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Chi tira le fila delle rivoluzioni colorate, Italia inclusa.


Pellegrino
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domenica, 13 febbraio 2011
CHI TIRA LE FILA DELLE RIVOLUZIONI COLORATE, ITALIANA INCLUSA
http://debernardi.splinder.com/post/24092433/chi-tira-le-fila-delle-rivoluzioni-colorate-italiana-inclusa.

Ecco che anche in Italia i burattinai hanno trovato i loro pupi e utili idioti che hanno cercato di dare l'assalto alla casa del premier. Nel documento sotto viene rivelato loro per chi lavorano veramente e chi ha promosso le intercettazioni in camera da letto del premier, che si oppone come fece Craxi a chi vuol predare, anche con le tasse patrimoniali, uno dei paesi al mondo dove c'è maggior risparmio da parte delle famiglie. C'è anche da predare Finmeccanica, Eni, Enel, e il grande patrimonio artistico da "privatizzare" per rimettere a posto il famoso debito pubblico....Quando la stampa internazionale guidata da "Economist" ha gridato allo scandalo per il banale crollo di Pompei (una struttura moderna in cemento), in realtà sta preparando l'opinione pubblica al seguente ragionamento: opere del genere vanno considerate patrimonio dell'umanità, perciò vanno sottratte a stati inetti come quello italiano e affidati a privati che li custodiscano e facciano pagare salatissim biglietti; perciò cercano il Boris Elsin italiano, che privatizzi fabbriche, miniere, compagnie petrolifere a prezzi di saldo; il petrolio italiano si chiama "arte" (ci vorrebbero i Prodi, gli Amato, i Casini, i Rutelli, anche un Vendola, oramai Fini è bruciato...). Ecco la "open society" dei Soros. I predatori ci hanno ben radiografato, sanno che gli italiani hanno bei gruzzoletti da parte, perciò si parla di tassa patrimoniale; ora bisogna trovare un premier venduto e collaborazionista......Povero popolo viola di livore e di stupidità moralistica....Hanno il loro Eco che scrive libri su libri (da "Pendolo di Foucault" a "Cimitero di Praga") per dire che i complotti e le elites che dominano il mondo non esistono.....Queste invece lo sanno cosa sono le scie chimiche, ma nessuna procura italiana apre un fascicolo per vedere se non ci sia il reato di attentato alla salute pubblica. Solo bunga bunga...Anzi, notate l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge in Italia: lo stupro di gruppo di una minorenne di 15 anni di Tarquinia da parte di 8 ragazzi a Montalto di Castro nel 2007 verrà giudicato il 23 giugno prossimo. Berlusconi invece è processato per direttissima, cioè prima possibile,tanto evidenti e sciaccianti sarebbero le prove. Per provare che Ruby è una prostituta bisogna indicare dove batteva e a che tariffe. Ma se è una che si concede al personaggio famoso, potente o ricco che incontra sulla sua strada solo per fare carriera e soldi, allora vanno annoverate tra le prostitute il 60% delle donne che vogliono far carriera negli ospedali, nelle università, in televisione, al cinema, per passare un esame difficile, per fare carriera al ministero, per non essere licenziate, per essere assunte, per essere aiutate a pagare il mutuo, per ottenere un fido, per poter andare in crociera, per poter stare a cena con quel personaggio famosissimo, per poter fare quella sfilata di moda, moltissime delle quali minorenni. Ma qui la procura non indaga. Anzi, movendo dall'assunto che Ruby sia una prostituta minorenne, non si cura di indagare le altre centinaia di clienti che se la sarebbero passata. Ne indaga uno solo, per direttissima... Altro che assalto a villa S. Martino....Quando una diciassettenne va dal suo direttore in minigonna, calze a rete, tacchi a spillo, trucco pesante e seno debordante che quasi le tocca il mento, chi dite essere il pescato e il pescatore, chi il cacciatore e chi la preda?....E le ipocrite e gli ipocriti fingono di non sapere che (perversa legge di natura) più un uomo