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Crescita e Decrescita


shantikranti
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Cari partitari di una “crescita egualitaria”, gli abitanti del paese del mulino bianco siete voi, che vivete nel vostro tempio industriale, cinici e egoisti esaltati dal vostro ego che con la scusa della praticitá perpetuate il sistema predatorio in cui siete cresciuti e che é l'unico che conoscete per questo lo difendete perché questo sistema siete voi stessi.
Questa crisi economica é falsa e lo sapete, non é nient'altro che un'esercitazione, un esercizio di psicologia sociale, una nuova maniera di tenere occupati i popoli mentre li si priva di dignitá e diritti duramente conquistati nel passato.
L' aspetto francamente positivo é che a fianco di questa farsa sta nascendo la vera crisi di valori, la crisi morale.

Cos'é il lavoro oggi? Che produce?
Tutto ció che produce un sano e onesto lavoratore in una sana e onesta azienda contemporanea é prevelentemente immondizia, predazione delle risorse, inquinamento, insoddisfazione e alienazione. Tutto ció per poco denaro, che servirá all'acquisto di altra immondizia.
I prodotti alimentari sono veleni, i farmaci sono veleni, tutto il mondo della locomozione é una fabbrica di veleni, l'edilizia é immondizia, la produzione di energia, i prodotti tecnologici ,sono immondizia giá scaduta ad alto livello inquinante, la pesca é predazione, l' agricoltura é veleno, la finanza é predazione, l'industria carnica é olocausto, la ricerca scientifica é orientata alla produzione di veleni e predazione, il terziario é impregnato di veleni, insoddisfazione, alienazione.

Chi oggi ha un lavoro va ogni mattina a perpetuare un modello di produzione che conduce se stesso e l' ambiente in cui vive alla completa distruzione. Immagino spesso la vita degli operai delle industrie di armi e complementi che dopo una dura giornata di lavoro, dopo aver prodotto un centinaio di mine anti-uomo tornano a casa ad abbracciare i loro figli sognando per loro un futuro migliore senza pensare nemmeno per un secondo a quegli uomini o bambini che saranno vittime del loro lavoro.

Siamo davanti ad un processo di iper-alienazione del lavoro. Ci saranno ancora lavori davvero utili in questo mondo ma sono anch'essi in via di estinzione. Perché se penso al sano e onesto spazzino so che non sta facendo nient'altro che spostare l'immondizia dalla strada alla discarica abusiva, se penso al poliziotto lo vedo sentirsi impotente e fare l' indifferente davanti all'ingiustizia reale e sfogarsi delle sue frustrazioni su una qualunque persona debole socialmente, se penso ai dottori vedo molti fedeli cagnolini della multinazionale farmaceutica, se penso al maestro o al professore vedo un umano insoddisfatto costretto a cercare di rendere utili programmi ministeriali inutili rassegnandosi ad insegnare solo l' obbedienza, se penso all' operaio vedo un uomo che lotta per difendere il suo diritto ad ammalarsi di cancro o morire stritolato da una macchina, se penso al muratore vedo un complice di gente senza scrupoli che usa sabbia di mare nel cemento per case costose che presto torneranno sabbia.

Si badi bene non parlo dei lavoratori i quali sicuramente sono nella stragrande maggioranza armati di buona volontá e buone speranze, parlo del lavoro in sé e non solo del risultato del lavoro, il prodotto, ma anche di tutta la filiera, dalla materia prima fino al consumo e alle strategie di vendita, anche alle relazioni umane alienate durante il processo di lavorazione.

L' universitá, la ricerca, i corsi di formazione sono le funzioni del sistema che producono in massa gente compartimentata che ogni giorno crea un nuovo granello di distruzione e d'ignoranza, formando cervelli spenti, pronti ad eseguire, pur di entrare nel mondo del lavoro, ogni tipo di nefandezza come sta facendo la biotecnologia, la fisica, la bioingegneria, l'informatica, affinando ogni giorno le armi di controllo che impediranno la pluralitá e la diversitá su questo un tempo splendido pianeta.

