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Combattere la guerra delle parole strategicamente!


GioCo
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Il mediatore tecnologico (la rete) è il perno del contendere. Chi controllerà il WEB nel prossimo futuro controllerà il futuro dell'umanità e questo a livello geostrategico è chiarissimo a tutti gli attori in @GioCo che non perdono tempo (e colpi) per combattere la loro guerra per il predominio dello spazio virutale prossimo venturo. L'alleanza del GAFA+TV+quotidiani, somma una potenza di fuoco della propaganda mai vista prima. Certo, oggi non siamo sprovveduti come negli anni '30 dove non c'era nemmeno l'idea che i mezzi di comunicazione moderni potessero essere messi al servizio di una "guerra delle parole". Dopo Edward Bernays non possiamo più fare finta che il mediatore comunicativo non sia entrato a pieno titolo nella lista delle armi da guerra indispensabili nel prossimo futuro, tanto quanto l'atomica.

Sono passati molte decadi e c'è stata una contro-propaganda circa il periodo del totalitarismo, tipo "mai più", solo per arrivare oggi a rivedere la stessa tirrannia tornare "in punta di piedi", attutata con gli stessi propositi da altre generazioni di plutocrati, legate anche storicamente a quelle vecchie (come la IG Farben, oggi Bayer, che ha acquisito di recente la Monsanto) mai realmente uscite di scena, ma anzi, oggi con un nuovo impero speculativo con mire di dominio totale e non "solo" globale, degno di un fumetto o un film surreale, tipo vendita delle "canistracci oil" di Pozzetto (QUI) che non ha bisogno di aggiungere altro sui meccanismi, se non fosse così drammatica la conseguenza rispetto la nostra vita futura.

Ma peggio, la propaganda alla "happy days" made in hollywood ci ha convinto che eravamo in grado di discernere l'informazione buona da quella cattiva, lasciandoci totalmente impreparati all'assalto del digitale che oggi stiamo subendo, realizzato dall'efficiacia delle attuali metodiche di propaganda, capace di elevare un muro di consenso che fino al 2019 non era nemmeno immaginabile. Ma è ovvio che il tempo non gioca a favore dei padroni del discorso che devono muoversi velocemente, sapendo che gli scenari sociali, già di loro molto mutevoli per definizione, vanno costantemente rimodellati in epoca liquida e a questo proposito adesso siamo in una fase discendente, dove occorre sfruttare il momento per "caricare" le future incursioni propagandistiche di rilievo per i padroni del discorso, seguendo sempre lo stesso schema che abbiamo visto fin'ora:

1. negare qualcosa di inaccettabile (introducendo l'argomento che prima non era nemmeno discutibile) inerente la restrizione delle libertà o altre concessioni che comprimono i diritti fondamentali

2. introdurre il dubbio che siano concetti granitici, spaccando l'opinione pubblica e lasciando che la parte contraria "alla novità" sia rappresentata da personaggi improponibili o comunque demistificati apposta (caricando gli altri di valore mistico -mediatico-) i quali non devono fare altro che sottolineare l'ovvio. Un esempio per tutti, quelli del CTS Vs Salvini (o Sgarbi). I personaggi mistificati che dovessero poi compiere "errori" di comunicazione sarà gioco facile "farli rientrare velocemente nei ranghi" dato il loro altissimo grado di ricattabilità (mediatica).

3. ottenuto l'obbiettivo di far passare la restrizione dei diritti da una massa critica sufficiente, si prepara il terreno per il passo successivo di ulteriore restrizione, con allentamenti che capitalizzino il consenso (trasformando il dissenso in aperta disinformazione) e poi si torna al punto 1.

Dato che viene cavalcata una questione sanitaria con propaganda che "parla alla pancia", il tutto avviene con andamento altalenante sfruttando i cicli epidemici influenzali che rimangono stagionali per via del tipo di patologia scelta. Cioé con fase repressiva in periodo invernale e fase liberatoria (concessa selettivamente) in periodo estivo.

In specifico l'allentamento delle restrizioni di questi mesi ha uno scopo molteplice: dare il contentino a chi protesta in modo da abbassare la tensione sociale, permettere a chi gestisce attualmente la propaganda di recuperare credibilità verso gli indecisi in modo da togliere ossigeno alla controinformazione, preparare il terreno per la prossima offensiva che è già scritta nero su bianco.

