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E oltre al progressismo?

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mincuo
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Questo post sembra che non c'entri molto con un'altro che ho fatto, sul progressismo, e che si poteva però anche applicare alla globalizzazione.
A cosa fu dovuto il progressismo e a cosa la globalizzazione?
A tante cose, ma una senz'altro è lo scadimento dell'etica.
E quella deriva anche dallo scadimento dell'insegnamento, dell'educazione.

Una cosa mi ha sempre colpito: un uomo tra i più importanti e migliori della storia, come legislatore, come governante, ma soprattutto come pensatore, un uomo di 2000 anni fa, la cui opera “Colloqui con sè stesso” è stata per così dire sul comodino di tutti i grandi di ogni epoca, da Leonardo, a Hegel, a Marx, a Kant, a Voltaire, a Spinoza, ma proprio tutti....
Un uomo ammirato per secoli per la sua profondità, umanità e rettitudine e ancor oggi di un'attualità stupefacente, non sta nei programmi scolastici, non viene praticamente studiato.
Ci sono anche altri casi oltre al suo, ma il suo è eclatante, soprattutto qui in Italia.
Come mai? E' possibile che i Provveditori agli Studi di mezzo mondo siano rincitrulliti a tal punto?
O è stato invece voluto? E perchè? E' questa la domanda.
Ci sono parole che hanno perso quasi tutto il loro significato: dignità, senso dell'onore, sincerità, onestà intellettuale, erudizione, tradizione, metodo, rigore...
Ma se hanno perso gran parte del loro significato e se dire oggi “senso dell'onore” suona quasi ridicolo, mentre è stato per secoli uno degli imperativi etici, ciò è dovuto anche a cosa e come si è insegnato da un certo punto in avanti.
Abbiamo creato la democrazia che ha inteso correggere uno dei mali dell'aristocrazia, il fatto che quella potesse debordare, il fatto che nessuno avesse garanzia di controllo. E così abbiamo creato un sistema che però si accontenta di eleggere qualcuno una volta ogni quattro anni, ma poi non è in grado di controllare più niente, e così abbiamo in fin dei conti dei nuovi aristocratici che però non hanno nemmeno lontanamente l'etica di quelli precedenti.
Perchè l'etica è stata progressivamente cancellata dall'educazione, e cioè si è buttato via anche quel che c'era stato di nobile, e che ha plasmato una civiltà, insieme a quello che c'era di sbagliato e da correggere.
Ma senza etica non c'è più nulla, e le stesse idee politiche sono svuotate di senso. E questa è la connessione col post precedente.

Ma torniamo a chi non si legge e non si studia più.
Parlo dell'Imperatore Marco Aurelio.
Qui qualche notizia sulla vita, per chi vuole anche un inquadramento, ma non è tanto quella, la sua vita, quanto il suo pensiero.
http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Aurelio

Sono i “Colloqui con sè stesso”.
Un'opera straordinaria, che ognuno dovrebbe leggere, e rileggere, un pezzetto alla volta, e dato che sono dei pensieri può anche saltare da un capitolo all'altro.
Eccola qui:
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiaantica/asestesso.pdf

Per chi non ha proprio tempo e solo per dare un'idea posso mettere qualche estratto, di cosa trova, tanto per orientarsi:

“Ti sia indifferente, mentre compi il tuo dovere, aver freddo o caldo, avere sonno o aver dormito, sentir parlare bene o male di te, star per morire o per fare qualsiasi altra cosa, infatti anche morire è una delle cose di cui è fatta la vita e basta anche per questa “fare il miglior uso del presente”;

“Noi siamo nati per aiutarci a vicenda, come i piedi, le mani, le palpebre, le due file di denti. Ecco perché è contro natura agire l’uno contro l’altro”;

“Se qualcuno riesce a convincermi dimostrandomi che le mie opinioni e le mie azioni non sono corrette, sarò felice di cambiare perché quello che cerco è la verità, dalla quale nessuno ha mai ricevuto danno, mentre lo riceve chi persevera nel proprio errore e nella propria ignoranza”;

"Non formarti opinioni in analogia ai giudizi che il prepotente formula o vorrebbe che tu formulassi, ma guarda le cose in sé, quali sono in verità."