I popoli indigeni di ogni continente erano felici rispetto a noi? Certo. Non erano felici in assoluto perché nessun essere umano puó esserlo, ma rispetto a noi lo erano. Vivevano come “l' uomo di cro-magnon” perché chi li vedeva dall' esterno, repleto di etnocentrismo e di superioritá di razza non ha occhi per vedere quanto ogni tribú abbia evoluto la propria cultura in determinati ambiti volti soprattutto alla risoluzione dei conflitti attenendosi a un modello di sviluppo consono all' ambiente che li circonda, non pretendendo di dominare la Natura né quella che li circonda né la propria. Vivevano al centro del loro universo, amati e rispettati dagli altri componenti della tribú, ogni individuo con un suo preciso ruolo derivante dalle sue qualitá preponderanti, innate o autodeterminate in armonia con il proprio ambiente e non in conflitto. Giunsero prima i conquistatori a depredarli poi i missionari a instillargli la vergogna poi alcuni antropologi a descriverli come fossero insetti e infine i moralisti a scandalizzarsi delle loro nuditá (in climi caldo-umidi), della loro mancanza di servizi igenici (come se non ci fossero altri sistemi) del loro vivere in capanne (una delle migliori soluzioni abitative mai inventata dall' uomo in determinati climi) e i servizi sociali degli stati di riferimento li condussero nelle bidonville delle cittá condannandoli all' alcolismo e alla disperazione, mentre gli stati gli sequestravano le terre. Cosí tante tribú sono scomparse e continuano a scomparire perché le nostre societá hanno fondamentalmente invidia per la loro libertá, per la loro pace interiore, per la loro integritá nei confronti del loro ambiente di origine. Da uomini liberi ne abbiamo fatto sottoproletari. Da esempio di vita coerente sul pianeta li abbiamo relegati al ruolo di babau, di “selvaggi”, di disadattati ad un mondo illuminista.

Le nostre tribú di contadini e pastori hanno subito lo stesso processo criminalizzante, tanto che loro stessi, si vergognano del loro passato visto oggi come un periodo di povertá e attivitá degradanti mentre oggi possono marcire su di una poltrona ammalandosi di mali sconosciuti a un corpo sano che lavora all' aria aperta, dimenticati dalla societá ma ammaliati dalla televisione alla quale sono incatenati. Poveri nonni, poveri anziani.
La loro epoca e quelle anteriori erano dominate dai padroni delle terre, mai i contadini e i pastori erano proprietari delle loro terre, mai hanno potuto sperimentere la libertá di poter fare un raccolto per loro stessi e venderne o scambiarne il surplus.
Quando negli anni '50 cominciarono per la prima volta nella storia umana ad essere padroni delle terre migliaia di informatori commerciali li avvolsero con i fumi ipnotici della “rivoluzione verde” e li industrializzarono. Oggi i loro nipoti vendono le terre perché improduttive davanti ad un meccanismo di agricoltura industriale bellico e perverso.

Puntualizzo che “Decrescita” forse non é un termine felice perché decrescendo decrescendo si giunge al nulla.
Se si usa é solo per opporlo a “crescita” che in realtá richiama sempre piú l' immagine di un pallone gonfiato sul punto di scoppiare.
Non é al passato che vogliamo tornare. Il nostro passato umano negli ultimi 200 anni é un passato di conflitti e distruzione. Siamo ad un punto di non ritorno. Il pianeta che ci ospita non ci sopporta piú. La sovrappopolazione é un tema tabú perché semplicemente é il grande problema.
Questo modello evolutivo porta all' estinzione di tutta la nostra specie ma siccome a nessuno piace morire solo ci stiamo trascinando verso il baratro tutte le specie di vita sulla superficie del pianeta, crosta e mari compresi. I dirigenti questo modello sanno bene dove stiamo andando giá da 40 anni é per questo che si proiettano una futura vita su Marte in previsione di un default del pianeta intero.

Cambiare modello evolutivo, questo é ció che chi parla di decrescita vuole esprimere con forza.

Il denaro va abolito. Il denaro é un utensile di scambio di valori materiali, che pretende di fare giustizia tra le differenze di interpretazione del valore, specie nelle contingenze degli stati di necessitá. In realtá il denaro é il guinzaglio che tiene i popoli in attesa davanti alla propria ciotola vuota. É il meccanismo che autorizza pochi eletti a regnare incontrastati e a sentirsi dio.
Il denaro lo fabbricano, lo inventano alcune banche, usarlo riconosce il loro operato e il loro potere.
Lo scambio diretto di beni é il futuro, un lungo cammino fatto di tanti ostacoli, un cammino frustrato nel passato dell' uomo, che dovrebbe rinascere su basi morali responsabili.

