Notifiche
Cancella tutti

Concerti

Pagina 1 / 2

Tonguessy
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
Topic starter  

“Quante persone mi porti al concerto?”

“A dire il vero pensavo che interessasse la musica, mica gli amici. Serve anche che le presenti la fidanzata?”

“Ma hai una lista di amici che chiami quando suoni in giro?”

“Sì, ma non ho idea se quella sera avranno voglia di farsi 50km per sentirmi suonare.”

“Vabbè, passa di qui che ci mettiamo d'accordo”

“Hanno inventato il telefono proprio per evitare alle persone di perdere tempo e spendere la tredicesima in autostrada e benzina.”

“Porta recensioni e un CD demo.”

“Tanto lo so che resteranno sullo scaffale sotto al bancone per settimane, e che tutta questa manfrina serve solo a farmi telefonare almeno altre 4-5 volte, giusto per sottolineare chi è lo schiavo e chi è il padrone.”

“Speriamo solo che la serata vada bene (cioè io venda molta birra, ndr)”

“Tranquillo: lo so già che se va male ci viene dato metà del compenso (forse) ma che se va benissimo non ci viene dato il doppio”

Non è una conversazione tratta da qualche pièce teatrale di S. Beckett o E. Jonesco ma il dialogo tipico che intercorre tra un gestore di pub (che d'ora in poi chiamerò il barbaro per brevità) dove si fa musica live ed un musicista che cerca di proporsi per un concerto. I rapporti musicisti-barbari vengono costantemente arricchiti da gustose scenette; il chitarrista sta per entrare nel locale quando il barbaro lo blocca apostrofandolo: “Non va mica bene sai? Non hanno prenotato neanche un tavolo i tuoi amici”. Oppure si entra e si vedono dei tavoli riservati. Il barbaro li ha riservati per i nostri amici, senza neanche chiedere. Gentile davvero.

Non è sempre stato così. Negli anni passati chi gestiva quei locali erano persone che amavano la musica almeno quanto lo spillare birra, se non di più. Sapevano distinguere musicisti improvvisati da quelli navigati e sapevano conseguentemente adattare preferenze e compensi.

Con quello che si prendeva trent'anni fa, complice anche il ragionevole costo dei trasporti, ci si poteva permettere l'acquisto di strumenti e amplificatori. Quando ci rubarono tutta la strumentazione dal posto dove provavamo, ad esempio, ci fu un'intensa attività di ricerca date che ci permise di ripagare tutto nel giro di pochi mesi. Semplicemente impensabile oggi.

Quasi quarant'anni dopo abbiamo a nostra disposizione della strumentazione costosa e siamo cresciuti musicalmente. Carichiamo l'auto con migliaia di euro di strumentazione, spendiamo una piccola fortuna in autostrada e benzina (obbligatorio offrire l'auto più capiente e limitare il carico per tentare di farci stare tutto su un'unica macchina, ma non sempre riesce), mettiamo a disposizione una vita di esperienza sul palco per divertirci e divertire e alla fine…..facciamo due conti. Si parte da casa alle 7 e si ritorna alle 2. Sette ore tonde. Tolte le spese, se tutto va bene, ci sono 50€ a testa. Fanno 7€ all'ora. Con migliaia di euro di strumentazione e quarant'anni di esperienza. Se fosse per i soldi sarebbe meglio scaricare casse di patate al mercato ortofrutticolo.

Per fortuna non lo facciamo per i soldi, anche se D'Alema all'epoca decise di mettere fine a questo sistema fai-da-te in cui musicisti e gestori si arrangiavano tra di loro. Nel nome della trasparenza il titolare di IkarusII, comprato con un mutuo concessogli da Fiorani, decretò che ogni musicista che facesse anche solo una data all'anno dovesse essere iscritto ad una qualche organizzazione tributaria. Maledetti evasori, i musicisti. Nascono così le cooperative musicali, dove gli iscritti sono autorizzati ad emettere quietanza. Di quei 50€ cui accennavo sopra non ne rimane neanche più l'ombra, perchè l'iscrizione a quelle cooperative costa. Le sanzioni sono terribili, si arriva anche alla confisca di tutta la strumentazione. Dopo avere bombardato l'ex Jugoslavia nel nome della pace, D'Alema bombarda con chirurgica precisione i testicoli dei musicisti. Nel nome della cultura, ovviamente.

