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Combattere col fucile a tappo: la leggenda della Santa Compagnia


GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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La Santa Società (o processione di fantasmi) fa parte della mitologia popolare del sud nel nostro Bel Paese. Oggi il mio demone mi comanda di procedere verso qualcosa di "diverso" dal solito. Al solito non mi sento affatto all'altezza, ma tanto (sempre al solito) protestare con lui non mi serve assolutamente a niente... Per ciò (non lo ripeto più 😋 ) procediamo...

Ecco, vorrei iniziare da QUI. Si tratta di una leggenda di etnie di origine pugliese o calabrese, comunque verso la parte più bassa dello stivale. Adoro tutte quelle terre, sono per me una specie di mito assoluto, una guida di inestimabile valore storico e antropologico di livello mondiale. Un tesoro senza prezzo ed è qui, a disposizione della mia lingua natia... Lo perderemo ? Tutti i valori di questo Mondo e per legge Cosmica sono destinati ad essere perduti, quindi si, lo perderemo senza dubbio. Ma fint'anto che c'è e si può godere in quanto rimane patrimonio dell'umanità, non ha senso piangerci sopra. Insomma, almeno attendiamo di averlo concretamente perduto... Poi comunque per allora, come per altre etnie del nostro passato di inestimabile valore, non ne serberemo nemmeno il ricordo per piangerla. Altre verranno a prenderne il posto lasciato vacante e sono certo che saranno altrettanto se non ancora più Grandi.

La processione dei fantasmi è un incona d'altri tempi, che oggi potremmo definire "effimera" e "horror". Prima che la politica della borghesia procedesse a ripulire sia dal lessico che dalla memoria collettiva tramite un "poiliticamente corretto" molto scorretto la curiosità sull'oltremondo che si apre alla nostra coscienza, questi miti servivano un po' da monito, proprio per contenere quella curiosità, come tanti altri tipo "uomo nero", allo stesso tempo però ponevano quell'oltremondo qui accanto a noi.

A differenza di oggi, dove il tema generale è il trauma che andrebbe evitato aprioristicamente, dato che ha preso il posto dell'uomo nero nella nostra narrazione mitica, quindi i bambini vanno allevati tenendoli sacrosantamente lontano da ogni potenziale avvertimento di pericolo "sottile", in luogo dello scontato che l'oltremondo nasconda tanti "pericoli" quante "opportunità" in grado e classe decisamente superiori al terreno, la fiaba di un tempo nasceva con lo scopo di allenare l'animo a tenere il punto sulla necessità "vibratoria" coerente al sottile. Il "buon pensiero" o il "buon pensare", corrispondeva esattamente alla sanità spirituale che andava al pari di una attenta disamina dei fenomeni più vicini all'animo e alla necessità di mantenere una positività (per non rimpinguare le fila dei "perduti"). Non che oggi sia tanto differente, solo che il buono è da noi ora associato più spesso e volentieri a un coglione e i morti sono solo sciocchezze per creduloni.

Non a torto tra l'altro perché ritenere un tale fenomeno (che ci include) una sciocchezza, certamente produce gran coglioneria svarionante. Equivale infatti a negare la realtà che ci circonda. Certo una realtà non direttamente visibile, ma perfettamente "tangibile" quanto quella terrena. Anche se opera su un altro piano.