invecchia più è attratto dalle giovani e invocano per Berlusconi una sobrietà e contegno, che non vanno ad esigere da uomini pubblici ultrasessantenni che vivono o sposano ragazze di cui potrebbero essere nonni o bisnonni (Ezio Greccio, Woody Allen che ha sposato la figliastra, Pavarotti, Hug Hefner quasi novantenne fidanzato con una diciottenne, e tanti altri nomi che ora non mi vengono; perchè le moralizzatrici non vanno loro a raccomandare che un settentenne deve andare a letto con una settantenne? Vattimo docente universitario e famoso filosofo italiano all'estero non va a letto con gli ottantenni come lui, ma con ragazzi palestrati e cubisti di 20-25 anni e solo se belli. E Aldo Busi che esempi pubblici dà?). Moltissimi, tra intellettuali e alte cariche istituzionali, che non prendono le difese del premier contro gli abusi della procura rossa, ma che addirittura vogliono darle ragione, tutta questa gente che grida allo scandalo con le vene del collo che gli scoppiano, non utimi molti cattolici, ebbene si tratta di un esercito di invidiosi, verso uno che si tiene sedute sulle ginocchia fior di ragazze che lo abbracciano e lo chiamano Papi. Dentro di loro pensano: "io devo andare a letto con una befana ultrasettantenne, mentre lui può accarezzare e baciare una di 18 anni!". E' livore di invidia che li rode, perchè non possono fare lo stesso, per la posizione istituzionale, perchè la befana li controlla, perchè hanno pochi soldi, ma darebbero 10 anni di vita per quella esperienza, dalla quale riceverebbero 20 anni di nuova vitalità. Ecco il popolo viola di invidia, quello che "non fotte e non vuole far fottere", come dicono in Sicilia. Sui cattolici che fanno i moralisti, come "Avvenire", stendiamo un velo pietoso; ma ci ha pensato Gesù a questi neofarisei, quando dice loro: "le prostitute vi precederanno in Paradiso"........Eco la sera fino a tardi, ha detto, la passa a leggere Kant, mica fa una cosa sporca e immorale come il sesso.... ...poveri ipocriti....il giorno prima hanno detto che sarebbe utile introdurre l'educazione sessuale obbligatoria ai bambini a scuola (proposta di legge Bindi- Dal Turco, avallata da Veronesi e altri guru della sinistra, poi bocciata), anche ai più piccoli perchè il sesso non deve essere un tabù..pure Famiglia cristiana lo raccomanda e i Gesuiti che vogliono sdoganare l'omosessualità....I bambini e ragazzi assistono di pomeriggio e sera a scene hot di sesso abbastanza esplicito e i neomoralisti dicono che non si può invocare la censura, perchè il sesso va presentato e vissuto come cosa naturale, senza tabù.....tutto bla bla di teste vuote. Soros (ebreo ungherese e maggiordomo della più potente dinastia di banchieri ebreo tedeschi, padroni della City di Londra e di Wall Street, che sono i Rothschild) assalta il governo italiano non solo finanziando l'ebete popolo viola, ma anche attraverso le sue community virtuali, come "Avaaz.org", sede New York, 2007, filiazione di "MoveOn.org", sempre del "filantropo", come lo chiamano. Su questo socialnetwork, dove la gente abdica a pensare in proprio, per farsi dire come e cosa bisogna pensare, sono stati lanciati gli slogan: "Corte costituzionale boccia il legittimo impedimento", oppure: "parlamento italiano non votare la fiducia a Berlusconi" e centinaia di migliaia di sardine, all'unisono hanno fatto eco, muovendosi e pensando all'unisono, come fanno in mare branchi immensi di pesci che sembrano un solo gigantesco animale, mentre sono milioni di viventi, perfettamente sincronizzati tra loro. ("Avaaz" sembra voler dire "voce", ma in realtà è la fonetica del Demone ispiratore e guida del satanista occidentale Aleister Crowley, lui stesso si definiva un agente dei servizi britannici, grande assuntore di droghe, prosecutore di De Sade in fatto di perversioni sessuali, ispiratore di gran parte delle tematiche "culturali" della musica pop e rock, nonchè del '68)

