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Eh ... però le industrie tedesche ...

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Rosanna
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Volkswagen crolla in borsa per l'indagine Usa. Akros: una buona notizia per Fca

Volkswagen in calo del 15,35% a 137,2 euro alle ore 9,50 alla borsa di Francoforte dopo essere stata accusata, venerdì scorso, di aver violato il Clean Air Act da parte dall’Agenzia americana per la protezione ambientale. Alcuni modelli diesel venduti negli Stati Uniti sarebbero stati equipaggiati con software usato per aggirare gli standard sull’inquinamento. Adesso il produttore tedesco rischia dall’Epa una multa per oltre 18 miliardi di dollari.

L’accusa riguarda 482mila auto a diesel fra cui le Jetta, Beetle, Audi A3 e Golf (modelli dal 2009 al 2015) e Passat dal 2014 al 2015. Adesso VW potrebbe pagare oltre 18 miliardi di dollari in cause civili oltre ad altre penalità per aver violato le regole sull’aria pulita. La multa arriva fino a 37.500 dollari a veicolo, è quanto ha sostenuto un portavoce dell’Epa.

Volkswagen ha deciso, a questo punto, di bloccare la vendita negli Stati Uniti di alcune sue popolari vetture equipaggiate con motori diesel, in particolare il propulsore 4 cilindri TDI. Il gruppo tedesco ha inoltre avviato un'indagine interna sulla vicenda.

Lo scandalo, secondo l'agenzia, potrebbe avere anche conseguenze penali per il vertice del gruppo tedesco a causa delle numerose violazioni di legge e dei danni ambientali e quindi indebolire la posizione dell'amministratore delegato Martin Winterkorn, da poco uscito vincitore di una guerra con l'ormai ex padre-padrone Ferdinand Piech generata tra l'altro anche dalle performance non certo brillanti del brand Volkswagen Nel mercato statunitense.

Secondo una nota di Banca Akros, la notizia può andare a favore di Fca (rating buy, target price 18,65 euro) in un momento delicato come questo in cui Sergio Marchionne sta cercando di fondere il gruppo con un altro big player. Fra l'altro lo scandalo segue, a stretto giro di ruota, quello sul sistema di iniezione di GM.

Secondo gli analisti, "gli eventi possono dimostrare perché è così importante crescere in scala per fronteggiare problemi legati a nuove normative e scommesse ambientali, che è proprio la tesi portata avanti dallo stesso Marchionne quando parla della necessità per il settore auto di consolidarsi".

Oggi Kepler Cheuvreux ha avviato un downgrade su VW portando il titolo da buy a hold e ha tagliato il target price da 255 a 185 euro a causa della vicenda. "Il fatto aumenta senza dubbio il rischio sull'azione", commentano gli esperti.

Lo scandalo, secondo l'agenzia Epa, potrebbe avere anche conseguenze penali per il vertice del gruppo tedesco a causa delle numerose violazioni di legge e dei danni ambientali e quindi indebolire la posizione dell'amministratore delegato Martin Winterkorn, da poco uscito vincitore di una guerra con l'ormai ex padre-padrone Ferdinand Piech generata tra l'altro anche dalle performance non certo brillanti del brand Volkswagen nel mercato statunitense.

"Da un punto di vista personale sono profondamente dispiaciuto che abbiamo rotto il legame di fiducia con i nostri clienti e con il pubblico", ha affermato Winterkorn in una nota diffusa ieri, aggiungendo che Volkswagen sta collaborando pienamente con le autorità preposte oltre ad aver commissionaro un'indagine indipendente.

Lo scandalo potrebbe costare caro al gruppo Volkswagen non solo per le possibili sanzioni. Gli Stati Uniti sono considerati un mercato cruciale per raggiungere l'obiettivo di conquistare definitivamente e stabilmente la leadership globale. Volkswagen è riuscita nel primo semestre a superare per la prima volta Toyota nella classifica mondiale delle vendite globali, ma lo scandalo potrebbe fermare la sua ascesa.

