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Dilemma cornuto-Israele e sionismo o Israele sionista!


kiriosomega
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ISRAELE E SIONISMO O ISRAELE SIONISTA!
Per molti un dilemma cornuto! Per altri no!
di kiriosomega
Si fa oggi un gran parlare del soldato Gilad Shalit.
Se ne fa un gran parlare anche sulla stampa estera ed in internet. Nessuno, però, ed ho letto molto in proposito, esplicitamente dichiara la nazionalità del caporale/sergente Gilad Shalit. Costui lo si indica sempre genericamente come un soldato d'Israele, né, mi pare, se ne indicò la nazionalità di nascita circa un anno addietro, ovvero nel tempo del suo "rapimento" mentre erano, lui ed i suoi compagni militari, in baldanzosa pattuglia in territorio palestinese.
Ma qual è il territorio palestinese? Certo non è solo quello dei ristretti confini imposti da Israele e limitati da un ignobile muro, infatti, tutti i territori oggi occupati dai sionisti sono detenuti ed asserviti contro ogni diritto umano e legale. Città, paesi e strade hanno cambiato nome, è possibile sostenere questa verità con l'ausilio di una qualsiasi cartina geografica della provincia palestinese, purché anteriore al 1948. Però si tratta di cartine che, stranamente, diventano sempre più introvabili.
Nonostante le considerazioni espresse, e le mie tendenze filosofiche, sociali e politiche, sottoscrissi una richiesta d’adesione per la liberazione del "ragazzo soldato" che certo credeva la guerra fosse solo una sfilata tra folla plaudente con medaglie e fanfare. La richiesta d'adesione mi fu inviata da "Informazione Corretta" che è un organo di stampa sionista che opera in Italia: "E' solo un ventenne, mi dissi, posso e devo sottoscrivere in nome del mio credo contro la violenza psichica e fisica".
Oggi, però, il coraggioso non è più baldanzoso e rodomonte come nel tempo in cui, con i suoi, armato in modo esemplare, s'aggirava, nottetempo, tra l'indigena popolazione borghese della Palestina. Sinceramente non lo sarei nemmeno io che ne ho passate tante brutte avventure. Essere nelle mani di gente disperata per il massacro di figli e parenti, per il furto delle case e degli averi, non è una passeggiata. Però il nostro eroe è ancora vivo, e ciò vuol dire che tutta la barbarie che si addossa ai palestinesi deve essere stata artatamente ingigantita, e che deve essere ridimensionata.
Certo però che lascia molto perplessi anche il fatto che "non si sanno sconfiggere pochi straccioni male in arnese" da parte di soldati armati, ben addestrati ed equipaggiati con quanto di meglio la schifosa industria bellica riesce a produrre per loro che possiedono il denaro per costruirle.
Evidentemente, dunque, la Palestina, per la gran resistenza che mostra contro l’occupazione militare, non è una terra dimenticata in cui sono approdati i sionisti perché libera da popolazioni autoctone e di nessun interesse per gli arabi. A proposito, voglio nuovamente scrivere che parlando d’arabi e di giudei, ma chi e dove sono questi ultimi, indichiamo la stessa etnia, infatti, ambedue sono di certa origine semitica.
Diversa etnia, non semitica, sono invece i sedicenti discendenti dei giudei di un tempo, ossia i moderni sionisti. Gli antichi giudei, storicamente, erano un popolo sconosciuto la cui origine è ancora da approfondirsi. Possiamo però affermare, che, verosimilmente, nei loro fonemi Ab(e)rh ed (E)b(e)r sia indicativamente racchiusa la loro origine. Infatti, i due sostantivi, traslati nella nostra lingua, acquistano il significato etimologico di "figlio d’Abraham" e di "passare oltre... ... andare avanti", tipico proprio dell'indicazione di popoli transumanti, così com’erano quelle antiche popolazioni giudee che improvvisamente troviamo, verso il 17° secolo ante Nostra Era (a.N.E.), a girovagare per il Neghev entrandone e uscendone per compiere razzie nei villaggi periferici della possente civiltà egizia.