P. DE BERNARDI

RIVOLUZIONI COLORATE MANOVRATE DA SOROS-NED

DI K.R.BOLTON
foreignpolicyjournal.com

Manifestazioni “spontane
e” di giovani che sciamano nelle strade con tale forza da costringere alla fuga un presidente in carica da anni... Di quale paese stiamo parlando: Georgia, Serbia, Myanmar [1], Ucraina, Polonia, Cecoslovacchia, Iran, Ungheria...? Stavolta tocca alla Tunisia. Tutte queste “rivolte” seguono lo stesso canovaccio. La rivolta tunisina viene già definita “rivoluzione colorata” dai media e dai sapientoni della politica e le è stato perfino assegnato un nome: “Rivoluzione dei Gelsomini” [2], come le abortite rivoluzioni “Verde” e “Zafferano” e come le rivoluzioni “di Velluto”, “delle Rose”, “Arancione”, “dei Tulipani”, ecc., che hanno invece avuto successo.

Queste “rivoluzioni colorate” hanno uno schema comune perché sono tutte progettate dagli stessi strateghi; e cioè dalla rete Open Society dello speculatore George Soros, che fa le veci di un moderno Jacob Schiff [3] nel finanziare rivoluzioni; e dalla National Endowment for Democracy, quest’ultima una fondazione post-trotzkista, finanziata dal Congresso, una specie di “Comintern” che promuove “rivoluzioni democratiche nel mondo” al servizio della plutocrazia e sotto la maschera della libertà.

A seguito: "LA TUNISIA E I DIKTAT: COME LA POLITICA ECONOMICA PROVOCA LA POVERTA' E DISOCCUPAZIONE IN TUTTO IL MONDO" (MICHEL CHOSSUDOVSKY, globalresearch.ca); "WASHINGTON AFFRONTA L'IRA DEL POPOLO TUNISINO" (THIERRY MEYSSAN, voltairenet.org); "IL “FUSIBILE” BEN ALI E I FURBACCHIONI OCCIDENTALI" (ALBERTO B.MARIANTONI, mirorenzaglia,org);

Ecco alcuni scenari tipici delle “rivoluzioni colorate”. Confrontateli con i caratteri della “Rivoluzione dei Gelsomini” e con i finanziamenti forniti dalla National Endowment for Democracy agli “attivisti tunisini”, come vengono descritti più avanti:

“[l’Open Society Institute di Soros]... inviò in Serbia un attivista trentunenne di Tbilisi di nome Giga Bokeria per incontrarsi con membri del movimento Otpor (Resistenza) e imparare da loro in che modo avessero sfruttato le manifestazioni di piazza per rovesciare il dittatore Slobodan Milosevic. Poi, durante l’estate, la fondazione di Soros pagò agli attivisti dell’Otpor un viaggio in Georgia, dove costoro tennero corsi della durata di tre giorni ciascuno per insegnare a più di 1.000 studenti come mettere in scena una rivoluzione pacifica. [4]

Nel commentare la “Rivoluzione di Velluto” che aveva appena colpito la Georgia, MacKinnon descrisse le operazioni che erano state poste in atto e che seguivano lo stessa schema visto in altre nazioni prese di mira da Soros [5]:

Il Liberty Institute che Bokeria aveva contribuito a fondare divenne uno strumento per organizzare le proteste di piazza che alla fine costrinsero Shevardnadze a rassegnare le dimissioni. Bokeria afferma che fu a Belgrado che egli comprese l’importanza dell’acquisire e mantenere una posizione di superiorità morale e fu lì che imparò a sfruttare la pressione dell’opinione pubblica; tattiche che si sono rivelate molto persuasive anche nelle strade di Tbilisi, dopo le elezioni parlamentari truccate di questo mese.

A Tbilisi, il legame con l’Otpor è visto come soltanto uno di molti esempi del considerevole appoggio fornito da Soros al movimento anti-Shevardnadze: egli ha contribuito anche a fondare un’emittente televisiva di opposizione popolare che è stata di cruciale importanza per mobilitare i sostenitori della “Rivoluzione di Velluto” di questa settimana; inoltre ha fornito supporto finanziario ai gruppi giovanili che hanno guidato le proteste di piazza [6].

La NED e Soros lavorano in tandem, prendendo di mira gli stessi regimi ed utilizzando gli stessi metodi. Il presidente della NED, Carl Gershman, scrivendo delle centinaia di ONG che lavorano per i “cambi di regime” nel mondo, dedica un tributo particolare alla Fondazione Ford e “alle fondazioni istituite dal filantropo George Soros” [7].

Seguire il denaro

Come recita il noto adagio, se volete capire chi è a capo di qualcosa, seguite la traccia del denaro. Osservando i finanziamenti erogati dalla NED nel 2009 (ultimi dati disponibili) troviamo quanto segue:

Al-Jahedh Forum for Free Thought (AJFFT) $131,000

Per rafforzare le capacità dei giovani attivisti tunisini e costruire una cultura della democrazia. L’AJFFT promuove incontri di discussione su problemi contemporanei legati all’Islam e alla democrazia, dibattiti tra studiosi arabi su problemi sociali, conferenze sull’Islam, sulle politiche economiche e sulle relazioni internazionali e incontri di presentazione editoriale. L’AJFFT organizza tirocini di formazione alla leadership, sostiene progetti culturali della gioventù locale...” [8]

Lo scopo è fin troppo chiaro: creare una schiera di giovani attivisti attraverso i “tirocini di formazione alla leadership”. Ancora una volta, si tratta esattamente della stessa strategia utilizzata dalla NED e da Soros in altre nazioni infettate dalle “rivoluzioni colorate”. Esattamente la stessa.