Detto questo, base comune su cui il lettore medio di CDC credo non possa che concordare, ora vorrei passare a schematizzare l'intera questione per inquadrarla non in modo dialettico come ho fatto fin'ora, ma schematico, in modo che ogni aspetto sia ben chiaro e con essi la strategia e la tattica coerenti.

COMBATTERE LA GUERRA DELLE PAROLE

PROSSIMO OBBIETTIVO DELL'OFFENSIVA: per la prossima stagione invernale, accusare un gruppo virtuale (ad esempio i "no-vax" o disinformatori) precostruito apposta, di inibire o rendere vacua la campagna di vaccinazione, scaricando loro addosso qualsiasi fallimento circa il contenimento della epidemia. Un esempio: verranno dichiarati "untori" coloro che rifiutano il vaccino in quanto saranno additati come causa della persistenza del Vidocq e dello sviluppo delle sue conseguenti varianti nei settori oggi dichiarati (apposta) "COVID FREE".

Eeh, no, la logica non salverà nessuno dalla propaganda!

PREMESSA: se non l'avete ancora capito siamo in guerra, una guerra delle parole, certo, perché questa è la propaganda, una guerra combattuta con le parole. Per ciò inevitabilmente il propagandista ci da degli assist impagabili continui, che però putroppo non sappiamo sfruttare ed è questa l'arma vincente su cui contano, tenendoci costantemente "distratti" da queste incongruenze dialettiche anche con la politica della seppia (o della "cacofonia controllata" data da una sovrabbondanza confusa -sempre apposta- di informazioni). Vediamo quali sono e perché non riusciamo a sfruttare queste "occasioni".

AZIONI CONTRO-INFORMATIVE: anticipare le azioni della propaganda (ovviamente obbligatoriamente pianificate) togliendo le parole dalla bocca dei "padroni del discorso", riappropiandoci del discorso, è lo scudo più efficace di cui possiamo disporre. La fortuna è che sappiamo perfettamente quali sono questi passi, sono scritti nero su bianco in documenti liberamente consultabili, come quelli del WEF. Quindi non è difficile. Chiaramente tale azione avrà efficacia nella misura esatta in cui riusciremo nella diffusione anticipata, non prevedo su larga scala. Più persone verranno esposte all'anticipazione di quanto avverrà, più diverremo automaticamente "micro-fonti credibili" e potremmo giocarcela poi almeno entro il nostro ristretto parco di contatti, ma sempre seguendo lo schema demistificatore che punta a recuperare il dubbio, dal momento che la propaganda deve per forza costruire un rapporto fideistico con le parole (NOI NO!!!) essendo intrisecamente incoerente perché ha obbiettivi differenti da quelli esplicitati (tipo "curare" mentre si fanno mancare le cure giuste e si ammazza la gente).

L'AUTOGOL DELLA CONTRO-INFORMAZIONE: ripetere che con le vittime della propaganda non c'è dialogo e convincersi che effettivamente rappresentano dei "nemici". Certo che insistere a usare il linguaggio della contro-informazione per convincere il propagandato è come pensare che picchiando più forte HULK avremo alla fine ragione di lui. Una fesseria. Bisogna ricomporre un dialogo usando però il lessico della propaganda, non per "convincere" o avere ragione del nostro prossimo, ma per recuperare il senso del dubbio (restituendogli la coscienza che l'ha perduto nel frattempo) che è "solo" il passo fondamentale intermedio per qualsiasi dialogo che non sia monodirezionato, cioé fideistico (tipo religione per intenderci). Perché con la fede non si ragiona, si ragiona solo con il dubbio.

Quindi la contro-informazione efficace deve parlare alla pancia del propagandato, dove si è stabilita la sua relazione fideistica, sottostando alle leggi emotive per esempio senza mai "aggiungere" informazioni che per fede non accetterebbe perché è stato istruito a rifiutarle, utilizzando le parole con l'obbiettivo di restituire il dubbio e nient'altro. Per ciò si sfruttano gli assist (le contraddizioni intriseche) che ci fornisce la stessa propaganda in abbondanza a quest'unico scopo.

VEDIAMO COME SI POTREBBE FARE PER CONTRASTRARE L'OBBIETTIVO SOPRA ESPOSTO

1. In tutto il paese si stanno istituendo zone "covid free" sulla base di come procede la campagna di vaccinazione. Ma ci viene anche detto che il vaccino non protegge dalle varianti che sono più pericolose del virus originale.

