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CH: no al canone radio-tv stile imposta


vic
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http://www.gdp.ch/svizzera/canone-radio-tv-no-una-nuova-imposta-id72363.html

Svizzera - Votazioni 14 giugno
Canone radio-tv, "no a una nuova imposta"
Un comitato interpartitico (UDC, PLR, PBD, Verdi liberali) raccomanda di respingere la revisione della legge: "Un prelievo di mille franchi per economia domestica potrebbe essere realta' se non diciamo no".

Ats - 28 aprile 2015

No a una nuova imposta per tutti che il Consiglio federale (*) potra' aumentare quando e come gli pare. Per evitare di cadere nell'ennesima "trappola fiscale", un comitato interpartitico (UDC, PLR, PBD, Verdi liberali) raccomanda a popolo e cantoni di respingere il 14 giugno la revisione della legge sulla radiotelevisione e il nuovo sistema di riscossione del canone.

La revisione legislativa - contro la quale l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ha lanciato il referendum - estende a tutte le economie domestiche la riscossione del canone. La revisione risponde all'evoluzione degli ultimi anni: i programmi radio e tivu' vengono sempre piu' spesso consumati mediante smartphone, computer e tablet. Secondo il Consiglio federale e una buona fetta del parlamento, e' diventato sempre piu' difficile vincolare l'obbligo di pagare il canone alla sola presenza dei classici apparecchi di ricezione.

Gli ambienti economici, e in particolare le piccole e medie imprese rappresentate nel comitato, rimproverano ai sostenitori della revisione di aver trasformato una tassa in una nuova imposta, che dovra' essere pagata da tutti indistintamente. La revisione di legge prevede infatti l'esenzione, per chi non usufruisce dei programmi, per un periodo transitorio di 5 anni.

Stando al consigliere nazionale Jean-Francois Rime (UDC/FR), presidente dell'USAM, questa nuova imposta sara' destinata ad aumentare, senza che il popolo possa dire nulla, come dimostra quanto accaduto in un recente passato. Dai 279 franchi del 1990 per economia domestica si e' passati agli attuali 462 franchi, ha indicato Rime citato in un comunicato. Un aumento di ben il 65%.

Grazie all'immigrazione, ha rincarato Rime, il bilancio della SSR si e' gonfiato a partire dal 2000 di 142 milioni l'anno fino a raggiungere gli attuali 1,6 miliardi di franchi, somma che fa di questa azienda l'emittente piu' cara d'Europa. Peggio ancora, vista la nuova strategia dell'azienda radiotelevisiva che contempla maggiori produzioni proprie, "tra pochi anni un prelievo di mille franchi per economia domestica sara' una triste realta' se non diciamo no".

--
(*) governo

-- NB --
Per dare un'idea di quanto si sia ingrossata la radio-telvisione, la RSI, cioe' l'emittente in lingua italiana dell'ente, RSI che ha sede a Comano, rappresenta il maggior datore di lavoro del canton Ticino. Eufemismo, in quanto tutti si accorgono che da' lavoro ad un gran numero di frontalieri. Non sono a conoscenza di masse di ticinesi che lavorano per la RAI o LA7. La Hunziker su Mediaset potrebbe essere considerata un'eccezione, ma neppure lei lo e', in quanto da tempo risiede in Italia.

E poi che dire dell'infame Billag, la societa' d'incasso cui l'ente radiotelevisivo ha delegato la riscossione del canone? Si trattiene il 10% di quanto pagano gli utenti. Capito, il 10% del canone serve a pagare chi va ad incassare il canone. E poi ci sarebbe da dire sugli stipendi stratosferici di certi dirigenti a vita. Sull'eta' pensionabile talmente bassa da gridar vendetta al cielo, sulla profusione di mezzi incredibile per realizzare anche il servizio piu' semplice. Sull'imperversare nei palinsesti di stupidaggini, che potrebbero tranquillamente essere lasciate alle tv private, per esempio i giochini e le debordanti serie televisive statunitensi.

E' strano che nessuno proponga di ridurre le ore di diffusione e quindi quelle di palinsesto.

Pure strano che essenzialmente nessuno reclami sulla linea pro-Nato tenuta dall'informazione. Linea assolutamente ingiustificabile.

Mi fermo qui, ma ci sarebbe da scrivere un romanzo sulla radiotv. Peraltro ammalata un po' in tutto il mondo. Piu' la tele che la radio, la quale malgrado tutte le cassandre del passato e' piu' viva che mai.

Insomma questo canone gia' ora costa l'iradiddio, se si tien conto di cio' che viene offerto nel menu del palinsesto. Ma e' una cosa ostica da dire, in quanto la RSI in pratica viene pagata dagli svizzero-tedeschi (che non la guardano/ascoltano praticamente mai) piu' che dai ticinesi, per una semplice questione demografica. Infatti a Comano vivono nella paura che gli taglino la chiave di riparto. Ecco perche' strombazzano ad ogni occasione ai quattro venti il concetto di Svizzera Italiana. Non per idealismo, ma pro domo sua, della RSI.


Citazione
belle
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Riguardo solo e unicamente a questa parte, e non al resto: "Per dare un'idea di quanto si sia ingrossata la radio-telvisione, la RSI, cioe' l'emittente in lingua italiana dell'ente, RSI che ha sede a Comano, rappresenta il maggior datore di lavoro del canton Ticino. Eufemismo, in quanto tutti si accorgono che da' lavoro ad un gran numero di frontalieri. "

Al 31.12.2013 la Radiotelevisione svizzera impiegava 36 frontalieri su più di 1200 dipendenti. Meno del 3%. Questa informazione è verificabile qui: www.rsi.ch/la-rsi, sotto "chi siamo".


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