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CH - Dick Marty assolve Fidel


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http://www.liberatv.ch/it/article/34062/castro-secondo-dick-l-ex-senatore-marty-assolve-fidel-quanta-arroganza-nei-giudizi-sulla-rivoluzione-cubana-e-sulla-libert-di-espressione-dico-che

Castro secondo Dick. L'ex senatore Marty "assolve" Fidel: "Quanta arroganza nei giudizi sulla rivoluzione cubana. E sulla libertà di espressione dico che..."
L'ex senatore PLR: "Da oltre mezzo secolo gli Stati Uniti hanno imposto un blocco economico che di fatto è applicato da quasi il mondo intero. Ancora recentemente una grande banca svizzera ha rifiutato di effettuare un pagamento interno di una cittadina svizzera a favore dell’Associazione Svizzera Cuba, banca che peraltro non ha esitato in passato a ospitare beni provenienti da dittatori e traffici di droga"

27 dicembre 2016

LUGANO - Dick Marty "assolve" Fidel Castro. Intendiamoci, questo titolo è una semplificazione. Forse, addirittura, una forzatura. Un gioco di parole, soprattutto, parafrasando il più celebre slogan del leader maximo appena scomparso: la storia mi assolverà.

L'ex senatore PLR mette più semplicemente alcuni puntini sulle "i" riguardo all'esperienza della rivoluzione cubana. Perché, scrive Marty in un articolo apparso sulla Regione, sono stati "pochissimi i commenti che mi sono veramente parsi oggettivi pubblicati a seguito della recente scomparsa di Fidel Castro. Ampio spazio è stato dato una volta ancora all’acredine e all’ostilità che da sempre animano analisti politici (o che si ritengono tali) e numerosi media, inclusi quelli nostrani e pubblici, nei confronti dell’esperienza cubana"

"Certo - premette l'ex senatore - parecchie critiche sono legittime. Gli stessi alti responsabili politici che ho avuto occasione di incontrare riconoscono gli errori commessi, in particolare nell’ambito economico e agricolo. Vero anche che talune libertà, come quella di espressione sono assai limitate e che vi sono stati momenti di repressione. Ma il giudizio non può non tenere conto del contesto storico, culturale e strategico dell’isola".

Ed è proprio sul contesto storico che Marty si sofferma mettendo in evidenza alcuni meriti della rivoluzione: a cominciare dall'aver sconfitto il dittatore Batista "che aveva trasformato il suo paese in un casinò e in un bordello a disposizione di ricchi americani, lasciando la sua popolazione nell’ignoranza e nella povertà più estrema".

"L’analfabetismo - aggiunge Marty - è stato eliminato, sono state create le condizioni per una vita culturale molto vivace e il sistema sanitario, efficace e gratuito per tutti, suscita ammirazione nell’ambito scientifico internazionale. La mortalità infantile è al livello dei paesi occidentali più avanzati e l’aspettativa di vita è più alta di quella negli Stati Uniti".

Risultati molto significativi ottenuti nonostante "l’aperta ostilità del suo vicino, la nazione più potente del mondo, che non ha mai fatto mistero della sua volontà di distruggere con ogni mezzo il modello politico cubano. La Cia ha tentato ripetutamente di assassinare Castro, di invadere l’isola, ha finanziato vari oppositori poi scorrazzati nel mondo intero per discreditare il sistema politico cubano".

E poi l'embargo, soprattutto: "Da oltre mezzo secolo - scrive Marty sulla Regione - gli Stati Uniti hanno imposto un blocco economico che di fatto è applicato da quasi il mondo intero: se un’industria si azzarda a violarlo è automaticamente esclusa dal mercato americano. Ancora recentemente una grande banca svizzera ha rifiutato di effettuare un pagamento interno di una cittadina svizzera a favore dell’Associazione Svizzera Cuba, banca che peraltro non ha esitato in passato a ospitare beni provenienti da dittatori e traffici di droga".

A questo punto l'ex Senatore prende per le corna il tema più controverso: quello legato alla libertà rispetto al regime castrista. Marty mette in parallelo i danni e i morti provocati dagli uragani. Ad Haiti è sempre una catastrofe, mentre a due passi, a Cuba, la devastazione portata da questi fenomeni è molto minore.

"Eppure - sottolinea Marty - Haiti è probabilmente il paese al mondo che riceve più aiuti internazionali per abitante; è, tra l’altro, un paese che gode di una grande libertà di stampa al punto che, secondo l’indice stabilito da Reporter senza Frontiere precede addirittura il Giappone, l’Italia, la Grecia o Israele. Libertà, certo, ma quale libertà? Lo stato è totalmente inefficiente, la corruzione è dilagante, molti bambini non hanno accesso alle scuole, la sanità è molto carente (l’arcivescovo di Port-au-Prince mi ha detto che se non ci fossero stati i medici cubani ad aiutare ci sarebbe stata una immensa catastrofe umanitaria), la speranza di vita è di oltre diciassette anni inferiore a quella dei Cubani. Quali dunque le vere libertà dell’Uomo?".

"L’atteggiamento apertamente ostile del grande vicino - analizza ancora Marty sul quotidiano bellinzonese - costringe Cuba a vivere in una situazione prossima a quella di uno stato di guerra, una tensione permanente che ha un suo prezzo sia a livello di benessere che di libertà. Nell’ultimo conflitto mondiale ricordiamo che pure la Svizzera non esitò a introdurre notevoli limitazioni a livello di libertà di stampa, a ricorrere a misure di internamento amministrativo e anche a pronunciare ed eseguire condanne a morte (dal 2003 a Cuba non ci sono più esecuzioni; negli Stati Uniti nello stesso periodo sono state giustiziate oltre 600 persone). Con questo non si vuole affermare che Cuba sia un paradiso terrestre. Semplicemente penso che il giudizio debba essere più equilibrato, meno saccente e arrogante".

"Molti Cubani - termina Marty la sua analisi - aspirano, a ragione, a maggior benessere e a più libertà. Non a torto, tuttavia, guardano con molta diffidenza a un sistema che sta per permettere a un gruppuscolo di miliardari di governare la cosiddetta “più vecchia democrazia del mondo” e, ahimè, di influire su buona parte del pianeta. Vero, a Cuba vi è uno dei simboli più sinistri della violazione dei diritti dell’Uomo: la prigione di Guantanamo, luogo di tortura e di non diritto. Ma questa volta, è forse bene ricordarlo, i fratelli Castro non c’entrano".


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