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...Ci vuole qualcosa di molto più grande: ripensare un’intera visione del mondo...


Primadellesabbie
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Qui una visione allarmante.
Aggiungo che riguardando la storia recente, come sono andate le cose, dalla caduta dell'URSS in poi, da quando questo nostro modo di vivere si é trovato senza avversari né ostacoli, c'é abbastanza materiale, in economia, in politica, nei rapporti sociali, nelle relazioni internazionali, e in altri ambiti, per far comprendere, anche ai meno dotati, le ragioni e la necessità dell'urgenza di cambiare strada.

Il nuovo ordine liberale crea solitudine: ecco cosa sta facendo a pezzi la nostra società

Si parla spesso delle disastrose conseguenze del liberismo per l’economia, oggi sotto gli occhi di tutti in Europa. George Monbiot in questo articolo su The Guardian mostra più ampiamente i risultati dell’ideologia neoliberale, che esalta la competizione e l’individualismo: il dilagare della malattia psichica. Per l’uomo, come per tutti i mammiferi sociali, il benessere è indissolubilmente legato alle relazioni con i suoi simili. Una visione del mondo che in ultima istanza produce solitudine, provoca sofferenze che oggi sfociano in una vera e propria epidemia di disturbi mentali.

di George Monbiot, 12 ottobre 2016

Un’epidemia di malattie mentali sta distruggendo mente e corpo di milioni di persone. È arrivato il momento di chiederci dove stiamo andando e perché.

Quale maggiore atto d’accusa potrebbe esserci, per un sistema, di una epidemia di malattie mentali? Eppure problemi come ansia, stress, depressione, fobia sociale, disturbi alimentari, autolesionismo e solitudine oggi si abbattono sulle persone in tutto il mondo. Le recenti, catastrofiche statistiche sulla salute mentale dei bambini in Inghilterra riflettono una crisi globale.

Ci sono una moltitudine di ragioni secondarie per spiegare questo disagio, ma a me sembra che la causa di fondo sia ovunque la stessa: gli esseri umani, mammiferi estremamente sociali, i cui cervelli sono cablati per rispondere agli altri, sono stati scorticati. I cambiamenti economici e tecnologici in questo svolgono un ruolo importante, ma lo stesso vale per l’ideologia. Benché il nostro benessere sia indissolubilmente legato alla vita degli altri, ci viene spiegato da ogni parte che il segreto della prosperità è nell’egoismo competitivo e nell’individualismo estremo.

In Gran Bretagna, uomini che hanno passato tutta la loro vita in circoli privilegiati – a scuola, all’università, al bar, in Parlamento – ci insegnano che dobbiamo sempre camminare con le nostre gambe. Il sistema dell’ istruzione diventa ogni anno più brutalmente competitivo. Trovare lavoro è una lotta all’ultimo sangue con una massa di altri disperati che inseguono i sempre meno posti disponibili. I moderni sorveglianti dei poveri attribuiscono a colpe individuali la loro situazione economica. Gli incessanti concorsi televisivi alimentano aspirazioni impossibili come opportunità reali.

Il vuoto sociale è riempito dal consumismo. Ma, lungi dal curare la malattia dell’isolamento, questo intensifica il confronto sociale, al punto che, dopo aver consumato tutto quello che c’era da consumare, iniziamo ad avventarci su noi stessi. I social media ci uniscono ma anche ci dividono, consentendoci di quantificare con precisione la nostra posizione sociale, e di constatare che altre persone hanno più amici e seguaci di noi.

Come Rhiannon Lucy Cosslett ha brillantemente documentato, le ragazze e le giovani donne modificano abitualmente le foto che pubblicano per sembrare più levigate e sottili. Alcuni telefoni lo fanno perfino automaticamente, basta attivare l’impostazione “bellezza”; così ci si può trasformare anche da soli in modelli di magrezza da inseguire. Benvenuti nella distopia post-hobbesiana: una guerra di tutti contro se stessi.

