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Giustizia incerta e sospetta


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Il processo ad Amanda Knox diventa affare di Stato. Il capo della diplomazia americana, Hillary Clinton, si è detta ieri disposta a verificare se davvero ci sono, come afferma la senatrice Cantwell, «seri interrogativi sul funzionamento del sistema giudiziario italiano», e se «l’anti-americanismo possa avere inquinato il processo».

Una inusuale presa di posizione, che pone la vicenda Knox nella lista di altri famosi contenziosi legali tra l’Italia e gli Stati Uniti. Con la differenza che le obiezioni al processo di Perugia toccano il nervo più scoperto del nostro dibattito sulla Giustizia, e, indirettamente, sui processi al premier Berlusconi.

Finora, Italia e Stati Uniti si sono scontrati nelle aule di tribunali per casi politici. Nel 1998 si trattò della tragedia del Cermis, venti vittime nella caduta di una funivia abbattuta da un aereo Prowler dei marines. Nel 2007 si trattò di processare il soldato Usa Lozano, che aveva ucciso in Iraq il nostro uomo del Sismi Nicola Calipari. Infine, il più recente, il processo agli uomini della Cia che avevano rapito Abu Omar. Tutti processi politici, appunto, che ruotavano intorno alle rispettive «sovranità» nazionali dei due Paesi.

Nel caso di Amanda, invece, il Dipartimento di Stato si arrogherebbe il diritto di verificare il funzionamento stesso della giustizia italiana, dichiarandosi disposto ad ascoltare coloro che sollevano l’ipotesi - gravissima - che «non esistevano prove sufficienti per spingere una giuria imparziale a concludere oltre ogni ragionevole dubbio che Amanda fosse colpevole». E, dal momento che la giustizia è uno dei metri di misura del funzionamento di una democrazia, il sospetto va dritto al cuore del nostro Paese.

Quello alla Knox è solo l’ultimo di una serie di processi che hanno lasciato la nostra pubblica opinione con l’amaro in bocca dei dubbi. Parliamo del processo ad Annamaria Franzoni per il delitto di suo figlio a Cogne, di quello contro Alberto Stasi per l’uccisione della fidanzata Chiara Poggi, e infine di questo di Perugia. Tre casi celebri, accomunati da elementi simili. Innanzitutto la confusione delle indagini: prove che vengono raccolte, poi cambiate, e mentre il processo è in corso. Coltelli, reggiseni, pigiami, biciclette, zoccoli e computer che entrano ed escono di scena come fondali intercambiabili invece che elementi certi di accusa. Oggetti totemici per il pubblico che, alla fine, mai si sono rivelati prove indiscutibili.

In mancanza di certezze, il processo italiano si è spesso rifugiato nella costruzione di teoremi: il colpevole non è colui che ha indiscutibilmente fatto il male, ma colui che avrebbe potuto o voluto farlo. Nasce qui l’uso e l’abuso dei «profili» psicologici, la depressione non ammessa di Annamaria a Cogne, le ossessioni nascoste di Alberto Stasi, e la violenza da baccanale fatta esplodere da Amanda. Tutti colpevoli in quanto «inclini ad esserlo», invece che indiscutibilmente provati tali dai fatti.

La psicologizzazione del processo tende a mettere sotto giudizio la personalità (e quanto distante è questo giudizio da quello razziale?), e a creare dunque «mostri». Con la conseguenza di sollecitare nel pubblico una risposta emotiva, una divisione radicale, fra difensori e accusatori. Questa tifoseria del pubblico, è forse, in termini sociali, la conseguenza più devastante del malfunzionamento della nostra giustizia.

Fin qui il caso Knox. Ma come non vedere che il fallimento di tanti processi penali getta dubbi anche sui procedimenti «politici»? Un Paese che non riesce a dare giustizia certa a due cittadini comuni, con che autorevolezza saprà mai processare il suo premier? L’attenzione del Dipartimento di Stato va presa con molta serietà dunque. Rischia di esporre agli occhi della comunità internazionale una nostra fragilità di sistema, e aprire una serie di scatole cinesi. Magari anche senza volerlo.

Lucia Annunziata
Fonte: www.lastampa.it
Link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6707&ID_sezione=&sezione=
7.12.2009


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14356
 

questa donna è allucinante..è quella che disse ad Annozero sulla puntata su Piombo Fuso che i giornalisti DEVONO orientare l'opinione pubblica.

A seconda di chi? CHi te lo dice come deve esere orientata?
Ma il giornalista non deve raccontare la verità?

E mi parla di autorevolezza...tirapiedi dei neocon sparisci!


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vic
 vic
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6373
 

Domani e' la festa dell'Immacolata.

Sto scrivendo una lettera al vescovo che poi la spedira' al papa affinche' si estenda il nome della festa e la si chiami in futuro "festa dell'Immacolata Amanda Knox".

L'annuncio del nuovo nome verra' dato in mondovisone dall'Annunziata Concenzione, sperando che non faccia confusione con la festa della Candelora.

Il giorno seguente sara' dedicato ai morti assassinati inesistenti, o fantomatici, in quanto nessuno ha mai trovato chi li ha mai uccisi e quindi non sono morti.

Il giorno seguente del giorno seguente sara' invece dedicato al "povero assassino e alla marmellata". Si invitera' la popolazione a lavarsi le mani dalla marmellata rimasta appiccicata dopo colazione.

Il giorno seguente del giorno seguente del giorno seguente sara' dedicato all' "illibato DNA". Quel DNA che pur essendo sulla scena del delitto, era in realta' DNA immacolato da immacolata concenzione.

Allego al vescovo qualche disegnino orientativo da trasmettere papale papale al papa Benedetto.

Perdona loro, o Signore, perche' non sanno quello che fanno!


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silviu
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 100
 

Un cicchetto di troppo, Vic???


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cloroalclero
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Registrato: 2 anni fa
Post: 443
 

ma va a da via 'l cul, annunziata


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Maria Stella
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1429
 

c'era una volta "la prova". Una volta nessuno poteva dirti:"Tu hai rubato la marmellata", senza provare il perchè della accusa. Nessuno poteva limitarsi a dire: la marmellata manca, tu hai una faccia da ruba- marmellata, quindi sei stato tu. La prova viene cercata a posteriori, prima si individua il colpevole , poi gli si fa un bel cappottone addosso.. Una cosa un tantino incivile, ma il colpevole in questo modo lo si trova di sicuro.. vuoi mettere? E poi qualcuno in carcere dobbiamo mandarlo, quello va liberato perchè rom, quell'altro perchè è socialmente in difficoltà , è vittima della società.. va compreso, quello è vittima di vattela a pesca, insomma se uno ci ha la faccia di assassino ed è antipatico al popolo.. sbattiamolo in carcere.. se non è per oggi, è per domani, la gente è contenta e tutto va come deve, la prova è inutile, basta che io sia convinto.. un fatto di introspezione.. una cosa carina insomma, come una ciliegina sulla torta della irrazionale crudeltà di una società in disfacimento totale.


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