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Fattoquotidiano: Stefano Feltri di nuovo in rotta di collisione con la linea del giornale.


Maia
 Maia
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La mia critica al Fattoquotidiano di oggi. I precedenti articoli, riguardanti Stefano Feltri, sono pubblicati sul sito del Codacons.
Grazie per l'attenzione.
Livio Giuliani

Il Fattoquotidiano: Stefano Feltri di nuovo in rotta di collisione con la linea del giornale.
Un altro articolo da reazionario e sostenitore delle peggiori politiche antidemocratiche dei grandi centri finanziari internazionali e della Commissione della UE, firmato da Stefano Feltri a pag. 5 del Fattoquotidiano del 21 ottobre 2016, dal titolo significativo:”Altro che Brexit, europa in ostaggio dei valloni” e dal sottotitolo “Governi paralizzati da una Regione del Belgio che blocca l’accordo col Canada”. Nel quale il vicedirettore del quotidiano si lamenta del fatto che il trattato CETA tra UE e Canada (di competenza della sola Commissione, come egli fa dire più volte ai suoi intervistati) sia stato sottoposto alla ratifica (solo a titolo consultivo, fa capire), dei Parlamenti degli Stati Membri (di quelli non lasciano la materia alle decisioni del Governo, diversamente dall’Italia, per un’abusata ed erronea interpretazione dell’art. 11 della Costituzione).
Con stile filisteo Feltri riferisce; screditando quanto più possibile la Vallonia, piccola regione del piccolo Belgio, e il suo ministro-premier Paul Magnette, che ha le uniche colpe di riportare il risultato del referendum che ha bocciato il CETA e di essere amico dell’ex Premier Belga, Elio di Rupo, del quale il Feltri ha come unica cosa da dire che porta il papillon. Ricordate il Giudice Esposito che presiedette la Sezione feriale della Cassazione che confermò la condanna definitiva di Berlusconi? Dileggiato dal Giornale, da Chi e da Mediaset, perché aveva i calzini azzurri? … Stesso livello …
Ebbene la Vallonia non è una piccola regione del Belgio. Con oltre 3 milioni e mezzo di abitanti è uno dei tre stati federali di quel Regno che è più disunito della Gran Bretagna, perché, proprio come il vicino Regno Unito più a nord, è composto da due nazioni diverse che hanno diversi costumi, diverse strutture economiche e perfino diverse lingue: il francese e l’antico olandese o fiammingo. In Europa ci sono Stati membri più piccoli, che pesano ciascuno per 1/28 sulle decisioni europee, quando non costituiscono le avanguardie atlantiche e della intolleranza antiimmigratoria, come l’Estonia, con un milione e trecento quarantamila abitanti, o la Lituania con due milioni e novecentomila abitanti, o la Lettonia con poco più di due milioni di abitanti. Il Belgio è un Paese con oltre dieci milioni di abitanti ed è un Paese Fondatore della Unione Europea, sicché una rappresentazione meno ipocrita della questione avrebbe dovuto evidenziare che la bocciatura del trattato eurocanadese da parte di uno dei tre Stati federali del Regno del Belgio, la Vallonia (da sola più grande oltre che delle Repubbliche baltiche, anche di Malta, con 400.000 abitanti, del Lussemburgo con mezzo milione e di Cipro con poco più di un milione di abitanti), deve essere tenuta nella debita considerazione, tanto più perché essa costituisce la bocciatura della istituzione delle Corti arbitrali tra Stati e multinazionali, che è il portato di una imposizione orribile dei grandi potentati economici, che pretendono così di istituzionalizzare la loro supremazia sugli Stati e sulle leggi degli Stati: si tratta nientemeno dell’arretramento della civiltà europea che dovrebbe rinunciare al principio di Egalité, conquistato grazie alla Rivoluzione francese (ma anche a quella di Mosé e poi della Repubblica di Roma, che a distanza di mille e settecento anni, in luoghi diversi, oltre mille e cinquecento anin fa introdussero la legge scritta): l’Egalité dei cittadini contro i potentati aristocratici e dei banchieri che, allora, ricevevano dai regnanti l’appalto delle tasse e mano libera nelle esazioni.
