti a quella parte della società non ancora contaminata dalla decadenza dei costumi, oppure attraverso la sconfitta in una guerra con un popolo più vigoroso e aggressivo, non ancora infiacchito dalla degenerazione.

Ebbene, non c’è alcun dubbio che quel mondo che si usa definire occidentale e che oggi pretende di esportare il suo modello in tutto il globo, col suo cinema, le sue mode, la sua musica, il suo ricatto finanziario e i suoi bombardieri, vive la sua fase di decadenza estrema, quella decadenza che prelude al crollo e alla rigenerazione. Ma c’è una grande novità: i meccanismi tradizionali attraverso i quali maturano le crisi delle società decadenti e si recuperano valori più sani, non funzionano più. Questa è la vera tragedia dell’Occidente: essere condannato a una lunghissima agonia, catastrofe senza catarsi.

Oggi non è più possibile una grande rivoluzione sociale in Occidente perché lo sfruttamento sistematico delle risorse del resto dell’umanità ha permesso un altissimo tenore di vita non solo all’élite dirigente ma anche alla maggioranza della popolazione, la minoranza di esclusi non avendo la forza né la volontà di rovesciare la situazione, anche perché le opportunità di mobilità sociale vantate dal sistema, magari attraverso la vincita a una qualche lotteria, sono una delle tante illusioni che inibiscono le velleità di una qualche ribellione; e, oltre a ciò, le dinamiche demografiche, riducendo la percentuale dei giovani rispetto a quella delle persone mature o anziane, riducono il peso delle generazioni più inquiete e più disposte ai cambiamenti, generazioni del resto a loro volta infiacchite dai costumi degradati e dalla droga.
D’altra parte non c’è neppure più la possibilità di una rigenerazione attraverso il trauma di una guerra perduta, perché l’odierna guerra supertecnologica, combattuta dall’alto dei cieli e da un corpo ristretto di specialisti attrezzatissimi, permette di sconfiggere anche popoli più vigorosi e coraggiosi.

Così abbiamo un mondo in cui il trenta per cento dell’umanità vive in uno spreco di risorse mai visto prima, mentre il settanta per cento si trova in condizioni miserabili. I ritmi di vita e la competizione esasperata di tutti contro tutti, la perdita di radici e lo smarrimento del senso del vivere civile, inducono però alla disperazione anche quel trenta per cento che si crede felice. La generalizzazione del modello occidentale, che è poi quello della modernità capitalista senza più alternative, ha creato un settanta per cento di derelitti e un trenta per cento che per non suicidarsi, per sopportare questa vita, deve impasticcarsi di psico-farmaci, droga legalizzata, forse l’emblema più significativo di questo sistema che pretende di imporsi come il migliore. Ecco la grande tragedia della nostra epoca: una lunghissima decadenza senza possibile alternativa. Non è un’alternativa il movimento che, con un’espressione estremamente infelice, è stato definito no-global: Ethos contro kratos è sempre perdente; il cosiddetto terrorismo, poi, non è altro che il frutto di una delirante disperazione, dettata dall’impotenza, la cui pericolosità è stata ingigantita e strumentalizzata dal potere anglo-americano per estendere e approfondire il suo dominio.

Così siamo condannati a una decadenza lunghissima che finisce in putrefazione.
I segni sono evidenti ovunque, sono nella cronaca quotidiana, irrompono nella nostra vita, anche nei suoi aspetti apparentemente banali. Negarli o ignorarli significa voler essere ciechi e sordi.

Luciano Fuschini
Fonte: www.movimentozero.org/
Link: http://www.movimentozero.org/mz/index.php?option=com_content&task=blogsection&id=5&Itemid=36
Gennaio 2009


Citazione
fengtofu
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 317
 

Questo articolo è un'analisi perfetta, lucida e sconfortante proprio perchè esatta. Come fare a lasciare il nostro attaccamento al "bene" alla felicità ecc. onde prendere atto ed agire per quantomeno arginare la tragedia? a sentir Fuschini non c'è limite all'abiezione, forse questa società finirà quando alla sua tecnologia mancherà il carburante, l'energia e le materie prime! Improbabile una vittoria degli oppressi, men che meno il trionfo dei Giusti che appartiene solo ai film di fantasia. Insomma quando saremo tutti costretti per non mangiar denaro cartamoneta e quindi a tornare alla Terra ed ai suoi valori, forzatamente sconfitti dalla necessità, riscopriremo a caro prezzo dopo infiniti dolori i valori veri della vita. Ma tanti non ce l'avranno fatta e la vittoria sarà conosciuta solo dopo la sconfitta totale dei miti della Scienza, del Progresso, della Democrazia ed altre assurde chimere. Aveva ragione Toro Seduto nella sua predizione sul mangiar denaro, perchè altro non resta.
La civiltà moderna è la vera malattia, il cancro o la guerra sono la cura. (Georges Ohsawa, filosofo giapponese)


RispondiCitazione
remox
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 393
 

Si è dimenticato di citare le catastrofi naturali.


