Nik Wallenda

Nik Wallenda, un funambolo, ha attraversato il Grand Canyon sospeso su un filo a oltre quattrocento metri di altezza. E’ stato, come da copione, un pericoloso andare avanti, un pericoloso tornare indietro e dunque un pericoloso stare fermi per aspettare. L’impresa, il suo ottavo record, è stata però contestata dai Nativi. L’avvenimento, al di là del marketing, è stato considerato dagli eredi delle tribù come una “intrusione” e tale deve essere stata perché quella ferita inferta alle rocce – tale è la gola sul fiume Colorado – non può essere esacerbata dal pittoresco. L’esercizio acrobatico è quanto di più ostile al rispetto dovuto al Grande Spirito. I Pellerossa vi scavarono degli insediamenti, lungo i costoni vi trovavano tana i puma e gli uccelli, disegnando spirali di enigma, celebravano il rito del passaggio tra gli Inferi, aridi, e i Cieli. Ed è per questo che il funambolo è riuscito nell’impresa. Il Grand Canyon non l’ha voluto.

Pietrangelo Buttafuoco
Fonte: www.ilfoglio.it
25.06.2013