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Fausto, lo zombi


paolodegregorio
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- Fausto lo zombi –
a cura di Paolo De Gregorio, 14 giugno 2008

Bertinotti in assemblea a Roma parla sulle “ragioni di una sconfitta” e snocciola una sequela di errori, ma sembra un anatomopatologo che fa analisi su un corpo estraneo. Non ricorda di essere l’imbarazzante responsabile della débacle della sinistra, e gli bastava leggere quello che avevamo scritto, prima delle elezioni, sul ruolo della sinistra nel governo Prodi e “arcobaleno senza futuro”, per raggiungere molte delle conclusioni a cui arriva adesso, a frittata fatta.
Lui e tutti i partitini trombati si apprestano a fare congressi e probabilmente si frammenteranno ulteriormente. Purtroppo non hanno capito che oggi rappresentano solo un ostacolo al costituirsi di un movimento antagonista che mette al primo posto l’emergenza ambientale ed energetica e un nuovo modo di fare politica basato sulla partecipazione dei cittadini.
Lo scioglimento di questi partitini burocratici, che hanno una classe dirigente di politicanti a vita, sarebbe l’unica autocritica dignitosa di fronte ad una situazione in cui persino Bertinotti ammette che non si erano accorti “di un silenzioso distacco della sinistra dal suo popolo”, e che la partecipazione al governo Prodi è stata solo una serie di cedimenti (Afghanistan, base Usa di Vicenza, TAV, niente legge sul conflitto di interessi, niente piano energetico, niente piano di smaltimento dei rifiuti, niente legge elettorale, ecc,), senza contropartita.
Chi non è stato in grado di capire cose che invece in molti avevamo capito e descritto, deve andare in pensione, sparire per sempre con il suo gruppo dirigente, e lasciare libero il campo a forze nuove che devono nascere nell’unica maniera possibile: dall’impegno e dalle lotte che oggi è necessario mettere in campo per far fallire il progetto ultraliberista della destra.
La più importante di questa lotta, che deve essere combattuta e vinta, è quella della visibilità mediatica, e oggi la madre di tutte le battaglie deve essere l’attacco alla RAI, punto essenziale di appoggio al potere dei partiti della CASTA, che è di proprietà dei cittadini e mantenuta dal canone. Noi vogliamo che fallisca, il canone non deve essere pagato, e se un solo milione di cittadini versasse il canone ad una “Pubblic Company”, di cui diventa azionista, ci sarebbero duemila miliardi di vecchie lire per comprare una rete nazionale tipo La7.
Mi dispiace dirlo, ma le raccolte di firme di Grillo per correggere alcune storture legislative, non servono a niente, e la grande potenzialità del movimento che ha messo su, in assenza di risultati concreti, può sgonfiarsi come quello di Moretti e dei girotondi.
Gli industriali e la CASTA politica hanno in mano il 100% della informazione (Soru, industriale sardo e presidente della regione Sardegna si è comprato l’Unità). Senza uno strumento di impatto nazionale il blocco sociale industriali-partiti è invincibile e oggi siamo in pieno regime dittatoriale.
Tutti parlano di libertà, ma qui non abbiamo nemmeno la possibilità di eleggere persone di nostra fiducia e il “pensiero unico” prodotto dal sistema televisivo ha portato gli operai a votare per i padroni in assenza di qualsiasi progetto alternativo di valore e di sistema.
Ormai la rappresentanza politica è diventata come in Inghilterra, dove non capisci se è più a destra il partito laburista o quello conservatore, ma anche lì il potere di formare “l’opinione pubblica” è saldamente in mano a capitalisti e partiti che sono identici nella politica estera e nel culto del “liberismo”.
Si riparla arrogantemente e ottusamente del “nucleare” perchè Veltroni e D’Alema sono d’accordo, e così si faranno i termovalorizzatori perché tutti vogliono favorire i grossi gruppi industriali, si toglie ai giudici l’arma delle intercettazioni telefoniche perché avevano toccato anche D’Alema e Fassino, si rimuovono giudici come De Magistris e Forleo perché indagavano sulla CASTA dei politici di destra e di “sinistra”.
Altro che democrazia! E oggi nei luoghi dove i cittadini cercano di resistere alle discariche o all’ampliamento di basi militari, facilmente mandano esercito e manganellatori, proprio perché non esiste più una opposizione e il blocco sociale industriali-partiti-chiesa cattolica si fa sempre più coeso e dominante.
Paolo De Gregorio


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