Il lavoro va ripensato completamente. L' era industriale deve finire, mantenerla in vita ci costerá la vita. L' acqua permette la vita su questo pianeta. Non possiamo continuare a inquinare acqua potabile per trasformarla in bevande tossiche per noi e per gli altri, batterie che rendono inutilizzabile l' acqua potabile, utilizzare acqua per raffreddare nuclei radioattivi e poi trasformarla in acqua radioattiva, stiamo uccidendo l' acqua, l' 80% di noi stessi.
L' industria é la principale responsabile di questa situazione. Ció che avrebbe dovuto affrancare l' umanitá dal duro lavoro e ridistribuire la ricchezza ci ha reso schiavi e ci impoverisce ogni giorno. Per non parlare poi dell' alienazione per cui un operaio alla fine della sua vita lavorativa non sa fare nulla se non una parte di un prodotto.
É un secolo che l'industria fa guerra all' artigianato. Rende la vita impossibile agli artigiani, li assorbe o li fa suoi rappresentanti. É una guerra alla concorrenza? Nessun artigiano potrebbe competere con un' industria. É guerra alle conoscenze che l'artigiano possiede, al modello stesso che rappresenta di uomo capace di realizzare qualcosa a partire dalla materia prima fino al prodotto finito. É un modello libertario e semi autosufficiente per questo lo spazzano via.
Uno va da un falegname perché vuole un tavolo in legno massello. Il prezzo é indubbiamente caro rispetto a ikea. Il cliente non pensa al fatto che il mobile ikea dopo 2 anni é diventato immondizia e giace in una discarica mentre il tavolo del falegname puó durare anche 200 anni ed essere passato di padre in figlio per generazioni, il cliente va da ikea. Il falegname sconsolato o va a lavorare ad ikea, o produce pezzi per ikea o chiude e in tutti e tre i casi non passerá le sue conoscenze acquisite a nessuno che é poi il vero obiettivo dell' industria.
Piccole aziende di artigiani, il lavoro manuale, la filiera locale dalla materia prima al prodotto finito, il prodotto che realmente supplisce a reali necessitá locali sono la soluzione ad un modello di produzione industriale a crescita costante.

Il concetto di benessere va ripensato completamente. Sto forse bene se posso scrivere le mie opinioni su una rete sociale, mandare i miei figli ad una buona universitá, comprarmi un'automobile nuova o una jacuzzi o un telefonino che mi fa i massaggi o cambiare pietanza ogni giorno, vedere la mia partita a canal+ , giocare con la wii in famiglia o fare le vacanze a Sharm el Sheik anche io come gli altri quando ho sempre meno amici, non parlo con mia moglie da un mese, i miei figli diventano violenti e alienati confondendo realtá virtuale con realtá reale, ció che mangio mi fa ammalare, l' acqua che bevo é piena di atrazina, cloro, fluoro, mercurio, il mondo fuori dalla porta di casa é in guerra e migliaia di morti servono per portarmi il gas di cittá fino a casa mia, ho paura di uscire e che i miei figli escano, ho paura di capire per non dovermi sentire complice e colpevole, al villaggio di Sharm el Sheik devo tapparmi gli occhi per non vedere i mendicanti mentre io sperpero la tredicesima. É questo il benessere che vogliamo che sia ridistribuito? Questo é il nostro malessere che vogliamo che tutti provino cosí da non sentirci soli in questo dolore.

L' educazione va ripensata completamente, la salute, il tempo libero, la vita insieme agli altri anche detta politica o societá. Quando uno é in crisi ha bisogno di ripensare tutto dalle sue fondamenta, approfittiamo dell' occasione, non facciamoci guerra, non ergiamoci a difensori del sistema dominante o a suoi acerrimi nemici, non cediamo agli estremismi perché il divide et impera é ció che vogliono per poterci tenere a bada e sfogare la nostra rabbia su qualche malcapitato ormai diventato nemico.
Solo un uomo/donna completi, uomini che sanno pensare con la propria testa, che sanno fare con le proprie mani quasi tutto ció di cui hanno bisogno, che sappiano farsi un orto (avere coscienza di come e da dove viene il cibo), che sappiano autocostruirsi una casa, un attrezzo, che sappiano curarsi da sé, che sappiano collaborare con i propri vicini, usciranno progressivamente dallo stato di necessitá senza bisogno di accrescere il loro potere e la loro ricchezza.
Solo uomini/donne completi potranno far deviare la prevedibile storia futura verso mete piú luminose e futuri meno apocalittici. Non sto parlando di superuomini, parlo di me e di voi cari gementi schiavi ancora pronti a difendere il padrone per qualche boccone al cianuro nella ciotola.
Parlo di abbandono volontario del posto di lavoro, di avvicinamento comprensivo alla dura Madre Natura, alla riscoperta delle proprie mani da cui possono uscire capolavori, parlo di re imparare ad ascoltare i nostri anziani e imparare le loro tecniche di autosufficienza, parlo di non fuggire dalla libertá per delegarla al primo che capita, parlo di cercare di capire i nostri reali bisogni e cercare di supplirli per quel che si puó, cercando progressivamente di utilizzare sempre meno il denaro e acquisire sapere, il vero sapere che non crea solo dalla distruzione di qualcos'altro.
Questi sono sicuramente elementi di augurio di decrescita del sistema industriale sociale ed economico attuale, augurio di decrescita fino alla sua completa sparizione fino a ricordare quest'era come il peggior incubo mai esistito nella storia di questo pianeta.
Questi stessi elementi sono un augurio di crescita della coscienza umana, della volontá responsabile di non fare agli altri quello che non vorresti che sia fatto a te, una redistribuzione reale della conoscenza e del reale benessere, sono elementi per un necessario salto evolutivo.
Non voglio offendere le vostre posizioni, né dire che la mia sia l' unica veritá.
Voglio solo scuotervi verso un dibatitto necessario, adesso che ancora possiamo esprimerci senza essere deportati in qualche gulag, adesso che ancora possiamo permetterci di pensare e confrontarci e invitarvi a immaginare dei futuri in cui non saremo costretti a vivere come vivono i topi oggi, vivendo sottoterra in un pianeta con aria irrespirabile, acqua imbevibile, cibo immangiabile, disastri naturali inimmaginabili, un mondo preda di un costante violento conflitto, tra armi sempre piú perverse, controllo delle menti, legge del piú forte e l' ignoranza come unico dio.
Portate all'estremo qualunque statistica o previsione e saprete che é questo ció che ci aspetta, che aspetta i nostri figli e nipoti. Non é pessimismo, é l' inevitabile meta delle decisioni e scelte fatte anni fa.
Tanti sono i modelli alternativi oggi, gli esperimenti sociali, le utopie realizzate. Di modelli ne abbiamo a centinaia, mai nella storia ce ne sono stati tanti. L' unico problema in comune di tutti questi modelli é che funzionano solo in piccoli gruppi. Ma forse prorio questo é il vantaggio. Tanti piccoli gruppi e tanti modi di vivere sono forse l'antidoto al modello unico globale, la riscoperta della diversitá che é la grande ricchezza della Natura, coprendo con un'infinitá di sfumature di colore il grigio imperante.
Vi chiedo: smettete di coprire di insulti la gente che cerca soluzioni pacifiche o presunti utopisti, idealisti o sognatori perché anche se le loro proposte vi sembrano ingenue dall' alto del vostro scranno di esperti e savi, é gente che semplicemente c
erca di pensare come prima di loro fecero Tommaso Moro, Tommaso Campanella, A.Huxley, e molti molti altri, mentre voi state lí a difendere una causa ormai indifendibile, mantenendo in vita un sistema in coma che chiede in silenzio l'eutanasía.
Noi siamo ancora vivi e perció possiamo pensare e poi fare qualcosa, abbiamo il dovere di farlo.
A Noi Vivi dico questo: nessun politico, nessun genio, nessun governo, nessun dittatore, nessun esperto, nessuno scienziato ci aiuterá come individui né come masse. Ogni individuo deve lavorare con se stesso, fare di questa crisi morale mondiale una sua crisi, analizzare i propri bisogni e le proprie cause di felicitá e d'infelicitá, trovare soluzioni che non contrastino con il proprio vicino, riappropiarsi di se stessi e imparare a relazionarsi liberi con questo pianeta, riapprendere la storia evolutiva dell' umanitá in un solo individuo e quindi liberandosi dall' alienazione e riapprendere la convivenza con gli altri (siamo animali sociali) che essi siano uomini o animali. É finito il tempo di lamentarsi e protestare (se stai annegando, lamentarti ti fa solo affogare piú in fretta), adesso é il tempo di riflettere e di agire, individualmente, tutti. Il propio buon esempio, il bocca a bocca, fanno piú di cento rivoluzioni sanguinarie o di tutti i mass media.
Non chiediamo ad altri il nostro futuro o la nostra libertá, costruiamoci il nostro futuro, lavoriamo per la nostra libertá.


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