Il progressivo impoverimento in atto rende sempre più difficile il rapporto dei musicisti con la loro passione artistica: oltre alla desertificazione di settore (e culturale in genere), ci sono da tenere presenti inutili balzelli e proliferazioni burocratiche made in SIAE. Al mio matrimonio ho voluto circondarmi di amici musicisti con cui fare una jam session dopo la torta rituale. Pur essendo iscritto SIAE e suonando brani di mia composizione sono stato costretto a sborsare 100€ di diritti di autore. Che ovviamente non mi sono mai stati restituiti, ma sono andati nel gran calderone che premia chi maggiormente vende. Chessò Gino Paoli. Così la SIAE per difendere i miei diritti mi ha fatto fare un bonifico di 100€ a Gino Paoli. Beato copyleft.

Aggiungiamoci pure che sui libri si applica l'IVA ridotta, mentre sugli strumenti musicali no. Come se un libro fosse uno strumento culturale ma una chitarra no.

Così va a finire che, pur di non intrattenere rapporti con i nuovi barbari (i gestori del dialogo sopra) si preferisce organizzare le serate noi. Il trentennale del gruppo, ad esempio. 1976-2006. Oppure un compleanno. Allora sì che invitiamo gli amici, ma non perchè si affoghino nella birra del barbaro di turno.

Una volta ho addirittura tentato di organizzare un Blues Festival nella mia città. Dopo mesi di contrattazioni durante le quali mi pareva di avere raggiunto un qualche risultato, l'illuminata amministrazione di sinistra finalmente metteva nero su bianco la propria disponibilità: un po' di sedie. Così, oltre a dovere organizzare tutto (l'avrei fatto gratis comunque) e a rischiare di mio dato che non c'era l'ombra di un centesimo nella generosa offerta dell'assessore alla cultura, avrei dovuto pagare anche 1200€ di occupazione di suolo pubblico. Per via delle sedie, proprio così.

Altro che evasione fiscale di baffino! Se devo tirare le somme degli ultimi anni devo dire che tra manutenzione, acquisti e spese varie posso solo considerare la musica come andare in vacanza: ci si diverte, ma si spende parecchio.

Sia come sia alla fine è rimasto solo dello spazio per chi fa musica gratis (o quasi) e si porta appresso orde di unni che tra una birra e l'altra ruttano a tempo di qualche brano di rock italiota (simpatica antinomia).

Unni e barbari si trovano bene assieme, pare. Stesso ceppo culturale.

Parlando di unni, una volta alle feste dell'Unità chiedevano se potevamo mica suonare “la cumparsita” o roba analoga. Data l'età avanzata ed il contesto, la cosa mi irritava ma tentavo di non badarci. Ben diverso è quando mi si avvicina al palco un unno di ultima generazione per domandarmi un brano di Vasco Rossi. La voglia di sferrare un calcio che mandi in frantumi una decina di denti è tanta e mi trattengo solo per evitare noiosi processi penali: la soddisfazione non vale le migliaia di euro dell'avvocato.

Insomma questa situazione incancrenita porta ad un avvitamento su sé stessa della dinamica di ascolto: i barbari chiamano gruppetti di poco conto perchè costano nulla e riempiono la sala di entusiasti consumatori, mentre gli spazi per musicisti navigati spariscono. Per carità: giustissimo dare opportunità ai nuovi arrivati di fare la gavetta (resterebbe solo da chiarire se sia sempre musica quella suonata dai gavettisti). Purtroppo c'è solo gavetta, e tutto il resto che c'era una volta in termini di varietà di offerte è sparito (salvo rare eccezioni e le imponenti tournée nei palasport).

Quindi il frequentatore di birrerie si abitua ad ascoltare musica di un certo tipo, cioè la stessa che ormai tutte le radio trasmettono, in ossequio alla dittatura delle chart che le major discografiche impongono. Sarà forse per ques
to che Finardi, sostenitore dantan delle “radio libere” adesso dichiara di volersene uscire dal business musicale (ma non dalla musica). Dice cioè di non volere più avere nulla a che fare con la barbarie. Stonata metamorfosi di “libero” in “commerciale”.

E' andata peggio a Lester Chambers dei Chambers Brothers, che dopo avere venduto milioni di dischi si ritrova a dover fare affidamento ad associazioni caritatevoli per sbarcare il lunario, e denuncia la desolante barbarie dell'industria discografica.[1]

Courtney Love mette sotto la lente di ingrandimento tutto il business musicale e nota come i barbari operino all'interno della cultura dei soldi facili ed evitino di premiare chi svolge effettivamente il lavoro. [2]

Sparito il sostegno ai potenziali nuovi geni musicali, si assiste all'infinita riproposta del conosciuto, ovvero alla generazione di replicanti: zombie senza futuro sostenuti da barbari per un pubblico di unni.

