Giulietto Chiesa e ...
 
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Giulietto Chiesa e l'oro di Topolino

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adestil
Noble Member
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Quindi sebbene la Cina è legata mani e piedi agli USA avendone i suoi titoli tossici in grande quantità(sono titoli tossici sia i titoli che i dollari non avendo alcun 'altra garanzia se non il Pentagono contando che gli USA sono indebitati fino al collo avendo un debito ,us total debt di 64trilioni circa il 500% chi mai presterebbe soldi,nel mondo reale ,essendo l'acquisto di titoli è prestito di denaro,ad uno che avendo il 500% di debiti non riuscirà mai a ripagarli?)

è ovvio che come altri paesi voglia possedere anche qualcosa di diverso dalla carta straccia che può diventare tale in qualsiasi momento..
perchè il Pentagono può risolvere i problemi di un grande venditore di petrolio che decide di farsi pagare in moneta diversa dal dollaro(saddam hussein o l'iran o kwait o afghanistan)o di un altro grande venditore di petrolio e gas (gheddafi che decide di farsi pagare in oro per il suo petrolio e gas ed uranio )
ma i crolli finanziari possono innescarsi per millanta motivi e il Pentagono non può risolverli tutti..

cosi' la differenza tra l'oro e la carta è semplice..
la carta si può stracciare in qualsiasi momento è appesa ad un filo..
il filo della fiducia spontanea(che si dà ad un economia solida da cui deriva finanza solida da cui derivano titoli e moneta solida ossia NON gli USA attuali ma certo gli USA dal 45 quando distrussero tutti i principali distretti manifatturieri mondiali ossia quello tedesco,giapponese,italiano etc...i cui bombardamenti erano mirati e non giustificati da alcun altro motivo strategico a guerra ormai finita rimanendo solo loro al 70 quando iniziò la delocalizzazione dell'industria e la finanziarizzazione dell'economia quando per la prima volta le importazioni di merci materie prime e lavorati superò le esportazioni la cui deriva andò sempre più peggiorando!!) o armata

il possesso di oro in caso di crollo della fiducia nella moneta riserva(e titoli legati)o del sistema finanziario attuale(sempre dominato dalla finanza USA ,titoli USA e moneta USA) sebbene non potrebbe reggere una moneta in rapporto 1 a 1 nè mondiale nè locale,tuttavia costituirebbe l'unica garanzia negli scambi tra stati e banche(qualora ne sopravvivessero o anche se si creassero nuovi organismi)
e su che se no?
ovviamente anche altri metalli storicamente grazie anche alla sua maggiore diffusiore e presenza in natura potrebbero affiancarlo come l'argento(d'altronde le emissioni dei dollari di stato di Kennedy erano garantiti dall'argento di stato!) ma appunto sarebbero solo una garanzia per gli scambi tra istituzioni internazionali ,grandi banche non certo potrebbero costituire una riserva frazionaria seria..
d'altronde si è visto nel 2009 col crollo delle banche
che ovviamente nello scambio tra loro si fidavano solo di grandezze misurabili ed oggettive altrimenti preferivano non scambiare manco fra loro..
come infatti avvenne..

ovviamente finchè jp morgan avrà ildominio dei titoli cartacei dell'oro ed argento avendo posizioni short di quasi 1 trilione ,prima su argento poi sull'oro,il che la dice lunga di quale sia il metallo artificiosamente più basso di prezzo e perchè...difficile si possano fare grosse manovre su questi metalli fuori dal controllo di chi controlla anche la fed e quindi il dollaro e i titoli ad esso legato..
Jp Morgan è infatti uno dei principali azionisti della Fed specializzato in metalli preziosi..
(qualcuno risalendo indietro alle origine delle ricchezze dei Morgan,spiega questo grande possesso di metalli sia fisici che soprattutto cartacei al suo cognome Morgan..
pochi ricordano che i suoi antenati erano legati al pirata Morgan che venne assoldato e coperto nelle sue scorrerie contro i galeoni spagnoli da sua maestà britannica..per cui godette di sostanziale impunità e grandi accumuli di preziosi,che erano solo una piccola parte dei bottini che venivano girati alla corona..oltre a costituire una spina nel fianco dell'impero spagnolo nelle americhe!)

