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Di Cori Modigliani - Ancora una volta l'Ecuador...


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Ancora una volta l'Ecuador mette sotto scacco le potenze e la finanza. Assange si associa con Snowden e wikileaks ci segnala la Via.

Di geo-politica e di banche, tante banche, tutte le banche.

Esilaranti aspetti del mondo post-Maya, c'è da divertirsi.
Era ora!

Mentre sto scrivendo, Edrward Snowden, la cosiddetta talpa del Guardian, ovverossia l'analista della Cia che ha scelto e deciso di confessare la propria attività ai giornalisti britannici, è in volo su un aereo militare verso Quito, la capitale dell'Ecuador, nazione alla quale ha chiesto formalmente asilo politico. L'aereo è scortato da quattro aerei della flotta aerea russa, quindi inattaccabile, pena la terza guerra mondiale.
Il velivolo sul quale Snowden si trova, infatti, appartiene all'aereonautica militare di Putin. Ufficialmente, infatti, (ma lo sarà soltanto per altre sei ore) Edward Snowden è un diplomatico al servizio dell'ambasciata della Russia, con regolare contratto internazionale.

E' un ingegnoso quanto affascinante capitolo della geo-politica del post-Maya, pianificato, ideato e  orchestrato dalla sezione britannica di wikileaks, gestito in prima persona da Julian Assange, dall'interno dell'ambasciata dello staterello dell'Ecuador, dove lui abita senza poter uscire, pena l'arresto immediato da parte dell'intelligence service che lo impacchetterebbe consegnandolo a specialisti omologhi della Cia.
Due giorni fa, infatti, Assange ha messo a segno un piccolo e complesso capolavoro diplomatico, approfittando del fatto che Putin ha il dente avvelenato contro l'occidente, soprattutto contro Obama, la Gran Bretagna e l'Italia.
Riassumiamo la situazione per il lettore italiano.
Alla riunione dei G8 in Irlanda gli sono andati contro sulla faccenda della Siria, e su questioni inerenti i suoi depositi bancari su diverse banche svizzere, dato che lui protestava (li rivoleva indietro) perchè a Cipro, lo scorso autunno, in una botta sola e a tradimento gli avevano portato via ben 23 miliardi di euro che dei suoi prestanome, amorevolmente, avevano depositato in quell'ameno paradiso fiscale in zona euro.
Il G8 in Irlanda è andato malissimo.
Questa è l'attuale realtà.
Poco a poco, cominciano a trapelare notizie da diverse fonti attendibili, che rivelano come si sia trattato del più conflittuale, agguerrito incontro (e dal punto di vista diplomatico, perdente) che si sia mai verificato negli ultimi 30 anni in Occidente. Hanno litigato su tutto: Siria, forniture militari, Libya, Egitto, Turchia. Ma soprattutto banche, banche, banche.
Perchè lì sta il bello.

Non è certo casuale che dieci secondi dopo che il G8 era finito, tutte le borse mondiali hanno iniziato ad andare a picco, con scuse tecniche diverse, davvero ridicole. Perchè se c'è una cosa che gli analisti di borsa e i grandi finanzieri odiano è quando i politici ad alti vertici si scontrano. Loro adorano pilotarli, foraggiarli, usarli, pacificarli tra di loro, farli eleggere, sentire che li tengono in pugno per essere liberi di manovrare i mercati lucrandoci a piacimento. Sono talmente liberi (nelle loro menti perverse) nonchè equanimi, da essere sempre equidistanti sia dalla destra che dalla sinistra, dalle democrazie e dalle dittature, dalle economie forti e da quelle deboli. Perchè "loro" sono superiori a tutti. Non sarebbero, altrimenti, quella che il compianto filosofo americano Richard Rorty, nel 2002, aveva identificato e definito come "the overclass", una super casta a prova d'urto, di cui l'Italia, con il governo Monti, ne ha avuto un primo tenero assaggio sulla propria pelle.
Che cos'è che li ha gettati nel panico?
Tre eventi incrociati e sovrapposti.
1). Siria/Lybia/Mali: chi vende più armi e a chi.
Ma soprattutto, come riuscire a convincere le singole nazioni di zona euro (Italia in testa, a questo servono i Tornados) a cominciare ad allestire l'ennesima forza di pace che potrebbe rivelarsi un ottimo affare per le industrie belliche europee (noi qui siamo in prima fila), le quali stanno premendo con l'acceleratore a tavoletta per dimostrare -conti alla mano- di essere in grado di risolvere la crisi economica occidentale almeno per un annetto. Il che dovrebbe  rabbonire i popoli europei in aperta ebollizione; partendo dall'elementare assunto che, tanto per fare un esempio, se agli italiani togliete l'imu per sempre, abbassate l'iva, assumete tre persone, aumentate le pensioni di 17 euro a testa e lanciate un programma massivo di assunzione di personale giovanile disoccupato in specifiche e predisposte aziende europee (tutte coinvolte nella guerra ma nessuno lo saprebbe), saranno tutti contenti e chiuderanno un occhio se poi si inviano 8.000 bersaglieri nel cuore dell'Africa, si fa il lavoro sporco ad Aleppo per conto degli Usa, e ci si infogna in Lybia creando un solido Vietnam nel Mar Mediterraneo. Quattro paghette strategiche a quegli straccioni di italiani, spagnoli e francesi, e in men che non si dica ci si trasforma tutti in sostenitori delle forze di pace nel mondo. Ma la Russia ha subodorato un'apparente truffa (ai suoi danni si intende) e ha detto no. E se in Europa la Russia dice no, non parte neppure un soldato, neppure una commessa militare. E la Russia, in questo momento, è forte, avendo realizzato -proprio il giorno dopo la fine del G8, toh! guarda che coincidenza- la propria antica ambizione mai sopita: arrivare dal portone principale nel Mare Mediterraneo. La crisi greca è esplosa non per la tivvù pubblica cancellata, macchè. Quella è retorica bella e buona. Ma per il fatto che l'Azerbaigian ha acquistato cash really cash il 52% delle azioni della società per il gas greca e tre società di Putin si sono assicurate, grazie ad accorti derivati, la maggioranza di controllo nelle partecipate che gestiscono la distribuzione dell'acqua pubblica che è privata. Quindi, se domani mattina Putin si sveglia di malumore, può dire "oggi sono arrabbiato, quindi chiudo il rubinetto, e i greci non bevono e non cucinano, che s'arrangino, che ci pensi la Ue e la BCE". I deputati socialisti si sono dimessi. Altro che televisione.