[1] http://www.vice.com/read/screwed-over-by-the-music-industry-lester-chambers

[2] http://www.icrates.org/swimming-with-sharks-a-critical-view-of-the-future-of-the-music-industry/

Link: http://www.appelloalpopolo.it/?p=6663


Citazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Bello quest'articolo. Da ex musicista mi ci sono riconosciuto in pieno. Infatti ho mollato, il mio amore per la musica non era così infinito da compensare le frustrazioni.
Devo dire però che questo penoso stato di cose è favorito dall'estremo individualismo, cialtronismo e avidità degli stessi artisti. Sarebbe meglio guardarsi allo specchio ogni tanto.


RispondiCitazione
Peppe
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 149
 

Ciao Tonguessy, gran bell'articolo.
Credo di essere decisamente più giovane di te,ma non troppo da aver potuto vivere (almeno dalle mie parti) la transizione tra il, per così dire, tardo-illuminismo e la decadenza barbarica dei locali che fanno musica live.

Il refrain tipico del gestore che hai messo all'inizio, non so quante volte ho dovuto ascoltarlo anch'io. Alla fine la cosa diventava talmente umiliante che ti passava la voglia di proporti. Infatti è stato uno dei motivi, anche se il principale era il lavoro, per cui ho chiuso il basso nella custodia...

E poi i prezzi della strumentazione! A voler ricomprare oggi uno strumento degno di tal nome (e non un giocattolo giapponese), più un amplificatore all'altezza, se ne vanno via almeno 5.000 euro. Poi, se vuoi attrezzarti con la band per mixer, impiantino, microfoni e via dicendo, a occhio e croce altri 10/15.000.
Insomma, roba che (per divertirti) il golf è un hobby nazional popolare...

Poi dovresti rientrare queste spese con le 30/50 euro di una seratina in un locale qualsiasi; sporadica per giunta.
E allora vài col karaoke...


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Cari amici, svolgo questa professione da 30 anni ad un livello, diciamo, un po' al di sopra del "pub" anche se saltuariamente mi capita ancora di metterci piede.
<p>Capisco la frustrazione e le lamentele dell'articolista che, però, sia ben chiaro, derivano da una totale mancanza di regole che possano disciplinare efficacemente sia l'attività dilettantistica degli amatori che quella PAGATA dei professionisti.
<p>Innanzitutto non si capisce perchè nella maggioranza delle professioni sia richiesta una qualifica mentre per l'attività del suonare uno strumento e fare musica invece ci debba essere questa mescolanza tra chi va a suonare per hobby e per uscire di casa e farsi una birra con gli amici e chi invece lavora professionalmente, seriamente, chiedendo giustamente un compenso per la sua attività.
<p>Sia ben chiaro: ci sono dilettanti bravissimi e professionisti mediocri. Ma la bravura non è il punto: il punto è farsi pagare. Se ti fai pagare sei un professionista. Da un professionista ci si aspetta un comportamento professionale, sotto tutti gli aspetti.
<p>Dovrebbe esistere un circuito, non pagato, per gli amatori, gli hobbisti, i dopolavoristi, e un circuito per i professionisti. Regole e procedure semplici, chiare, che permettano ad entrambi di operare correttamente, senza pestarsi i piedi. Costi limitati al massimo per chi organizza i concerti ( = abolizione della SIAE per concerti gratuiti in locali al di sotto di 200 posti a sedere, come in UK).
<p>Voglio dirvi che certi esecrabili comportamenti dei "barbari" sono stati alimentati soprattutto da quella pletora di dopolavoristi improvvisati che, approfittando della totale mancanza di regolamentazione, si propongono a niente o quasi, in nero, si portano dietro mixer, casse e piantane luci e invitano pure gli amici... non certo dai professionisti. Chiaramente molti "localari" ci vanno a nozze, in fondo alla loro clientela becera che sul palco ci sia B.B.King o Ciccio il postino armonicista non gliene frega nulla... i problemi sono 1) troppi dilettanti e gente che gioca con la musica live disponibile a "tutto" pur di suonare su un palco 2) regole troppo costose, farraginose 3) totale mancanza di controllo delle regole 4) lavoro nero dilagante 5) troppi locali assolutamente inadatti alla musica. Caro amico che scrivi, se non ti va di essere trattato come un pezzente dal barbaro, allora mettiti a studiare seriamente così diventi veramente bravo e forse inizierai a suonare con qualcuno un po' più in alto del pub, abbi il coraggio di dire no quando ti chiedono impianto e claque e quando ti offrono cifre ridicole o solo pizza e birra, chi ti obbliga?
<p>Ho scritto di getto, ci sarebbero tante cose da dire, ma nell vita bisogna anche fare delle scelte, e non è detto che tutti arrivino dove vorrebbero, bisogna anche accettare l'evidenza dei fatti. Scusate.


