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CH: intervista a Guy Parmelin


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http://www.caffe.ch/stories/politica/52916_pronto_a_prendere_decisioni_impopolari/

Intervista al nuovo consigliere federale Guy Parmelin
"Pronto a prendere decisioni impopolari"

di Catherine Bellini e Michel Guillaume - 13 dicembre 2015
Traduzione e adattamento di Ezio Rocchi Balbi e Patrizia Guenzi

Il nuovo consigliere federale vodese UDC si confida sulla sua infanzia e formazione, sui suoi hobby, l'identita' vodese, l'agricoltura e la sua visione della politica.

Infanzia e formazione

Qual e' il primo ricordo che ha della sua infanzia a Bursins?
"Abitavamo nel centro del villaggio. Avevamo un grosso cane, di nome Dick. Eravamo sempre in guardia con lui. Era un meticcio con la tendenza a mordere i visitatori."

Ha un fratello e una sorella piu' giovani. Questa sua posizione di fratello maggiore e' stata difficile da assumere in una famiglia di contadini?
"No. In linea di principio, il piu' anziano e' quello che deve studiare o farsi carico dell'attivita'. Ma non ho mai sentito alcuna pressione particolare. Dopo solo una quindicina di giorni al ginnasio, a Losanna, mi sono detto che non era per me. Allora i miei genitori sono intervenuti: Prendi il tuo diploma, poi si vedra', hanno intimato. E hanno fatto bene".

L'ironia e' che s'e' dimostrato un bravo studente!
"Non ho avuto che dei 5 e dei 6 alla maturita' con latino e inglese." (*)

Perche' non ha continuato questi studi?
"Perche' i miei genitori avevano costruito una nuova fattoria fuori dal paese, e bisognava farsi carico di questo investimento. Mia madre, in seguito, ha insistito che passassi un anno nella Svizzera tedesca; cosa che ho fatto lavorando in una piccola fattoria sopra Morat, ad Altavilla. Poi ho seguito la scuola agricola di Marcelin, prima di diventare socio con mio padre Richard".

Gli hobby

Quali sono le sue letture preferite?
"Ho letto di tutto, dai fumetti (Gaston Lagaffe, Blake e Mortimer, il tenente Blueberry, Les Tuniques bleues), ma anche libri sulla mitologia greca o i faraoni. Infine biografie: Stalin, Caterina II, Pietro il Grande, o ancora i presidenti americani, come Abramo Lincoln, un presidente straordinariamente moderno per l'epoca".

Da adolescente ha anche avuto un famoso insegnante di chitarra...
"Mia madre Jeannine ci teneva che i suoi tre figli imparassero a suonare uno strumento. Il chitarrista brasiliano Jose' Barrense-Dias insegnava al Conservatorio di Ginevra e ci ha dato delle lezioni a Nyon, a casa sua. Ho studiato chitarra classica per almeno sei anni. Suonavo abbastanza bene, ma ho smesso quando ho iniziato il ginnasio".

Oggi e' un appassionato di musica classica...
"Si', da quando ho conosciuto mia moglie Caroline, che suona il pianoforte, ho ampliato i miei gusti all'opera. Quest'anno abbiamo visto la Tetralogia di Wagner al Grand Theatre di Ginevra, quindici ore di musica in una settimana. Abbiamo dovuto prepararci per affrontarla..." .

Wagner e' cantato in tedesco. Sua moglie e' svizzero tedesca e lei sembra a disagio in quella lingua...
"Mia moglie, nata a Zurigo, e' un insegnante di tedesco. Capisco molto bene il tedesco accademico, ma cosa posso dire, non ho un gran feeling con le lingue. Mia moglie si mette a ridere alla grande per il mio accento quando parlo tedesco."

E' anche un giocatore di calcio diventato arbitro. Cosa ha motivato la sua scelta?
"Ho giocato in junior C e B a Bursins, poi a Rolle, infine nella seconda squadra di Bursins. Un giorno un arbitro piu' piccolo di me ha diretto cosi' male che gli ho detto: Sei talmente scarso che credo mi dedichero' all'arbitraggio".

Ed e' stato un ruolo difficile?
"E' stata una scuola di vita che mi e' piaciuta. Bisogna fare ricorso a un bel po' di psicologia. Mi sono preso una buona dose di insulti, naturalmente, ma fa parte del lavoro. Ma ci sono anche dei bei momenti. Un giorno, un centravanti di lingua italiana che aveva subito un fallo, mi ha detto: "La prossima volta, lo ammazzo". Gli ho chiesto di respirare per dieci secondi. Si e' calmato, poi ha segnato due gol e mi ha ringraziato alla fine".