poi un giorno possiamo anche ragionare del fatto che dal conteggio per eccesso fatto da vari esperti da quando si è iniziato a estrarre oro
ad oggi mancano circa 50mila tonnellate d'oro al conteggio fatto con i dati dichiarati da stati e conteggiando l'oro medio detenuto da privati cittadini
ed usato nell'industria..

mentre un altro studio affidabile riporta che le riserve d'oro in mano al Vaticano non siano quelle da loro dichiarati,figuriamoci,ma facendo vari conteggi viene fuori una cifra pari a 65mila tonnellate in loro possesso
contando che ha avuto un impero padrone per 2000anni
ci può stare...
e poi come ordine di grandezza ci siamo...
va da se chi sono i principali detentori di oro al mondo..
ed il ruolo che ne deriva di riferimento mondiale non è solo di tipo spirituale..

ciao


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Capablanca
Estimable Member
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Post: 130
 

Dalla Cina nel 2015 sono usciti 1000 miliardi di dollari di capitali.


1000 miliardi di capitali usciti.
CAPISCI?
E il teleutente e il social-stai-connesso ha Giulietto Chiesa che gli parla dell'oro. 34 miliardi.
E gli spiega lui il Diosacchè. Uno che neanche la mia cameriera....
CAPISCI?
La Cina ha 300% su PIL di debito totale. Cioè 30.000 miliardi.
Di questi il debito privato delle corporated, non finanziarie e finanziarie è quadruplicato dal 2008. E fa 18.000 miliardi. Metà è legato a real estate e 36% è shadow banking. Si stima che le NPL siano sulla tacca del 20- 25%. Cioè carta straccia, crediti inesigibili per 4-5000 mld.

Mincuo scusami, potresti dire qualcosa di più su questi dati? Ad esempio, i 1.000 miliardi fuoriusciti sono serviti a ripagare parte dei debiti contratti? Come erano "composti"?
E i crediti inesigibili a cosa si riferiscono più precisamente?
Grazie come sempre per tutte le informazioni ed i chiarimenti


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
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Post: 10314
 

@mincuo
ok l'oro è irrilevante in quanto battuto 2000 a 80 e fin qui ci siamo...

però se guardiamo la situazione nel complesso ci rendiamo conto che

-l'oro è dagli angli
-non abbiamo più una moneta
-le matrici sono sempre dagli angli
-siamo indebitati fino al collo
-non potremo mai più avere una nostra moneta in quanto l'euro è un processo irreversibile nonché irriformabile

con la scusa della "correttezza" siamo più che spalle al muro, non credi?

parere personale, chi gestisce il denaro (soprattutto quello altrui) non gode minimamente della mia fiducia

quando saremo totalmente nelle loro mani e ne subiremo i nefasti effetti ovviamente amplificati, forse, qualcuno dirà che avevo ragione

saluti


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Georgejefferson
Famed Member
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Adestil questa cosa :

" il più forte che differentemente dal medioevo o dalla storia antica non può dirlo esplicitamente o nelle carte
ma lo fa nella sostanza e nella realtà! "

Vorrei chiederti, se ti va di rispondere, perche oggi non puo dirlo esplicitamente,

E poi, se ritieni che sia una questione naturale (cioe la legge del piu forte che sfrutta i piu deboli) che esistera sempre.

Grazie.

Tieni conto che se la risposta alla seconda domanda e' si, qua nel thread sono piu o meno dalla tua parte ideologica.


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zeppelin
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Post: 224
 

Conta avere l'oro fisico solo se fallisce il sistema finanziario.
Ma quanto?
Anche in quel caso l'oro sarebbe l'ultimo dei probemi di un Paese. L'oro Italiano in tutto sono 75/80 miliardi di dollari. I Titoli di stato sono 2000 miliardi.