RispondiCitazione
Tonguessy
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
Topic starter  

questo penoso stato di cose è favorito dall'estremo individualismo, cialtronismo e avidità degli stessi artisti. Sarebbe meglio guardarsi allo specchio ogni tanto.

Hai ragione. Tutta colpa dell'individualismo degli operai se la FIAT chiude i cancelli e delocalizza.
Tutta colpa del cialtronismo dei Palestinesi se Israele li ammazza un giorno sì e l'altro anche.

E tutta colpa dell'avidità dei bambini di Chernobil se la SIAE li ha multati perchè hanno cantato delle canzoni per dire grazie alle famiglie da cui erano stati ospitati.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/blitz-della-siae-alla-festa-multati-i-bimbi-di-cernobyl/1374048

Ma per fortuna siamo circondati da supereroi indefessi ed efficienti che combattono alacremente individualismo, cialtronismo e avidità: Marchionne, Netanyahu ed il suo esercito che unito all'esercito della SIAE ci salvano dalle disgrazie che hai correttamente sottolineato.

L'Umanità grazie a loro sta marciando trionfalmente verso i promessi lidi di Civiltà e Progresso.


RispondiCitazione
Tonguessy
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
Topic starter  

Caro amico che scrivi, se non ti va di essere trattato come un pezzente dal barbaro, allora mettiti a studiare seriamente così diventi veramente bravo e forse inizierai a suonare con qualcuno un po' più in alto del pub

Ma che cazzo dici? Mi hai mai sentito suonare? Ma dove vivi?
Giusto per restituire la gentilezza: ho il sano sospetto che tu, al pari del Trota, abbia raggiunto quei meravigliosi paradisi artistici grazie a qualche nepotismo.
In alternativa fai parte dei grandi asfaltatori della musica italiota: Liga, Vasco e company. Cioè i favoriti delle major, che hanno desertificato il panorama variegato che esisteva fino a prima del loro arrivo.

Perchè pare che siano questi personaggi a suonare.

Paolo Andriolo, con cui ho suonato per molti anni, non ha che tre serate fino alla fine dell'anno.
http://www.paoloandriolo.com/Home.html

E anche lui, come Finardi, ne ha le palle piene dei barbari e sta seriamente pensando di cambiare lavoro. Magari però hai ragione tu, e devono solo studiare di più. Tu invece.....


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

Il crimine piu' devastante e radicale, e' quello commesso ai connaturati impulsi creativi e culturali dell'uomo.
Impedire all'uomo di esprimere i suoi talenti e' impedirgli di repirare, di vivere.
E' avvelenare la societa'.
La controcultura e' la culla dell'incivilta'.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Caro amico che scrivi, se non ti va di essere trattato come un pezzente dal barbaro, allora mettiti a studiare seriamente così diventi veramente bravo e forse inizierai a suonare con qualcuno un po' più in alto del pub

Ma che cazzo dici? Mi hai mai sentito suonare? Ma dove vivi?
Giusto per restituire la gentilezza: ho il sano sospetto che tu, al pari del Trota, abbia raggiunto quei meravigliosi paradisi artistici grazie a qualche nepotismo.
In alternativa fai parte dei grandi asfaltatori della musica italiota: Liga, Vasco e company. Cioè i favoriti delle major, che hanno desertificato il panorama variegato che esisteva fino a prima del loro arrivo.

Perchè pare che siano questi personaggi a suonare.

Paolo Andriolo, con cui ho suonato per molti anni, non ha che tre serate fino alla fine dell'anno.
http://www.paoloandriolo.com/Home.html

E anche lui, come Finardi, ne ha le palle piene dei barbari e sta seriamente pensando di cambiare lavoro. Magari però hai ragione tu, e devono solo studiare di più. Tu invece.....