C’è da stupirsi, in questa solitudine interiore, in cui il contatto è stato sostituito dal ritocco, se le giovani donne stanno annegando nel disturbo mentale? Una recente indagine condotta in Inghilterra suggerisce che tra i 16 e i 24 anni una donna su quattro si è autoinflitta una ferita, e uno su otto oggi soffre di disturbo da stress post-traumatico. Ansia, depressione, fobie o disturbo ossessivo-compulsivo colpiscono il 26% delle donne in questa fascia di età. Dati di questo tipo assomigliano da vicino a una crisi di salute pubblica.

Se la frammentazione sociale non è presa in seria considerazione, come si prende sul serio una gamba rotta, è perché non possiamo vederla. Ma i neuroscienziati possono. Una serie di affascinanti articoli suggerisce che il dolore sociale e il dolore fisico sono elaborati dagli stessi circuiti di neuroni. Questo potrebbe spiegare perché in molte lingue è difficile descrivere l’impatto della rottura dei legami sociali senza ricorrere alle parole che usiamo per indicare dolore fisico e lesioni. Negli esseri umani come negli altri mammiferi sociali il contatto sociale riduce il dolore fisico. Questo è il motivo per cui abbracciamo i nostri figli quando si fanno male: l’affetto è un potente analgesico. Gli oppioidi alleviano sia l’agonia fisica sia l’angoscia della separazione. Forse questo spiega il legame tra isolamento sociale e tossicodipendenza.

Alcuni esperimenti riassunti sulla rivista Physiology & Behaviour il mese scorso suggeriscono che, data la possibilità di scegliere tra dolore fisico o isolamento, i mammiferi sociali scelgono il primo. Alcune scimmie cappuccino prive di cibo e tenute in isolamento per 22 ore, prima di mangiare si sono riunite alle loro compagne. I bambini che sono trascurati dal punto di vista emotivo, secondo alcuni studi, subiscono peggiori conseguenze per la salute mentale rispetto ai bambini che soffrono sia trascuratezza emotiva sia violenza fisica: per quanto orribile, la violenza comporta essere notati e toccati. L’autolesionismo è spesso usato come tentativo di alleviare la sofferenza: un’altra indicazione che il dolore fisico è meno terribile del dolore emotivo. Come il sistema carcerario sa fin troppo bene, una delle forme più efficaci di tortura è proprio l’isolamento.

Non è difficile capire quali potrebbero essere le ragioni evolutive per la presenza del dolore sociale. La sopravvivenza tra i mammiferi sociali è notevolmente più alta quando sono fortemente legati al resto del branco. Sono gli animali isolati ed emarginati che hanno più probabilità di essere attaccati dai predatori, o morire di fame. Così come il dolore fisico ci protegge dai danni fisici, il dolore emotivo ci protegge dai danni sociali. Ci spinge a ricostruire connessioni. Ma per molte persone è diventato quasi impossibile.

Non è sorprendente che l’isolamento sociale sia fortemente associato alla depressione, al suicidio, all’ansia, all’insonnia, alla paura e alla sensazione di essere minacciati. È più sorprendente scoprire la gamma di malattie fisiche che provoca o aggrava. Demenza, ipertensione, malattie cardiache, ictus, abbassamento della resistenza ai virus, perfino gli incidenti sono più comuni tra le persone sole. La solitudine ha un impatto sulla salute fisica paragonabile al fumare 15 sigarette al giorno: sembra aumentare il rischio di morte prematura del 26%. Questo in parte è perché la solitudine aumenta la produzione dell’ormone dello stress, il cortisolo, che deprime il sistema immunitario.

Studi condotti su animali e sull’uomo suggeriscono che mangiare sia motivo di conforto: l’isolamento riduce il controllo dell’impulso, portando all’obesità. Visto che le persone situate nella parte più bassa della scala socioeconomica sono anche quelle più a rischio di soffrire di solitudine, questa potrebbe essere una delle spiegazioni per il forte legame tra basso livello economico e obesità?