Associazione per la Promozione dell’Educazione (APES) $27,000

Per rafforzare la capacità degli insegnanti tunisini delle scuole superiori di promuovere valori democratici e civili all’interno delle loro classi. L’APES organizzerà tirocini di formazione degli insegnanti per 10 professori universitari e ispettori scolastici e terrà tre seminari di rafforzamento delle capacità, della durata di due giorni, per 120 insegnanti di scuole superiori, riguardanti gli approcci pedagogici per la diffusione dei valori civili e democratici. Attraverso tale progetto, l’APES intende introdurre nel sistema educativo secondario della Tunisia i valori della tolleranza, del relativismo e del pluralismo. [9]

Il programma sembra avere lo scopo di diffondere la base dottrinaria per la rivoluzione; i “valori democratici e civili” sono presumibilmente quelli della post-sinistra propagandati da Soros e dalla NED, cioè valori che generalmente vanno contro le tradizioni delle società in cui operano Soros e la NED.

Mohamed Ali Center for Research, Studies and Training (CEMAREF) $33,500

Per addestrare un gruppo scelto di giovani attivisti tunisini alla leadership e alle abilità organizzative e per incoraggiare il loro coinvolgimento nella vita pubblica. Il CEMAREF organizzerà un corso intensivo di addestramento alla leadership e all’acquisizione di capacità organizzative della durata di quattro giorni per 10 giovani attivisti civili tunisini; addestrerà inoltre 50 attivisti, di sesso maschile e femminile e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, alla leadership e al potenziamento decisionale; e lavorerà con gli attivisti addestrati eseguendo 50 visite pratiche alle loro rispettive organizzazioni [10].

In questo caso, la terminologia non ricorre neppure agli eufemismi: “Addestrare un gruppo scelto di giovani attivisti tunisini...”. Non è forse lecito sospettare che l’intenzione sia quella di costituire una giovane élite rivoluzionaria finalizzata al “cambio di regime”, seguendo esattamente lo stesso schema utilizzato per orchestrare le “rivoluzioni colorate” nei paesi ex sovietici e altrove?

Visto l’acuto interesse manifestato dalla NED verso la Tunisia, è ingenuo pensare che la “Rivoluzione dei Gelsomini” sia una semplice “manifestazione spontanea di rabbia popolare” e che non sia stata pianificata con largo anticipo, attendendo l’evento che facesse da catalizzatore.

Le organizzazioni appena citate ed altre, hanno ricevuto dalla NED i finanziamenti indicati di seguito insieme agli anni di riferimento:

2006: Al-Jahedh Forum for Free Thought (AJFFT), $51,000; American Center for International Labor Solidarity, $99,026, il cui scopo è quello di coltivare relazioni con il giornalismo tunisino; Arab Institute for Human Rights (AIHR) $37,500, per addestra
re un gruppo scelto di insegnanti sul tema dei “valori civici”;” Committee for the Respect of Freedom and Human Rights in Tunisia (CRLDH) $70,000, per richiedere l’amnistia di prigionieri politici; e

Mohamed Ali Center for Research, Studies and Training (CEMAREF) $39,500

Per addestrare 50 attivisti, di sesso maschile e femminile e di età compresa tra i 20 e i 40 anni, alla leadership. L’organizzazione terrà cinque seminari della durata di quattro giorni ciascuno, ognuno destinato a dieci attivisti, sulle tecniche della leadership, inclusi decision making, time management, risoluzione dei conflitti, problem solving e comunicazione. Il CEMAREF seguirà l’addestramento con visite in loco ai gruppi d’appartenenza degli allievi allo scopo di valutare i risultati. [11]

2007: L’AJFFT ha ricevuto 45,000$. L’Arab Institute for Human Rights ha ricevuto 43,900$ per addestrare insegnanti a diffondere l’ideologia dei cosiddetti “valori civici”, focalizzandosi sulle scuole primarie e sottoponendo all’addestramento anche gli ispettori scolastici. Il Center for International Private Enterprise (CIPE) ha ricevuto 175, 818$ per inculcare la dottrina della libera impresa tra gli uomini d’affari tunisini, il che rivela a cosa stia realmente mirando la NED con la sua promozione di “democrazia e valori civici”: la globalizzazione. Il summenzionato Mohamed Ali Center for Research, Studies, and Training ha ricevuto 38,500$ nel 2007. Inoltre, nello stesso anno:

Moroccan Organization for Human Rights (OMDH) $60,000

Per motivare un gruppo di giovani avvocati tunisini a mobilitare i cittadini sul tema delle riforme. OMDH provvederà ad addestrare un gruppo di 20 avvocati tunisini alla mobilitazione civica e fornirà loro supervisione ed assistenza per implementare i loro progetti di mobilitazione.[12]