Noto un particolare astio (fuori luogo) e nessuna voglia di parlare seriamente del problema. Peccato, sappi che se si mettessero le mani seriamente alla questione le situazioni limite descritte (che ben conosco) verrebbero eliminate, e ci sarebbe la giusta e dignitosa collocazione sia per gli amatori che per i professionisti. Come ho detto ho scritto di getto, sento parlare di questi problemi da 40 anni, tutti si lamentano, anche giustamente. Rimane il fatto, però, che nel mio settore, per fortuna, se acquisisci un certo livello di capacità tecniche le opportunità lavorative si allargano, e, nonostante esistano le caste anche nel nostro ambiente (sanremo, rai, mediaset, le grandi tournèè, le grosse agenzie ecc ecc) ognuna delle quali si fa i cazzi propri) e centinaia di musicisti pronti a calare le mutande in cambio di qualche osso (e qualcuno ce la fa), beh insomma se sei veramente al di sopra di un certo livello è difficile che tu non riesca a cavarci lo stipendio, nonostante tutto. C'è troppa gente che si sente un fenomeno solo perchè sa scrivere qualche canzone stramba o suonare a memoria tutto il repertorio di vasco o dei beatles... appunto, di questa gente ce ne è tanta, non c'è spazio per tutti. E' un lavoro molto duro, i posti sono pochi, il lavoro è organizzato a piramide, e più sei in basso più devi combattere per un pgno di mosche. Personalmente ritengo che gran parte dei problemi dipendano dalla eccessiva presenza di dilettanti e dopolavoristi. A NY e Parigi devi avere una licenza anche per fare il busker nelle stazioni del metro: devi dare un esame davanti una commissione e dimostrare di essere al di sopra di una certa soglia. Da noi invece chiunque impara 4 accordi col metodo in edicola mette su il gruppo e va a suonare nei pub appunto per 150 euro in 6 (in nero ovviamente). Non si capisce perchè un lavabicchieri o un cameriere o un pizzaiolo LAVORANO, devono avere il libretto di lavoro, devono passare l'esame alla camera del lavoro, vengono pagati regolarmente e in regola, mentre un "musicista" può giocare. Secondo me è ora di prendere questa attività più seriamente, sotto tutti i punti di vista. E separare il gioco (che ha diritto di esistere) e la professione. A questo punto della mia carriera ho gettato la spugna, mi rendo conto che noi "suonatori", come categoria, non esistiamo, non siamo capaci di fare gruppo, di far valere i nostri interessi, perchè c'è troppa gente che PAGHEREBBE pur di suonare su un palco. Ci sono anche altri problemi, per carità: l'abbruttimento culturale dilagante, la burocrazia assurda, regole farraginose, assoluta mancanza di controlli, il caso SIAE (altro argomento molto vasto) ecc ecc.
Comunque, se sei uno strumentista veramente di buon livello (e per arrivarci, oltre al necessario talento, ci vuole STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO) le porte in qualche modo si aprono sempre. Se nun musicista non vuole sottostare alla tirannia e maleducazione di certi "datori di lavoro". come ho detto, allora si deve saper organizzare: si trovi un altro lavoro per campare, e vada a suonare solo nei contesti più dignitosi, magari rinunciando a qualche "data", e cerchi di LAVORARE PROFESSIONALMENTE per migliorare il suo prodotto e portarlo a livelli molto alti. Ciao


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

Non mi risulta che basti possedere un talento vero per vedersi riconoscere la liberta' di poter lavorare secondo le proprie passioni.
Ne' riconosco valore alla tesi o legge secondo cui dovrei passare sul cadavere di altri per farmi riconoscere il mio eventuale talento.
Prima poi di affrontare il problema del valore di una capacita' e di un vero talento mi sembra molto piu' vitale che ognuno possa avere la possibilita' di espriimere la sua arte, e comunque di vedere riconosciuta la sua necessita' di esprimersi attraverso un'arte.
Credo sia un modo superficiale e contraddittorio di giudicare quello che vuole imporre la meritocrazia attraverso la legge della giungla.........ovverosia la legge del piu' forte......


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Non mi risulta che basti possedere un talento vero per vedersi riconoscere la liberta' di poter lavorare secondo le proprie passioni.
Ne' riconosco valore alla tesi o legge secondo cui dovrei passare sul cadavere di altri per farmi riconoscere il mio eventuale talento.
Prima poi di affrontare il problema del valore di una capacita' e di un vero talento mi sembra molto piu' vitale che ognuno possa avere la possibilita' di espriimere la sua arte, e comunque di vedere riconosciuta la sua necessita' di esprimersi attraverso un'arte.
Credo sia un modo superficiale e contraddittorio di giudicare quello che vuole imporre la meritocrazia attraverso la legge della giungla.........ovverosia la legge del piu' forte......

