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Cossiga: «Sono dolori. Può tornare il terrorismo»


Tao
 Tao
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«IL PD DOVRÀ FARE OPPOSIZIONE DURISSIMA E ASSORBIRE LA SINISTRA RADICALE»

Cossiga: «Berlusconi avrà contro sindacati, poteri forti, giudici. Veltroni dovrà contenere le spinte della sinistra»

«Per Silvio Berlusconi adesso cominciano i dolori, ha una maggioranza ampia ma governare sarà davvero difficile. Immaginavo che avrebbe vinto, ma solo di poco». Il senatore a vita Francesco Cossiga è convinto che il Paese conoscerà una nuova stagione di turbolenze politiche e di piazza.

Perché fa questa previsione?

«Perché lo sconfitto, il leader del Partito democratico Walter Veltroni, o chi eventualmente gli subentrerà, sarà costretto a condurre una durissima opposizione non soltanto nelle aule parlamentari... ».

Eppure i segnali da parte del Pd sono stati di tutt'altro genere.

«Sarà costretto a dare ascolto e raccogliere le preoccupazioni di tutti gli antiberlusconiani, degli operai della Fiom, dei precari, dei giovani no global e dei centri sociali, insomma di tutti coloro che una volta erano rappresentati da Rifondazione comunista, da ieri fuori del Parlamento. Sarà obbligato a farlo per impedire che si creino le condizioni della rinascita del terrorismo brigatista. E il terrorismo di sinistra tornerebbe ad agire se, per ipotesi, si facessero le larghe intese. Non va dimenticato infatti che il brigatismo si scatenò trent'anni fa, con il sequestro di Aldo Moro, contro il compromesso storico, contro il governo di larghe intese guidato da Andreotti e nel quale io ero ministro dell'Interno, e posso oggi dire di essere stato indicato dai comunisti».

Senatore, è davvero convinto che questa sarà la linea del Pd nonostante Veltroni abbia detto in campagna elettorale che era finita la stagione della contrapposizione frontale?

«È l'unica strada possibile. Il Pd deve diventare una vera forza socialdemocratica in grado di assorbire la sinistra radicale. Non farlo, non mantenere i contatti con le masse, ripeto, può diventare pericoloso. L'opposizione è dura oppure non è, non può essere il partito delle banche».

Eppure si è parlato tanto di dialogo tra schieramenti opposti...

«Solo in Italia si sostiene che le riforme si fanno d'accordo, che i posti si spartiscono, che la televisione di Stato deve essere indipendente. Ricordo che quando il redattore politico della Bbc parlò male della politica di Tony Blair l'indomani fu cacciato via e non ci fu nessuno sciopero, nessuna interrogazione, perché il suo comportamento fu considerato antidemocratico. Il pensiero era: "se tu vuoi parlare contro il governo lo puoi fare dall'opposizione". La libertà di stampa consiste nel pluralismo della stampa».

Secondo lei, che cosa succederà a Veltroni?

«Lui ha commesso l'errore di non dire che stava vincendo. Mi spiego: quando si guida un esercito, per essere seguiti dalla truppa, si dice che si sta vincendo e non che si sta perdendo. Ha ripetuto: la rimonta, la rimonta, siamo a due punti. Erano convinti che il distacco fosse minimo, ma gli italiani per natura non stanno con chi perde ma con chi vince. Dentro il partito, Walter ha contro i prodiani e i dalemiani tacciono. E questi sono pessimi segnali per lui».

Torniamo a Berlusconi. Alcuni osservatori sostengono che per lui è l'ultima chance, e che non ci sono più alibi perché all'interno del centrodestra non ha più dei frenatori.

«Ripeto: sarà difficile per lui. Avrà contro i sindacati, per i quali non tutti i governi sono uguali, la magistratura — nonostante dal programma abbia espunto qualunque riferimento a ipotesi di separazione delle carriere tra pm e giudici - i poteri forti, anche se forse qualcosa è cambiato con la presidenza di Emma Marcegaglia in Confindustria. E poi avrà contro anche le grandi banche. Berlusconi è nelle stesse condizioni politiche nelle quali si trovava nel 2001. Un conto è vincere, un conto è governare. E per vincere bisogna avere dalla propria parte sindacati, poteri forti e magistratura. E poi dovrà affrontare i problemi dell'economia, dall'Alitalia all'inflazione».

Lorenzo Fuccaro
Fonte: www.corriere.it
Link: http://www.corriere.it/politica/08_aprile_15/cossiga_ritorno_terrorismo_5e6877b2-0a94-11dd-98e1-00144f486ba6.shtml
15.04.08


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