Come già scrisse Voltaire (QUI) l'ingenuo non è stupido. Semplicemente è una persona priva di pregiudizi, cioè non educato a riconoscere la malizia del prossimo, in tutto o in  parte. Il "buono" per antonomasia, quello che della vita vede sempre e solo il lato positivo o più coerentemente (oggi) che vede solo positivo nei potenti e nel potere. Ecco, oggi si potrebbe confrontare questo "buon selvaggio" a un giovane utente medio attaccato ai social e ai videogame, cresciuto dal politicamente corretto e scevro da qualsivoglia "pensiero negativo" che non sia rivolto a tenere a distanza il "puro male" (inutile tipo i "NOVAX") così da garantirsi ignoranza imperitura. Ovviamente un tale feticcio non esiste e allora di volta in volta la mente arranca rivestendo di tale attributo questo o quello a casaccio, anche se dovremmo più realisticamente dire "secondo programmazione preordinata" dai luoghi di culto frequentati. Oggi il digimondo. Così da tenersene lontani ed evitare di essere infettati "dal Male". Ora, mi rendo conto che questo discorso appare surreale, perché poi si vedono spesso gli stessi giovani frequentare bramosi i rave party replicando chiarissime simbologie sataniste e valorizzando il loro proprio odio con canzoni ad hoc, ma qui è bene ricordare come ho scritto tante volte che chi fa "apologia" di se stesso non s'accorge del Male che veicola. Fa il bene per fare il Male, senza rendersene conto. Lo abbiamo visto bene e a livello globale in pandemia (colpire anche gli affetti più intimi) e abbiamo anche visto come tale fenomeno non risparmi nessuno. Proprio nessuno.

Ecco a questo proposito invito a fare un altra breve lettura. Magari dopo aver ascoltato un preparatoria canzone napoletana (QUI) della brava Teresa de Sio. Si tratta di un brano che potrei definire introduttivo (QUI) e che fa un poco di luce, anche se accenna solo appena il lato bigio della realtà (sottile). Come al solito è più interessante quello che manca rispetto quello che leggiamo.

Dicono che la paura della morte sia l'origine di ogni nostro timore. Questo breve testo scongiura che la morte rappresenti per le "anime pie" qualsivoglia negatività. Ma ahimè, non so se avete notato, il Mondo non va verso una migliore consapevolezza sottile, ma verso l'agio e verso in specifico la vita mondana, quella più possibile priva di malizia studiata e cosciente. Il che non ci priva della possibilità di esercitarla, solo di riconoscerla. Voltaire (figlio del suo tempo) non ebbe la sensibilità di capire che anche chi è ingenuo può esercitare malizia e farla pesare al prossimo. Perché ? Ovvio, perché i morti agiscono in noi e ci assumono. Cioè i loro pensieri sono anche i nostri e viceversa. Questo scritto che parla del Mondo dei Morti e che ho definito "introduttivo" manca infatti di una parte fondamentale. Cioè che la parte più greve del Mondo Sottile è anche la più vicina, quindi quando cerchi un contatto con l'aldilà quasi sempre risponde qualcuno che assume le sembianze di colui che chiami. Lo fa perché è a noi vicino ed è quindi il primo a rispondere. Dall'altra parte l'identità non è "fissata" in un corpo. Assumerne un altra è facile tanto quanto per noi bere un bicchiere d'acqua, tanto più se ci affidiamo all'aspetto per riconoscere l'alterità (cioè il nostro prossimo). Avere quindi un "dialogo con i morti" cercandoli è sempre una cattiva idea. Il che non vuol dire che comunque ne avremo uno e che comunque dovremo averci a che fare, ma un conto è doverci avere a che fare in una "relazione non richiesta", ben altro è andarsele a cercare !!!

Tuttavia, proprio perché quella relazione è inevitabile ed è vissuta 24su24, tendenzialmente a livello insconscio, dovremmo allenarci a sviluppare quella malizia che freneticamente oggi i media e i centri ove promana potere (terreno) cercano di tenere lontano. Non a caso. Perché l'influsso di quel Mondo è funzionale ora a una specifica politica (QUI) che è chiarissimamente di origine pesante e sulfurea. Non tende all'elevazione spirituale e alla trascendenza, ma a legarci al Mondo bigio a noi più prossimo.

Non ci può essere dubbio in proposito. Come non ci può essere dubbio che la guerra, la lotta, è sempre più apertamente spirituale. Non materiale. E' una lotta per la contesa di anime. Se avete ancora dei dubbi, beh, l'anno che verrà potrebbe essere proprio quello che fa il caso vostro...


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