2. Ci vengono restituite libertà sulla base della campagna di vaccianzione, come la libertà di spostamento e tra i sudditi di sua Maestà (gli inglesi) anche di contatto fisico (abbracci). Ma noi non siamo liberi dalle varianti, quindi stiamo basando queste scelte su necessità personali, come la voglia di tornare alla normalità, ed economiche perché bisogna pur mangiare.

3. Dato quindi che procediamo in questo modo, cosa eviterà il prossimo inverno una ondata uguale se non peggiore di quella dell'inverno appena passato? Se poi i provvedimenti presi fin'ora hanno funzionato come hanno funzionato, cosa ci proteggerà? Semplice, trovare un capro espiatorio come nel medioevo, per esempio chi ancora non si è vaccinato verrà accusato di essere l'untore che provoca le varianti e per ciò sarà perseguito con ogni mezzo lecito e illecito.

Negheranno? Si, è possibile. Ma tanto è il carico di valore strategico da spendere dopo che conta, carico che ora è in mano totalmente del propagandista che se la sta già giocando al meglio del suo potenziale (esempio QUI).

Noi siamo pochi, confinati e malridotti. Ma se il bombardamento della propaganda ha ridotto le capacità raziocinanti dei propagandati (vittime della propaganda) che rimangono inconsapevoli di essere vittime, alla contro-informazione etichettata nel frattempo "disinformazione" in ogni sede e luogo di confronto, perché il propagandista sa benissimo che solo dominando il lessico lo scontro avverrà sul territorio di suo dominio esclusivo, non va meglio, perché i contro-informati sempre con la pancia reagiscono. Purtroppo! Certo, reagiscono a una informazione che rimane più coerente al suo interno (perché non vuole essere propaganda, mira ad essere ricca di contenuti e non di parole) ma comunque con la pancia e quindi "per convizioni" e non ragionamenti. Ad esempio per ciò che percepiscono più che per ciò che hanno elaborato.

Quindi sono privi di strategia e hanno tattiche deboli che rinforzano le ragioni della propaganda. Propaganda che non perde occasione per sfruttare tali tattiche rigirandole a suo favore. Tipo etichettare le proteste come "assembramenti di no-vax e no-mask causati dalla disinformazione".

La contro-informazione dorme quindi sulla convizione di "avere la verità" o comunque di avere una descrizione più vera della realtà, quando l'avversario usa strategie che hanno proprio come obbiettivo l'inibizione di quelle verità e di quelle specifiche descrizioni. Ci troviamo quindi in una condizione simile a quella degli indiani d'America nel periodo del far-west, che per fermare l'invasione dei coloni protetti da fucili e pistole, facevano rituali di gruppo per diventare immuni alle pallottole dei bianchi. Gli indiani avevano sul campo tutti i numeri per prevalere: erano più forti, conoscevano meglio il territorio e le sue risorse, le sapevano sfruttare meglio ed erano in generale più numerosi e pericolosi ma persero miserabilmente perché offrivano i loro petti nudi in campo aperto alle armi da fuoco dell'esercito, pur avendo concretamente la possibilità di impostare strategie e tattiche che non lo rendevano necessario. Quindi non solo non avevano una vera strategia ma conservavano anche tattiche molto deboli, tanto deboli da essere favorevoli al loro avversario.

Non vogliamo almeno noi imparare dal passato?

P.S.

Come sempre ricordo che ciò che scrivo non riguarda la verità, ma la coerenza. Non so se quello che dico è vero, non cerco verità e non ho da condividere nulla che la riguardi. Ciò che condivido è parte di un quadro coerente più generale, un puzzle dove ogni pezzo si incastra con gli altri formando una immagine più generale che poi è utile per filtrare la realtà in via più ordinata e mirata. Una guida concettuale e ricca di spunti da cui poi far discendere conseguenze che si irradiano non solo nel tempo, per esempio il passato per cercare senso in certi eventi storici o il futuro per prevederli, ma anche nello spazio, per andare a comprendere perché certi fatti di cronaca si sono svolti in quel modo o certe persone si sono comportate in quell'altro e sollevare dubbi dove si osserva un contrasto, un imprevisto che a questo punto diventa elemento fertile per arricchire l'immagine coerente più generale.


