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cosa possiamo apprendere dal M5S


Johannmatthias
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Le lezioni che abbiamo imparato dal M5S

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=60412

E stato pubblicato un interessante articolo riguardante il M5S il quale non mi trova in accordo al riguardo dei limiti strutturali.

Il M5S ha segnalato agli Italiani la separatezza che si era creata tra eletti e base militante e che è possibile, attraverso la militanza, costituire un rapporto più virtuoso, nobile, produttivo, anche se poi ha condito questa giusta analisi con eccessivo moralismo (sugli stipendi) e con nichilismo (l'eletto è solo un portavoce).
LA LEZIONE L'ABBIAMO APPRESA (anzi l'hanno appresa molti italiani, perché noi già sapevamo). ANCHE DA QUESTO PUNTO DI VISTA IL M5S NON SERVE PIU'

Io non concordo con quest’ultima affermazione, in quanto ritengo che il M5S, serve eccome: eccessivo moralismo e nichilismo sono il risultato di una voluta disinformazione da parte dei mass media, di una voluta e forzata sovraesposizione dei problemi interni al M5S, finalizzata a sviare l’attenzione dal loro operato, e soprattutto, dal loro metodo democratico.
Il rapporto virtuoso di tale metodo sta proprio nel concetto che l’eletto sia un portavoce, un civil servant. Le decisioni devono essere prese dagli iscritti e poi diventano direttive per gli eletti. E’ un concetto base della democrazia, non solo di quella diretta. I parlamentari sono stati scelti dalla base, non dalla rete e la stessa base decide della loro espulsione o revoca, come dir si voglia. I candidati alla Presidenza della Repubblica non erano di Grillo, né della rete, ma degli iscritti.

Sembra proprio che la lezione non l’hanno appresa in molti, come non l’ha appresa Freccero quando a In Onda parlava di Rodotà e Gabanelli quali alleati di Grillo.

Segnalo DUE LIMITI STRUTTURALI.

IL PRIMO: è un movimento nichilistico che nega l'uomo.

Classe dirigente o élites sono il problema, in quanto nell’attuale sistema politico essi vengono forgiati dai partiti, vengono nominati dai vertici degli stessi e non sono eletti dalla base. Anche una revoca non è possibile all’interno di un partito se questo strumento non è previsto come lo è, invece, all’interno del M5S.
La classe dirigente 5S si sta formando e si formerà pian piano, man mano che il movimento inizierà ad amministrare a livello comunale, provinciale e regionale.

Tutta la cosiddetta classe dirigente politica, di tutti i partiti, usufruisce di uno staff di esperti ben pagati per approfondire tematiche che sono da affrontare in sede parlamentare. Gente, quella degli staff, che si prende la briga di leggersi i dossier e scrivere un sunto che passa al parlamentare, dove invece il parlamentare “grillino”, o quello tedesco dei Piraten, si lamenta di dover passare le notti a leggere e studiare dato che non ha i mezzi per potersi pagare uno staff adeguato.

A voler fare il parlamentare, quindi, si necessita di mezzi economici che é inutile rispedire “al mittente“. Essi sono da utilizzare per essere informati ed eseguire con facilità il mandato ricevuto.
Quindi una classe dirigente – già il nome! – vera e propria non serve più, servono delle persone intelligenti e fidate, affiancate da esperti che possono essere sostituiti anche da commissioni all’interno del partito stesso, commissioni composte da persone elette dalla base, perché nella democrazia diretta chi dirige è la base, il cittadino.

IL SECONDO: negando l'uomo, il M5S nega anche la strategia, ossia la politica.

La politica – cioè la partecipazione all’amministrazione della cosa pubblica – è la strategia ed è la dimostrazione della valorizzazione dell’uomo, del cittadino. È in primo luogo la novità, anche ideologica, che spiazza cosi brutalmente i partiti. Lo si capisce dalla loro reazione scomposta anche attraverso la stampa ed i media a loro asserviti, non lontana dai termini utilizzati dall’estensore del citato articolo. Termini come ridicolo ed infantile sono ricorrenti e fanno parte del lessico.

Sarebbe un bel guaio per i partiti se dovesse prendere piede l’elezione diretta dei candidati, delle cariche del partito e la loro possibile revoca. Il partito in mano agli iscritti: sarebbe il disastro, la debacle, la cessazione del poter gestire il denaro pubblico per il proprio tornaconto.

IL M5S HA POI UN LIMITE NON STRUTTURALE MA PROBABILMENTE DOVUTO AD OPPORTUNISMO. Non ha una politica estera.
Per il momento ciò non serve neanche. Lasciate loro il tempo. Il ritiro dei soldati dall’Afghanistan non è politica estera? Il rifiuto degli F35 non è politica estera?

E non confondiamo le tesi e le proposte di Grillo con quelle del M5S. Quando la base avrà votato una risoluzione avremo una politica. Quando i parlamentari l’avranno elaborata, come hanno elaborato il documento economico presentato anche in questo forum, la sottoporranno al voto degli iscritti ed allora si saprà quale sarà la politica di questi ultimi, e cioè del movimento, perché gli iscritti sono il movimento.
Succede una cosa simile negli altri partiti? Ce lo sogniamo!
È “l’ideologia” della partecipazione all’amministrazione della cosa pubblica e sottintende collaborazione, partecipazione, controllo, onestà, decisioni palesi e quant’altro. Soprattutto sottintende la ferrea volontà di non volere più, per nessun motivo, delegare ad altri.

Non vedo quindi i tre limiti esposti.

Sì, in una cosa l’autore dell’articolo ha ragione: un’associazione politica con queste premesse, potrebbe vivere anche senza un personaggio come Grillo. Ciò vuol dire che è assolutamente necessario che nascano altre associazioni politiche con lo stesso metodo del M5S, che io definisco metodo democratico, ma con finalità e/o idee diverse.

Poi ci sono i veri limiti, o piuttosto difficoltà, di un’associazione politica del genere, ma questo è un altro discorso.

Un cordiale saluto
Matthias von der Schulenburg


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