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CH_TI: caro pubblico RSI


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Da:
http://www.liberatv.ch/articolo/31840/pedrazzini-caro-pubblico-della-rsi-il-presidente-della-corsi-analizza-il-difficile

Pedrazzini: 'Caro pubblico della RSI...'. Il presidente della CORSI analizza il difficile momento tra licenziamenti e tempeste reali o presunte
"Chi lavora alla RSI, chi la dirige, chi la sostiene deve sapere che le rendite di posizione sono ormai esaurite e che il pubblico andra' conquistato giorno dopo giorno con atteggiamenti propositivi, mai arroganti, e con scelte convincenti".

Bellinzona - Ecco le riflessioni del presidente della Corsi, Luigi Pedrazzini, pubblicate stamattina sul "Caffe' della domenica".

di Luigi Pedrazzini (*) - 31 gennaio 2016

"Quando ho assunto a inizio 2012 la presidenza della Cooperativa per la Radio televisione della Svizzera italiana (Corsi), non potevo certo immaginare che queste esperienze mi avrebbero riportato nell'occhio del ciclone mediatico, seppur in posizione diversa e meno esposta rispetto alla direzione e ai collaboratori dell'azienda. Eppure lo slogan della Rsi ("Parte del tuo mondo") era premonitore. In un mondo che in pochi anni ha rimescolato le carte dei servizi pubblici (le vecchie regie federali come Ptt, Ffs), era inevitabile che presto o tardi arrivasse al nodo anche la principale azienda radiotelevisiva svizzera!

Strano a dirlo: questa azienda che ci ha spiegato per decenni ogni giorno (e anche molto bene, molto professionalmente) come cambiano le societa', come il treno della globalizzazione spazza via gli orticelli delle mille certezze acquisite, come occorra rimettersi in discussione prima che te lo impongano gli altri, proprio questa azienda sembra soffrire maggiormente l'urto del cambiamento. Una recentissima dolorosa esperienza di riduzione del numero dei collaboratori, decisa per far fronte a un'importante riduzione delle risorse conseguente a una decisione del Tribunale federale, ha messo in evidenza, sia sul piano esterno che interno, la centralita' della Rsi, che proprio per questo e' esposta ai venti delle tempeste, reali o presunte. Come venirne fuori?

Prendendo atto, senza drammi, di questa situazione, che puo' prestare il fianco alla critica e anche all'attacco. Chi lavora alla Rsi, chi la dirige, chi la sostiene deve sapere che le rendite di posizione sono ormai esaurite e che il pubblico andra' conquistato giorno dopo giorno con atteggiamenti propositivi, mai arroganti, e con scelte convincenti. La concorrenza esiste e, come avviene in ogni ambito economico, sfruttera' con determinazione a proprio vantaggio non solo ogni mossa sbagliata, ma anche le decisioni necessarie che possono prestare il fianco alla critica. Lo abbiamo constatato proprio nei giorni passati.

Evitare, quindi, passi falsi e essere maestri nella comunicazione, non solo a beneficio degli altri, ma anche della stessa azienda. Cercando poi di ulteriormente migliorare qualitativamente e di potenziare quantitativamente l'offerta che rientra piu' direttamente nel mandato di servizio pubblico, confermandole il meritato spazio prioritario! E qui mi si consenta di dire che gli indici d'ascolto devono essere si' un punto di riferimento, ma non l'unico e forse nemmeno il principale argomento di giudizio! Non sara' facile, perche' il livello e' gia' alto e le risorse sono limitate, ma e' perseguendo la missione di servizio pubblico che la Rsi puo' vincere e convincere!

Avendo infine consapevolezza che la nostra azienda radiotelevisiva rimane comunque di gran lunga la principale azienda di comunicazione della Svizzera italiana e l'unica in grado di competere con i colossi della vicina repubblica: ha il pubblico, ha (ancora) le risorse, ha i dirigenti e i collaboratori per fare le scelte giuste. Questa consapevolezza deve essere motivo per affrontare con la giusta mentalita' il doppio confronto, politico (contro chi vuole spazzare via il servizio pubblico) e commerciale; ma soprattutto deve essere stimolo per dare spazio a progetti innovativi (non solo in ambito tecnologico!), a giovani collaboratori e per cercare un sempre piu' stretto legame con il territorio. Per dirla in altri termini, non sarebbe male recuperare uno po' dello spirito pioneristico che ha portato la nostra piccola Rsi negli scorsi decenni a saper fare meglio delle 'grandi' televisioni della vicina Italia".

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(*) Presidente Cooperativa di gestione della Radiotelevisione della Svizzera italiana (CORSI)

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Da:
http://www.liberatv.ch/articolo/31838/bufera-alla-rsi-la-lega-chiede-le-dimissioni-di-canetta-e-dei-vertici-lorenzo-quadri

Quarto Potere
Bufera alla RSI, la Lega chiede le dimissioni di Canetta e dei vertici. Lorenzo Quadri: "Hanno arrecato danni incalcolabili all'azienda, quindi dovrebbero andarsene"
Bordate del Mattino contro i vertici di Comano e Besso

31 gennaio 2016

LUGANO - "Canetta, dimetteRSI!", e' il titolo in prima del Mattino di oggi, che parla addirittura di "purghe staliniane". Il settimanale leghista dedica ben tre pagine alla bufera che sta investendo la RSI e chiede, appunto, le dimissioni del direttore, Maurizio Canetta.

I toni del domenicale sono durissimi: "Da un giorno all'altro, nel 'triste sito' di Comano e Besso e' scoppiato il finimondo! Dipendenti anche di 'lungo corso' sono stati sbattuti fuori come delinquenti, con tanto di accompagnamento coatto alla porta ad opera del servizio di sicurezza!".

In terza pagina ci sono invece le picconate del direttore del Mattino, Lorenzo Quadri, secondo il quale "la fiducia della maggioranza dei cittadini ticinesi nei confronti di quello che e' il nucleo del mandato pubblico della RSI, ossia l'informazione al di sopra delle parti, e' evaporata". Il riferimento e' alla prossima votazione sull'iniziativa popolare che propone l'abolizione del canone radiotv.

"Quali altri argomenti ha ora la RSI per convincere i ticinesi a schierarsi dalla sua parte? - scrive Quadri -. Il suo ruolo di importante datore di lavoro: 1100 posti non sono noccioline. Ma, trattando come dei delinquenti decine di collaboratori che hanno servito l'azienda per lunghi anni, la radiotelevisione pubblica butta a mare anche questo atout, e si rende odiosa all'opinione pubblica. Non c'e' stato solo 'un danno d'immagine', come teme (?) il presidente CORSI Gigio Pedrazzini. L'immagine e' proprio devastata. I vertici che hanno gestito cosi' male la contingenza occupazionale hanno arrecato un danno incalcolabile all'azienda e quindi dovrebbero andarsene".

Qualche taglio occupazionale, conclude Quadri, "non avrebbe suscitato scandalo se la RSI avesse avuto il buon senso di cominciare a lasciare a casa frontalieri, neo-permessi B, esponenti di gruppi familiari assunti in base al grado di parentela e protetti politici".


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