Hospiton hanno apprezzato
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Simsim
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Tutto chiaro.

L´esposizione é perfetta, ma trovo che manchi un pezzo a questo scritto. Cioé una proposta alternativa di comportamento. La presa d´atto é assoluta, ma poi? Cosa si fa? Come si sfugge all´irrazionalitá, e soprattutto come si resiste all´impulso logico di smontare l´irrazionalitá e come si sfugge all´enorme pressione della pancia che ormai quasi esplode ad ogni singola stupidaggine letta?

Non te lo chiedo come critica, né mi aspetto qui una soluzione da te o da te solamente. Ma visto che hai brillantemente creato la piattaforma concettuale per questa discussione, mi piacerebbe che (tutti) non ci fermassimo solo alla presa di coscienza, ma che provassimo anche a delineare le basi di una strategia. Sempre se non mi son perso qualcosa naturalmente.


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LuxIgnis
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Guarda che l'esempio che tu hai citato sui nativi d'America non è tra i migliori. Non è quello il motivo per cui persero, non erano così stupidi come ce li raccontano i film western. Persero per due motivi fondamentali: Il primo sono le malattie importate dall'uomo bianco su cui non avevano nessuna difesa, almeno al momento. Malattie che diciamo, furono "agevolate" con regali del tipo la mela di Biancaneve (leggi: coperte col vaiolo). Poi anche loro svilupparono nelle nuove generazioni una sorta di immunità. Si calcola che solo questo abbia decimato la popolazione adulta di un 70%, su una popolazione originaria che va dai 20 ai 100 milioni di individui, secondo i vari storici. La grande differenza è che non è facile avere un censimento del tempo per i nativi (non è facile neanche adesso). Alla fine delle guerre indiane rimasero solo una manciata di milioni di individui. Visto che si parla tanto di genocidi, questo - volutamente dimenticato -  è stato uno dei peggiori e crudeli.
Già questo basterebbe a stremare chiunque. Il secondo motivo fu la grande disparità della potenza delle armi. Quando i nativi avevano le frecce, i bianchi avevano fucili e pistole. Quando anche i nativi ebbero fucili e pistole, i bianchi avevano mitragliatrici e cannoni. Mettiamoci anche la mancanza d'onore del "viso pallido" che attaccavano villaggi con donne e bambini, o mettevano taglie sulla testa di qualunque nativo. La pratica dello scalpo fu importata dai bianchi (spagnoli) che davano tot soldi per ogni scalpo indiano portato.
L'unica cosa in cui "sbagliarono" è quella che non sono stati pronti ad unirsi tra le varie nazioni, ma anche questo è comprensibile. Un nativo delle praterie non è uguale e non aveva molti contatti con quelli delle montagne o quelli del sud al confine del Messico.

E forse è questo l'errore da evitare adesso. Seve una "confederazione" politica di tutti i movimenti che si oppongono alla narrativa del sistema. Altrimenti son tutti gruppuscoli sparsi che non fanno paura a nessuno. Uniscili e vedrai che avranno paura.

Tornando al discorso sui nativi, se avessero avuto la possibilità di affrontare il "pallido" a parità di armi, ce ne sarebbero voluti 10 di questi per sconfiggere un nativo. tanto erano fieri guerrieri e in totale assenza della paura della morte.


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GioCo
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Postato da: @luxignis

Guarda che l'esempio che tu hai citato sui nativi d'America non è tra i migliori. [...]

Eccallà, chi viene fuori con gli stilemi dettati dalla necessità di non guardare l'evidenza evidente. Per ogni cosa che dici posso controbattere, ma verrebbe fuori un dibattito sugli indiani d'America e se insisti ti dico subito che ignorerò la questione, se vuoi apri un altro POST a riguardo e lì se avrò tempo discuteremo. Dico solo che quel che citi sono resoconti già noti e stranoti e già "sbufalati" (tanto per usare un lemma caro alla nuova normalità). La stupidità non centra è una questione di cultura e di umanità, guardati in giro e prova a dire "tutta la massa che sta seguendo questa propaganda è stupida", trovando che però in mezzo c'è un sacco di gente MOLTO più intelligente di te. Ultimamente qualcuno mi raccontava di una coppia che insegna il metodo montessori, vaccinista convinta. Vedi, il principio secondo cui la fede, il credo, è espressione di stupidità è una delle imbecillità più devastanti che abbiamo accettato in questi ultimi secoli. Noi non sappiamo nulla della fede, a parte che ci rimane indispensabile per vivere, ad esempio per difendere i nostri diritti e i nostri affetti, insieme al nostro futuro. In pratica, affermare che la fede è una imbecillità corrisponde a non sondare le ragioni della fede e quindi a presupporre che "gli altri" (qualsiasi "altro" non sia tu) sono stupidi se credono e invece "io" che non credo invece... La posizione insomma del vero stolto.