Ma dove sono quei giudei della diaspora mosaica descritti come schiavi egizi nella leggenda biblica [N.B. il sistema faraonico non usufruiva dell’uso degli schiavi], e che lasciarono “in armi” l’Egitto di Faraone? Chi veramente era il loro condottiero “Kush” da noi noto come Mosé, e, verosimilmente, principe kuscita. Perché costui li condusse verso sud dato che la Palestina, la terra promessa stillante miele, è a nord. L’avvenimento riferito è certo, perché di quella transumanza devono esistere vestigia anche in Elephantina, ma non ancora trovate, inoltre lo testimonia anche l’esistenza dei falasha etiopi che hanno credenze e riti differenziati e più primitivi di quelli propri dei sedicenti giudei moderni. Kush, dunque, era un uomo nero etiope/sudanese, ed ecco qui spuntare un altro pezzo di storia giudaica ed il mito dall’Aron ha-Qodesh (la cosiddetta arca dell’alleanza) che non è dato sapere cosa contenesse. [L’Etiopia/Sudan fu un paese che ebbe, assai anticamente, un impero notevolissimo e d’altrettanto splendente cultura purtroppo quasi dimenticata, ma che gli archeologici, moderne opere di bonifica permettendo, stanno tentando di riportare alla luce].
Dove finirono i giudei di quei tempi antichi che, nel dopo Tito, parliamo del 70/72 circa N.E. si dispersero in più rivoli in tutto il mondo allora conosciuto? Oggi possiamo affermare di conoscere etnie dissimili che, a loro dire, si riconoscono giudee per il credo in solo apparenti similari movimenti fideisti. In ogni caso, è bene evidenziare che tali confessioni non sono univoche, anzi, al contrario, sono assai diverse tra loro essendo il supposto monoteismo giudaico ed ebraico moderno un panteismo di diversi dei. Voglio aggiungere, sibillinamente, che lo yavhé e l'elohim biblici sono dei diversissimi tra loro, perciò il giudaismo non è monoteistico, e non bisogna scordare che elohim, nel genesi, è scritto al plurale. Possibile che nessuno voglia comprendere questa faccenda che tanto ha a che fare con l'arroganza sionista?
Si distinguono socialmente, nei nostri tempi, tre gruppi principali di sedicenti discendenti degli antichi giudei, e ciò solo in base al loro credo in parte sovrapponibile alle antiche usanze narrate nei biblion e nella torah. Essi sono i sefarditi, gli aschenaziti ed i falasha, quest’ultimo forse unico ceppo di vera discendenza delle dodici tribù che abitarono il Neghev; inoltre esistono tanti altri gruppi minoritari ridotti al ruolo di piccole comunità viventi fuori dai canoni “del mondo moderno”.
Oggi, dunque, esiste solo gente che vuole riconoscersi nelle dottrine talmudiche e nelle leggende bibliche e del profetismo, ma proviamo a fare su di loro una ricerca del DNA, e valutiamo cosa ne sortirà.
Facciamo un passo indietro lasciando la storia che tanto potrebbe chiarirci sul malessere presente, e torniamo al discorso iniziale.