Proprio sul mercato statunitense la casa di Wolfsburg ha puntato su una campagna pubblicitaria tutta incentrata sulla promessa di fornire al mercato diesel puliti capaci di minori emissioni e migliori performance rispetto alla concorrenza. Tuttavia, anche prima delle accuse dell'Epa il brand Volkswagen ha incontrato difficoltà ad arrestare il costante declino delle vendite in Usa, mentre Audi non riesce a ridurre il gap con i concorrenti Bmw e Mercedes.

L'Epa potrebbe costringere il gruppo tedesco a richiamare migliaia di vetture equipaggiate con i motori "clean diesel": il quattro cilindri turbo ad iniezione diretta, meglio noto come TDI montato su Maggiolino, Golf, Jetta, Passat e Audi A3. Per il momento, ha spiegato un portavoce, la casa non ha emesso un richiamo ma ha bloccato la vendita di tutti i model year 2015 e 2016 delle vetture con il propulsore incriminato anche se l'indagine Epa coinvolge auto vendute già a partire dal 2008.

Winterkorn ha comunque promesso di fare "tutto il necessario" per riconquistare la fiducia del mercato. "Non tolleriamo e non tollereremo la violazione di qualsiasi nostra regola interna o della legge. Questa questione ha la massima priorita' per me", ha sottolineato il top-manager.

I funzionari dell'Epa e del California Air Resources Board hanno accusato Volkswagen di aver violato due parti della legge federale Clean Air Act e indicato in 37.500 dollari la sanzione per ogni vetture coinvolta anche se non e' per ora chiaro come si sviluppera' la questione delle possibili multe. Nel novembre del 2014 la stessa Epa ha comminato a Hyundai Motor e Kia Motors una sanzione record di 100 milioni di dollari per aver fornito stime esagerate sui consumi di carburante e costretto le due case coreane a sborsare altri 200 milioni di dollari in crediti normativi.

L'agenzia federale è al lavoro con il Dipartimento di Giustizia su un'indagine ancora in corso per verificare anche per quali motivi Volkswagen abbia manomesso i software di gestione delle emissioni per farli funzionare solo durante i test condotti dall'agenzia e non durante l'utilizzo normale delle vetture.

http://www.milanofinanza.it/news/volkswagen-crolla-in-borsa-per-l-indagine-usa-akros-una-buona-notizia-per-fca-201509210944128020


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Rosanna
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Volkswagen-Gate

Questa è grossa, anzi enorme.

Volkswagen (tanto per incominciare, vedremo se qualche altra “marca lo ha fatto…non so tipo Audi ad esempio?) ha taroccato i dati sulle emissioni di oltre 482.000 vetture Diesel vendute negli Stati Uniti per “passare” i test di inquinamento americani e avere un rating “green” migliore.

La casa tedesca potrebbe beccarsi una “sobria” multa da 18 miliardi di dollari e un ulteriore mazzata da una class-action da paret dei consumatori che non tarderà ad arrivare.

Mentre scrivo le azioni del gruppo Volkswagen si stanno schiantando del 19.24% neppure troppo visto che 18 miliardi di dollari sono circa un anno e mezzo di utili.

E’ più che probabile che anche altre “marche” del gruppo ( ho per caso già menzionato Audi… mi pare di si ) possano subire lo stesso destino.

C’è da gioire per le pene tedesche?

Mah… considerando che l’Italia è terzista della Volkswagen direi di no.

dal Fatto Quotidiano

Volkswagen rischia fino a 18 miliardi di dollari di multa negli Stati Uniti, il grande mercato dove già è in difficoltà. Per Martin Winterkorn, numero uno del colosso di Wolfsburg destinato a rimanere al timone fino al 2018 dopo aver vinto il “braccio di ferro” con il patriarca Ferdinand Piech, e per Herbert Diess, l’ex top manager Bmw da qualche mese a capo del marchio VW, una grana di proporzioni colossali. Anche perché la notizia dell’inchiesta delle autorità americane dell’Environmental Protection Agency (EPA) si è abbattuta mentre il gruppo esibiva al Salone di Francoforte il suo volto migliore – nuovi modelli e più ecologici – dopo aver chiuso il semestre inaugurale del 2015, per la prima volta nella storia, in testa alla classifica di vendite grazie al sorpasso a spese di Toyota.