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LuxIgnis
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@gioco
'mazza che cotica! O coda di paglia che vuol si dire.

Non sono fatti ne noti ne stranoti e non sono stati sbufalati da nessuno.
Hai fatto un esempio stupido, ma che più non si può e con scarsa conoscenza della materia. Conosco bene i nativi (e non indiani perché è offensivo nei loro confronti) perché li studio da tanti anni e li ho anche conosciuti.

E mai sottovalutare l'idiozia umana. E' il primo motore delle cose.
Poi fai come ti pare.

P.S. se vuoi tanto sottolineare l'evidenza evidente allora usa un esempio pertinente non uno da fumetto di Tex Willer


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GioCo
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@simsim,

se l'esposizione è perfetta allora non dovrebbe mancare niente... no? Ma quel che dici credo abbia senso, ci sto ragionando.

Nello scritto il tipo di suggerimento riguarda un atteggiamento verso chi è convinto dalla propaganda, cioé ha deciso qualcosa ma non in base a un ragionamento. Non possiamo snocciolargli il nostro (messo che ce l'abbiamo) e non possiamo rispondendere con la pancia alla pancia (tipo "io i miei diritti inviolabili li difendo!") indipendentemente dalle ragioni di ognuno, perché con la pancia non si ragiona ma si fa la guerra. Cosa che potrebbe diventare necessaria ma non in questa fase.

Quindi cosa rimane? Rimane l'obbiettivo e un dizionario (quello della propaganda) che abbiamo imparato a riconocere e condividere ma non a tollerare e usare a nostro vantaggio. Quindi l'atteggiamento è strategico e sagace se non contraddice mai il nostro interlocutore (per non attivare il dialogo "di pancia" nostro e suo) ma aggiunge sempre qualcosa a ciò che il nostro interlocutore dice (come fosse materiale su cui lavorare). Di esempi ne sto facendo parecchi. Prendi in considerazione le mascherine: sono favorevole all'uso delle mascherine ma non sempre, ovunque e dovunque, perché qualsiasi presidio medico chirurgico, come i farmaci, ha delle controindicazioni ed è nostro dovere conoscerle e usare tutto ciò che ci difende con intelligenza e accortezza.

Se il nostro interlocutore è alterato e grida contro di noi perché siamo senza mascherina, gli diamo ragione e ce la mettiamo addosso, per il suo bene e il nostro e per abbassare la tensione in modo da poter poi dialogare. Di esempi potrei farne a dozzine ma il principio è sempre lo stesso ed è quello che va colto e possiamo forse riassumerlo in: lascia che l'uso della forza emotiva contro di noi sia il nostro migliore alleato.


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GioCo
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Postato da: @luxignis

@gioco
'mazza che cotica! O coda di paglia che vuol si dire.

[...]

E mai sottovalutare l'idiozia umana. E' il primo motore delle cose.
Poi fai come ti pare.

P.S. se vuoi tanto sottolineare l'evidenza evidente allora usa un esempio pertinente non uno da fumetto di Tex Willer

A parte che la storia delle coperte io l'avevo letta proprio su un fumetto di Tex, era un commento veloce, ma se lo vuoi percepire come "emotivo" a me importa zero.

Come ti ho scritto NON voglio che QUI si parli di altro. Apri per favore un altro post e ti prometto che ti rispondo, ok? Poi, l'idiozia se è umana ci include. Personalmente trovo che l'idiozia ha una dimensione mooolto relativa e quasi sempre incollata al nostro giudizio estetico-opportunista della realtà. Preferisco decisamente pensare che l'intelligenza esiste ma non sempre riusciamo a usarla al meglio "da soli". Ci vuole un aiutino... e ne abbiamo bisogno tutti e a questo proposito di ringrazio comunque perché come chiunque mi segue mi dai l'opportunità di riflettere.