Domanda:
se fallisce il sistema finanziario quanto varrebbero dall'oggi al domani (in pagnotte per esempio), i 2000 miliardi in Titoli? e quante pagnotte si potrebbero invece comperare con, per dire, 2500 tonnellate d'oro?

La quantità di oro fisico, relativamente alle questioni finanziare della Cina (ma degli USA, ma della Francia, Italia, etc) è irrilevante!

Domanda:
se fallisce il sistema finanziario, COSA è rilevante, oltre gli ICBM e l'oro che hai in tasca?

Siamo d'accordo che se il sistema finanziario, per quanto intubato e sul tavolo operatorio, rimane vivo quel tanto che basta a respirare un pochino, l'oro è una merce o solo poco più, tant'è che -ma forse sono solo voci di corridoio- il prezzo può essere (ed è) tenuto artificialmente basso.


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Jor-el
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Post: 990
 

Vi ricordo che l'oro fisico non si mangia e non serve praticamente a nulla, se non in piccolissime quantità per realizzare i contatti di alcuni componenti elettronici. In caso di crollo del sistema finanziario, pure gli scambi in oro fisico diventerebbero problematici. Anche ai tempi dei Romani ciò che dava valore alla moneta era la Legge, anche se la moneta era d'oro.

E quando parliamo di Gold Standard, occhio. Non è che tu andavi alla FED con un biglietto da 100 $ e loro ti davano una pepita. Non è che l'oro che c'era a Fort Knox equivaleva alla massa monetaria circolante fino all'ultimo cent. C'erano proporzioni che variavano, di nuovo, per legge. L'oro fisico è fisico fino a un certo punto, il suo valore non è né costante né eterno.


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Georgejefferson
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Post: 4401
 

Vi ricordo che l'oro fisico non si mangia e non serve praticamente a nulla, se non in piccolissime quantità per realizzare i contatti di alcuni componenti elettronici. In caso di crollo del sistema finanziario, pure gli scambi in oro fisico diventerebbero problematici. Anche ai tempi dei Romani ciò che dava valore alla moneta era la Legge, anche se la moneta era d'oro.

Idem dei titoli finanziari, o crediti ecc...( si "congelano" più facilmente di altro)

Tra i due, mah.., non so, dipende da psicologia sociale, propaganda ecc...
La psicologia sociale millenaria sull'oro e' molto potente, forse qualcuno che in cambio ti da un tozzo di pane, lo si trova.


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Jor-el
Prominent Member
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Questa la si trova su Wikipedia, ma anziché postare il link, preferisco copincollare, perché merita. Si tratta del riassunto di una delle più belle storie dei Paperi:

ZIO PAPERONE E LE LENTICCHIE DI BABILONIA
dedicato a tutti gli appassionati di economia monetaria, esperti e non.

La storia inizia in un modo alquanto inusuale: Paperino e nipoti sono al ristorante e si stanno concedendo un buon pasto quando, dalla porta principale, entra un disperato Paperon de Paperoni, vestito di stracci e con in spalla un banjo: alle sue spalle, in una vignetta senza alcun baloon od onomatopea, un aereo vola nel silenzio.

A quel punto Paperone attacca una canzone disperata che, in un certo senso, riassume perfettamente tutto il suo dolore, derivante dall'incredibile perdita di tutte le sue sostanze, come il lettore ha già, probabilmente, intuito.

La canzone disperata: «Un povero cowboy, dloi, dloi / Derubato delle sue mandrie, driè, driè / Morì di fame e di dolor, dlor, dlor»

A questo punto parte il flashback, che poi è la storia vera e propria di come Paperone sia riuscito a buttare in aria tutte le sue sostanze: in uno scavo archeologico abusivo nei pressi di Babilonia, la Banda Bassotti, ritratta da Scarpa secondo i dettami barksiani (grassi e con la barba in disordine) scopre un deposito segreto dove è custodita una montagna di lenticchie, la scorta segreta di Assurbanipal, con tanto di ricetta per cucinarle scolpita nella pietra. Con un piatto di lenticchie, i Bassotti si dirigono al covo di un ricettatore locale, il quale nell'udire lo strabiliante ritrovamento, suggerisce loro un piano per far fruttare le lenticchie di Assurbanipal.

