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CH: soglia di poverta'


vic
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http://www.caffe.ch/stories/inchieste/53443_la_povert_nascosta_nella_ricca_svizzera/

La poverta' nascosta nella ricca Svizzera

di Ezio Rocchi Balbi - 21 febbraio 2016

Non si muore di fame in Svizzera. Un dato di fatto indiscutibile, ma che non impedisce ad associazioni umanitarie come Caritas di denunciare situazioni di indigenza per centinaia di migliaia di persone. Una poverta' relativa, perche' quando si parla di indigenza in un Paese ricco come la Svizzera, o in altri Stati altamente sviluppati e dal tenore di vita invidiabile, poverta' vuol dire ritrovarsi ai margini della societa', non poter vivere dignitosamente, intrappolati nell'impossibilita' di progettarsi un futuro diverso. In ogni caso vivere una vita incomparabile con quella degli altri.

Lo stesso Ufficio federale di statistica certifica che il 7,7% della popolazione svizzera vive in condizioni di "poverta' reddituale". E poco importa se, tradotta in moneta, la soglia di povera' rossocrociata susciterebbe invidia alla maggior parte dei salariati del pianeta; gente che con la stessa disponibilita' di denaro vive piu' che dignitosamente. Nel loro Paese, pero'. In Svizzera la soglia di poverta' scatta quando un cittadino ha un reddito medio mensile di 2'200 franchi. Reddito che sale - si fa per dire - a 4'050 franchi al mese per una famiglia (povera) composta da due adulti e due bambini. (*)

Eppure la stragrande maggioranza delle persone che, nel Paese, viene considerata povera ha normalmente accesso a un alloggio, a una copertura sanitaria, a un'istruzione per i loro figli... Tutto vero, ma, anche se non la vediamo ad ogni angolo della strada, l'indigenza c'e'. E ha il volto delle persone immortalate nel fotoreportage di Alessandro Gandolfi. Sono le persone che fanno la fila alle "mense popolari", quelli che vanno a rovistare nei cassonetti della spazzatura alla ricerca di qualche genere alimentare di scarto. Sono quelli che vivono in baracche fatiscenti e che cercano un po' di socialita', di calore umano o semplicemente una bevanda calda in uno dei tanti centri di assistenza per gli indigenti distribuiti un po' in tutti i cantoni.

Da un punto di vista statistico una persona in Svizzera e' "povera" quando le sue entrate sono inferiori al 60% del reddito mediano. Da un punto di vista umano, invece, e' povera quando ha perso la sua battaglia nel condurre una vita "come tutti gli altri", ritrovandosi giorno dopo giorno sempre piu' isolata, senza piu' una rete di rapporti sociali sulla quale contare. E vivere in uno dei Paesi piu' ricchi al mondo non puo' essere certo consolatorio se ci vivi da indigente. Anzi, molti non reggono piu' proprio il concetto stesso d'indigenza: pur potendo, magari, beneficiare di tante forme di assistenza non sempre ne fanno uso. Per vergogna o senso dell'orgoglio. O semplicemente perche' si sono arresi.

Un dato recentissimo, che suggerisce ulteriori riflessioni sul fenomeno, e' quello comunicato dall'associazione "Tavolino magico", che ogni settimana aiuta quasi 16mila persone che vivono sotto la soglia di poverta' distribuendo alimenti perfettamente integri, contribuendo cosi' ad alleggerire almeno in parte il loro disastrato bilancio familiare. L'associazione solo lo scorso anno ha distribuito nei suoi undici centri d'accoglienza distribuiti nel Paese qualcosa come 3.259 tonnellate di generi alimentari a persone bisognose in tutta la Svizzera, assicurando un totale di 16,3 milioni di pasti. Ma il dato ancor piu' preoccupante e' che questa quantita' ha visto una progressione del 12 per cento rispetto al 2014. Al punto che un nuovo centro sara' aperto a San Gallo e Winterthur, e se ne stanno gia' progettando altri nei cantoni di Lucerna, Sciaffusa, Svitto, Berna e Grigioni.

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(*) capito perche' il salario offerto dalla rinomata ditta di moda Armani a Mandrisio, cioe' 1500 sFr/m e' scandaloso? Meglio che smammino certe imprese dalla "nuova mentalita' ", tra l'altro con zero legami col territorio, anche dopo oltre una decina d'anni che si sono installate.

Peccato che Rocchi Balbi non elenchi le spese obbligatorie per tutti, oh certo in caso d'indigenza in parte coperte dal sistema sociale, comunque a carico della comunita'. Spese che in altri paesi sono ben inferiori. E' la trappola dell'alto costo della vita, dove perfino la pasta costa il doppio, per non parlare del vestire Armani, che non e' da poveracci, comunque. Eppure offre paghe da poveracci. Che stile!


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