Ma faccio anche autocritica. La mia risposta "piccata" non aveva nulla di più di un sovraccarico di lavoro momentaneo, non è legato al tema "indiani" che critichi (e ci sta pure come critica, l'ho accettata). Mentre rispondo, sto facendo una riunione e preparando alcune email. Sai com'è poi le risorse diventano pochine e le risposte finiscono per diventare stringate e secche...


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LuxIgnis
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@gioco
Ok. Ma vedi la risposta non esulava da quello che tenti di dire tu. Se fai un esempio questo deve essere calzante con l'argomento. La mia risposta non è tanto per difendere i nativi che sanno benissimo tuttora difendersi da soli, nei loro luoghi. E sull'argomento ce ne sarebbe da dire, visto che la propaganda imperialista dei coloni americani e dei film western l'ha fatta da padrone per molti anni. Ma non volevo dilungarmi su questo.

Sull'idiozia dissentiamo. Io penso che sia la chiave di volta di tutte le comprensioni degli eventi. L'uomo per me è fondamentalmente un'idiota. Sono i suoi atti a dimostrarlo. Per quanto alcuni degli uomini che conducono le danze non sono idioti ma sanno benissimo cosa stanno facendo e si muovono per profitto, avidità, egocentrismo spiccato e quant'altro, la maggioranza che spesso li segue lo fa per idiozia. Leggi il libro, se non lo hai mai fatto, "il potere della stupidità" di G. Livagri  dove viene spiegato molto bene quanto la stupidità o idiozia siano molto ma molto diffuse, e di quanto incidono sui fatti umani, compresi quelli che viviamo tuttora della fantemia da Covid. Se non fosse stato per un'instupidità diffusa, che nei decenni è peggiorata, della popolazione italiana ed europea, molte cose non sarebbero passate. Nemmeno una.
L'idiozia è molto pericolosa. Preferisco avere a che fare con Satana in persona piuttosto che con un uomo idiota.

Rendersi conto di essere un'idiota è il primo passo verso la liberazione.
L'intelligenza è come la verità, sta lì che aspetta di essere colta, ma quasi nessuno lo vuole fare, perché abbisogna di un atto di responsabilità. Meglio essere idioti che responsabili.

 

 


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Simsim
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@gioco ecco. Se non sbaglio tra l´altro, avevi fatto un post a riguardo, o quantomeno avevo letto proprio qui una disamina. C´era qualcosa che mi frullava per la testa (e che menzionavo col mio "a meno che non mi sono perso qualcosa"). E oggi vedo lo stesso concetto ribadito anche da Raffaele Varvara dopo il meeting fra le varie associazioni.

Con questo tema, mi rendo conto di molti dei miei limiti. Purtroppo (o per fortuna?) non riesco ancora a vedere una conversazione come un campo di scacchi, con mosse da preparare, atteggiamenti da tenere, e quant´altro serva. É il  motivo per cui, alla fine della fiera, non ho mai veramente lavorato nel marketing e nella comunicazione per come avevo pianificato in gioventú. Capisco perfettamente la necessitá, ed é un bene che qualcuno riesca a pensare in questi termini. Ma un´altra parte di me trova incredibile, inaccettabile, inapplicabile, il dover fare uno sforzo mentale pari a 10 per esprimere concetti la cui complicatezza é probabilmente pari ad 1. Ma il problema sono io in questo caso, non voi. Il campo della presente battaglia si affronta esattamente come dite voi, e io quasi sicuramente non sono una risorsa ottimale in questo contesto.


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GioCo
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Postato da: @luxignis

@gioco
Ok. Ma vedi la risposta non esulava da quello che tenti di dire tu. Se fai un esempio questo deve essere calzante con l'argomento. La mia risposta non è tanto per difendere i nativi che sanno benissimo tuttora difendersi da soli, nei loro luoghi. E sull'argomento ce ne sarebbe da dire, visto che la propaganda imperialista dei coloni americani e dei film western l'ha fatta da padrone per molti anni. Ma non volevo dilungarmi su questo.

[...] Preferisco avere a che fare con Satana in persona piuttosto che con un uomo idiota.

Rendersi conto di essere un'idiota è il primo passo verso la liberazione.
L'intelligenza è come la verità, sta lì che aspetta di essere colta, ma quasi nessuno lo vuole fare, perché abbisogna di un atto di responsabilità. Meglio essere idioti che responsabili.