Secondo l’Epa, il gruppo aveva impiegato un particolare software che permetteva di ottenere dati in linea con i parametri richiesti per i veicoli a gasolio solo nel corso dei test, mentre nella guida reale le emissioni reali potevano superare fino a 40 volte quelli dichiarati. Poco meno di un anno fa, Hyundai e Kia erano stato multate per dati non veritieri con un’ammenda di 100 milioni di dollari: si trattava della più alta sanzione mai comminata per un’infrazione di questo genere. La possibile cifra che Volkwagen rischia di pagare fa impallidire rispetto a quella versata dai coreani.

“Mi rincresce profondamente aver deluso i nostri clienti e l’opinione pubblica”, ha dichiarato Winterkorn. Il caso è stato elevato a “priorità assoluta” dallo stesso numero uno, che potrebbe venire chiamato a rispondere personalmente poiché è stato responsabile del marchio per anni. Oltreoceano è stata già bloccata la vendita di alcuni modelli a gasolio.

A giudizio di Ferdinand Dudenhöffer, studioso ed esperto del ramo automotive, il ruolo di Winterkorn non è sostenibile per il gruppo perché o sapeva della manipolazione oppure i suoi manager gliela tenevano nascosta, due situazioni non compatibili con il suo mandato di CEO. “Nessun politico potrebbe rimanere al suo posto in circostanze come queste”, ha ammonito Dudenhöffer.

Volkswagen ha fatto di sapere di collaborare con le autorità: un atteggiamento che solitamente contribuisce almeno a ridurre l’impatto della sanzione. Secondo la normativa americana, inasprita dopo la vicenda che ha riguardato General Motors (che ha appena accettato di pagare una multa di 900 milioni, che molti osservatori ritengono insolitamente bassa), per ogni vettura coinvolta la sanzione può raggiungere i 37.500 dollari.

I modelli per i quali sarebbe stato impiegato il sistema in grado di “taroccare” i dati sarebbero Jetta, Passat, Beetle, Golf e anche Audi A3 (lo riferisce la Sueddeutsche Zeitung) prodotti tra il 2009 ed il 2015 per un totale di 482.000 unità.

Volkswagen ha ammesso la contestazione (“i fatti sono veri”). Si tratterebbe di una violazione del “Clean Air Act”. Cynthia Giles, portavoce dell’EPA, ha già stigmatizzato il comportamento del costruttore tedesco. Parlando del software, ha dichiarato che “impiegare simili metodi per aggirare i parametri sulla protezione ambientale è illegale e significa mettere a rischio la salute pubblica”.

Lo “scandalo Volkswagen” è una delle notizie principali in Germania, dove si aprono nuovi interrogativi. E cioè se il software sia stato sistematicamente impiegato anche altrove e per altri modelli e se in altri paesi verranno svolte verifiche. Una situazione pesante per Volkswagen e, in particolare, per i modelli alimentati a gasolio. Un colpo durissimo all’immagine di efficienza e di credibilità della Germania dell’auto o, almeno, del suo marchio più venduto. Che negli Stati Uniti ha contabilizzato da inizio anno una flessione del 2,8%.