quello che dici è giusto ma succede solo nel mondo perfetto. Qua sulla terra, chi vuole o deve vivere con i proventi di un'arte (suonare, dipingere, scolpire, scrivere, fare l'attore ecc) deve fare i conti con gli aspetti pratici e imparare gli aspetti più meramente professionali dell'attività. Non puoi separare l'arte dalla professione, i due aspetti si alimentano a vicenda, per raggiungere i migliori livelli devi essere forte in entrambi, altrimenti sei solo un fricchettone creativo con le pezze al culo o un esecutore freddissimo e privo di sentimento. Un musicista forte ha emtrambe le capacità, che sono in parte un dono di natura e in parte frutto del duro lavoro. Non basta averne solo una! Ci sono anche musicisti che, per non dover accettare compromessi (lo smarchettamento che faccio pure io, per carità, anche se si può fare dello smarchettamento laido oppure professionale e ben fatto... ) hanno un altro lavoro e fanno solo quello che gli piace fare. E' una questione di scelte. Ribadisco comunque che ci sarebbero tante cose da fare per dare una bella sistemata al nostro settore... ma figurati se "quelli là" hanno la volontà di metterci le mani... in questo periodo stanno pensando solo a come fare per mantenere la poltrona, la pensione, i privilegi.... chi se ne fotte dei musicisti Ciao


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

La liberta' culturale o spirituale che dir si voglia, le nostre attitudini e passioni e talenti sono parte distintive del nostro spirito, della nostra unicita', sono alla radice del problema.
Per questo chi bene lo sa fa in modo che in cio' gli uomini siano frustrati e impediti nelle loro intime espressioni di talenti e capacita'. In piu' si fa in modo di non inculcare nelle coscienze questa verita' basilare ma piuttosto di addestrarla alla competizione malsana sostituenedo alla vera cultura altri principi e valori che possono aiutare gli sfruttatori a raggiungere i loro scopi ed interessi. ( Benettazzo e' un esempio di tale "filosofia" o cultura quando insegna il suo carpediem economico)
Se non ci fosse una realta' spiacevole nemmeno si potrebbe ravvisare la necessita' e il bisogno del cambiamento, della realta' considerata perfetta. E comunque il tendere a raggiungere quest'ultima e' il motore principale che puo' portare a considerare possibile la meta e quindi il risultato.
Si dice, e' vero, che la perfezione non esiste, ma in questa asserzione o lapidario giudizio io vedo piuttosto la possibilita' della liberta' dell'uomo di decidere la direzione della sua vita, e del suo agire. Senza la percezione del disagio, del bisogno, nulla in me si muoverebbe, come la natura in noi spinge alla soddisfazione dei bisogni piu' materiali e fisici, cosi' l'impulso del nostro essere interiore tende alla sua perfezione, e comunque al soddisfacimento dei suoi aneliti , spesso la natura e' un ostacolo, ma nello stesso tempo un insegnamento.
L'uomo e' malvagio anche perche' in piu' dell'animale ha questa possibilita' di scelta, non compie il male solo per sopravvivere e per equilibrio di natura, resta da esaminare e considerare la possibilita' ( o meno ) di poter andare oltre la mera constatazione e giudizio di questa caratteristica che vuole vedere l'uomo senza appello, ineluttabilmente simile alla bestia se non addirittura al di sotto dell'animale stesso, per via appunto del fatto che siamo potenzialmente capaci, e si e' dimostrato e lo si dimostra ancora, piu' degli animali, di nefandezze indicibili.
Piu' che asserire "la perfezione non esiste", o "e' una illusione", etc., mi sentirei di dire che, una perfezione congenita, donata, dell'umanita' , senza sforzo, incidenti di percorso, sofferenze, e senza merito alcuno di averla conseguita, conquistata, poco avrebbe a che fare con il concetto reale e universale di Liberta' che tanto agogniamo e rivendichiamo.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