2). I complottisti d'assalto ci hanno abituato a immaginare che i colossi finanziari e le grandi banche siano composte da pool di manager in perfetto accordo, che si amano tra di loro e vivono in armonia, uniti dal fatto che mangiano le nostre esistenze. Niente di più falso. Questo funziona soltanto quando gli squali incontrano numerosi sciami di pesciolini sbandati e ce n'è per tutti. Ma quando è finito il plancton e i pesciolini muoiono dalla fame, e quindi c'è carestia (ovvero recessione) siccome agli squali piace il pesce vivo, in mancanza di meglio, uno squalo si accontenta di mangiarsi un altro squalo. Un anno fa avevo visto uno splendido documentario della BBC su una battaglia sottomarina tra dieci squali affamati. Terrificante. Hanno vinto in sei e si sono divisi gli altri quattro. Non è rimasto nulla, neanche una scaglia. E' quello che sta accadendo all'interno del sistema bancario mondiale. L'idea del Giappone si è dimostrata peregrina: è durata due mesi. Per evitare l'implosione del sistema basato sulla speculazione artificiale dei derivati, hanno costruito una gigantesca architettura di debiti composti (che paghiamo noi da cinque anni a questa parte, a nostra insaputa)  e hanno iniziato a scaricarseli a vicenda come una palla da tennis. Non sono riusciti a trovare un accordo per l'Italia, che ha bisogno entro il 30 settembre di una immediata ricapitalizzazione di almeno 200 miliardi di euro subito, pena la bancarotta e il collasso del sistema interno bancario, e quindi di quello mondiale. Per la Spagna ne servono altri 100, e così via dicendo per il resto d'Europa. Ci si troverebbe, quindi, a ridosso delle elezioni tedesche, con una fuoriuscita da parte della BCE di circa 1.000 miliardi di euro, con spaventosi rischi finanziari. Tant'è vero che la Merkel ha dovuto candidamente ammettere che nel cuore della Germania sta pren
dendo piede a velocità esponenziale una solida elite interna (banchieri locali, imprenditori, giuristi, economisti, media borghesia che conta) che vogliono cambiare passo.
E lo vogliono fare alla tedesca, non all'italiana; il che vuol dire: subito.

3). Il caso Snowden. Gli Usa  e i paesi della zona euro lo vogliono vivo o morto nelle loro mani. Perchè? Per un semplice, banale, motivo: è in possesso di tutte le intercettazioni telefoniche avvenute negli ultimi 40 mesi tra i massimi dirigenti finanziari planetari, tra amministratori delegati di banche che parlano con altri amministratori delegati di altre banche. E come aggravante, un accordo d'alleanza mediatica stabilito tra Snowden e Assange.

Sommando queste tre vicende, il risultato del G8 è stato una catrastrofe.