“Scava dentro di te; dentro di te è la sorgente del bene e può zampillare inesauribile, se continuerai a scavare”;

“La perfezione consiste in questo: vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, senza affanni e senza negligenza, senza finzione”;

“Chi compie un’azione ingiusta la compie contro se stesso, facendo del male a se stesso”;

“Se sei afflitto da qualche causa esterna, in realtà non è questa ciò che ti tormenta, ma il giudizio che ne dai e questo puoi eliminarlo subito. Se invece ciò che ti rattrista riguarda il tuo carattere, cosa ti impedisce di correggere il tuo giudizio? E se ti addolora non riuscire a compiere un’azione che ti pare buona, perché non riprovi con maggiore impegno invece di affliggerti?”;

“Elimina le false impressioni ripetendoti: dipende da me far si che in me stesso non ci sia nessuna malvagità, nessuna avidità, nessuna inquietudine, dipende da me vedere obiettivamente ogni cosa così come è, avvalendomi di ognuna secondo il suo valore. Ricordati di questo potere che la Natura ti ha dato.”


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oriundo2006
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L'etica autonoma, sgorgante direttamente dalla propria intimità, dalla propria anima come colloquio con sè stessa, è morta collettivamente con il cristianesimo post-medievale, specie nella variante in uso in Italia...leggersi prego la prefazione di C.G.Jung al testo commentato di Evans-Wentz sul Bardo Todol ( Libro Tibetano dei morti ). In sintesi, l'etica individuale presuppone l'autonomia del soggetto di fronte a sè stesso ed ai grandi misteri della vita, la sua irriducibile provvisorietà e solitudine, il colloquio intimo proiettato verso la coniunctio anima individuale-Anima Universale. L' estro-versione occidentale ha 'secolarizzato' questa ricerca della propria personale via alla saggezza sostituendola con l'esteriorità del culto, dei riti e dei miti celebrati dogmaticamente, in primis il 'perdono' dei 'peccati' officiato come sacramento simbolico del potere 'in spiritualibus' della chiesa.


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Georgejefferson
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Molto bello.Grazie.

Una gentile richiesta.Mi piacerebbe un post che parla di secolarizzazzione con parole tue Mincuo.


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mincuo
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Molto bello.Grazie.

Una gentile richiesta.Mi piacerebbe un post che parla di secolarizzazzione con parole tue Mincuo.

Non credo George perchè è un termine che puoi intendere in senso sociale o in senso culturale. E provocherebbe subito scomuniche e bolle varie.
Anche se ponessi l'accento su "culturale" a caratteri cubitali, diventerei subito il Mullah che vuole la Teocrazia Taleban. Sta certo.
A parte questo è proprio un termine e un concetto delicato e anche un po' ambiguo, difficile da maneggiare e che si è prestato a differenti interpretazioni a seconda delle diverse scuole di pensiero.
Quindi "mi astengo".


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Georgejefferson
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Mmm,penso di capire.Ma come spesso succede tante questioni le percepisci,ma per capirle meglio a livello "conscio" e razionale (non intendendo "SOLO conscio e razionale = bello") si ha bisogno di esprimerle in linguaggio.E tu hai molto talento.Ma lo posso avere anche io,e quello che cerco anche a volte e'il linguaggio che possa andar bene a livello generare per tarpare le ali ai fraintendimenti,oltre al significato piu profondo.

Grazie ancora per il testo.Non mi ricordo se e' lo stesso che avevi gia postato,se si lo avevo solo iniziato per tempi sempre stretti ma lo finiro'


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Detrollatore
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Tra quelle estratte questa è quella che mi entusiasma di più:
“Se qualcuno riesce a convincermi dimostrandomi che le mie opinioni e le mie azioni non sono corrette, sarò felice di cambiare perché quello che cerco è la verità, dalla quale nessuno ha mai ricevuto danno, mentre lo riceve chi persevera nel proprio errore e nella propria ignoranza”.
Molto simile a: "Onesto è colui che accorda il proprio pensiero alla verità...".


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Tonguessy
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A cosa fu dovuto il progressismo e a cosa la globalizzazione?
A tante cose, ma una senz'altro è lo scadimento dell'etica.
E quella deriva anche dallo scadimento dell'insegnamento, dell'educazione.

“Noi siamo nati per aiutarci a vicenda, come i piedi, le mani, le palpebre, le due file di denti. Ecco perché è contro natura agire l’uno contro l’altro”;

“Chi compie un’azione ingiusta la compie contro se stesso, facendo del male a se stesso”;

Peccato che non si riesca a leggere uno straccio di giustificazione a questi che sono dei puri non sequitur.
Sull'etica: non credo proprio tu conosca Moritz Schlick ed il Circolo di Vienna con tutte le questioni sull'etica che furono messe in discussione. Nel suo "Fragen der Ethik" pone l'accento su come tutta la questione si poggi su una distinzione del Bene e del Male che va ricondotta a pratiche socialmente condivise. La poligamia è eticamente disdicevole oppure no? Dipende da qual'è il popolo che si pone la domanda. Quindi la questione è non tanto sul valore ma sul "significante", ovvero sul radicamento storico di tali concetti. Fenomenologia del linguaggio vista da una prospettiva storica.

Marc'Aurelio poi rappresenta l'apice dello stoicismo passato da filosofia materialista (Zenone) a metafisica. Zenone ad esempio non credeva che esistesse il caso, ma che tutto fosse determinato da leggi naturali. "Per lo stoico la virtù è fine a se stessa e non qualcosa che opera il bene. Il saggio non prova affetto alcuno: quando sua moglie ed i suoi figli muoiono riflette che questo avvenimento non è di ostacolo alla sua virtù e quindi non ne soffre profondamente"
B.Russell "Storia della filosofia occidentale" pg.259)
"L'etica stoica si adattava ai tempi di Epitteto e Marc'Aurelio perchè era un vangelo di sopportazione piuttosto che di speranza" (pg.265)

"L'etica stoica può quindi definirsi come segue: certe cose sono comunemente considerate buone, ma questo è un errore; ciò che è buono è una volontà diretta ad assicurare questi falsi beni agli altri..c'è infatti nello stoicismo un elemento che ricorda la favole della volpe e l'uva: non possiamo essere felici ma possiamo essere buoni. Quindi fintantochè siamo buoni non c'è ragione di essere infelici" (pg.271)
Cosa questa che Marc'aurelio conosceva benissimo.

Nel paragrafo 18 del libro XI egli annota: "Io sono nato per governarli, come il toro la mandria, l'ariete il gregge. E' la natura che regge l'universo e, se questo é vero, gli esseri inferiori sono nati per i superiori e viceversa".

Ma “Noi siamo nati per aiutarci a vicenda, come i piedi, le mani, le palpebre, le due file di denti. Ecco perché è contro natura agire l’uno contro l’altro”, vero?

E così nel 177 d. C. ordina a Lione, in Gallia,il massacro di quarantotto cristiani, colpevoli di non aver rinnegato la loro fede.
Marc'Aurelio, in qualità di imperatore e padrone di schiavi ed enormi ricchezze considera Lione un focolaio "rivoluzionario" cristiano.
Poi ci sono centinaia di arresti tra i cristiani, molti dei quali non abiurano. I magistrati locali non hanno però alcun diritto ad eseguire le condanne a morte, decisione che spetta all'imperatore. Il corriere porta la volontà di Marc'Aurelio: pollice verso. Il circo dei giochi di Lione diventa così la sede per le esecuzioni che durano parecchi giorni. Per l'ultimo giorno ci sono Blandina, schiava di quindici anni, e il vescovo Pontino, ultranovantenne.