L'azione si sposta a Paperopoli, sempre in un ristorante dove Paperone e nipoti danno vita ad una gara mangereccia: chi mangerà meno lenticchie tra Paperone e i nipoti messi insieme pagherà il conto. Inutile dire che la vittoria andrà al vecchio magnate, il quale, però, ha ancora un piccolo buco nello stomaco. Ahilui, si potrebbe dire, nota una piramide di scatolette di Lenticchie di Babilonia. Attirato dalla novità, se le fa servire trovandole, primo al mondo, assolutamente gustose. A quel punto, nonostante siano prodotte dai Bassotti, Paperone decide di promuovere un prodotto così gustoso, iniziando ad accaparrarsi le azioni della società fondata dai noti manigoldi.

Dopo aver sconvolto la Borsa, Paperone si impossessa di tutte le azioni, meno una, rimasta in mano ai Bassotti, che non ritengono opportuno cederla a Paperone. Questo, però, non ferma la grande campagna pubblicitaria che il vecchio papero intraprende, invadendo la città delle più incredibili trovate, che vengono, però, puntualmente sabotate dagli stessi Bassotti, che non sembrano desiderare l'aumento di produzione conseguente all'ingresso di Paperone in società con loro.

Mentre Paperone e Paperino pensano a banali incidenti, i nipotini iniziano a sospettare in un qualche sabotaggio. Decidono, però, di indagare dopo l'ultimo incidente: Paperino scrive una gag televisiva in cui egli stesso, vestito con bombetta e giacca elegante a quadri, con un paio di baffi finti sul becco, entra in un ristorante e si fa servire un pranzo completo, che non risulterà di suo gradimento (divertenti sono le facce e le movenze di Paperino, che ributta a terra gli alimenti appena assaggiati), fino a che non gli viene servito un piatto di Lenticchie di Babilonia. Quello che i paperi non sanno è che, sovrapposta alle immagini dello spot di Paperone, andavano in onda le immagini girate dai Bassotti che, in dissolvenza, filmavano uno dei loro fratelli che, nei panni dello spettro di Assurbanipal sconsiglia di acquistare tali lenticchie.

Qui Quo e Qua iniziano ad indagare e dopo una prima sconfitta contro il loro avversario, in una scena che ricorda il miglior Hitchcock, scoprono che i sabotatori altro non sono se non i Bassotti. Si precipitano allora ad avvisare Paperone, che però, spinto dalle lettere di ordinazione provenienti da tutto il mondo, acquista l'ultima azione dei Bassotti pagandola sei spaventilioni, due sesquiliardi e settantotto dollari, ovvero tutto quello che possiede!

Nonostante la notizia portatagli dai nipoti, Paperone ancora pensa di poter fare degli ottimi affari; quando, però, scopre che la produzione di lenticchie non può essere aumentata, cade nel più terribile sconforto e medita di imbrogliare i consumatori e spacciare per lenticchie babilonesi quelle di Paperopoli.

Salvato dai nipoti dai suoi disonesti propositi e supponendo che dietro le lenticchie ci fosse qualcosa di poco legale da parte dei Bassotti, Paperone e nipoti decidono di dividersi in due gruppi per seguire le tappe produttive e d'importazione ed esportazione delle lenticchie. Mentre Paperone si dirige in Babilliria, sede della società produttrice, Paperino e nipoti si dirigono nella Costa Scura, in Africa, i primi importatori delle scatolette. Paperino e nipoti scoprono, però, che le lenticchie fanno un lungo giro di import-export passando per il Suzzan, lo Zabajàn e altri staterelli fino a finire in Babilliria, ricomprate dagli stessi che le hanno immesse sul mercato: i Bassotti.