RispondiCitazione
brunotto588
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 38
 

E' esatta la diagnosi, ma non è detto che la prognosi debba essere per forza quella qui prospettata ...
Basterebbe pensare con pensieri nuovi e diversi, e rifiutare massicciamente tutto quanto ci viene continuamente ed in modo martellante proposto, atto a mantenere lo status quo ... e tutto crollerebbe come un castello di carte, e occorrerebbe rifondare una società su altri e diversi parametri ...
E' il pensiero che genera la realtà, e non il contrario !!!
Basterebbe, per cominciare, spegnere la TV, non pagare il canone, al limite farsela confiscare ...
Basterebbe opporre un minimo di sana resistenza civile ai punti di forza su cui si basa tutto il baraccone: banche, moneta, finanza virtuale, media, intrattenimento, calcio, lotterie, giornali ...
Cosa succederebbe se domani tutti i giornali restassero invenduti, se tutte le Tv restassero spente ???
Che i pubblicitari non investirebbero più in questi contenitori, che TUTTO il sistema sarebbe fortemente messo in discussione ... solo non cagandolo, e ponendo beatamente testa ad altro ...

Il problema è che vi fanno credere che non possa esistere un diverso "Immaginario", ma questa è una balla grossa come una casa ... una balla a cui credete ossessivamente, come tutto il resto.

Brunotto588


RispondiCitazione
loco
 loco
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 39
 

L'articolo di Fuschini è totalmente codivisibile per quanto riguarda il quadro catastrofico e disperante della società moderna, non meno per la tragica "disattivazione" di quegli automatismi che rendevano il ricambio valoriale e di civiltà possibile, non solo nelle società tradizionali ma anche in quelle primo-moderne. Il meccanismo di autorigenerazione delle civiltà, sembra essersi assurdamente interrotto con l'avvento della Seconda modernità: "modernità liquida" per dirla con Baumhan. A tratti veramente sembra una situazione di degenerazione permanente senza alternative, di una catastrofe senza catarsi, come l'ha tristemente definita l'autore. Per contrasto, scadere in un pessimismo ad oltranza, la volontà luciferina, di vedere questo mondo, come un organismo, umano, sociale, ambientale, che è diretto irrimediabilmente verso l'autodistruzione, peccherebbe di una visione eccessivamente monolitica e paranoide: come se l'uomo fosse totalmente incapace di "reagire" e guarire. Io credo come Baumhan che l'avvento della società liquida: della velocità, del sowtpower, del consumo, del vivere all'istante, della fragilità dei rapporti affettivi, sia stato un cambiamento, per la sua portata, più importate e disastroso del passaggio che ha condotto alla nascita della società moderna. Ma credere che l'uomo sia incapace costituzionalmente incapage o assuefatto, di poter invertire la tendenza in corso, credo sia pur nella tragicita dell'attuale scenario, egualmente paranoico. Voorei ricordare all'autore che la crisi del mondo moderno, come lui stesso ha menzionato, ha na matrice prettamente occidentale e che in paese come l'Iran, una visione altra del mondo, non consumistica, non antitradizionale, non sregolata, non dettata dai freddi meccanismi del dare e dell'avere è, nel 2009 esistente, attualmente possibile.. E tutto ciò non comporta, di vivere "fuori dal tempo", o di impidire di lanciare il primo satellite iraniano nello spazio. La storia dell'umanità, non è che all'ennesimo giro di giostra..


RispondiCitazione
brunotto588
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 38
 

Concordo con Ioco.
E l' occidente capitalista non è che una parte del mondo, a conti fatti nemmeno la più forte.
E che dire del Venezuela di chavez, e dell' aria di nuova speranza che Chavez ha saputo infondere e realizzare nel suo popolo ???
Ripeto: non credete alla GROSSA BALLA che non esistano alternative, che non si possa immaginare nulla di diverso da quanto ci viene propinato ... se così fosse, perchè affannarsi tanto, perchè tante menzogne, perchè tanta esasperata ricerca del consenso ???
Perchè non hanno assolutamente in pugno la situazione, anzi ...

Ed ora un paradosso ...
Immaginate di essere catturati e trasferiti a Guantanamo, in compagnia di altri prigionieri che vengono regolarmente torturati e massacrati ...
"A te, che tortura ti fanno ?"
"Mi fanno guardare delle balle alla Tv"
"Ah, che strana tortura ... ma ti legano davanti all' apparecchio"
"No ..."
"Ti minacciano con le armi ??"
"No ..."
"Minacciano i tuoi familiari ???"
"No ..."
"Bah, allora non capisco ... Qual è il problema ??? E se non ti piace quello che dicono, ed anzi se sai che sono balle, perchè non ti alzi e vai fuori a dire come stanno secondo te le cose ??? Secondo me sei un coglione ...!"

