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Disumano punire così i furbi del cartellino

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rossland
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Mi sfugge il senso del post.
Se un dipendente pubblico - da oggi - sa che se timbra ed esce sarà licenziato, immagino avrà il buon senso minimo di smettere tale pratica truffaldina ai danni del pubblico contribuente.
Cioè, da oggi, timbra e si fa le sue ore di lavoro per il quale lavoro percepisce lo stipendio.
Fine dei discorsi.
Dov'é il dramma?
Farà ciò che da sempre fanno tutti gli altri lavoratori nel settore privato, o l'ingiustizia è questa? Che debba iniziare a lavorare altrimenti lo stato lo licenzia, cioè esattamente ciò che succede da sempre nel privato.
Che c'entrano le punizioni, i drammi del perdere il lavoro, ecc.
Non vuole perdere il lavoro, lavora.
Fine e a capo.

«Se gliela devi spiegare, significa che sono troppo stupidi per arrivarci da soli»
diceva sempre un tale di mia conoscenza, e non è che avesse torto..

Forse deve inforcare gli occhiali così da cogliere, forse, l'ironia della mia domanda iniziale.
Se poi ha le lenti giuste, magari riesce a leggere anche ciò che sta sotto, su cui potrà essere d'accordo o meno, a suo piacere.
Ma non mi deve spiegare nulla, sig. Bosio. Ci arrivo, a fatica ma ci arrivo...


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venezia63jr
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Rossland, non hai capito, e non conosci il pubblico, il manager cosi' viene definito dalle nuove leggi del governo, lui non timbra e a lavoro ci va quando vuole, e' sempre giustificato perche' ha sempre qualcosa alto da fare per l'azienda.
L'utente vede sempre l'impiegato allo sportello e mai chi comanda, a volte l'impiegato si comporta in un certo modo perche' non regge il disastro e la disorganizzazione dell'ufficio e quando l'utente chiede l'impiegato reagisce furioso o dileggiando.
Visto che parli di privato, rivolgiti ad una grossa ditta privata e vedi se otterrai benefici, le poste italiane sono diventate private pero' la gente continua a credere che siano statale e quando ci sono disservizi chiamano la polizia, ma la polizia puo' solo constatare e consigliare alle parti di venirsi incontro.
Se parli dei commercianti ed artigiani, mi dispiace ma non hai ancora capito che sono e saranno sempre le vittime saceificali, infatti il governo li dipinge come pericolosi evasori fiscali, il governo sta cercando di cancellare tutto per una nuova era, se sei di troppo non servi.


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rossland
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Rossland, non hai capito, e non conosci il pubblico, il manager cosi' viene definito dalle nuove leggi del governo, lui non timbra e a lavoro ci va quando vuole, e' sempre giustificato perche' ha sempre qualcosa alto da fare per l'azienda.
L'utente vede sempre l'impiegato allo sportello e mai chi comanda, a volte l'impiegato si comporta in un certo modo perche' non regge il disastro e la disorganizzazione dell'ufficio e quando l'utente chiede l'impiegato reagisce furioso o dileggiando.
Visto che parli di privato, rivolgiti ad una grossa ditta privata e vedi se otterrai benefici, le poste italiane sono diventate private pero' la gente continua a credere che siano statale e quando ci sono disservizi chiamano la polizia, ma la polizia puo' solo constatare e consigliare alle parti di venirsi incontro.
Se parli dei commercianti ed artigiani, mi dispiace ma non hai ancora capito che sono e saranno sempre le vittime saceificali, infatti il governo li dipinge come pericolosi evasori fiscali, il governo sta cercando di cancellare tutto per una nuova era, se sei di troppo non servi.

Porta pazienza, ma qui il tema non è "Ma quante ingiustizie ci sono nelle relazioni gerarchiche all'interno della pubblica amministrazione", bensì: " Ma quanto è ingiusto licenziare il lavoratore pubblico che in realtà invece di lavorare timbra il cartellino e se ne va a fare la spesa".
Quindi, porta ancora pazienza, ma a me le lamentele sulle ingiustizie gerarchiche dei lavoratori pubblici interessano esattamente quanto le lamentele delle ingiustizie gerarchiche dei lavoratori nel privato: sono uguali. I dirigenti hanno sempre altro da fare, guadagnano molto di più dei loro impiegati e di solito capiscono meno di loro cosa non funziona nel lavoro però si parano allo stesso modo il culo scaricando i loro difetti sui sottoposti.
Ti do una notizia: è tutto normale, è così in ogni settore di lavoro.
Ma, e questo è il punto in discussione, a differenza che nel pubblico, nel privato se timbri e poi esci per andare a fare la spesa, vieni licenziato.
E questo, personalmente, lo trovo più che sacrosanto.
Se hai da fare la spesa, chiedi un permesso ma non timbri il cartellino, informi dell'uscita e accetti che il tempo che non sei al lavoro o te lo mangi come permesso o ti viene detratto dallo stipendio perché, appunto, non hai lavorato.
Questo dice la dura legge che regola i rapporti di lavoro: lavori ti pago, non lavori non ti pago. Tenti di raggirarmi timbrando come se fossi al lavoro per farti pagare anche se sei a farti i fatti tuoi, ti licenzio perché mi stai truffando soldi che non ti devo.
Questo è il punto.
Il problema dei dipendenti pubblici è che forse si sono convinti che truffare il datore di lavoro è un diritto perché tanto, il padrone è lo stato, quindi teoricamente non hanno un padrone e nessuno ci rimette, quindi anche fare la spesa in orario di lavoro pensano sia un diritto.
E io dico 'sti cazzi!
Lavori, ti pago. Non lavori non ti pago. Tenti di rubarmi lo stipendio ti metto fuori a calci in culo.
Fa male?
Bene: timbri, lavori e io non ti licenzio.
Hai problemi con il dirigente? Fai un rapporto al ministero competente.
Rischi che ti spostino perché il dirigente è ammanicato con il ministero?
Licenziati e trovati un lavoro nel privato.
Poi vediao se riesci a truffare uno stipendio mentre vai a farti la spesa o riesci a far valere la logica per cui se il dirigente è uno stronzo allora tu hai il diritto di timbrare e uscire.


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rossland
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Rossland, non hai capito, e non conosci il pubblico, il manager cosi' viene definito dalle nuove leggi del governo, lui non timbra e a lavoro ci va quando vuole, e' sempre giustificato perche' ha sempre qualcosa alto da fare per l'azienda.
L'utente vede sempre l'impiegato allo sportello e mai chi comanda, a volte l'impiegato si comporta in un certo modo perche' non regge il disastro e la disorganizzazione dell'ufficio e quando l'utente chiede l'impiegato reagisce furioso o dileggiando.
Visto che parli di privato, rivolgiti ad una grossa ditta privata e vedi se otterrai benefici, le poste italiane sono diventate private pero' la gente continua a credere che siano statale e quando ci sono disservizi chiamano la polizia, ma la polizia puo' solo constatare e consigliare alle parti di venirsi incontro.
Se parli dei commercianti ed artigiani, mi dispiace ma non hai ancora capito che sono e saranno sempre le vittime saceificali, infatti il governo li dipinge come pericolosi evasori fiscali, il governo sta cercando di cancellare tutto per una nuova era, se sei di troppo non servi.

Porta pazienza, ma qui il tema non è "Ma quante ingiustizie ci sono nelle relazioni gerarchiche all'interno della pubblica amministrazione", bensì: " Ma quanto è ingiusto licenziare il lavoratore pubblico che in realtà invece di lavorare timbra il cartellino e se ne va a fare la spesa".
Quindi, porta ancora pazienza, ma a me le lamentele sulle ingiustizie gerarchiche dei lavoratori pubblici interessano esattamente quanto le lamentele delle ingiustizie gerarchiche dei lavoratori nel privato: sono uguali. I dirigenti hanno sempre altro da fare, guadagnano molto di più dei loro impiegati e di solito capiscono meno di loro cosa non funziona nel lavoro però si parano allo stesso modo il culo scaricando i loro difetti sui sottoposti.
Ti do una notizia: è tutto normale, è così in ogni settore di lavoro.
Ma, e questo è il punto in discussione, a differenza che nel pubblico, nel privato se timbri e poi esci per andare a fare la spesa, vieni licenziato.
E questo, personalmente, lo trovo più che sacrosanto.
Se hai da fare la spesa, chiedi un permesso ma non timbri il cartellino, informi dell'uscita e accetti che il tempo che non sei al lavoro o te lo mangi come permesso o ti viene detratto dallo stipendio perché, appunto, non hai lavorato.
Questo dice la dura legge che regola i rapporti di lavoro: lavori ti pago, non lavori non ti pago. Tenti di raggirarmi timbrando come se fossi al lavoro per farti pagare anche se sei a farti i fatti tuoi, ti licenzio perché mi stai truffando soldi che non ti devo.
Questo è il punto.
Il problema dei dipendenti pubblici è che forse si sono convinti che truffare il datore di lavoro è un diritto perché tanto, il padrone è lo stato, quindi teoricamente non hanno un padrone e nessuno ci rimette, quindi anche fare la spesa in orario di lavoro pensano sia un diritto.
E io dico 'sti cazzi!
Lavori, ti pago. Non lavori non ti pago. Tenti di rubarmi lo stipendio ti metto fuori a calci in culo.
Fa male?
Bene: timbri, lavori e io non ti licenzio.
Hai problemi con il dirigente? Fai un rapporto al ministero competente.
Rischi che ti spostino perché il dirigente è ammanicato con il ministero?
Licenziati e trovati un lavoro nel privato.
Poi vediao se riesci a truffare uno stipendio mentre vai a farti la spesa o riesci a far valere la logica per cui se il dirigente è uno stronzo allora tu hai il diritto di timbrare e uscire.

E aggiungo: per quanto possa essee d'accpordo con te sulle logiche sottostanti la direttiva che puntano a licenziare anche nel pubblico così da ricattare chiunque abbia un lavoro con la minaccia del facile licenziamento, questo riguarda tutti i lavoratori.
E però, questa minaccia - reale - non giustifica comunque la pratica in uso nel settore pubblico di considerare normale prendersi pause o allontanarsi dal posto di lavoro per soddisfare le proprie esigenze personali ed essere comunque retribuito tanto paga pantalone.
SE vogliamo ragionare di etica, dobbiamo avere il coraggio di pensare etico.
E timbrare e uscire dal lavoro pper incassare anche le ore non lavorate, di etico ha zero.
Quindi, recuperare l'etica sul lavoro prima e considerarsi vittima al pari di ogni altro lavoratore in questo clima da dittatura poi.


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MarioG
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Rossaland, impeccabile.

Aggiungo che, pur essendo opinabile se sia giusto licenziare o no il lavoratore truffaldino, chiamare questo disumano e' ridicolo (manco fosse una fucilazione alla schiena).

Dice: "ma tengono famiglia" (come il 90% dei lavoratori).
Quindi si fa prima a dire che NON si deve mai licenziare.
E difatti, a suo tempo, qualche sindacalista (e qualche giudice) arrivava all'estremo allucinante di chiedere o sancire il reintegro per i dipendenti ladri degli aeroporti che rubavano nei bagagli dei passeggeri.


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Trovo più crudele chi se ne approfitta in situazioni privilegiate, non si parla di fucilare gli assenteisti, ma di licenziarli, che poi questo venga percepito come un suicidio indotto, mi spiace, ma alle proprie azioni ci si dovrebbe pensare prima;
se uno viene liquidato per comportamenti non corretti ed ha veramente voglia di lavorare, si tira su le maniche e si da da fare......

Perché non fucilarli? Dobbiamo comunque mantenerli, tanto meglio risolvere il problema alla base.


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Coilli
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Prima di tutto NON sono artigiani e commercianti che mantengono gli statali. Se licenziamo domani i 7 milioni di statali che ci sono, artigiani e commercianti vanno a ramengo perché perdono 7 milioni di clienti.
Poi, visto che la legge è uguale per tutti, a me risulta che qualcuno se non va al lavoro prende lo stipendio base, se ci va, ogni volta che ci va, gli danno un gettone di presenza. Perché non fare così con tutti?


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rossland
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Prima di tutto NON sono artigiani e commercianti che mantengono gli statali. Se licenziamo domani i 7 milioni di statali che ci sono, artigiani e commercianti vanno a ramengo perché perdono 7 milioni di clienti.
Poi, visto che la legge è uguale per tutti, a me risulta che qualcuno se non va al lavoro prende lo stipendio base, se ci va, ogni volta che ci va, gli danno un gettone di presenza. Perché non fare così con tutti?

"...a me risulta che qualcuno se non va al lavoro prende lo stipendio base, se ci va, ogni volta che ci va, gli danno un gettone di presenza."

In che settore? No, perché se esiste vorrei candidarmi a un posto in questo ambiente di lavoro delle meraviglie, dei doni, sorprese e cotillons...


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MarioG
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Prima di tutto NON sono artigiani e commercianti che mantengono gli statali. Se licenziamo domani i 7 milioni di statali che ci sono, artigiani e commercianti vanno a ramengo perché perdono 7 milioni di clienti.

Ricasca sempre nello stesso cortocircuito eh?


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Rasna
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Secondo me non è tanto questione di lotte tra pubblici e privati, è una questione di professionalità propria e altrui.
Intendo dire: Nel privato, mediamente, la professionalità è una cosa scontata, perché se non l'hai arriva il capo e ti caccia. Nel pubblico ciò che manca veramente e che fa incazzare le persone è proprio la professionalità, che si può chiamare anche senso di responsabilità.
Ora, un lavoratore privato che si sbatte ogni giorno per mantenere ed accrescere la propria professionalità, non solo per tenersi il posto ma anche per crescere nel proprio lavoro non può concepire che altre persone, pagate una cifra analoga e con protezioni e benefit maggiori possa non solo mancare di professionalità ma addirittura irridere l'utente, che è un cittadino tale e quale a lui.
Questi truffaldini balordi non solo hanno goduto di diritti ma non hanno mai assolto il loro dovere, che è rivolto verso il cittadino, cioè quello stesso cittadino che si sforza ogni giorno di mantenere la propria professionalità.
Certo non è che tutti i lavoratori privati siano uguali ma mediamente la professionalità dei lavoratori italiani c'è e si vede. Io conosco il settore informatico e nella mia azienda, in passato, era frequente inviare persone (su base volontaria ma erano tutti contenti) qualche tempo all'estero, specie in america, per prestare servizio lì. Bene, ora non lo fanno più e non per questione di costi: non lo fanno perché gli italiani mettevano in cattiva luce gli altri lavoratori con la propria competenza e professionalità.

Quindi si, questa è una mossa chiara per togliere ulteriori diritti al settore pubblico ed alimentare lo scontro, funzionale al governo, tra privati e pubblici.
Ma, anzi, Ma la stragrande maggioranza dei cittadini lavoratori privati si è rotto i coglioni di lavoratori pubblici che per colpa e negligenza rendono i servizi prestati inaffidabili, scarsi, negligenti.
Se tutti i lavoratori pubblici rendessero il loro servizio con professionalità e cura scenderei in piazza per difendere il loro diritto a mantenere il diritti. Ma dato che vedo ogni giorno lavoratori pubblici pagati più di me non fare un cazzo in ufficio perché tanto lo fanno i consulenti, beh, a questo punto voto a favore del licenziamento del dipendente che timbra e va a farsi i cavoli suoi, del superiore che no ha controllato e del superiore del superiore che non ha pensato che occorresse chiedere a qualcuno di controllare... tanto non ci crederò mai che "loro non sapevano".

Edit: ovviamente anche nel pubblico ci sono le eccezioni ma mediamente (si, come per il privato) è come ho detto sopra. Sono le eccezioni che tengono su la baracca, quelli che fanno si che almeno un minimo, insufficiente, fatto male e lento ma almeno un minimo la baracca vada avanti.


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Coilli
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Prima di tutto NON sono artigiani e commercianti che mantengono gli statali. Se licenziamo domani i 7 milioni di statali che ci sono, artigiani e commercianti vanno a ramengo perché perdono 7 milioni di clienti.

Ricasca sempre nello stesso cortocircuito eh?

Cosa non le e' chiaro? Ha mai sentito di una ruota di un'auto che mantiene le altre? Se girano tutte insieme è un'auto se no è un rottame. Lo stesso vale in economia. Il privato aiuta lo stato che dovrebbe aiutare tutti. Il dipendente pubblico aiuta lo stato e il privato in più dà al privato i soldi che riceve dallo stato. Se si interrompe il circuito va tutto a ramengo. Per ora il circuito è strozzato perché lo stato non aiuta il privato anzi lo danneggia e gli chiede troppo. Dall'altro lato taglia il numero di statali e ne riduce lo stipendio. Quindi meno ritorno per il privato. Come vede il problema non è né nel privato né nel dipendente pubblico. Il problema è nella classe dirigente.


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Prima di tutto NON sono artigiani e commercianti che mantengono gli statali. Se licenziamo domani i 7 milioni di statali che ci sono, artigiani e commercianti vanno a ramengo perché perdono 7 milioni di clienti.

Ricasca sempre nello stesso cortocircuito eh?

Perché le sia chiaro l'ha postato due volte.
Intende?


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MarioG
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Prima di tutto NON sono artigiani e commercianti che mantengono gli statali. Se licenziamo domani i 7 milioni di statali che ci sono, artigiani e commercianti vanno a ramengo perché perdono 7 milioni di clienti.

Ricasca sempre nello stesso cortocircuito eh?

Cosa non le e' chiaro? Ha mai sentito di una ruota di un'auto che mantiene le altre? Se girano tutte insieme è un'auto se no è un rottame. Lo stesso vale in economia. Il privato aiuta lo stato che dovrebbe aiutare tutti. Il dipendente pubblico aiuta lo stato e il privato in più dà al privato i soldi che riceve dallo stato.

A me e' chiaro che fa confusione.
Allora: il dipendente statale aiuta (se aiuta) il privato solo in quanto fornisce a esso un servizio, NON in quanto ( o "in piu'") da' al privato i soldi (sotto forma di consumi) che riceve dallo stato (... che lo stato riceve dai privati, che ricevono dallo stato, che riceve dai privati....).
Ho paura che lei conti due volte le stesse cose.


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rossland
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Prima di tutto NON sono artigiani e commercianti che mantengono gli statali. Se licenziamo domani i 7 milioni di statali che ci sono, artigiani e commercianti vanno a ramengo perché perdono 7 milioni di clienti.

Ricasca sempre nello stesso cortocircuito eh?

Cosa non le e' chiaro? Ha mai sentito di una ruota di un'auto che mantiene le altre? Se girano tutte insieme è un'auto se no è un rottame. Lo stesso vale in economia. Il privato aiuta lo stato che dovrebbe aiutare tutti. Il dipendente pubblico aiuta lo stato e il privato in più dà al privato i soldi che riceve dallo stato. Se si interrompe il circuito va tutto a ramengo. Per ora il circuito è strozzato perché lo stato non aiuta il privato anzi lo danneggia e gli chiede troppo. Dall'altro lato taglia il numero di statali e ne riduce lo stipendio. Quindi meno ritorno per il privato. Come vede il problema non è né nel privato né nel dipendente pubblico. Il problema è nella classe dirigente.

Che desolazione, quando mai ne usciremo?


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Coilli
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Vabbe' continuate a ragionare come la vecchia che stringe il borsello con la pensione. Il resto è troppo difficile...


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