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Come volevasi dimostrare


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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L'esito negativo del Consiglio Europeo era previsto e prevedibile.
Invece di una Costituzione l'Europa, che ormai ha molto poco
dell'Unione, avrà un Trattato ultraflessibile, in pratica una serie
di accordi tra Stati che sanciscono l'interesse nazionale.
Spazzata via ogni pur flebile volontà federalista, l'Europa dei
governi, delle destre e del pragmatismo liberista di Sarkozy, Blair,
Kaczinski, cancella due anni di interlocuzione comunitaria (la pausa
di riflessione) e la mobilitazione che almeno dal 2000, con
l'approvazione della Carta di Nizza, si era prodotta.
L'accordo impone in pratica ai 450 milioni di cittadine/i europei la
signoria dei governi su un Trattato, che poteva essere l'alternativa
politica all'Impero statunitense, alla guerra permanente e alla
distruzione del diritto internazionale.
Il compromesso sul Trattato, che dovrebbe entrare in vigore nel 2009,
dopo la Conferenza intergovernativa, è scritto nelle 150 pagine
dell'accordo e prevede:

un maggior controllo dei parlamenti nazionali sull'Europarlamento
(che potrà tuttavia decidere a maggioranza in materie in cui era
prevista l'unanimità),

lo slittamento al 2017 della "doppia maggioranza" che aveva
caratterizzato la "migliore" proposta del Trattato Costituzionale,

il ritorno alla "minoranza di blocco" di cui si avvaranno Gran
Bretagna, Polonia, Repubblica Ceca, come Olanda e Francia, in
funzione anti-Turchia,

persino la scomparsa dei "simboli" comunitari (la bandiera, l'inno,
la menzione dell'euro come moneta dell'Unione).

E' stato eliminato il riferimento alla correttezza del libero
mercato, mentre tutti gli opting out sostenuti da Blair sono stati
accolti: niente primato del diritto comunitario su quello nazionale,
niente politiche sociali, niente PESC (politica estera e di difesa)
che diventa intergovernativa.

Inevitabile il riferimento (polacco) alla "famiglia".

Rimangono i protocolli sulla sussidiarietà e i servizi pubblici,
unici elementi che dovrebbero garantire una cornice comunitaria ma
in realtà saranno agitati in funzione statal-welfarista.
Come si vede è stata seppellita la volontà, espressa in questi anni
da un'opinione pubblica che si è mobilitata contro guerra, liberismo
e nazionalismi e per la generalizzazione dei diritti, di realizzare
un'Europa politica, che avesse personalità giuridica e fosse
orientata verso la differenziazione delle fonti energetiche, la
ricerca e l'innovazione, la condivisione di saperi e conoscenze.
Un dato è certo: l'accordo di Bruxelles distrugge le spinte dei
movimenti e delle sfera pubblica ad una costituzionalizzazione dal
basso dell'Europa e ad un federalismo post-nazionale.
La mancata immissione della Carta di Nizza nell'eventuale Trattato
costituisce un vulnus che non potrà essere riparato da alcun accordo
contingente sui diritti, specie quelli di ultima generazione.
Il Trattato "semplificato" è persino meno del mini-Trattato proposto
da Francia e Germania per superare l'empasse del NO al referendum del
2005 e dell' "Europa a due velocità".
Benchè infatti la Merkel abbia tentato un compromesso più avanzato
niente ha potuto contro il muro innalzato dai Kaczinski e sostenuto
dall' "alleanza atlantica" in Europa.

In questo quadro vale la pena valutare il peso e la portata che lo
spirito nazionalista ha avuto, oltre che la svolta a destra
dell'Europa negli ultimi due anni e considerare la ricaduta politica
del NO referendario di Francia e Olanda, sostenuto dalle "sinistre
radicali".
A questo esito i governi non sono pervenuti solo per la bocciatura
del Trattato Costituzionale del 2005, tuttavia è indubbio che abbiano
cavalcato agevolmente l'onda lunga del NO al referendum.

Quel NO è stato corteggiato e appoggiato, come si ricorderà, da
un'opinione comune alle "sinistre europee radicali", alcuni sindacati
e parte dei movimenti, che rivendicavano così l'antiliberismo dell'UE
e il rifiuto di un' Europa delle elitès.
Risultato: abbiamo oggi una non-Europa delle elitès e degli Stati, un
federalismo e politiche sociali sempre più ignorate, più liberismo
selvaggio e servaggio alla NATO.
Su questo è bene che le sinistre europee di lotta e di governo
riflettano.
Non ci si può coprire dietro un dito, affermando che a Bruxelles si è
esaurito il potenziale del NO. Quel potenziale è stato uno dei
componenti della miscela che ha portato all'accordo.
Non vale neanche la giustificazione del sostegno al NO con la
configurazione liberista dell'Europa nella Terza Parte del Trattato
del 2004. Bastava infatti, come parte dei movimenti sociali
richiedevano, sostenerne lo stralcio, invece che gettar via il
bambino con l'acqua sporca.

Oggi da parte dei movimenti e di un'opinione pubblica europea
"avvertita" conviene rimettersi al lavoro per contrastare questo
misero accordo e rilanciare un costituzionalismo multilivello che
faccia dei diritti il perno su cui ruota una Costituzione europea.
E' però altrettanto urgente mettere grande distanza da posizioni,
purtroppo prevalenti nelle sinistre più o meno radicali e di governo,
secondo cui qualsiasi Trattato sarebbe liberista.

Non è vero, non è più così, se mai lo è stato, e comunque oggi la
partita non si gioca tra due alternative costituzionali, ma tra
un'Europa statalista, lavorista, populista e un'altra, plurale,
federalista, post-nazionale.

Paolo Vernaglione
Fonte http://www.rekombinant.org/
Link: http://permalink.gmane.org/gmane.culture.internet.rekombinant/2194
24.06.07


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