La Palestina, prima dell'avvento sionista, già era abitata da indigeni che si dimostrano eroici e degni di rispetto, ma, purtroppo, questa popolazione non ha appoggi internazionali da alcuno Stato moderno. Un certo bilanciamento delle forze politiche e di quelle in campo esisteva, nel cosiddetto medioriente, sino a che c'era l'URSS, ma essa è ormai scomparsa e tale funzione la compie davvero Ahmadinejad? E con quali mezzi l’Iran degli ayatollah potrebbe contrastare la “superpotenza” israeliana che è munita di denaro a profusione, di satelliti spia del tipo “ofek”, di oltre trecento bombe atomiche più una decina di bombe all’idrogeno, di divisioni carri capaci d’operare in NBC, di sommergibili con armamento atomico di cui quattro costruiti gratuitamente dalla Germania in riparazione “dell’industria” della shoah. Sommergibili, quelli detti, che si muovono tenendo sotto tiro tutte le maggiori capitali europee, quest’ultima notizia fu trasmessa dalla stampa inglese nel 1999 [De Borchgrave]. Inoltre dagli ebrei israeliti sono posseduti un centinaio di missili Jericho II con portata di circa km 3000 ed installati in basi sotterranee, ma esistono anche i Jericho III con gittata ben superiore ai modelli precedenti. Con tutto quest’arsena
le bellico un paese più piccolo della regione “Puglia” perché teme l’Iran, anche se acquista, qui e là, obsoleti materiali ex sovietici? Razzi con km 1000 di gittata ed acquisizione del bersaglio incerto, o missili terra aria sparabili solo a vista ed a spalla contro elicotteri? Ed anche se i miliziani palestinesi, in casa loro, possiedono qualche moderno RPG [Vampir] di progettazione sovietica e d’attuale fabbricazione difficile da identificarsi, perché il sionismo israeliano può permettersi il lusso d’accusare la Russia di traffico d’armi, mentre esso combatte a Gaza (Palestina) ed in Libano sapendo che il suo parco bellico è in gran parte di fabbricazione statunitense. Tali sono gli elicotteri da combattimento impiegati ed i velivoli di tutti i tipi che partendo dalle basi sioniste bombardano e spezzonano i già malridotti villaggi palestinesi, tali sono le artiglierie AMRAAM e AIM-12B, , tale è il lanciarazzi multiplo MLR 227, tali sono i corazzati M113 e gli M-577/2, insomma, il sionismo vede e svede sempre pro domo sua.
Premesso tutto ciò che è stato scritto, dobbiamo ora trarre qualche conclusione, e l’amara realtà ci svela il volto beluino del sionismo USA/Israel sempre affamato di Potere, controllo e menzogne per auto giustificarsi.
La situazione palestinese è di decine di migliaia di morti, di rovine, di totale violazione dei diritti umani e legali, e l’industria giornalistica, sempre asservita ai grandi gruppi finanziari, agendo come predisse Malcom Little detto X, “Ti faranno amare l’oppressore, ed odiare l’oppresso” sempre predilige soltanto l’esaltazione sionista. Anche i politicanti di casa nostra, mendicanti di voti e bramosi d’ogni tipo di prebende, ormai impongono il silenzio sulle verità storiche a colpi di DDL, così gli italiani, invasi dagli itagliani clandestini regolarizzati ed incapaci di provvedere alle spese più elementari per l’euro che li ha dissanguati, non sono assolutamente informati di ciò che avviene nella martoriata terra di Palestina. Perciò, in casa nostra, pochi sono a conoscenza del fatto che le carceri d’Israele sono ripiene di ragazzetti d’età media di 14 anni, novelli Davide sorpresi a scagliare pietre contro i Merkawa da 66 tonnellate ben più pericolosi dell’antico Golia. Pochi da noi sanno che le carceri sioniste sono piene di donne e vecchi. Pochi sanno che tutta quella massa di gente è detenuta senza aver subito alcun processo e che le sono proibite visite e contatti con l’esterno. Pochi da noi sono a conoscenza che per i sionisti israeliti la maggiore età è raggiunta a 18 anni, mentre è opportunamente posta a 16 anni per i ragazzi palestinesi; ma ancora più ridicolo è che questi ultimi sono considerati maggiorenni nel momento in cui giungono al processo e sono condannati, e non sono considerati in rapporto con l’età avuta in epoca in cui parteciparono al presunto “reato” di cui sono accusati.
Insomma, tra Tsahal e tribunali sionisti interessati solo alla condanna, il palestinese non ha scampo, inoltre egli subisce, durante la carcerazione, efferatezze tali che lo marchiano per la vita, se sopravvive.


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