E lì si è inserito Assange.
Il tutto, in una cenetta formale e -all'apparenza- di ordinaria amministrazione tra l'addetto culturale dell'ambasciata russa a Londra, Assange e l'ambasciatore ecuadoregno. Hanno raggiunto un accordo. E così, all'indomani della fine del G8, Snowden scompare da Hong Kong, compare dentro l'ambasciata russa con passaporto diplomatico. Ha tutte le credenziali internazionali a posto, che lo mettono in una posizione "formale" di salvaguardia dal diritto internazionale: è un membro del corpo diplomatico russo, chi lo attacca sta dichiarando guerra alla Russia. Vola a Mosca dove formalizza la propria richiesta di asilo politico alla Repubblica dell'Ecuador che ha già risposto "stiamo valutando la sua posizione, nel frattempo siamo disposti a offrirle ospitalità, ricordandole che il nostro governo non riconosce il concetto di estradizione con l'amministrazione degli Usa e della Gran Bretagna". E così Snowden vola a Quito.

C'è da divertirsi, non vi è dubbio.

Sembra che in Germania, questa cosiddetta "nuova elite" si stia diffondendo grazie all'applicazione di un banale concetto umano che, in questo momento e in questo periodo, sta diventando fondamentale: la confessione delle raccapriccianti modalità banditesche dei gestori dell'euro.

Proprio come ha fatto Edward Snowden.

Ci aspettiamo che la nuova onda diventi moda.
Che la moda dilaghi.
Che il dilagare della moda si affermi anche in Italia.
Che l'affermazione del dilagare della moda frutto della nuova onda, produca nel nostro paese l'unica strada percorribile per poter pensare a una possibilità realistica, a breve e brevissimo termine: la confessione spontanea dei professionisti della cupola mediatica, di importanti dirigenti bancari e dei funzionari di partito dal medio livello in su.
Questo è lo shock che ci serve, non una iniezione di cash.
E lo si può fare.
Basterebbe pensare che in questo momento una delle più piccole e modeste nazioni del mondo, uno staterello che davvero conta "ufficialmente" molto poco, l'Ecuador, tiene in scacco l'intero pianeta.
Perchè ha detto: no, questo gioco vostro noi non lo facciamo più.

Quel gioco in Europa si sta facendo molto duro.
Serve una stagione di Verità inoppugnabili, di chiarezza, di trasparenza.

Il segnale brasiliano è molto chiaro per chi sa e vuole leggere.

I totem delle droghe di stato hanno fatto il loro tempo.
E i cariocas stanno realizzando una autentica rivoluzione culturale che fa loro onore. Al grido di "chissenefrega del calcio, vogliamo soldi per l'istruzione e per la sanità" annunciano l'inizio della diffusione di una nuova consapevolezza planetaria.

Come a dire "o cominciate a occuparvi delle esigenze della gente oppure noi inizieremo a non consumare più le vostre droghe che abbiamo tanto amato" che sia il calcio, la televisione, il divismo, il gioco d'azzardo, il danaro facile, i talk show, poco importa, sono tutti equivalenti.

Il post-Maya è questo.
L'accettazione del principio che la vita è un'illusione, viviamo una realtà coperta dal velo di Maya, e quindi si sceglie e ci si sottrae alla logica dei paradisi artificiali squarciando il velo.

Allo squarcio si aggiunge, inevitabilmente, la citazione di una delle frasi più enigmatiche, profonde e affascinanti della letteratura mondiale, che ci mostra la strada da percorrere.
Si trova ne I Demoni, di Fedor Mickailovitch Dostoevskij, quando un personaggio, nel rispondere alle sollecitazioni del suo interlocutore che gli chiede cosa fare e come farlo per il bene collettivo dell'umanità, risponde:
"Ma è così semplice, davvero. Basta vedere il flusso naturale. Vedi, l'Essere Umano, in verità è felice. Gli Esseri Umani sono tutti felici, nessuno escluso, solo che non lo sanno. Basta spiegarglielo".

E noi tutti sappiamo davvero con certezza che cosa sia la vera felicità.
Basta vederla, auspicarla, evocarla, pretenderla. Per poterla affermare.
Ritrovare dentro ciascuno di noi gli autentici valori formativi dell'esistenza è il primo grande passo verso la felicità. E' davvero facilissimo.

Oggi, io, ad esempio, sono davvero felice.
Mia figlia compie 30 anni.
Ricordo l'emozione quando l'ho vista uscire dall'utero di sua madre e fare flop; l'intensità di quel momento mi regalò l'emozione della prima esperienza di felicità della mia vita.
La ringrazio di essere venuta al mondo.
E di aver scelto me come padre.

Buon compleanno Arianna.

Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/06/ancora-una-volta-lecuador-mette-sotto.html
24.06.2013


Citazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Forse la penna piu' elegante e affilata del momento.

Un'oasi di neuroni attivi e di piacere intellettuale.

Tanto piu' bello perche' raro da essere quasi unico.


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Black_Jack
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1577
 

Di Cori Modigliani mentre espone le sue idee al colto pubblico e all'inclita guarnigione.


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Luca Martinelli
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1984
 

temo che Modigliani sbagli di grosso a proposito dei soldi russi di Cipro. Non erano investimenti ufficiali ma fughe di capitali degli oligarchi. Depositare soldi all'estero è contro la logica di Putin.


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