Proprio esclusivamente per il bene, tuo, mio, di tutti, sto preparando un post a parte, dato che mi rendo conto che chiederlo a te è un po' come farti credere che volevo disincentivare la discussione che invece non mi dispiace accendere. Quindi ci sto pensando io, tra un impegno e l'altro dovrei riuscire a girarla sul blog in questi giorni. Come saprai bene perché me lo scrivi proprio in questa risposta, la faccenda degli indiani è un tema storicamente complesso da affrontare ma anche intrigante sotto molti aspetti. Ma quel post si dedicherà apposta a chiarire la pertinenza dell'esempio che come sempre non tiro mai fuori a caso. Sono certo che sarà uno scambio che potrà arricchire entrambi...

Per quanto riguarda Satana, o "satàn" il nemico in ebraico (QUI) dal punto di vista del principio è evidente che l'idiozia l'avrà inventata apposta per persone come te se questo gli permette di farti combattere una guerra ideologica per lui, che quasi sempre si risolve del disprezzo per l'opera dividina e in primis l'Uomo (dato che si suppone che questo nemico sia un angelo caduto che ci odia e ci considera creature imperfette) che però non è l'uomo di oggi ma l'Uomo creato in origine, il perfetto (ossimoro x l'Uomo).

Rendersi conto di qualsiasi cosa è il primo passo, ma spesso è fallace e faticoso. Nel senso che quasi sempre quando ci viene da esclamare "ho capito!" quello è il momento in cui ci converrebbe tornare al dubbio di avere effettivamente capito qualcosa, ma raramente lo facciamo perché ogni "passo" ha un costo emotivo che non siamo disposti a pagare, praticamente quasi mai. L'emozione ha le sue ragioni ferree per agire, ragioni che non sono secondarie a quelle della razionalità sillogistica, solo non sono esattamente un metodo di indagine della realtà. Hanno un altro scopo, altrettanto importante se non forse ancora più importante...


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LuxIgnis
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@gioco
Credo che tu non abbia capito nulla di quello che ho detto.

Rendersi conto non vuol dire per forza capire. Vuol dire solo accertare ed accettare un fatto. Capire è un altro paio di maniche e data la natura ottenebrata dell'uomo non è neanche semplice e/o indispensabile. Anzi rimanere nel dubbio, come dici tu, è la miglior cosa. 

So benissimo Satan chi è, almeno nella sua origine storica, di persona non saprei, e non credo nemmeno che esista, a parte nell'immaginazione umana. Era solo un esempio per dire che è più difficile affrontare un idiota piuttosto che un essere malvagio ma che idiota non è.
Ad majora


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GioCo
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@gioco
Credo che tu non abbia capito [...] Rendersi conto non vuol dire per forza capire. [...]

Allora, l'esclamazione era virgolettata e generalmente scusa ma noi non diciamo "mi sono reso conto!" è una cosa che semplicemente non facciamo. Poi se vogliamo proprio proprio andare a guardare il pelo, treccani mi dice che "rendersi conto" ha come senso figurato rendere conto del proprio operato o sim. (con altro valore rendersi conto di qualche cosa, capirla, spiegarsene le ragioni). Non andrei oltre a scavare per volere a tutti i costi fare la differenza, la lingua non è un taglierino con cui si sezionano i significati, esiste anche un elasticità nell'uso come nel caso "figurato".

Comunque aggiungevo al tuo e non negavo niente. Ma per fugare ogni dubbio riscrivo il tuo pensiero e mi dirai se ho capito male: siccome in generale le persone preferiscono l'idiozia all'intelligenza perché quest'ultima chiede un atto di responsabilità (che costa fatica!) quando riescono a "rendersene conto" fanno il primo passo per liberarsene.

Per ciò ho aggiunto che spesso quel primo passo è fallace (=difficile) e faticoso perché proprio di un processo complessato dalla continua sensazione di aver raggiunto qualcosa, qualsiasi cosa, quando invece è l'illusione a dominare. Un illusione la cui rottura costa emotivamente e per ciò difficile da affrontare. Da qui ho fatto un collegamento alla ragione emotiva che pochissimi comprendono nella disamina della realtà e ancora meno ne comprendono la reale portata.

Detto più chiaramente ancora: è l'emozione che ci induce a descrivere come "idiota" un comportamento, nella misura in cui non ne comprendiamo i meccanismi.