Così i paperi si ritrovano contemporaneamente in Babilliria (Paperone ha nel frattempo scoperto che, oltre che a lui solo, le lenticchie sono gradite anche dal motore, in avaria, del suo aereo!) e proprio qui scoprono l'incredibile e legale traffico imbastito dai Bassotti per poter guadagnare con un prodotto limitato nella quantità. Dopo aver scoperto le lenticchie, infatti, i Bassotti si divisero in due gruppi: uno in Babilliria vendeva le lenticchie grezze a Paperopoli, dove l'altro gruppo le inscatolava per rivenderle alla Costa Scura. Grazie ad un complesso gioco di scambi le lenticchie che costavano uno alla fine rendevano dieci e con un semplice procedimento per riportare le lenticchie al loro stato originario e dal quale esse non perdevano alcuna delle loro caratteristiche, venivano rivendute a Paperopoli per ricominciare il giro. Ovviamente, per evitare che il prodotto risultasse gradevole a chicchessia con un conseguente e pericoloso aumento di produzione, veniva aggiunto al prodotto dell'olio di lino, che però non ha impedito a Paperone di apprezzare le lenticchie.

Il gioco dei Bassotti, però, è troppo lento per Paperone che così decide di seminarle: i manigoldi, però, lo sconsigliano. Anche loro ci hanno provato, senza alcun risultato, e secondo i botanici di tutto il mondo sono assolutamente sterili. Paperone, però, è convinto del fatto suo, ma i Bassotti sono così sicuri che egli non riuscirà nell'impresa da firmare un accordo in cui si impegnano a restituire tutte le sue sostanze a Paperone se anche una sola lenticchia sarà in grado di germogliare.

Paperone e nipoti, nella loro vita, hanno visitato tutti i paesi del mondo, i posti più sperduti, i fondali oceanici più profondi, ma sempre alla ricerca di un qualche tesoro perduto. Questa volta, però, i paperi vanno

tra le più prolifiche zolle d'occidente... Nei più remoti terreni d'oriente... Nelle risaie... Nelle zone tropicali... Perfino nel fondo dei laghi...
per piantare le lenticchie di Babilonia e sperare che un qualche terreno sia quello buono per vedere i primi germogli, ma nonostante le molte possibilità che si sono concessi, nessuno dei paperi sembra credere veramente alla riuscita dell'impresa, proprio a causa dell'accordo firmato dai Bassotti. In tutto questo spostarsi in su e in giù per il mondo, però, Paperone dimentica un'ultima manciata di lenticchie tra le sue tasche e, quando la scopre, decide di lanciarla nel vento dall'attico a lui concesso dai Bassotti nel suo ex-palazzo:

E il vento ne deposita una su un vaso di fiori sul davanzale...
Si ritorna, così, all'inizio, a quando Paperino e nipoti danno ospitalità al loro tavolo al vecchio zio, un tempo dominatore del mondo intero. Lo spronano a ricostruire il suo i
mpero e così confortato Paperone esce dal ristorante, ma poco oltre la soglia Paperone ritorna nello sconforto più nero, tormentato ed inseguito dai creditori, novello Paperino, che se lo contendono a chi per primo deve riscuoterne i debiti.

Solo a notte inoltrata Paperone può rientrare al palazzo e rifugiarsi nel suo attico, non prima di aver preso da un Bassotto un rimprovero per essere tornato tardi, come se fosse l'ultimo dei servi. E Paperone si addormenta e sogna Babilonia, con i suoi monumenti, i suoi palazzi e, soprattutto, i suoi giardini pensili. Paperone, nella sua smania di ottenere le lenticchie di Babilonia a disposizione, ha dimenticato di piantarle in un terreno sopraelevato, ma per sua fortuna, al suo posto, ci ha pensato il vento...

Se una sola lenticchia di Babilonia dovesse germogliare, tutti i beni di Paperon de Paperoni torneranno in suo immediato possesso
Firmato
Banda Bassotti

Carina, vero? Il finale ve lo racconto io: l'indomani Zio Paperone semina le lenticchie "alla maniera Babilonese" e, in men che non si dica, torna in possesso del suo capitale (che ammonta a tre ettari cubici di denaro contante).