La liberta' culturale o spirituale che dir si voglia, le nostre attitudini e passioni e talenti sono parte distintive del nostro spirito, della nostra unicita', sono alla radice del problema.
Per questo chi bene lo sa fa in modo che in cio' gli uomini siano frustrati e impediti nelle loro intime espressioni di talenti e capacita'. In piu' si fa in modo di non inculcare nelle coscienze questa verita' basilare ma piuttosto di addestrarla alla competizione malsana sostituenedo alla vera cultura altri principi e valori che possono aiutare gli sfruttatori a raggiungere i loro scopi ed interessi. ( Benettazzo e' un esempio di tale "filosofia" o cultura quando insegna il suo carpediem economico)
Se non ci fosse una realta' spiacevole nemmeno si potrebbe ravvisare la necessita' e il bisogno del cambiamento, della realta' considerata perfetta. E comunque il tendere a raggiungere quest'ultima e' il motore principale che puo' portare a considerare possibile la meta e quindi il risultato.
Si dice, e' vero, che la perfezione non esiste, ma in questa asserzione o lapidario giudizio io vedo piuttosto la possibilita' della liberta' dell'uomo di decidere la direzione della sua vita, e del suo agire. Senza la percezione del disagio, del bisogno, nulla in me si muoverebbe, come la natura in noi spinge alla soddisfazione dei bisogni piu' materiali e fisici, cosi' l'impulso del nostro essere interiore tende alla sua perfezione, e comunque al soddisfacimento dei suoi aneliti , spesso la natura e' un ostacolo, ma nello stesso tempo un insegnamento.
L'uomo e' malvagio anche perche' in piu' dell'animale ha questa possibilita' di scelta, non compie il male solo per sopravvivere e per equilibrio di natura, resta da esaminare e considerare la possibilita' ( o meno ) di poter andare oltre la mera constatazione e giudizio di questa caratteristica che vuole vedere l'uomo senza appello, ineluttabilmente simile alla bestia se non addirittura al di sotto dell'animale stesso, per via appunto del fatto che siamo potenzialmente capaci, e si e' dimostrato e lo si dimostra ancora, piu' degli animali, di nefandezze indicibili.
Piu' che asserire "la perfezione non esiste", o "e' una illusione", etc., mi sentirei di dire che, una perfezione congenita, donata, dell'umanita' , senza sforzo, incidenti di percorso, sofferenze, e senza merito alcuno di averla conseguita, conquistata, poco avrebbe a che fare con il concetto reale e universale di Liberta' che tanto agogniamo e rivendichiamo.

ok ma... che c'entra con le problematiche sollevate dai vari post. ciao


RispondiCitazione
Tonguessy
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
Topic starter  

Noto un particolare astio (fuori luogo) e nessuna voglia di parlare seriamente del problema. A NY e Parigi devi avere una licenza anche per fare il busker nelle stazioni del metro
Comunque, se sei uno strumentista veramente di buon livello (e per arrivarci, oltre al necessario talento, ci vuole STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO) le porte in qualche modo si aprono sempre.

Un astio fuori luogo quando mi dici che se mi succedono queste cose è perchè non ho studiato abbastanza, e senza avermi mai sentito?
Si chiama Argumentum ad Personam. Una schifezza.

Poi ammetti con tranquillità di "avere buttato la spugna", dando per scontato che tu hai fatto tanto STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO.
Com'è che per te le porte si sono chiuse metre per gli altri si devono aprire?

Quindi i tuoi conti non tornano.
I miei sì.

Non esiste premio, esiste il Trota e gli squali del business musicale, a partire dal gestore di birreria fino a Sanremo e oltre.

Ripeto il caso di Paolo, che ha suonato con mezzo mondo (attualmente due delle tre date sono con la cantante degli Incognito) ed è arrivato anche lui al capolinea, pur avendo fatto tanto STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO.

Su NY: un mio amico, in visita turistica nella grande mela, va ad un concerto di Peter Erskine, che anch'io considero uno straordinario talento (forse il migliore in circolazione). Dopo il concerto gli si avvicina e quando Peter apprende che viene dall'Europa gli chiede, con la bava alla bocca, se riesce ad organizzargli una tournée oltreoceano. Quella sera aveva incassato 50$. Circa come da noi, ma lui era Peter Erskine.
Evidentemente anche lui deve ancora affrontare lo STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO?

Non ho parole....


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Noto un particolare astio (fuori luogo) e nessuna voglia di parlare seriamente del problema. A NY e Parigi devi avere una licenza anche per fare il busker nelle stazioni del metro
Comunque, se sei uno strumentista veramente di buon livello (e per arrivarci, oltre al necessario talento, ci vuole STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO) le porte in qualche modo si aprono sempre.

Un astio fuori luogo quando mi dici che se mi succedono queste cose è perchè non ho studiato abbastanza, e senza avermi mai sentito?
Si chiama Argumentum ad Personam. Una schifezza.

Poi ammetti con tranquillità di "avere buttato la spugna", dando per scontato che tu hai fatto tanto STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO.
Com'è che per te le porte si sono chiuse metre per gli altri si devono aprire?

Quindi i tuoi conti non tornano.
I miei sì.