2008: L’Al-Jahedh Forum for Free Thought ha ricevuto 57,000$; il Center for International Private Enterprise, 163,205$; il Centre Mohamed Ali de Reserches d’Etudes et de Formation, 37,800$; il Tunisian Arab Civitas Institute, 43,000$, con la finalità di formare insegnanti sulle ideologie dei “valori civici” care alla NED. [13]

C’è bisogno di essere più espliciti? La NED ha sostenuto in Tunisia, come in altre zone del mondo, gruppi rivoluzionari composti da giovani e da professionisti allo scopo di rovesciare un regime visto come un’anomalia nel contesto del “new world order”. Per quanto i regimi presi di mira possano spesso essere deprecabili, la retorica della “democrazia”, dei “valori civici” e della “società aperta” propagata dalla NED, da Soros e dalla miriade di funzionari e istituzioni sparsi per il mondo, è nient’altro che una truffa propagandistica, progettata, come sempre accade in queste circostanze, per distogliere l’attenzione dalle reali cause e finalità delle “sollevazioni spontanee”. I commentatori stanno già sottolineando l’impeto della “rivolta spontanea” ad opera delle “organizzazioni della società civile”, il che è un eufemismo per riferirsi alle organizzazioni sponsorizzate dalla NED e da Soros: “...In tal modo, un’ampia coalizione di organizzazioni della società civile ha riunito insieme le rivendicazioni occupazionali con esigenze che concernono la questione della legalità e quella dei diritti umani...”. [14]

Le “rivoluzioni colorate” devono molto al patrocinio offerto alle reti di comunicazione anti-regime, con finanziamenti diretti a stazioni radio e televisive, come nell’esempio relativo alla Georgia menzionato più sopra. Nel caso della Tunisia, questo compito sembra essere stato assegnato a Radio Kalima. Se ne è occupata l’organizzazione “International Media Support” che, dopo i raid della polizia del gennaio 2009, ha iniziato ad operare al di fuori della Tunisia. Per citare le parole del direttore della radio, Sihem Bensedrine:

“I finanziamenti offerti da International Media Support e dall’Open Society Institute ci hanno consentito di pagare i nostri giornalisti e di mantenere un gruppo di lavoro stabile. Questo rende la nostra radio più forte e più efficiente”. [15]

La manipolazione del dissenso

Lo sfruttamento delle masse per avallare interessi finanziari non è certo un fenomeno nuovo. Esempi noti di “rivoluzioni borghesi” organizzate in nome degli umili sono quelli della rivoluzione inglese di Cromwell e della Rivoluzione Francese. Oswald Spengler fa risalire il fenomeno all’antica Roma:

“Le idee del Liberalismo e del Socialismo vengono poste concretamente in atto solo tramite il denaro. Fu il ricco partito degli equites a rendere possibile il movimento popolare di Tiberio Gracco; e non appena la parte di riforma ad essi vantaggiosa fu trasformata in legge con successo, essi si ritirarono e il movimento si disgregò”. [16]

La “Nuova Sinistra” ha perseguito gli stessi scopi nel corso degli anni ’60 e ’70, adottando strategie simili a quelle delle odierne “rivoluzioni colorate” e degli altri progetti sponsorizzati da Soros, dalla NED, ecc. Questi “ribelli” che si opponevano all’”Establishment”, tra i quali si annoverano femministe come Gloria Steinem [17] e guru psichedelici come Timothy Leary [18], erano in realtà leccapiedi della CIA, sostenuti fin dall’inizio dai ricchi padroni. Gli studenti radicali che protestavano negli anni ’60 erano manipolati da interessi simili a quelli che oggi sponsorizzano i “manifestanti” delle “rivoluzioni colorate”; si va dalla National Student Association americana, finanziata dalla CIA [19], fino alla Students for a Restructured University, finanziata dalla fondazione Ford e affiliata alla SDS (Students for a Democratic Society) [20]. Se l’ “Establishment” ha in realtà finanziato, decenni or sono, i suoi presunti nemici giurati come parte di un programma di manipolazione dialettica – e le fonti non sono difficili da controllare – non c’è da sorprendersi che anche al giorno d’oggi sia in atto una manipolazione globale, fondata su idee similari, diretta a soggetti similari e mossa da similari interessi.

National Endowment for Democracy

La National Endowment for Democracy è stata fondata nel 1983 su interessamento dell’attivista post-trotzkista Tom Kahn e opera sotto il patrocinio del Congresso e della grande finanza americana allo scopo di promuovere quella “rivoluzione globale” che era negli ideali di Trotzky e del presidente americano Woodrow Wilson, suo contemporaneo. La NED persegue un programma di “iniziative democratiche” (sic) ed opera in Polonia (attraverso il sindacato Solidarność), in Cile, in Nicaragua, in Europa Orientale (per agevolare la transizione alla democrazia dopo il crollo del blocco ex sovietico), in Sudafrica, in Birmania, in Cina, in Tibet, in Corea del Nord e nei Balcani. “Gli sconvolgimenti elettorali avvenuti in Serbia dell’autunno 2000” furono ottenuti attraverso il finanziamento di “una quantità di gruppi civici”. “Più di recente, dopo l’11/9 e dopo l’adozione da parte del consiglio direttivo della NED del suo terzo documento strategico, finanziamenti speciali sono stati offerti ai paesi a maggioranza musulmana in Medio Oriente, Africa e Asia”. [21]

Almeno 10 dei ventidue direttori della NED sono anche membri del Council on Foreign Relations, il noto think tank plutocratico, e tra di essi vi sono alcuni direttori dei programmi del CFR [22]. Ad esempio Carl Gershman, fondatore e presidente della NED, viene annoverato come membro del Comitato Programmi di Washington nell’esecutivo del CFR.[23] Tra i membri del CFR che fanno anche parte della dirigenza della NED possiamo citare: Nadia Diuk, Vice Presidente, Programmi: Africa, Europa Centrale ed Eurasia, America Latina e Caraibi; e Louisa Greve, Vice Presidente, Programmi: Asia, Medio Oriente & Nord Africa, nonché membro temporaneo del progetto del CFR sulla sicurezza nazionale USA “Nuove Minacce i
n un Mondo in Trasformazione”.[24]

La risposta statunitense

Sebbene alcuni entusiasti sostenitori della “società aperta” abbiano lamentato l’apparente ritrosia degli Stati Uniti nel criticare l’ex presidente tunisino, Ben Ali, ciò che si recita – o non si recita – sul palcoscenico globale è in genere un riflesso assai pallido degli eventi che si svolgono dietro le quinte. L’establishment statunitense non ha certo mostrato alcuna simpatia per Ben Ali nel momento cruciale.

Il “Progetto per la Democrazia in Medio Oriente”, un altro think tank che si dedica a indicare alle nazioni come debbano governare se stesse “alla maniera americana”, riporta una reazione degli ambienti ufficiali USA per bocca di Michael Posner, assistente segretario di Stato nel Dipartimento per la Democrazia, i Diritti Umani e il Lavoro; costui, rispondendo a un inviato del giornale egiziano AlMasry AlYoum:

“...ha parlato delle violenze in Egitto e in Tunisia e di come gli Stati Uniti dovrebbero concretamente rapportarsi con quei governi che definiscono “interferenze” le critiche provenienti dall’estero... Gli Stati Uniti, egli ha affermato, perseguono con i paesi come Egitto e Tunisia una politica su più livelli, allo scopo di relazionarsi in modo efficace con i loro governi e allo stesso tempo sostenere gli esponenti della società civile in questi paesi. [Elliott] Abrams ha invece dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero avere con paesi come l’Egitto e la Tunisia una politica su un unico livello, che preveda conseguenze molto gravi per quei capi di Stato che ignorano gli appelli alle riforme e al rispetto dei diritti umani. Se si continuano a perseguire le attuali linee politiche, quei governi penseranno di potere “farla franca” e continueranno a vanificare gli sforzi di riforma e a reprimere il dissenso”. [25]

Elliott Abrams, citato più sopra, è noto per essere stato uno dei globalisti neocon dell’amministrazione di George W Bush, consigliere di sicurezza nazionale per il Medio Oriente ed entusiasta sostenitore dei “cambi di regime” attuati con l’uso di bombe e milizie americane, laddove la manipolazione delle folle non avesse funzionato. Oggi è membro anziano per gli Studi sul Medio Oriente nel Council on Foreign Relations e, com’era lecito aspettarsi, Abrams è entusiasta degli idealistici eventi verificatisi in Tunisia [26], vista la prospettiva che un nuovo stato-cliente degli USA emerga dalle idealistiche azioni dei soliti “utili idioti”. Mentre l’inerme Ben Ali era in procinto di cadere, Hillary Clinton ha spiegato al Medio Oriente che Washington “non avrebbe assunto posizioni”, ma poi si è prontamente esibita in una predica rivolta agli stati arabi su ciò che l’America si aspetta da loro. The Christian Science Monitor ha osservato che Ben Ali è fuggito il giorno seguente. Al “non assumere posizioni”, ha immediatamente fatto seguito una dichiarazione della Clinton – altro membro progettista del CFR – secondo la quale il presidente Obama salutava “il coraggio e la dignità del popolo tunisino”, aggiungendo che gli Stati Uniti si univano al resto del mondo “nella testimonianza di questa lotta coraggiosa e determinata...”. Il resoconto diceva esplicitamente che la Clinton stava “mandando un avvertimento” (sic) ai leader mediorientali affinché meditassero sulla rivolta tunisina, per evitare di subire la stessa sorte. “Le parole pronunciate dalla Clinton giovedì scorso fanno eco ad opinioni ben più severe espresse dietro le quinte da funzionari statunitensi...”.