Oltre alla multa, Volkswagen deve dare per scontata anche una causa collettiva (class action) da parte dei consumatori, così come un tracollo in borsa. Lunedì mattina il titolo è scivolato fino a -19% sul listino di Francoforte e a fine mattinata si manteneva attorno al -16%

http://www.rischiocalcolato.it/2015/09/volkswagen-gate.html


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Coilli
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Troveranno un capronen espiatorien a cui dare la colpa e via in allegria


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spadaccinonero
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tutte le case automobilistiche hanno la tendenza ad "arrotondare" per difetto o trovare trucchetti per diminuire la quantità di emissioni sulla carta

per come la vedo io trattasi di un monito a cermania affinché questa faccia tutto ciò che da oltremanica e oltreoceano le consigliano, soprattutto sulla questione immigrati, ovvero :

ACCOGLIAMOLI TUTTI

😉


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oriundo2006
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Spada: l'ho pensato anch'io...Oltretutto lo stato non puo' pagare al posto di WV, sarebbe aiuto ad impresa privata vietato dai Trattati: nel passato lo si è fatto 'sotterraneamente' ma oggi gli occhi sono ben puntati...
Quello che ha fatto WV lo hanno fatto tutte quelle case auto ( Fiat compresa ) che propagandavano consumi e quindi emissioni da ... bicicletta: e nessuno controllava negli Uffici della Motorizazione e quelli delle riviste del settore dormivano dalla grossa...sognavano tante belle macchinine aggratis per loro...


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spadaccinonero
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Spada: l'ho pensato anch'io...Oltretutto lo stato non puo' pagare al posto di WV, sarebbe aiuto ad impresa privata vietato dai Trattati: nel passato lo si è fatto 'sotterraneamente' ma oggi gli occhi sono ben puntati...
Quello che ha fatto WV lo hanno fatto tutte quelle case auto ( Fiat compresa ) che propagandavano consumi e quindi emissioni da ... bicicletta: e nessuno controllava negli Uffici della Motorizazione e quelli delle riviste del settore dormivano dalla grossa...sognavano tante belle macchinine aggratis per loro...

concordo

e poi,dai gli u s a che fanno gli ambientalisti non si possono proprio immaginare

😉

per non parlare poi del meno 18 in borsa...

è una storia che va ben oltre quello che raccontano


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Coilli
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Se fosse cosi' gli basta misurare le emissioni dei concorrenti e pubblicarle.


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spadaccinonero
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Se fosse cosi' gli basta misurare le emissioni dei concorrenti e pubblicarle.

quando sei quotato in borsa sei sotto lo schiaffo...

chineranno la testa, qualcuno avrà "consigliato" loro di fare così se non vogliono fallire dalla sera alla mattina...

non hanno colpito audi o bmw, hanno colpito vw, per come la vedo io è un vero e proprio avvertimento alla cermania


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oriundo2006
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I dati sulle automobili dovrebbero ( il condizionale è d'obbligo: non esiste il T.UV. ? Che fa ? ) essere certificati da autorità indipendenti. Il problema però qui è un altro, ovvero modificare fraudolentemente il sistema operativo/software della macchina per ottenere dati non corrispondenti alla realtà e farlo nonostante i controlli e le eventuali certificazioni ottenute. La cosa è gravissima e lede il rapporto di fiducia tra cliente e Casa automobilistica: considerate anche i problemi legati alla sicurezza se il software non è coerente con la realtà di marcia dell'auto. E' una vera e propria truffa a danno dei consumatori ( da qui la presumibile class action ). Cosa dovrebbe fare l'Eu ? Darsi una mossa subito ed imporre nuovi controlli su tutte le auto. Ma tutto questo avviene perchè il settore marketing è il più potente all'interno delle Case...nonchè a Bruxelles...


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spadaccinonero
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I dati sulle automobili dovrebbero ( il condizionale è d'obbligo: non esiste il T.UV. ? Che fa ? ) essere certificati da autorità indipendenti. Il problema però qui è un altro, ovvero modificare fraudolentemente il sistema operativo/software della macchina per ottenere dati non corrispondenti alla realtà e farlo nonostante i controlli e le eventuali certificazioni ottenute. La cosa è gravissima e lede il rapporto di fiducia tra cliente e Casa automobilistica: considerate anche i problemi legati alla sicurezza se il software non è coerente con la realtà di marcia dell'auto. E' una vera e propria truffa a danno dei consumatori ( da qui la presumibile class action ). Cosa dovrebbe fare l'Eu ? Darsi una mossa subito ed imporre nuovi controlli su tutte le auto. Ma tutto questo avviene perchè il settore marketing è il più potente all'interno delle Case...nonchè a Bruxelles...

