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G.Chiesa-Dopo gli Usa, la Cina? (Ancora sulla Nato)


Arcadia
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DOPO GLI USA, LA CINA? (Ancora sulla Nato)

Michele Carta
26 maggio 1.25.10

Gentilissimo Signor Chiesa,
Le scrivo giusto due righe perchè, seguendo sempre con attenzione il suo lavoro, volevo farle i più vivi complimenti per il suo impegno e volevo, in particolar modo, chiederle un suo parere e una sua valutazione su quale scenario l'Italia andrebbe ad affrontare nel caso in cui uscisse sia dalla Nato sia dall'orbita USA e, allo stesso tempo, il sistema economico e sociale italiano fosse invaso e totalmente permeato da potenze economiche/militari straniere.
Nello specifico volevo chiederle, quindi, che comportamenti avrebbe la Cina ( e perchè no anche la Russia) nei nostri confronti e nei confronti del mondo interno qualora dovesse divenire, come appare a tutt'oggi, la nuova potenza mondiale o comunque una potenza mondiale di primissimo livello.
Tutto questo perchè personalmente son convinto che se il diritto internazionale è un "diritto primitivo", sia certo necessario abbandonare la Nato e gli Stati Uniti, ma non credo nemmeno che le altre potenze mondiali alternative andrebbero sul leggero nei riguardi del nostro Paese e non avrebbero molti scrupoli ad avvantaggiare se stesse imponendosi pesantemente anche a livello nostrano.
Una sorta di passaggio di colonialismo da un potente padrone ad un altro.
Quindi, salutandola e scusandomi per il disturbo, spero di avere una sua interpretazione su cosa si dovrà aspettare l'Italia una volta non più vassalla degli USA e se, a livello internazionale, l'antico detto "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio" vada applicato anche nei confronti dei probabili, o meglio probabile padrone mondiale che risponde al nome di Cina.
Cordiali saluti.

Gentile Michele, non mi faccio illusioni. La mia proposta di sollevare il problema dell'uscita dalla Nato comporta una grande battaglia politica. Ma la ritengo decisiva per uscire dall'attuale scivolata verso la guerra e per riconquistare la sovranità nazionale. Non credo che essa si ottenga uscendo dall'euro e dall'Europa. Se rimaniamo vassalli degli USA non ci saranno vie d'uscita. Lei dice: e dopo? Io le rispondo: cominciamo subito. Ovvio che gli Stati Uniti cercheranno di impedircelo (altro che alleati! Sono i padroni). In tutti i modi. Equivale a dire loro che non siamo più a loro disposizione. Hanno ammazzato Aldo Moro per molto meno. Dunque è un passaggio obbligato. Chi non capisce questo, non capisce nulla, o fa finta di non capire. Oppure dà fiato alla lingua senza riflettere.
Poi lei dice: la Cina sarà da meno? Ovviamente se la questione sarà vista come crudo rapporto di forze, noi saremo secondari. Se isolati non conteremo nulla. Se parte dell'Europa (non di questa, ma di una Europa democratica) potremo contare. Ma la questione è più vasta e in larga parte imprevedibile. Il mondo attuale andrà velocemente in guerra. La chiave del mio ragionamento è che bisogna da subito proclamare la nostra neutralità e dichiarare che noi non abbiamo nemici. Abbiamo interlocutori. Le armi non servono comunque perché saremmo spazzati via in pochi giorni. E dunque dovremmo agire, in Europa e nel mondo, per la ricerca di relazioni pacifiche, stabili, fruttuose. E' una specie di assicurazione collettiva sulla vita. Altre garanzie non le avremo comunque. Ogni protezione sarà interessata, cioè pericolosa. Più pericolosa (e costosa) di una saggia neutralità.


Citazione
AlbertoConti
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 1539
 

... e per riconquistare la sovranità nazionale. Non credo che essa si ottenga uscendo dall'euro e dall'Europa. Se rimaniamo vassalli degli USA non ci saranno vie d'uscita.

Io invece penso che l'uscita dall'euro e da questa europa (che sono esattamente la stessa cosa!) sia la principale rivendicazione di sovranità nazionale, di libertà e indipendenza. E' ovvio che va supportata da un opportuno sistema difensivo, ovviamente fuori dalla NATO. Gheddafi story docet.


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