“Coloro che si aggrappano allo status quo, possono riuscire ad evitare il pieno impatto con i problemi dei loro paesi per qualche tempo, ma non in eterno”, ha dichiarato la Clinton. Queste parole si sono rivelate profetiche per la Tunisia di Ben Ali, ma sono anche state interpretate da molti esperti della regione come riferibili allo stesso presidente egiziano Hosni Mubarak, antico alleato degli USA, ma ormai ottuagenario e al potere da quasi 30 anni”. [27]

Può sembrare un paradosso che le stesse persone che denunciano le invasioni americane di nazioni come la Serbia e l’Iraq per imporre “cambi di regime” con la forza delle armi, siano invece entusiaste dei “cambi di regime”, attuati nell’interesse dell’egemonia globale americana, quando essi sono condotti da giovani e da professionisti manipolati per ottenere gli stessi risultati attraverso la “protesta spontanea” (sic). Le “rivoluzioni colorate” sono tanto fasulle quanto le loro antenate gestite dalla “Nuova Sinistra”. Naturalmente la desiderabilità di questi cambi di regime dipende dal punto di vista. Sul lungo periodo, potrebbe anche accadere che nel nome della “democrazia”, così come era avvenuto per lo slogan “Liberté, Égalité, Fraternité” della Rivoluzione Francese, per “Tutto il potere ai Soviet” della Rivoluzione Bolscevica e per “Tutti gli animali sono uguali...”, si stia in realtà compiendo un passo ulteriore verso una tirannia molto più feroce di quella che si desiderava rovesciare.

Versione originale:

Dr. K R Bolton
Fonte:www.foreignpolicyjournal.com
Link: http://www.foreignpolicyjournal.com/2011/01/18/tunisian-revolt-another-sorosned-jack-up/all/1/
18.01.2011

Versione italiana:

Fonte: http://blogghete.altervista.org/joomla/
Link: http://blogghete.altervista.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=761politicainternazionale&Itemid=47#comments
24.01.2011

Traduzione a cura di GIANLUCA FREDA

Note

[1] Open Society Institute, The Burma Network, SE Asia Initiative. http://soros.org/initiatives/bpsai/about

[2] Ad esempio: “A Successful Jasmine Revolution, but what next for Tunisia?”, New Statesman, 15 gennaio 2011.

[3] Robert Cowley, “A Year in Hell,” America and Russia: A Century and a Half of Dramatic Encounters, ed. Oliver Jensen (New York: Simon and Schuster, 1962), pp. 92- 121. Schiff, comproprietario della Kuhn Loeb and Co., finanziò George Kennan per organizzare la ribellione di 50.000 soldati russi in Giappone durante la guerra russo-giapponese e fornì ulteriore supporto anche alla rivoluzione russa del 1917.

[4] M McKinnon, “Georgia revolt carried mark of Soros”, Globe & Mail, November 26, 2003, http://www.theglobeandmail.com/servlet/story/RTGAM.20031126.wxsoros1126/BNStory/Front/

[5] L’associazione Internet Access & Training Program (IATP) di Soros fu istituita come fronte per la creazione di nuovi leader in Bielorussia, Armenia, Azerbaijan, Georgia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Turkmenistan e Uzbekistan. In Serbia, venne finanziato l’Otpor. Il premio in palio era Trepca in Kosovo, una vasta riserva di oro, argento, piombo, zinco e cadmio.in un articolo pubblicato sul New Statesman, Neil Clark ha affermato che Soros ha avuto un “ruolo cruciale” nel collasso del blocco sovietico. Fin dal 1979 Soros aveva dato milioni di dollari a Solidarność in Polonia, a Charter 77 in Cecoslovacchia e nel 1984 aveva fondato un suo Ufficio d’Influenza Strategica in Ungheria, “pompando milioni di dollari verso i movimenti d’opposizione.” “Apparentemente finalizzate a costruire una nuova ‘società civile’, queste iniziative erano in realtà progettate per indebolire le strutture politiche esistenti e aprire la strada all’eventuale colonizzazione dell’Europa dell’Est da parte del capitale globale”. Neil Clark, “Soros toppled governments in Poland, Czechoslovakia, Hungary,” New Statesman, 2 giugno 2003.