Non esiste premio, esiste il Trota e gli squali del business musicale, a partire dal gestore di birreria fino a Sanremo e oltre.

Ripeto il caso di Paolo, che ha suonato con mezzo mondo (attualmente due delle tre date sono con la cantante degli Incognito) ed è arrivato anche lui al capolinea, pur avendo fatto tanto STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO.

Su NY: un mio amico, in visita turistica nella grande mela, va ad un concerto di Peter Erskine, che anch'io considero uno straordinario talento (forse il migliore in circolazione). Dopo il concerto gli si avvicina e quando Peter apprende che viene dall'Europa gli chiede, con la bava alla bocca, se riesce ad organizzargli una tournée oltreoceano. Quella sera aveva incassato 50$. Circa come da noi, ma lui era Peter Erskine.
Evidentemente anche lui deve ancora affrontare lo STUDIO STUDIO STUDIO STUDIO?

Non ho parole....

evidentemente non sono riuscito a spiegarmi, non hai capito molto, ma è colpa mia. E poi non sto parlando di te. Sto facendo delle considerazioni generali. Ho gettato la spugna nel senso che ormai non mi aspetto che la situazione lavorativa-fiscale generale per quanto riguarda i musicisti possa ricevere, finalmente, una bella regolata, come per esempio in Francia o altri posti. Ripeto che il discorso è molto ampio e si potrebbe aprire un forum proprio su queste tematiche. Il mio concetto è che il mercato lavorativo è molto scarso, ma per chi è in grado di lavorare a un certo livello le possibilità di mantenere la famiglia ci sono. Certamente bisogna anche sapersi adattare senza pretendere sempre di suonare a Umbria Jazz col grande nome. Oppure ci si trova un altro lavoro e si suona solo nelle situazioni che aggradano. Io dico che se uno è giustamente stanco di avere a che fare con i cafoni che gestiscono i pub deve fare delle scelte. Suonare non è un lavoro facile, anzi. Personalmente da quando ho famiglia ho aumentato il mio lavoro didattico, trovando un po' di stabilità, perchè il live va e viene, c'è l'annata grassa e l'annata magra. Poi, se lavori bene, col tempo i frutti arrivano sempre. Ma, ripeto, il tuo post senz'altro evidenzia certi problemi che, con una migliore organizzazione e regolamentazione del nostro settore non ci sarebbero più. Se però speri che questo possa accadere "dal basso" scordatelo. Può solo arrivare dall'alto. E quindi, scordatelo. Per quanto riguarda Erskine che fa la gig da 50$ non c'è nulla da meravigliarsi. Nelle grandi città tutti i grandi fanno anche 5-6 gig alla settimana, servono soprattutto per mantenere in tiro le band, provare in pubblico i pezzi, gli arrangiamenti... e le paghe sono quelle. Poi ovviamente quella gente ha anche tanto altro lavoro ad alto livello: festival, rassegne, tv, tourneè, incisioni, e ti garantisco che a me e a te basterebbe un quarto di quello che guadagna in un anno Erskine. La differenza è che le gig a NY e Londra le fanno i musicisti con le palle mentre da noi le cover band dilettanti con impianto, piantane e codazzo di amici. Ripeto ad anuseam, è un discorso lungo, complesso, che meriterebbe ben altra sede. Grazie a tutti comunque per aver portato su CDC queste tematiche di cui, a parte gli addetti ai lavori, di solito non parla nessuno ciao
"che lavoro fai?" "suono" "no, no, ma io intendevo proprio di lavoro, cosa fai"


RispondiCitazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

ok ma... che c'entra con le problematiche sollevate dai vari post. ciao

Scusa, non mi sono spiegata bene. Violevo dire che nell'esempio di questa discussione, a Tonguessy non viene data l'opporturnita' di esprimere la sua arte ne' di mostrare i suoi eventuali meriti.
A meno che tu non credi che cio' non accada a causa del giudizio negativo di qualcuno sulle sue capacita'.
In questo caso Tong ha ben donde di rispondere in certa maniera....

Poi, continuando il tema nella sua linea generale.....vi pare poco che certi autori, esempio degli scrittori, sottoesempio ...Emilio Fede ( Pardon 😳 , lapsus, volevo dire Vespa ) inondino il mercato di best sellers ( 😯 ) e un talento senza conoscenze e spintarelle muoia di fame in una misera stanza chissa' dove senza che nessuno possa avere l'opportunita' e il privilegio di leggerlo?


RispondiCitazione
Pagina 1 / 2
Condividi: