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CH: ideale per giovani imprese


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http://www.caffe.ch/stories/economia/50065_leconomia_svizzera_amica_delle_start-up/

La Confederazione fra le prime 10 nazioni al mondo
L'economia svizzera amica delle start-up

di Omar Ravani - 22 marzo 2015

La Svizzera e' al nono posto nella classifica dei Paesi che forniscono le migliori condizioni quadro per la nascita e lo sviluppo delle start-up. Lo dice l'indice Gei, che misura la capacita' di un Paese di creare le condizioni favorevoli alle imprese innovative. In cima alla graduatoria ci sono gli Stati Uniti, tallonati da Canada, Australia e Gran Bretagna. Un giudizio lusinghiero, che premia la politica su piu' livelli adottata dalla Confederazione. "Ma non solo. A fare un grande lavoro - dice al Caffe' Simon May, dell'Istituto per la promozione delle giovani imprese (Ifj) di San Gallo - sono anche le iniziative private che aiutano le imprese appena lanciate sul mercato".

Come e' il caso della Ifj, che permette alle giovani aziende di presentarsi e di mettersi in contatto con le piu' grandi industrie in Svizzera e all'estero. "E' appunto con delle interazioni, come quelle che noi offriamo, che le imprese elvetiche di recente formazione possono godere di ottime condizioni - continua il direttore -. A questi vanno aggiunti gli incentivi provenienti da Cantoni e Confederazione".

In questo sistema di sovvenzioni incrociate il Ticino si posiziona bene. E vuol fare ancora meglio, come dimostra l'attenzione che la nuova legge per l'innovazione economica dedica alle start-up. Senza dimenticare l'attivita' della fondazione Agire, uno strumento di coordinamento sempre piu' importante.

Ifj pero' opera su binari differenti, molto piu' estesi. I contatti con Boston, New York, la Silicon Valley, il Sudafrica e la Cina hanno permesso a circa 87.000 giovani lavoratori di cogliere un'opportunita'. Sono circa mille le aziende che sono entrate in contatto con l'associazione. "L'importanza delle nostre azioni non e' da sottovalutare per l'economia svizzera - continua il direttore -. Il loro peso, sommato con le interazioni permesse dallo Stato, ha reso la Confederazione uno dei migliori luoghi dove creare e sviluppare un'attivita'".

Davanti alla Svizzera pero', ci sono delle nazioni che sanno fare ancora di piu'. E il cui sistema e' legato soprattutto alla cultura d'impresa. "Negli Stati Uniti, malgrado la crisi, si continua ad investire nelle nuove aziende - spiega il direttore -, anche perche' la' ancora in molti credono nel 'sogno americano'. Non c'e' paura di investire, perche' il fallimento rientra nelle possibili conseguenze. Sono allora tanti i nuovi soggetti che approfittano dei 'venture capital', ossia quei versamenti di capitale di rischio da parte di un investitore per finanziare l'avvio o la crescita di un'attivita' in settori ad elevato potenziale di crescita. Attenzione pero', l'applicazione di una politica cosi' rischiosa si sposerebbe male con la nostra realta' ".

A ruota segue il Canada, per mentalita' molto simile agli Usa. Un caso particolare e' l'Australia, che prevede per i prossimi vent'anni dei numeri davvero ragguardevoli. Le neoimprese forniranno 541mila posti di lavoro prima del 2033, che genereranno una cifra d'affari totale di 199 miliardi dollari. "Quello australiano- continua l'esperto -, e' un caso molto simile a quello svizzero. Anche in quel Paese c'e' una formazione di prima qualita' e i posti di lavoro ad alto valore aggiunto sono occupati spesso da giovani. Cio' crea delle condizioni quadro interessanti". La Svizzera dunque se la cava egregiamente... "Direi di piu', - afferma May -. La Svizzera e' il miglior posto al mondo dove investire. Lo Stato non e' invasivo e c'e' una rete di contatti perfetta. E' un vero paradiso per le giovani imprese".


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