Credessi in un qualche dio..

Credessi in un qualche dio lo ringrazierei di cuore per il fatto di trovarmi a teatro spesso con 800, 1000 o anche 1500 persone. È successo anche che qualche sera, 2500 persone muovessero il culo da casa e pagassero un biglietto per vedere il sottoscritto. Mai però ho letto su un quotidiano nazionale o sugli importanti blog di sinistra, di destra, di sopra di sotto, un articolo che parlasse di questi spettacoli, o dei tanti spettacoli di attori più bravi di me, o delle folle che assiepano i convegni filosofici o letterari, con la stessa insistenza con cui parlano del ritrovo annuale di 400 coglioni al compleanno di Hitler a Varese. Molto probabilmente, quattro ubriachi che cantando "Azzurro" di Paolo Conte, dedicato da costoro ad Anna Frank, si esprimono in mirabili versi come "Cerco nel ghetto tutto l'anno e all'improvviso eccola qua", sono considerati dalla stampa nazionale elementi di indubbio valore artistico.

Di questo ovviamente bisogna rendere grazie non solo alla stampa asservita ai tiramenti di culo, ma anche a chi ha lavorato per più di vent'anni per sdoganare (si dice così...) una visione del mondo che la realtà aveva seppellito. Il saluto fascista allo stadio si può fare, perché allo stadio non si fa politica, ma provate a esporre uno striscione che parla male del Vaticano, fate l'esperimento, e vedrete se non vi trovate la Digos in casa. E così se su Facebook postate la foto di una donna che allatta, subito sarete assaliti da una schiera di bigotti che urla "Nooo! Le tette noooo!" e il libero social inventato nella libera America, calerà le braghe ma apporrà foglie di fico alle pudenda. Ma se postate un commento che alla notizia di qualche centinaio di migranti morti dice "Troppo bello per essere vero", ci vorrà una bella fatica per farvi capire che, se si ha il sospetto di essere una testa di cazzo, è bene non commentare troppo.

Dopo gli orrori della guerra, l'Europa ha costruito faticosamente un periodo di pace, nonostante le lobby dei beccamorti della guerra abbiano costretto gli stati a più riprese a navigare di bolina, ora i bambini sono costretti giornalmente ad assistere a questa ironia da trivio, a questi ubriachi da servizi sociali, che vomitano sui social, nei bar, nelle televisioni, lo squallore della loro angoscia, l'infelicità di non essere al centro del mondo come quando erano piccoli. Questi bambini cresceranno e, nutriti del latte dell'odio sociale, non saranno migliori dei loro genitori. Sapete che vi dico? Bene fece Cristo, o chi per lui, a dire che la famiglia è una stronzata e che l'unica famiglia in cui ha senso riconoscersi è quella umana. Nel frattempo, accecati da una vita in cui, come dice De Gregori "Tutto ha un prezzo e niente ha un valore", spinti dal commercio delle persone a venderci al migliore offerente e preoccupati per contratto per un futuro che, se leggessimo nella testa di chi ci illumina la via, vedremmo più nero di quel che crediamo, prepariamo la prossima litigata. Io non ci sto e tanto per cominciare non leggerò gli inutili (per me) commenti a questo post.

Natalino Balasso
Fonte: www.facebook.com
20.04.2015