Chiunque può rendersi conto che qualcosa di molto più importante della maggior parte dei problemi di cui ci si preoccupa è andato storto. Ma allora, perché siamo così impegnati in questa frenesia che distrugge il mondo e si autoannienta, devastando l’ambiente e riducendo in pezzi le società, se tutto ciò che produce è un dolore insopportabile? Questo problema non dovrebbe essere considerato il più scottante nella vita pubblica?

Ci sono enti di beneficenza meravigliosi che fanno quello che possono per lottare contro questa marea, con alcuni dei quali ho intenzione di lavorare come parte del mio progetto contro la solitudine. Ma per ogni persona aiutata, molte altre vengono spazzate via.

Non basta una risposta politica per tutto questo. Ci vuole qualcosa di molto più grande: ripensare un’intera visione del mondo. Di tutte le fantasie degli esseri umani, l’idea che ce la si possa fare da soli è la più assurda e forse la più pericolosa. O restiamo uniti o andiamo in pezzi.

Da qui:

http://vocidallestero.it/2016/12/21/il-nuovo-ordine-liberale-crea-solitudine-ecco-cosa-sta-facendo-a-pezzi-la-nostra-societa/

https://www.theguardian.com/commentisfree/2016/oct/12/neoliberalism-creating-loneliness-wrenching-society-apart?CMP=twt_gu


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Primadellesabbie
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Questo articolo é già stato pubblicato in home con il titolo "Esiste una cosa chiamata società":
http://comedonchisciotte.org/esiste-cosa-chiamata-societa/

ed era finito in gazzarra.


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PietroGE
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Eppure problemi come ansia, stress, depressione, fobia sociale, disturbi alimentari, autolesionismo e solitudine oggi si abbattono sulle persone in tutto il mondo
Errore, si abbattono solo sugli europei e americani. L'Asia, con poche eccezioni nel Giappone, il mondo africano e musulmano e l'America latina non ne sono influenzati. Il ripensare un’intera visione del mondo mettendo al centro le proprie identità vale quindi solo per noi.
Per il resto quoto il mio intervento in prima.


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cedric
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Che sia perchè negli ultimi dieci anni il tenore di vita di milioni di persone in europa ed in america è brutalmente crollato e la classe media è stata cacciata dalla vita sociale e gettata nel recinto dei poveri?

Vivere ogni giorno nel ricordo di come si viveva bene solo pochi anni prima, con un mese di vacanze al mare, le cene al ristorante tutti i sabati, le borsette nuove. Vedere le proprie figlie adolescenti che fanno le mignotte per comprarsi l'iphone12 perchè non ci sono soldi. Guardare ogni sera la televisione dove chi partecipa ai giochi (finti) guadagna migliaia di euro per comperarsi una motocicletta o per fare una settimana in una SPA (che poi sono le tristissime terme di montegrotto o montecatini). Vedere il tuo vecchio compagno di scuola che guida un suv da 70.000 euro mentre tu devi andare avanti con l'aspi.

Ci credo che aumentano i disturbi mentali ed il disagio sociale. La presunta malattia si chiama banalmente invidia, rancore, rabbia repressa, voglia di far del male al prossimo così impara a star meglio di noi...


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Primadellesabbie
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Che sia perchè negli ultimi dieci anni il tenore di vita di milioni di persone in europa ed in america è brutalmente crollato e la classe media è stata cacciata dalla vita sociale e gettata nel recinto dei poveri?

Vivere ogni giorno nel ricordo di come si viveva bene solo pochi anni prima, con un mese di vacanze al mare, le cene al ristorante tutti i sabati, le borsette nuove. Vedere le proprie figlie adolescenti che fanno le mignotte per comprarsi l'iphone12 perchè non ci sono soldi. Guardare ogni sera la televisione dove chi partecipa ai giochi (finti) guadagna migliaia di euro per comperarsi una motocicletta o per fare una settimana in una SPA (che poi sono le tristissime terme di montegrotto o montecatini). Vedere il tuo vecchio compagno di scuola che guida un suv da 70.000 euro mentre tu devi andare avanti con l'aspi.

Ci credo che aumentano i disturbi mentali ed il disagio sociale. La presunta malattia si chiama banalmente invidia, rancore, rabbia repressa, voglia di far del male al prossimo così impara a star meglio di noi...