[6] M MacKinnon, op.cit.

[7] Carl Gershman, “Building a Worldwide Movement for Democracy: The Role of Non-Governmental Organizations”, U.S. Foreign Policy Agenda, Vol. 8, No. 1, August 2003. NED: http://www.ned.org/about/board/meet-our-president/archived-remarks-and-presentations/080103

[8] Na
tional Endowment for Democracy, 2009 Grants: http://www.ned.org/where-we-work/middle-east-and-northern-africa/tunisia

[9] Ibid.

[10] Ibid.

[11] National Endowment for Democracy, 2006 Grants: http://www.ned.org/publications/annual-reports/2006-annual-report/middle-east-and-northern-africa/description-of-2006-13

[12] National Endowment for Democracy, 2007 Grants: http://www.ned.org/publications/annual-reports/2007-annual-report/middle-east-and-northern-africa/description-of-2007-13

[13]National Endowment for Democracy, 2008: http://www.ned.org/publications/annual-reports/2008-annual-report/middle-east-and-northern-africa/2008-grants/tunisia

>[14] Christopher Alexander, “Tunisia’s Protest Wave: Where it comes form and what it means,” January 3, 2011, Council on Foreign Relations, Foreign Policy, http://mideast.foreignpolicy.com/posts/2011/01/02/tunisia_s_protest_wave_where_it_comes_from_and_what_it_means_for_ben_ali

[15] Tunisia’s only independent radio station fights back,” International Media Support, http://www.i-m-s.dk/article/tunisia%E2%80%99s-only-independent-radio-station-fights-back

[16] Oswald Spengler, The Decline of The West, 1918, 1926. (London : George Allen & Unwin , 1971), Vol. 2, p. 402.

[17] “Gloria Steinem and the CIA: C.I.A. Subsidized Festival Trips: Hundreds of Students Were Sent to World Gatherings,” The New York Times, 21 February 1967. http://www.namebase.org/steinem.html

[18] Mark Riebling, “Tinker, Tailor, Stoner, Spy, Was Timothy Leary a CIA Agent? Was JFK the ‘Manchurian Candidate’? Was the Sixties Revolution Really a Government Plot?,” Osprey, 1994, http://home.dti.net/lawserv/leary.html

[19] Sol Stern: “A Short Account of International Student Politics and the Cold War with Particular Reference to the NSA, CIA, etc,” Ramparts, Marzo 1967, pp. 29-38.

Si veda anche: Philip Agee Jr., “CIA Infiltration of Student Groups: The National Student Association Scandal”, Campus Watch, Autunno 1991, pp. 12-13, http://www.cia-on-campus.org/nsa/nsa2.html

[20] Mike Marqusee, “1968 The mysterious chemistry of social change”, Red Pepper, 6 April 2008, http://74.125.155.132/search?q=cachewww.redpepper.org.uk/1968-The-Mysterious-Chemistry-

[21] David Lowe, ‘Idea to Reality: NED at 25: Reauthorization’, National Endowment for Democracy: http://www.ned.org/about/history

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[22] Per una storia ufficiale ma ricca di informazioni del CFR, si veda: Peter Grose, Continuing The Inquiry: The Council on Foreign Relations from 1921 to 1996 (CFR, 1996), http://www.cfr.org/about/history/cfr/

[23] “Committees of the Board 1998-1999”, CFR, http://www.cfr.org/content/about/annual_report/ar_1999/100-101committees.pdf (Accessed 8 March 2010).

[24] “Staff,”NED, http://www.ned.org/about/staff (Accessed 7 March 2010). Only a few of the staff profiles are provided by NED.

[25] “POMED Notes: Freedom in the World 2011: The Authoritarian Challenge to Democracy,” http://pomed.org/blog/2011/01/pomed-notes-freedom-in-the-world-2011-the-authoritarian-challenge-to-democracy.html/

[26] Elliot Abrams, “Is Tunisia Next?”, CFR, http://blogs.cfr.org/abrams/2011/01/07/is-tunisia-next/ January 7, 2011.

[27] “Events in Tunisia bear out Hillary Clinton’s warning to Arab world,” Christian Science Monitor, January 14, 2011, http://www.csmonitor.com/USA/Foreign-Policy/2011/0114/Events-in-Tunisia-bear-out-Hillary-Clinton-s-warning-to-Arab-world


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