E’ ovvio che Feltri, allievo della Bocconi, diligente ma forse non dotato di sufficiente spirito critico, parteggi per tale abominio, preteso dai potentati economici o - come dicono alla Bocconi - dal mercato globale (e Feltri ha il coraggio di citare la parola entropia, applicandola a sproposito alla consultazione democratica delle popolazioni della UE e dimenticando che l’aumento dell’entropia nei sistemi isolati, scoperto dalla fisica nel diciannovesimo secolo, è proprio l’opposto della pretesa, predicata anche alla Bocconi, dell'autoregolamentazione del mercato globale, che è appunto, almeno idealmente, un sistema economico isolato: poveretto, lo si può capire; non è da tutti rendersi conto che quello che ha studiato all’Università è antiscientifico e falso. E che l’economia non è una scienza ma una predicazione di imbroglioni per sottomettere le popolazioni.
Dunque un articolo reazionario, che spinge e benedice forme politiche di anciènt regime, con la supremazia dei gabellieri e dei mercanti del XXI secolo, e denigra l’esercizio democratico del voto di una nazione come la Vallonia.
Ma non ci si preoccuperebbe di Feltri se la sua presenza, inquietante, al Fattoquotidiano non continuasse a insidiare quello che molti riconoscono come ultimo presidio del giornalismo indipendente in Italia. E che davanti alle intemerate paginate di Feltri (perché il nostro è vicedirettore e responsabile della rubrica economica e quindi ha a disposizone intere pagine di un giornale che dovrebbe essere pagato solo dai lettori) rischia di diventare un giornale ambiguo e con una linea editoriale continuamente contraddetta.
Nello stesso numero del Fattoquotidiano il direttore Marco Travaglio, nel suo Editoriale, scrive alludendo all’interesse degli Stati Uniti, di JP Morgan, delle agenzie di rating, ecc. : “… Molto meglio avere a Roma un uomo solo al comando che si nomina la maggioranza dei deputati (Italicum) e dei senatori (tramite le Regioni amministrate dal suo partito), il Capo dello Stato … . Basta telefonare a lui e tutti gli altri scattano sull’attenti.”. E Marco Palombi nel corsivo dell’Ultima pagina asserisce che la riforma che interessa sia Berlino (cioè l’UE) sia Washington: “è questa: l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoretto e la sovranità appartiene a chi se la piglia”. Cioè, negli auspici di Feltri, alle multinazionali che, che grazie al CETA e al Ttip, che egli non manca di spingere con i suoi articoletti, potranno imporre il loro volere agli Stati membri della UE, attraverso le Corti arbitrali. Queste decideranno a prescindere dalle leggi democraticamente formate dai Parlamenti degli stessi Stati espressione – più o meno autentica e Travaglio e Palombi si battono per mantenerne la rappresentatività – dei loro popoli.
Roma, 21 ottobre 2016
Livio Giuliani


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Quanta verità contiene questo post!
Minimo il 50% degli italiani, cioè coloro che votano, sono degli emeriti utili idioti. >:)


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adestil
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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ho sentito anche il governo lamentarsi e Calenda,ministro sviluppo economico, maledire letteralmente la Vallonia..
che in 4 gatti hanno più palle dei 500 milioni di servi UE
e quei 4 politici più palle delle migliaia di servette UE ,chiamati politici
peccato non glielo si possa dire in faccia e nessuno ci chiama in tv

che culo ttip bocciato grazie a francia e germania che hanno pagato con decine di attentati...ceta bocciato dalla Vallonia,speriamo non ricevano minacce di morte...o facciano fuori qualcuno...

cosi' non rimane però una grande guerra sotto egida Nato per sottomettere l'europa ed i suoi particolarismi inaccettabili per le multinazionali ,instaurare legge marziale e nuovi governi fantoccio,anche in Vallonia..

sotto sotto spero che qualche politico finisca nelle grinfie israeliani visto che si sono astenuti dal voto che riconosceva Gerusalemme di tradizione sono araba..
con la furia di Netanyahu


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