Certo, potrebbe essere una spiegazione, la carenza di denaro in un modo di vita basato prevalentemente, se non esclusivamente sulla disponibilità di questo, può rendere il quotidiano un inferno.

Da un po' di anni noto la comparsa, in persone "normali", di un quasi inspiegabile ed insopprimibile desiderio di un lusso apparente (non saprei come definirlo altrimenti), una ricerca di oggetti costosi...di volgare plastica, di crociere su navi-alveare, tutte specchi, luci e moquette, dove poter fingere (anche con se stessi) consuetudine con la vita da nababbi, ecc.

Mi devo essere perso qualche puntata!

Credo, però, ci sia anche dell'altro. Abbiamo molte esigenze che con il denaro hanno poco a che fare, rispetto alle quali la ricchezza é un agente sabotatore, un fomentatore di disordine insopportabile.

E in fondo l'ordine, quello vero dove uno spirito piccolo non interferisce con le scelte di uno più grande, dove una coscienza sviluppata non subisce il potere di una che appena si affaccia (non quello che le dittature pretendono tale o quello frutto dell'efficenza o del merito -sic-, che sono irrimediabilmente l'esatto contrario: il disordine, il capovolgimento miserabilmente giustificato ed imposto, quindi), quell'ordine, dicevo, che una volta compreso o sperimentato, non ha bisogno di imporsi.

Oltre che consentire, unico, la pace (anche) sociale, sarebbe un bel sollievo e una soluzione a molti disturbi.

"...Ci vuole qualcosa di molto più grande: ripensare un’intera visione del mondo..."

Appunto!


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oriundo2006
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Puo’ essere anzi è senz’altro vero: la necessità del ripensamento esiste. Ma - a parte le asserzioni di Renzi sugli ebrei che avrebbero le chiavi del divenire dell’umanità, cosa vera o falsa che sia - è forse già bastevole, almeno come inizio, non credere alla ‘filosofia di vita’ sgangherata e folle che ci propone l’America ( luogo immaginario deputato a qualsiasi stramberia/follia/esagerazione/novità/ ). Difficile ma non impossibile: fare un po’ di pulizia, tenendo nel nostro intimo ( l’immaginario è già stato colonizzato ) quelle cose che davvero vogliamo e per cui siamo disposti a sacrificarci. Infatti: sacrificarsi. Parola desueta ma impellente necessità vitale per nutrire la propria anima di un proprio sentire, di un proprio si e no, di un proprio spazio, di un proprio…perdere tempo. Si, perdere tempo, non fare, non eccitarsi di fronte alle immagini sensuali, non correre dietro allo shopping, non digitare compulsivamente e continuamente sul telefonino, ma invece lasciare uno spazio al silenzio dentro noi stessi. Perchè quella visione del mondo esiste, l’abbiamo dentro di noi e dobbiamo darle il tempo perchè esca fuori...


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Davide
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C'è anche la nostra traduzione,,, http://comedonchisciotte.org/quello-la-democrazia-non-puo-funzionare-la-natura-umana-non-lo-permette/
pubblicata un mese e mezzo fa...


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Primadellesabbie
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@ Davide

Questo articolo é già stato pubblicato in home con il titolo "Esiste una cosa chiamata società":
http://comedonchisciotte.org/esiste-cosa-chiamata-societa/

ed era finito in gazzarra.

Questo é il primo commento che ho messo, qui sopra, subito dopo l'articolo, dove spiego la ragione per cui lo ho riportato qui.

(Quello che indichi é un'altro articolo di Monbiot apparso su CdC: la democrazia, come argomento.)


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Primadellesabbie
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.....Ma - a parte le asserzioni di Renzi sugli ebrei che avrebbero le chiavi del divenire dell’umanità.....

Ma é un giovanotto sguaiato...dalle foto sembra così pieno di sé e sempre fuori posto, non credo sappia quello che dice, e comunque non lo considero una fonte, nemmeno secondaria o marginale.

Penso che non vada oltre il "Manuale della giovane marmotta".


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