E avrebbe perfettamente ragione. 😯


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Quello che abbiamo non e' da buttare nulla. Gente nuova vresce e prende, quella che c'era prima consuma. Uno dei nostri grandi problemi e' il liberalismo, inteso come : liberi di fare come vogliamo. E questo lascia a una anarchica concezione dell' uso dello spreco dell' inquinamento sotto tutt ele suo forme, in cui tutto un sistema si DIsorganizza nel suo credersi organizzato, e si aggroviglia. La liberta' sta' nel scegliere, e il dovere sta' nel limitarsi, sopratutto nel sistema stesso, dove, esempio, io coltivo pomodori a palermo e li mando a milano, e quelli di milano li mandano a catania. E cosi anche nelle regole dei soldi, e nel gico cretino dei valori potere delle borse e di tutto quello che ne consegue.

Praticamente, noi potremmo vivere cosi come siamo ora, senza la corda al collo, e senza creare effetti collaterali e danni, nella confuzione e nell' anarchia come c'e' ora e come ci sara' sempre piu', finche' ci sono sistemi subdoli come quelli che ci sono ora.


RispondiCitazione
idea3online
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 11
 

Perché crollò l'impero romano, visto che era molto più avanzato, sotto vari aspetti tecnico-scientifici, del feudalesimo?
Se guardiamo i conflitti di classe, le insurrezioni schiavistiche e le ribellioni delle colonie di quel periodo, dovremmo dire che l'impero è crollato quando meno c'era da aspettarselo. Dal punto di vista della lotta socio-politica, la resistenza delle classi oppresse (se si escludono gli ebrei e i cristiani) era molto più forte tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C. che non nel III e IV sec. d.C.
Se dovessimo pensare solo ai motivi endogeni dovremmo dire che l'impero è caduto non quando era più debole, ma quando sembrava più forte (almeno in apparenza). Certo, sotto l'impero era aumentata la corruzione 🙁 , la decadenza dei costumi, l'immoralità 😯 , ma fortissimo era il potere politico, amministrativo e militare.
Un impero non può crollare solo perché i costumi sono corrotti. Né ha senso affermare che l'impero è caduto a causa della irriducibile resistenza dei cristiani, i quali tutto erano meno che “rivoluzionari”. Costantino, infatti, ad un certo punto lo comprese perfettamente.
Peraltro, va detto che non tutto l'impero crollò, ma solo la parte occidentale (quella più sviluppata), poiché quella orientale, ribattezzata nel nome di Cristo, sopravvisse per altri mille anni. Il che può forse indurci a credere che non tutto l'impero era uguale, cioè che la debolezza (più morale che politico-militare) della parte occidentale era maggiore di quella della parte orientale.

http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/crollo.htm


RispondiCitazione
afragola
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 738
 

..consiglio questo libro a proposito della caduta dell'impero romano d'occidente...molto interessante

Peter Heather "La caduta dell'Impero Romano"
ed.Garzanti € 13.50


RispondiCitazione
afragola
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 738
 

myone scrive ..."Praticamente, noi potremmo vivere cosi come siamo ora, senza la corda al collo, e senza creare effetti collaterali e danni, nella confuzione e nell' anarchia come c'e' ora e come ci sara' sempre piu', finche' ci sono sistemi subdoli come quelli che ci sono ora."...

myone ...cosa ci sarebbe di "anarchico" nella societa' capitalistica e consumistica attule? ....non confondiamo la merda con la ciccolata ...
semmai anarcoide che è cosa ben differente dell'anarchia


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

myone scrive ..."Praticamente, noi potremmo vivere cosi come siamo ora, senza la corda al collo, e senza creare effetti collaterali e danni, nella confuzione e nell' anarchia come c'e' ora e come ci sara' sempre piu', finche' ci sono sistemi subdoli come quelli che ci sono ora."...

myone ...cosa ci sarebbe di "anarchico" nella societa' capitalistica e consumistica attule? ....non confondiamo la merda con la ciccolata ...
semmai anarcoide che è cosa ben differente dell'anarchia

Mettila come vuoi basta capirci. Uso e abuso di un potere e dei modi di questo sistema, che sono sfuocati, ingiusti, impropi, e che sono fondati sull' irreale e non sul reale, che presuppone onesta', coscenza, e pure rettitudine e lungimiranza. Se in tutto quello che legalmente c'e' ed e' deletereo, non e' anarchia a confronto dell' opposto che ci dovrebbe esserci, metti te un termine diverso, le cose non cambiano il suo significato. Liberta' selvaggia di rovinare senza regole. Quelle giuste. Quelle che conosciamo ma che nessuno sembra attuare o avere. Questo sistema e' anarchico dentro la sua follia. Libero di dare il peggio. Senza regole del giusto e del migliore. Libero di condursi fino a una (distruzione) senza regolarizzarsi. Se poi l' anarchia e'la parola suprema per dire, che un mondo e' perfetto a tal punto che tutto quello che fai e' nella liberta' di essere fatto sul giusto e da un giusto, allora chiamala anarcoide. Sembrerebbe l' anarchia distorta di chi solo comanda e devia sul resto.