Cosa c'entri progressismo, globalizzazione e l'anima bella di Marco Aurelio con tutto questo dio solo lo può sapere.


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mincuo
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E ti pareva che quello con la terza media non venisse fuori prima con "non avrà letto, non conoscerà" Il docente con la terza media in cattedra...

E dato il livello, e avendo guardato una paginetta avrà trovato le cialtronate di tale Marian Cecchi, cioè una signora nessuno ma "eletta lobby" del gruppo Repubblica Espresso impegnata dalla lobby a fare calunniette estrapolando una frasetta come è la normale abitudine di questi qui.
E glielo scrivono pure dei lettori.

E infatti è copiato pari pari il commento da quella roba.
http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/marcoaur.htm

Il "massacro" lo trovi in Historia Augusta e in Cassio Dione.
E la eletta lobby Cecchi dice menzogne, sui Circhi, i giorni e giorni... le centinaia... basta leggere le fonti.
Marco Aurelio prese dei provvedimenti anzi proprio per il Circo, limitò gli stessi combattimenti, promulgò un editto con cui dette possibilità ai Gladiatori di arruolarsi nell'esercito, sottraendosi a schiavitù. E anche, in seguito alla caduta di schiavi acrobati nel Circo, prescrisse l'obbligo di materassi.
I Circhi con i bambini mangiati, dati in pasto alle belve, le esecuzioni in massa ni Circhi ecc...sono atrocity propaganda Cristiana successiva.
Già una persona con un'intelligenza appena sopra quella di Tonguessy, il che non è difficile, capisce che intere famiglie andavano al Circo per divertirsi e vedere degli spettacoli. E c'erano spettacoli di corsa, di poesia, di acrobati e le "fiere" erano come lo zoo oggi, animali esotici mostrati.
I Romani erano un popolo raffinato, e mentre gli spettacoli di combattimenti (come è rimasto anche oggi con pugilato, lotta, scherma) sono comprensibili, perchè sono competizione e ammirazione del coraggio e del valore, certo non era vedere far divorare o massacrare persone inermi uno spettacolo che poteva piacere e non disgustare della gente normale.
Solo la fantasia malata, l'ignoranza e la propaganda inculcata hanno poi consentito di spacciare queste menzogne.
E non è certo perchè "colpevoli di non avere rinnegato la loro fede".
Questo neanche uno con la terza media, quella di una volta, l'avrebbe mai detto. Infatti questa sarà un' "aggiunta" del dotto con la terza media Tonguessy.
Se ci fu un popolo tollerante con le religioni quello fu quello Romano. E non ci sarebbe nemmeno bisogno di dire "tolleranti" perchè per i Romani la religione era una cosa diversa da come la concepiamo noi.
A Roma stavano tutti i culti. Ebbero problemi col Monoteismo integralista di gruppi di Ebrei e Cristiani, ma non "per la religione", perchè non riconoscevano l'autorità Imperiale e soprattutto fomentavano rivolte.

P.S.
Il "pollice verso" è un'invenzione, non è mai esistito.

VA A SCUOLA FANNULLONE.


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Tonguessy
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E ti pareva che quello con la terza media non venisse fuori prima con "non avrà letto, non conoscerà" Il docente con la terza media trova sempre tempo...

VA A SCUOLA FANNULLONE.

Ecco IL FILOSOFO E STORICO CIALTRONE per antonomasia che spande la sua merda nel forum.

"Marco Aurelio e la fine del mondo antico" di Ernest Renan, pg. 175
"Secondo l'uso delle grandi istruttorie criminali, si arrestarono gli schiavi assieme ai loro padroni. Ora, molti di questi schiavi erano pagani.Le torture che vedevano infliggere ai loro padroni li terrorizzavano. I soldati dell'officium suggerirono loro cosa bisognava dire per evitare la tortura. Così essi dichiaravano che gli infanticidi, i pranzi di carne umana, gli incesti erano veri e che i terribili racconti che si facevano sull'immoralità dei cristiani non avevano nulla di esagerato. Si decise di spingere l'arte del boia alle estreme raffinatezze per ottenere così la confessione di crimini.."

E smettila con questi insulti personali. Sei di un'ignoranza mostruosa, e di una personalità schizofrenica che predica sempre bene e razzola sempre peggio. Non sai spiaccicare una parola di filosofia, non sai chi erano gli stoici.
Impiccati te e quell'idiota di Marco Aurelio con le sue schifose frasi di fratellanza rivolte ai torturati:

“Chi compie un’azione ingiusta la compie contro se stesso, facendo del male a se stesso”

E leggiti qualche libro di filosofia prima di sparare cazzate che fanno ridere anche le sardine.
Etica nazista: siamo tutti uguali ma non parlare se hai la terza media che non hai diritto. Ma vaffanculo te e il tuo amico Marco Aurelio, va...


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mincuo
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Va a scuola fannullone.
E leggi qualche fonte. Non solo propagandisti.
Renan pensa un po'. Già che c'eri potevi prendere un seminarista direttamente. Oppure anche un film: "Quo Vadis" ad esempio, che è ancora più adatto.
Che poi i film, le storie dei nonni e La Repubblica sono pressapoco il bagaglio.
Terza media, appunto.


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questi scambi mi ricordano le discussioni sul negazionismo


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mincuo
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"Cosa c'entri tutto questo con il progressismo" e cioè con le questioni del post precedente non risulta credo oscuro o particolarmente inaccessibile a nessuno salvo proprio a chi sia titolare contemporaneamente di due disgrazie, dato che una non basta.

C'entra con mos maiorum e con pietas.
E poi con fides, majestas, costantia, dignitas, auctoritas, virtus, gravitas, consilium, urbanitas, humanitas, concordia, clementia, simplicitas, abstinentia, amicitia, pax, aequitas, benignitas, honor, decorum, magnitudo animi, abstinentia, exemplum, industria, libertas, nobilitas, pudor, continentia.....


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Georgejefferson
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"Per lo stoico la virtù è fine a se stessa e non qualcosa che opera il bene. Il saggio non prova affetto alcuno: quando sua moglie ed i suoi figli muoiono riflette che questo avvenimento non è di ostacolo alla sua virtù e quindi non ne soffre profondamente"

Io mi son sempre "combattuto" interiormente su queste 2 cose apparentemente contrarie,nel sentirle entrambe.Ma chi comanda alla propria volonta di trovarle inconciliabili?Si puo essere piu inclini all'una o all'altra.Ma penso che sia piu una questione di livelli,non o tutto bianco,o tutto nero,a meno che non ci si convinca talmente tanto da forzare totalmente o una,o l'altra.L'umanita,la saggezza sono tutti concetti che possono sia essere originari alla natura in se,sia come idealizzazioni soggettive volontarie (e magari coltivate nelle abitudini nei secoli e "impresse"),niente toglie il diritto auto deciso (che non disturbi la altui liberta') di cercare una sintesi ideale.Non per gli altri (perche nella forzatura coercitiva sugli altri perde legittimita' il diritto in se riguardo alle liberta' interiori) ma per se stessi.Questa una opinione.Non sempre trovo giustizia nel principio di non contraddizione applicato a tutto ed anche alle idealita umane.

Quella frase estrapolata di Marco Aurelio.Nonostante vada presa nel contesto culturale dell'epoca,ed estrapolata da esso diventa strumentale (come quella di aristotele sugli schiavi) e' comunque molto infelice,a mio Parere.Ma d'altronde il concetto stesso sulla differenza tra autoritarismo e autorevolezza venne definito,sviluppato e condiviso maggiormente successivamente.Penso io.Senza troppe certezze.Questo non toglie pero il valore complessivo dell'opera.


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haward
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Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.


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mincuo
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@Jefferson. Perchè "inferiori" lo colleghi a razzismo. Ma non è quello il senso, per i Romani è normale il concetto di merito, di capacità, di qualità naturali o apprese.
Quello viene con Ebraismo e specie poi talmudismo, che ha il popolo eletto e poi tutti i goym esseri inferiori, paragonati esplicitamente a bestie, come tu trovi scritto centinaia di volte e tuttora è un punto fermo degli Haredim e comunque mai cancellato dai testi.
O col Cristianesimo che perdona ma vuole convertire a tutti costi gli "eretici". O con l'Islamismo che deve sterminare gli "infedeli" O anche i "cani infedeli".
I monoteismi,
E un'altra cultura, è quella dell'obbedienza, della fede cieca, della vendetta, della colpa, del peccato da espiare.
Non è la società Romana. Non esisteva la "fede" per i Romani, nè la "colpa" o il "peccato" o la "punizione" tutte cose instillate dai monoteismi.
Gli Dei Romani non chiedono di sacrificarsi per loro, e i sacrifici e le donazioni sono più per ringraziare, vedi nelle epigrafi, non tanto per chiedere.
Il rapporto con gli Dei non è da schiavo a padrone, come nei monoteismi, e gli Dei devono comportarsi bene anche loro, secondo i Romani.
Non era concepibile la Divinità vendicativa, e se accadeva una catastrofe gli Dei erano scontenti anch'essi, secondo loro, e mai loro avrebbero concepito che era stata mandata appositamente dagli Dei per "punizione".
Quello comincia ad apparire nel III°, IV° secolo, quando il Cristianesimo prende il sopravvento. E la prima cosa che fa è proibire gli altri culti e comminare pene.
Furono Ebraismo e Cristianesimo religioni intolleranti e cioè che ammettevano e volevano imporre solo la loro religione come "vera" e basta e condannavano e volevano proibire le altre.
Il concetto di "eretico" e "infedele" non esistono nella cultura Romana.
Le persecuzioni di Ebrei e Cristiani non hanno niente a che vedere con l'odio teologico, concetto del tutto estraneo ai Romani e non solo a loro.
Ma a motivazioni politiche e di ordine pubblico, legate alla minaccia che costituivano per l'Impero, di cui non accettavano l'autorità, che miravano a sovvertire.
Esiste "religioso" per i Romani nel senso di partecipe del Divino ed è concetto comunitario. Per cui per loro ogni religione era senso religioso, e perciò benvenuta, e infatti tutte stavano a Roma, quella Greca, Mitra, Iside, Osiride...non solo ma molti culti erano integrati nel rituale Romano.
Nessuno ha mai sentito di "persecuzioni" nei loro confronti.
Solo per i monoteismi. Perchè?

-Nella definizione di Pietas (anche in Seneca, Cicerone...) che non è la nostra "pietà", sta il rispetto per gli Dei, la Patria, i genitori, la famiglia e anche gli schiavi, che sono esplicitamente nominati.
Gli schiavi c'erano, parliamo di 2000 anni fa, non di oggi e con l'ottica e la morale di oggi, e c'erano ovunque ed era normale per le società antiche, ma essere schiavo a Roma, salvo quelli mandati nelle miniere, era come vincere una lotteria rispetto a uno in Bitinia, o in Persia o altrove.....Ed erano regolamentati, a Roma, 2000 anni fa, a differenza di altrove.

-In tutti i Circhi, tanto per tornare alle menzogne, c'erano i sacelli, cioè degli spazi di preghiera, ognuno per ogni Religione.
Quello che poi è stato poi girato in altro modo è la damnatio ad bestias o ad metalla, o summa supplicia che c'erano come condanne ma che ancora resistono descritte in un modo e di cui approfittarono da Eusebio in su tutti i propagandisti Cristiani per narrazioni truculente.
E questo è niente perchè hai ancora Nerone che cantava con la lira mentre Roma andava a fuoco, che anche quello hanno tramandato che avesse appiccato lui.


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