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Federico Zamboni - Napoli, Italia. “Questa” Italia


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Cronaca nera, Signore e Signori. Efferata, yes. Dozzinale, yes-yes. Del tutto momentanea, yes-yes-yes.

Significa che come al solito se ne parlerà intensamente per un paio di giorni, o giù di là, per poi voltare pagina e passare ad altro. Attenzione, prego: passare ad altro, non pensare ad altro. La differenza dovrebbe essere chiara, a meno che si sia già stati risucchiati, imbottigliati, catturati nei labirinti dell’idiozia collettiva. A meno che si “pensi”, appunto, che qualsiasi cosa ci si muova nella testa meriti di essere equiparata a un vero pensiero, con delle premesse e delle conclusioni. Delle conclusioni che non durino solo qualche momento, prima di farsi attrarre, e distrarre, dall’ennesimo episodio della fiction per eccellenza: l’Attualità.

L’episodio di oggi (oddio, di ieri: meglio sbrigarsi, prima di finire fuori tempo massimo) arriva da Napoli. Tre “ragazzi” di 24 anni che prendono di mira un adolescente obeso e che, tanto per “giocare” un po’, lo riducono in fin di vita. Sai com’è. Loro si trovano in un autolavaggio e non sanno che cazzo fare. Il ragazzino ciccione aspetta che gli puliscano il motorino e nell’attesa si sistema su un divanetto a sonnecchiare. Da qualche parte lì intorno, come in ogni stazione di servizio, c’è un compressore. Ideona, allora! Che ne dite, guagliò, gli facciamo uno scherzo, a ‘stu strunz?

Glielo hanno fatto. Gli hanno piazzato il compressore dove è facile immaginare, anche senza una ricostruzione dettagliata in stile Porta a Porta o Quarto grado, e gli hanno dato una bella pompata. Col risultato di fargli a pezzi il colon, che infatti gli è stato poi asportato in ospedale, e di ridurlo in fin di vita.

Ma c’è quasi di peggio: dopo che la polizia è intervenuta, concentrandosi soprattutto su quello dei tre che pare essere stato l’esecutore materiale, i parenti di quest’ultimo sono insorti in sua difesa. Da un lato i genitori, dall’altro la suocera. Il succo, traducendo a fatica dal loro idioma, e dalla loro concitazione, è che il baldo congiunto avrà pure sbagliato, ma non è giusto accanirsi contro di lui. Primo, perché mica è stato solo lui. Secondo, perché è evidente che non si è reso conto delle possibili conseguenze.

La madre della vittima, naturalmente, la vede in maniera opposta. E forse esagerando un po’, ma la si può ben capire, si augura che i responsabili dell’aggressione finiscano «sulla sedia elettrica».

E noi? Noialtri che pensiamo, e che non siamo impazienti di passare oltre (anche se, certo, questa sera ci sarà il big match con la Russia ai Mondiali di pallavolo femminile, con diretta su Rai Sport 2 e forse anche, come da richiesta di Fiorello, su Rai Uno…) che cosa pensiamo?

Pensiamo che come sempre si raccoglie quello che si semina. E che il degrado di Napoli, o del suo hinterland, non abbia nulla di casuale. Nulla di deviante. Ciò che accade laggiù – e nei tanti altri luoghi dove dilagano il degrado e l’infezione, in questa immensa discarica collettiva in cui ci fanno vivere – è l’esito di un abbattimento sistematico dell’idea stessa di etica. E di gerarchia. E di valore.

L’immondizia mediatica, che esibisce continuamente il peggio ed esibendolo lo legittima, ha prodotto una contaminazione collettiva che è tendenzialmente irreversibile, in quanto è funzionale a quell’ottusità diffusa di cui ha bisogno chi detiene il potere.

Il mainstream spiana tutto e sparge il concime. I commenti accorati dei professionisti sono solo una spruzzata di pesticidi, o presunti tali. Le lacrimucce di giornata sono rugiada, per queste colture avvelenate.

I frutti, come vediamo, arrivano copiosi.

Federico Zamboni
Fonte: www.ilribelle.com
10.10.2014


Citazione
Matt-e-Tatty
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2484
 

Ricordo che 10 o firse 15 anni fa, morì un ragazzo megrebino in un'officina per uno "scherzo" simile, in uqel luogo ci lavorava, quella volta fu un collega (italiano).
Zona assolutamente non "degradata", del ricco nord est, nella mia città.

Questo è invece un altro episodio, ragazzini in una scuola di Aosta, luogo che non conosco, ma non credo degradato più della mia città e quasi certamente è meno degradato di Napoli.
http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/13/10/09/aosta-scherzo-aria-compressa.html

Questo invece a Pordenone, un operaio di quasi 40 anni che fa uno scherzo (idiota) dello stesso tipo a un collega cinquantenne. Conseguenze da sala operatoria anche in questo caso. Pordenone è una città degradata? Non lo so.
http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/PORDENONE/pistola_del_compressore_puntata_al_sedere_del_collega_per_scherzo_intestino_lacerato/notizie/164936.shtml

Invece io ho ascoltato (e decifrato) le parole dei parenti del ventiquattrenne, e posso firmare e mettere la marca da bollo che la causa non è stata il degrado di Napoli. E' successo tutto per un motivo più banale.
Il ragazzo di 24 anni è cresciuto circondato da teste di cazzo. Ne vedeva quando si svegliava la mattina, sin da piccolissimo... e quando tornava da scuola, e prima di andare a dormire. Ne frequentava tutti i natali e tutte le pasque.
E' chiaro che se cresci circondato da teste di cazzo, le probabilità di diventare una tua volta una testa di cazzo sono elevatissime, indipendentemente dal degrado della città.

Il metodo corretto e collaudato per curare questo terribile morbo è a testate sul nasino, funziona benissimo, il risultato è assicurato..
Lo ho spiegato anche a mio nipote quando aveva 12 anni ed è venuto a casa sgrignando perché un suo "amico" aveva divulgato la sesazionale notizia che una bambina della loro scuola era finita al PS con un wustel nella vagina.
Una breve lezione di anatomia per spiegare al nipotino che non era vero, e un'altra breve lezione di anatomia per curare il suo sventurato "amico" che era malato e aveva bisogno urgentissimo di una terapia (d'urto).


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