tutti usano dei "trucchetti" ad esempio facendo test con autovetture prive di sportelli, senza i vari optional e aggeggi elettrici che pesano e quindi fanno consumare (e inquinare) di più

di fatto l'industria automobilistica si fonda sulla truffa, ti vendono un bidone ma lo spacciano per qualcosa di nuovo, sicuro, economico ecc non a caso i venditori di auto sono persone che tendono a mentire o edulcolorare determinati difetti dell'auto

esempio : l'auto non è stabile? ti diranno che "privilegia il confort"

tornando nel merito della questione, qui ci troviamo di fronte al bue che dice cornuto al ciuccio


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PietroGE
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Secondo me hanno sbagliato a insistere col diesel. Evidentemente è stato già spremuto come un limone e è difficile unire performance e basse emissioni. Dovevano puntare sui motori ibridi. Se sono bravi, useranno questa sconfitta per un rilancio. Sempre che abbiano le novità tecniche necessarie.


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Anonymous
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I dati sulle automobili dovrebbero ( il condizionale è d'obbligo: non esiste il T.UV. ? Che fa ? ) essere certificati da autorità indipendenti. Il problema però qui è un altro, ovvero modificare fraudolentemente il sistema operativo/software della macchina per ottenere dati non corrispondenti alla realtà e farlo nonostante i controlli e le eventuali certificazioni ottenute. La cosa è gravissima e lede il rapporto di fiducia tra cliente e Casa automobilistica: considerate anche i problemi legati alla sicurezza se il software non è coerente con la realtà di marcia dell'auto. E' una vera e propria truffa a danno dei consumatori ( da qui la presumibile class action ). Cosa dovrebbe fare l'Eu ? Darsi una mossa subito ed imporre nuovi controlli su tutte le auto. Ma tutto questo avviene perchè il settore marketing è il più potente all'interno delle Case...nonchè a Bruxelles...

Le ispezioni del TUV sono pagate dalle stesse ditte ispezionate.

Secondo voi come vanno queste cose????


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Jor-el
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tutte le case automobilistiche hanno la tendenza ad "arrotondare" per difetto o trovare trucchetti per diminuire la quantità di emissioni sulla carta

per come la vedo io trattasi di un monito a cermania affinché questa faccia tutto ciò che da oltremanica e oltreoceano le consigliano, soprattutto sulla questione immigrati, ovvero :

ACCOGLIAMOLI TUTTI

😉

Verosimile. Inoltre la Germania è da un po' di tempo che tira troppo il guinzaglio. La l'idea dell'uscita assistita della Grecia dall'Euro non è piaciuta per niente agli USA e le resistenze sul TTIP ancor meno.


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yakoviev
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C'entra il giusto, ma il mio scooter (non recentissimo, uno Yamaha XC300 del 2006), Euro 2, ha un banale tubo che, da poco dopo il collettore, devia una parte dei gas di scarico che vanno nella marmitta, mandandoli fuori autonomamente. Il tutto mascherato dalla carenatura. Vuol dire che quando misurano i gas che escono dalla marmitta è sempre tutto nei limiti. E' così per moltissimi modelli, forse per tutti, me l'ha fatto notare il meccanico una volta, a motore "scoperto", durante un lavoro.


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spadaccinonero
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@Jor-el
concordo al 100%
per non parlare poi dei numerosi parlamentari teteski che non erano per nulla favorevoli agli "aiuti" destinati alla Grecia
@Yak
così fan tutti i costruttori (chi in un modo chi in un altro) eppure in un momento particolare colpiscono (quasi a morte) una determinata industria teteska...

c'è sicuramente un secondo fine


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