RispondiCitazione
Viator
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 12
 

Articolo veramente esemplare, di una lucidità impressionante. L'unica pecca è quando menziona le sperequazioni fra paesi ricchi e poveri, classi ricche e povere come un sintomo di decadenza. Al contrario è sintomo di decadenza il fatto che si acquisti coscienza e ci si scandalizzi delle sperequazioni, anziché viverle come un fatto naturale e scontato.

La crisi economica è solo la punta dell'iceberg d'una decadenza profonda, iniziata nel secondo dopoguerra: il benessere e il consumismo sono ciò che ha distrutto i pregiudizi utili che tengono assieme la società. Non a caso la contestazione alla tradizione nasce nel '68, quando la prima generazione di giovani cresciuti nel boom economico raggiunge la prima maturità. Siccome parte integrane del benessere maschile giovanile consiste nel menare le mani, i sessantottini adottarono l'ideologa di sinistra dominante; in realtà avevan solo voglia di godersi la vita buttandosi alle spalle la severità dei padri. Quanno i sessantottini crescono alla voglia di menar le mani si sostituisce quella di far quattrini, e ne nasce il prototipo dell'umanità attuale. Poi diventano padri e madri, e il processo si radicalizza ad ogni nuova generazione.

Com'era già successo ad Atene duemilacinquecento anni fa, la democrazia - cioè lo strumento di dominio del capitale - ha distrutto nell'arco d'un secolo gli sforzi d'innumerevoli generazioni che l'hanno preceduta. Benissimo così, presto miliardi di persone riscopriranno la dignità del dolore e della disperazione.


RispondiCitazione
Ascanio_il_Maltese
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 5
 

Sono stupito e gratificato nel vedere che esisterebbero dei validissimi alleati come Tao e Fengtofu.
Ma come riferite, la scarsa potenza dei pochi, contro le ricchezze e gli armamenti dell'Elite ,nulla può fare.
Si potrebbe dare un'occhiata a quello che è uscito da questa discussione. ( http://www.decrescitafelice.it/?p=431) Ci sono preziose informazioni sulla strada da prendere nel caso le cose dovessero mettersi proprio male. Ci sono dei personaggi citati che con il loro operato possono dar vita a quella che è l'unica agricoltura sostenibile possibile. E la terra, come giustamente avete menzionato, sarà il lavoro del domani.
Per quanto riguarda gli altri commenti di questo argomento, per avere un sistema, bisogna eliminare ogni traccia dell'altro (visto che, a quanto pare non ha avuto buoni risultati) e non tappezzare un relitto fallito in partenza...
Saluti a tutti.
Ascanio


RispondiCitazione
Tetris1917
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 285
 

Un articolo molto decadente. Io ho ancora speranza nel genere umano. E quando le condizioni saranno tali, avverra' una rivoluzione generale. L'uomo e' capace anche di riprendersi, anche dopo aver "strusciato" per molto tempo il culo per terra.


RispondiCitazione
Ascanio_il_Maltese
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 5
 

Un articolo molto decadente. Io ho ancora speranza nel genere umano. E quando le condizioni saranno tali, avverra' una rivoluzione generale. L'uomo e' capace anche di riprendersi, anche dopo aver "strusciato" per molto tempo il culo per terra.

Già...
Se presentassi le stesse caratteristiche di Superman o Capitan America, di un supereroe in genere invincibile ed invulnerabile, probabilmente la notizia che hai commentato non ti preoccuperebbe in tal medesima guisa...
Non avresti di che preoccuparti.
Ma purtroppo, la paura, gioca brutti scherzi. Uno di quelli, è quello di trasformare pure l'evidenza. La speranza è il cardine principale per discernere in falsi miti traballanti nonchè fantasiosi quello che non si vorrebbe mai accadesse.
Il fatto che l'uomo possa riprendersi da situazioni di gravi entità non si discute. Quel che bisogna tener presente però è il punto di partenza dal quale si presuma parta la stessa ripresa.
E' questo il punto...
Saluti


RispondiCitazione
Pagina 1 / 2
Condividi: