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... e poi il buio avvolse ogni cosa

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[quote="fobia1984"][quote="gaia"]

http://www.anticorpi.info/2015/10/rudolf-steiner-e-le-confraternite-delle.html#

Mi scusi, ma ancora non ne ho colto il senso, nonostante il suo sforzo di ampliare il suo concetto tra la morte fisica e le conventicole più o meno occulte.
Mi permetta di consigliarle, se ancora non l'ha fatto, la lettura della raccolta di conferenze di R. Steiner che va sotto il titolo " Esigenze sociali dei tempi nuovi" edito da Edizioni Antroposofiche via Vasto, 2 Milano, da cui Anticorpi.info ha tratto il brano da lei indicato.
A rileggerla.


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GioCo,
ha una particolare dote: promuovermi l'orticaria.
Che vuol dire morte?
A che morte si riferisce?
Cosa intende per morte?
Morte de che?

Bella domanda, il post si riferisce però come esplicitamente scritto, all'unica constatabile dai sensi che ci sono dati, la morte biologica e del corpo fisico.
Altre "morti" se esistono non sono che relegabili al mondo del fantastico e dell'immaginazione, che per altro personalmente non considero meno concreti di quello fisico e dei sensi. Solo differenti.

La morte è l'estrema ratio adottata dalla natura nell'intento di farci evolvere. Essa, la natura, ci mette a disposizione il corpo fisico attraverso i nostri genitori, affinché noi possiamo sperimentare la vita sulla Terra.
A disposizione.


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fobia1984
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"gaia" wrote: [quote="fobia1984"]

http://www.anticorpi.info/2015/10/rudolf-steiner-e-le-confraternite-delle.html#

Mi scusi, ma ancora non ne ho colto il senso, nonostante il suo sforzo di ampliare il suo concetto tra la morte fisica e le conventicole più o meno occulte.
Mi permetta di consigliarle, se ancora non l'ha fatto, la lettura della raccolta di conferenze di R. Steiner che va sotto il titolo " Esigenze sociali dei tempi nuovi" edito da Edizioni Antroposofiche via Vasto, 2 Milano, da cui Anticorpi.info ha tratto il brano da lei indicato.
A rileggerla.

Ok, la ringrazio ci darò un'occhiata. Alla prossima 🙂


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GioCo
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GioCo,
ha una particolare dote: promuovermi l'orticaria.
Che vuol dire morte?
A che morte si riferisce?
Cosa intende per morte?
Morte de che?

Bella domanda, il post si riferisce però come esplicitamente scritto, all'unica constatabile dai sensi che ci sono dati, la morte biologica e del corpo fisico.
Altre "morti" se esistono non sono che relegabili al mondo del fantastico e dell'immaginazione, che per altro personalmente non considero meno concreti di quello fisico e dei sensi. Solo differenti.

La morte è l'estrema ratio adottata dalla natura nell'intento di farci evolvere. Essa, la natura, ci mette a disposizione il corpo fisico attraverso i nostri genitori, affinché noi possiamo sperimentare la vita sulla Terra.
A disposizione.

Personalmente non so cos'è un esperienza che non ho fatto, ed è abbastanza evidente che la posso cogliere tramite lo stretto canale dei sensi solo come fenomeno esterno, e che questa esperienza la posso sapere generica e inscritta nella necessità di costruire equilibri con un ambiente limitato e risorse finite (la biosfera). La morte dei padri serve anche a fare banalmente spazio ai figli, nel mondo umano quanto in quello non umano e del vivente. Quindi può essere un "estrema ratio" ma anche una questione più banale dettata da esigenze contingenti di spazio e di tempo. Poi, se immaginiamo ci siano innumerevoli presenze spirituali che premono per avere un corpo nel mondo materiale che ha una sua propria "scadenza", possiamo dare pari possibilità di sperimentare la vita, solo dando ad ognuna un tempo finito. Quindi anche spiritualmene la ragione può essere banalmente molto pratica, tecnica e quindi del tutto avulsa da "ratio" (intelligenza) "naturale".


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E no! GioCo, è proprio l'"intelligenza naturale" che attua detta soluzione.
Non è una questione di spazio ma di "materia", la nostra è fondata sul carbonio, ma ce ne possono stare infinite altre nello stesso tempo e nello stesso luogo.
La materia non esiste se non come campo vibratorio, che concorderà non possedere parametri volumetrici, quindi sperimentabile assieme a molte altre vibrazioni contemporaneamente. I limiti li viviamo noi perché convinti dell'unica possibilità, ma i nostri già avi continuano ad esistere in un'altra dimensione, ecco il perché della mia domanda.


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The_Essay
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La Morte.

Non è una teoria, ma oggi potremmo iscriverla anche lei nella famosa lista delle "teorie del complotto". In effetti verrebbe da chiedersi, chi ha inventato la morte? Perché si "deve" morire?cut...

Ciao!
Con piacere noto che spesso su CDC si affrontano tematiche singolari!
Posto tale trafiletto per chi fosse sensibile all’argomento e sappia osservare attraverso dei prismi particolari(ad es il pensiero buddista).
Questo mio Intervento in pratica ha lo scopo di offrire un’altra prospettiva sull’argomento!

“«Fui pervaso fin nel più profondo del cuore dal sentimento dell'impermanenza di tutte le cose che mi era stato trasmesso da mia madre. La vita umana era effimera come i petali avvizziti,
spazzati via dal vento. La nozione buddhista dell'impermanenza (mujo)
faceva parte del mio essere più intimo.
Niente nell'universo intero può resistere al tempo.Tutto ne viene travolto, tutto è condannato a scomparire o a mutare.
Anche lo spirito, come la materia, è chiamato a trasformarsi, senza mai poter raggiungere la permanenza.
Per questo l'uomo è costretto ad avanzare in solitudine,
senza alcun appoggio stabile.Come è detto nello Shodoka, neppure la morte, che lascia ciascuno solo nella sua bara, è definitiva.
Soltanto l'impermanenza è reale».”


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uomospeciale
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La Morte.

Non è una teoria, ma oggi potremmo iscriverla anche lei nella famosa lista delle "teorie del complotto". In effetti verrebbe da chiedersi, chi ha inventato la morte? Perché si "deve" morire?

Si deve morie perché si diventa così:

https://www.youtube.com/watch?v=bsve9wB_sEA

E così:

https://www.youtube.com/watch?v=8j9vBsklUiY


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GioCo
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@Gaia, non ho inteso contrariare il tuo contributo, solo aggiungere qualcosa che è solo in apparenza contraddittorio.
Se ci si rifà ai sensi la conseguenza è quella che ho detto. Per affermare qualcosa che riguarda "il naturale" intelligente, è già necessaria una attenzione differente, qualcosa che contempli almeno le sensazioni più individuali, come l'umore.

Una madre è di solito più attenta a questi aspetti dell'esistente, ma oggi viviamo tempi in cui siamo magneticamente tenuti attaccati come un cordone ombelicale all'attenzione sensoriale dai media. Questo ci suggerisce alcune cose, tra cui che se (e dico se) la natura intelligente è concreta come affermi, è lei (senz'ombra di dubbio) che sta spingendo in questa direzione. Perchè? Troppo facile rispondere che "dobbiamo crescere" o "siamo messi alla prova", poiché di questa esperienza materiale se fosse così, dovrebbe esserci poi un paracadute, un intervento che compensa ciò che non sta funzionando. Se quindi si tratta di una "intelligenza" pare proprio che oggi sia estremamente disattenta circa il destino dei suoi figli ... o no?

@The_Essay spingo spesso in questa direzione, sempre attendendomi in verità scarni risultati e sempre venendo colto di sopresa dalle risposte. Ho deciso che approfondirò un pochino l'argomento, ma in un altro post. Voglio vedere se qualcuno mi segue. 😉

@uomospeciale vedo che ti piacciono i futurama e compagnia bella, finti cartoni di un finto ammiccamento alla disperazione umana. Non ripeterò ciò che è già stato detto circa la ferocia della TV e del fatto che ciò che appare più innocente è proprio e solo l'esca per l'abisso più indecente della coscienza. Non vedo l'utilità di ridere su comando e per una rappresenzione dell'umanità così ributtante: a parte il rendersi forse conto di come siamo visti e di come siamo giudicati da chi pensa di essere superiore rispetto quell'umano ributtante.


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Possiamo con la nostra intelligenza, GioCo, valutare quella della natura?
Non potrebbe anche ricadere nel "peccato della superbia"?

uomspeciale, condivido le osservazioni di GioCo, cercare l'ironia ad ogni costo è tragico.


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