Ama viaggiare?
"Si'. Con mia moglie, facciamo un grande viaggio ogni quattro o cinque anni. Siamo stati tre volte in India. E' un Paese che ho sempre voluto visitare, una terra di contrasti terribili, dove l'estrema ricchezza affianca la poverta' piu' assoluta. E il problema principale non e' la fame, ma la salute e l'igiene. In dieci anni ho constatato che, nonostante la classe media si sia ben sviluppata, il lavoro ancora da fare e' enorme".

L'identita' vodese

Si sente soprattutto cittadino di Bursins, vodese o svizzero?
"Sono un po' tutto. I Parmelin sono fuggiti dalle persecuzione cattoliche stabilendosi a Bursins nel 1536. Sono vodese, questo e' chiaro. Il mio accento tradisce le mie origini, e ne sono orgoglioso."

Che immagine ha oggi del canton Vaud?
"E' un cantone notevolmente diversificato, l'ho potuto constatare durante la recente campagna elettorale. Ma, per me, resta un cantone caratterizzato dall'agricoltura. Noi siamo il granaio della Svizzera in materia di produzione di cereali".

Venendo da La Cote, si e' tifosi del Losanna o del Servette?
"Io tifo per il Losanna del quale sono anche finanziatore, mentre mio fratello Christophe e' un sostenitore del Servette, ma soprattutto per infastidirmi".

E' cresciuto di fronte al Monte Bianco. Per lei il Lemano e' un ponte o un confine?
"Ne' l'uno ne' l'altro, e' soprattutto un magnifico elemento del paesaggio. In ogni caso non e' certo un confine. Personalmente, non vado spesso nella vicina Francia, e soprattutto non per farci la spesa."

La regione del Lago di Ginevra ha beneficiato ampiamente della libera circolazione delle persone, un accordo che voi rimettete in questione.
"Si potra' certamente trovare sempre la forza lavoro. In questo caso, da entrambe le parti, Svizzera e Ue, c'e' l'interesse per una soluzione. Troveremo un compromesso. Dovete ammettere che la nostra iniziativa "Contro l'immigrazione di massa" ci obbliga a interrogarci su alcuni punti. Noi non formiamo, ad esempio, abbastanza medici e infermieri. Su questo aspetto dobbiamo tener conto delle esigenze del mercato del lavoro e dell'economia. Nel contesto del ricongiungimento familiare, invece, il Consiglio federale deve utilizzare i margini di manovra di cui dispone."

Su alcune questioni, come ad esempio il credito di un miliardo per "Ginevra internazionale", non ha difeso gli interessi dell'Arco Lemanico.
"Ho perso il voto su Ginevra internazionale, perche' stavo concedendo un'intervista ai vostri colleghi."

Ma avrebbe votato contro, come il suo partito!
"Il partito ha voluto votare contro, perche' restavano troppi punti da chiarire circa l'uso del denaro pubblico e della governance. Al gruppo ho fatto una proposta di rinvio. Quella che e' stata respinta dal Consiglio nazionale."

Ammetta che sull'infrastruttura ferroviaria, non ha difeso gli interessi della regione.
"E' una domanda cattiva. Se il candidato al Consiglio federale fosse stato un socialista, gli avreste fatto una domanda del genere? Sulla questione dei forfait fiscali o sull'imposta di successione, il
Ps ha preso posizioni che avrebbero prodotto effetti catastrofici per il nostro cantone".

L'agricoltura

Cosa le piace del suo lavoro di agricoltore?
"E' un lavoro nel quale si e' indipendenti e costantemente in contatto con la natura. Ma il contadino deve sottostare da una parte alle decisioni della politica federale e dall'altra al clima".

I contadini si battono per sopravvivere. Non rimpiange di non aver scelto un'altra professione?
"No, non ho mai avuto questo genere di rimpianto. Mio fratello e io siamo soci in un'attivita' che permette a una famiglia e mezzo di vivere. Il futuro e' sano, l'indebitamento e' sotto controllo. Ma se non facessi politica, uno di noi dovrebbe trovarsi, almeno in parte, un'altra occupazione".

Quanto incassate di pagamenti diretti?
"Riceviamo per la coltivazione 69mila franchi su una cifra d'affari annua di circa 330mila. Non navighiamo nell'oro, ma viviamo".

Nel 2011, ha rinunciato al bestiame. Un contadino che compera il latte alla Migros...
"Fa male quando le mucche partono. Abbiamo dovuto girare una pagina di 40 anni di storia. Ci restavano venti capi, che producevano un latte per il quale non ricevevamo piu' di 50 centesimi al chilo. Non e' piu' redditizio".

La politica dell'Udc

Si e' avvicinato alla politica grazie alle elezioni americane. Ci spiega meglio?
"Era il 1976 quando Carter aveva vinto su Ford. Ero al ginnasio e avevo guardato tutta la notte la Nbc. Era affascinante, perche' il sistema aveva permesso a un coltivatore di arachidi partito dal niente di arrivare al vertice del potere".

Un suo zio avrebbe predetto: "Diventerai consigliere federale". Verita' o leggenda?
"Vero, anche se non l'ha detto a me. Lo zio Maurice, vedendomi cosi' impegnato a 30 anni, lo ha confidato all'ex sindaco di Bursins, Charles Hauswirth. Ma l'ho saputo solo recentemente".

Perche' ha scelto l'Udc?
"Anche se negli anni '90 non era che il partner minore del Partito radicale ho aderito del tutto naturalmente. Mio padre ne era gia' membro e il partito difendeva i contadini. Mi sono subito sentito a mio agio".

Ricorda la sua prima campagna elettorale?
"Sono entrato in Gran consiglio (**) per sbaglio nel 1994. Sulla lista UDC del distretto di Rolle, una candidata s'e' ritirata all'ultimo minuto; ho dovuto prendere il suo posto e sono stato eletto con un voto in piu' rispetto all'uscente. Nel 1998 sono stato rieletto malgrado la riduzione del numero dei seggi in Gran consiglio. Anche Daniel Brelaz s'e' detto sorpreso. Deve essere stata una delle rare volte che s'e' sbagliato nei suoi calcoli!".

Era l'epoca in cui il canton Vaud era il "somaro finanziario" della Svizzera?
"Si', il debito era schizzato a 9 miliardi! Non avevamo piu' il minimo margine di manovra. La caccia al risparmio era una lotta permanente".

Dieci anni dopo, ha avuto una sorta di deja' vu quando Berna ha dovuto soccorrere l'Ubs?
"Decisamente. Molti responsabili del dossier, tra cui il presidente Bns, Jean-Pierre Roth, hanno spiegato al gruppo UDC perche' bisognasse assolutamente salvare Ubs con un'iniezione di oltre 60 miliardi di franchi".

La disturba sentirsi dire che lei e' un buon soldato dell'Udc?
"E' un'etichetta. Queste critiche mi scivolano addosso. Quando si fa politica bisogna essere capaci di incassare".

In commissione l'hanno descritta come molto conciliante e pragmatico. Teme di essere messo sotto pressione dalla direzione dell'Udc?
"Quando ti trovi in Consiglio federale sei comunque sempre sotto pressione. Ognuno e' cosciente che un solo membro non puo' influenzare da solo le decisioni del governo. Ma e' vero che le aspettative saranno maggiori nei confronti dell'Udc e verso i suoi rappresentanti in Consiglio federale, perche' ormai siamo in due".

Se troppo portato al compromesso, teme di diventare un secondo Samuel Schmid, ovvero un consigliere federale udc dimezzato?
"No, perche' Schmid non era il candidato ufficiale del partito. Aveva iniziato gia' con questo handicap. Non potranno mai rimproverarmi di avere attaccato il seggio di un collega".

Lei e' specialista di assicurazioni sociali. Contribuira' ad alzare l'eta' della pensione a 67 anni?
"Mi preoccupa mantenere sane le casse dell'Avs (***) per le nuove generazioni. Non potremo farlo senza infrangere questo tabu' dell'eta' pensionabile. Sarei pronto a prendere queste misure, sebbene impopolari. Le assicurazioni sociali sono un cantiere permanente".

Nel 1992 ha votato per l'adesione allo Spazio economico europeo (See). Si e' sbagliato?
"Si', penso sia stato un errore. All'epoca, eravamo nel pieno dei negoziati con l'Omc e pensavamo che entrando nello See lo choc sarebbe stato meno forte per i contadini, che i costi di produzione sarebbero calati. Ho partecipato al grande dibattito UDC a Berna quando noi, romandi, abbiamo perso nei confronti di Christoph Blocher. Riconosco di aver sottostimato l'importanza della perdita di sovranita' della Svizzera. Forse a quel tempo ero ancora un po' naif".

La Svizzera ha dovuto abbandonare il segreto bancario sotto la pressione esterna...
"Personalmente deploro l'abbandono del segreto bancario, ma alcuni banchieri hanno esagerato, violando le leggi di altri Paesi".

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(*) nei sistemi scolastici svizzeri generalmente le note vanno fino al 6
(**) parlamento cantonale
(***) l'AVS (Assicurazione Vecchiaia e Superstiti) costituisce il primo pilastro della previdenza per la vecchiaia; si basa sul principio della solidarieta' fra generazioni: ogni anno i "giovani" pagano per i "vecchi"


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