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LuxIgnis
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@gioco
Certo il linguaggio non sempre è adatto ad esprimere dei concetti, anche considerando che nel tempo molte parole hanno deviato dal loro significato originale, o magari hanno preso "un'emozione" che non gli apparteneva.

Nel linguaggio comune so che "rendersi conto" può voler dire anche capire, ma è una locuzione metaforica che ha moltissimi significati se vogliamo. Principalmente per me significa riconoscere che è accaduto qualcosa. Può anche essere che in questo riconoscimento si abbia anche capito, ma non è detto.
Capire è un'altra cosa. In etimo vuol dire prendere. Cioè afferrare il perché è accaduto qualcosa, o esiste qualcosa.

E' molto ma molto più complicato il capire. E non è neanche necessario. Sapere il perché di un qualcosa non è sempre necessario anche perché di moltissime cose non sapremo ma il perché, e quindi inutile perdere tempo o rimanere bloccati sui perché. Il che non vuol dire che non si deve cercare una comprensione.

Chiaramente questa è una mia interpretazione che può essere opinabile, ed è facile giocare con le parole se vogliamo e ne abbiamo le capacità, ma era tanto per chiarire la differenza tra i due vocaboli o modi di dire. E a me piace molto l'etimologia, chiarisce molte cose.

Anche tu usi la parola fallace col senso di difficile, che ci può anche stare ma fallace vuol dire principalmente, considerando il suo etimo, ingannevole. Il che su quello che stai dicendo tu è una parola giusta, ma non nel senso di difficile ma proprio nel senso che ogni conquista che si compie è sempre fallace, perché illusoria. 

Aver salito i primi 100 metri di una montagna di non si sa che altezza e magari infinita, e sentirsi soddisfatti è un fallacia che, come dici tu, è sostenuta da un emozione. Ma nello stesso tempo aver compiuto i primi 100 metri è comunque un atto meritevole ed è un passo verso la vetta.

Per quanto riguarda le emozioni, sebbene alcune anche piacevoli sono sempre un ostacolo alla comprensione. Se si è dominati dall'emozioni non si riesce ad avere una visione limpida del fatto. Quindi non ci si può rendersi conto e tantomeno capire.

Ed è l'idiota colui che è dominato principalmente dalle emozioni. Idiota in etimo vuol dire "uomo privato" inteso come qualcuno che ha un ottica circoscritta, limitata. E sono proprio le emozioni che impediscono di allargare il campo.

Non è che qualcuno, come dici tu, se da dell'idiota a qualcuno è per forza dominato dalle emozioni. Può essere semplicemente che si rende conto, se non proprio capisce, la limitatezza di chi ha di fronte. La limitatezza di chi, nonostante tutte le evidenze, continua a dare credito a qualcosa o qualcuno che non lo merita e che arreca danno alla propria persona. In poche parole l'idiota è colui che va contro i propri interessi. Non fa del male perché lo vuole, ma lo fa perché non si rende conto, e questo lo rende molto ma molto pericoloso. Perché è molto difficile avere a che fare con un idiota, molto di più che con una persona "cattiva" (che fa del male consapevolmente). Per questo avevo citato Satana.

Per fare un esempio attuale, chi porta la mascherina, nelle modalità che ci hanno imposto, perché crede così di fermare un virus non può che essere un idiota. Oltretutto dando credito a chi lo ha già ingannato miriadi di volte nel passato. Questa è l'idiozia, e domina il mondo.

Come ho già detto comprendere un meccanismo è difficile se non impossibile ma rendersi conto di un meccanismo si può e si deve fare. Una volta resosi conto di un meccanismo, si possono avere le armi per scardinare il meccanismo stesso. E' un passo in avanti di un cammino molto ma molto lungo. Non si è ancora giunti da nessuna parte (se mai si deve giungere da qualche parte) ma, a patto che non ci si fermi e ci si gongoli, è qualcosa di importante.

Un cammino di 1000 li (1/2 Km.) inizia sotto la pianta dei piedi - frase, proverbio tratto dal DaoDeJing. E' li che va l'attenzione, sotto la pianta dei piedi, non sul cammino. Il cammino lo fanno i piedi. Ma se sei dominato dalla paura (l'emozione più invalidante se vogliamo), i piedi non si muovono o sono spinti in una direzione contraria al proprio essere.

 


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