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Georgejefferson
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Ma, saranno dei paperini disillusi che cascano come il pero nella propaganda delle classi dominanti, che pensavano che "la forza lavoro delle persone" e' merce in sè tout court senza altre alternative, facendo finta che quell' "essere" non sia l'imposizione dell'egemonia culturale ma "la realtà" realista della propria ideologia.

Jor el, non ti sarai mica scandalizzato perchè ho "disturbato" l'apologetica del guru David ne ?

Ho disturbato gli applausi si vede.

Comunque l'oro vale per via della psicologia sociale e propaganda, idem come il credito ecc..

Uguale, quindi dipende dalla propaganda che domina l'immaginario.

Non lo sapevi?


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mincuo
Illustrious Member
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Conta avere l'oro fisico solo se fallisce il sistema finanziario.
Ma quanto?
Anche in quel caso l'oro sarebbe l'ultimo dei probemi di un Paese. L'oro Italiano in tutto sono 75/80 miliardi di dollari. I Titoli di stato sono 2000 miliardi.

Domanda:
se fallisce il sistema finanziario quanto varrebbero dall'oggi al domani (in pagnotte per esempio), i 2000 miliardi in Titoli? e quante pagnotte si potrebbero invece comperare con, per dire, 2500 tonnellate d'oro?

La quantità di oro fisico, relativamente alle questioni finanziare della Cina (ma degli USA, ma della Francia, Italia, etc) è irrilevante!

Domanda:
se fallisce il sistema finanziario, COSA è rilevante, oltre gli ICBM e l'oro che hai in tasca?

Siamo d'accordo che se il sistema finanziario, per quanto intubato e sul tavolo operatorio, rimane vivo quel tanto che basta a respirare un pochino, l'oro è una merce o solo poco più, tant'è che -ma forse sono solo voci di corridoio- il prezzo può essere (ed è) tenuto artificialmente basso.

Se fallisce il sistema finanzario (che è un'assurdità, ma diciamo per semplicità...) è qualunque bene reale. Non è che sia l'oro in particolare.
Il grano, la terra, il petrolio, il ferro, il legno, le aziende, le case ecc......
E subito parallelamente si sviluppa un sistema e un mercato finanziario nuovo su quello e che ne è la nuova misura.
Ma non è che non valga l'oro, le case, il legno ecc....adesso.
Solo che adesso la misura fondamentalmente è il dollaro, e il sistema è fondato appunto sul dollaro.
Uno nuovo potrebbe anche avere di riferimento l'oro o l'argento, come base di calcolo.
Ma non c'entra con "l'oro che vale" e il resto che non vale.

Non sembra nemmeno di dover star lì a dire queste cose e invece...
Comunque va bene e va bene "tutto frazionario" e le 50.000 tonnellate scomparse nel nulla di "fonti autorevoli" non si sa quali...quando tutto l'oro esistente al mondo fa 170.000 tonnellate, di cui metà gioielli delle persone, 20.000 l'industria, 30.000 tutte le Banche Centrali, e altri 30.000 sono lingotti e monete private.
E nemmeno uno che non capisce neanche la parola "controvalore".
Va bene così per me.
Ti ho risposto solo per cortesia.

Io ho provato a dire che l'oro non conta niente in se stesso. Anche prendendo tutto l'oro del mondo, pubblico e privato compreso confiscando la catenina di ogni nonna non si arriva a 6.000 miliardi.
Che è niente.
Meno della ricchezza degli Italiani che è circa di 8.000 mld.
Di cui 6.000 sono immobili e terreni. Appunto. 🙂
Quella mondiale delle sole famiglie è 270.000 mld circa.

Ho provato, ma non è che insisto.
Mi va benissimo, tanto...


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Georgejefferson
Famed Member
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L'oro vale per via della psicologia sociale indotta e propaganda, idem come il credito, la firma sul vestito, l'autorita indotta del competente elitario ecc..

Uguale, quindi dipende dalla propaganda che domina l'immaginario nelle popolazioni.


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
Topic starter  

Ecco, perfetto. A posto. Mancava.


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Georgejefferson
Famed Member
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Tanti non lo sanno, e non ci credono per via della soggezione dell'autorita.

Simile al concetto del padre introiettato.


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