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Vorrebbero farci “viola”


Tao
 Tao
Illustrious Member
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La politica estera, come si dice anche del carattere delle persone, rende “antipatici” quando appunto se ne ha una. Ed èciò di cui si accusaoggi l’Italia, ritornata protagonista sulla scena internazionale
grazie agli accordi sottoscritti tra governo nazionale e alcuni paesidell’Europa dell’est, dell’Africa del Nord e del Medio-oriente, invisi a Washington in quanto rappresentanti un ostacolo alla realizzazione integrale dei suoi piani egemonici.

L’inedito asse strategico che sta caratterizzando la riconfigurazione degli assetti di forza nel Vecchio Continente, all’interno del quale l’Italia occupa un posto di rilievo, sta generando nervosismi oltre Atlantico, aggravati dagli scarsi risultati della strategia di guerra dellaNato in Afghanistane in Iraq.

Che questo “carattere”italiano stia incominciando ad infastidire gli antichi alleati Usa, ma anche quelli UE, nonè più un ministero per nessuno. Anzi, propriosu queste basi è necessario spiegarsi l’escalation dell’odio antiberlusconiano sia all’interno, dove impazza la protesta viola guidata
dall’exPm Di Pietro, già protagonista di un altrocolpo di manoeterodiretto da “manine” straniere (quellogiudiziariodella stagione 92-93con il quale fu spazzatavia la classe dirigente PCI-PSI), come all’esterno, dovela stampa mondialeha lanciato, da qualche tempo, l’allarme sulle posizioni
italiane, stigmatizzandoil pericolososbilanciamentodegli equilibri geostrategici in seguito alle decisioni del governo B. di avvicinarsi a paesi non propriamente affidabili (vedi la Russia di Putin- Medvedev, la Libia di Gheddafi o l’Algeriadi Bouteflika). Sono ormai molti mesi che gli Stati Uniti definiscono l’Italia un alleato difficile, se non proprio inaffidabile, per i suoi posizionamenti sul palcoscenico mondialeche si distanziano dalla linea di
condotta occidentale in settori cruciali come quello energetico e militare.

Ma non è tutto qui. L’Italia è anche responsabile di aperture “non autorizzate”verso Stati facenti parte dell’internazionale del terrore, come l’Iran, o lambenti la sfera grigia di un altro tipo di islamismo, quello panafricano, di cui fa partela Libia (sdoganata, qualche tempo fa, dagli stessi
americani allorché Gheddafi annunciò la rinuncia, da parte libica, a dotarsi di unsistema nucleare). Ma nemmeno entra nelle grazie occidentali il dialogo con personaggi allaLukashenko, Presidente della Bielorussia, recentemente incontratodal Presidente B. a Minsk, che gli statunitensi hanno
messo fuori giocoper essere un nemicodella democrazia e dei diritti umani, fattori indispensabili perentrare a far parte dellacomunità internazionale, cioè dell’ordine planetario a dominanza USA.
L’avvio della campagna di screditamento dell’immagine pubblica del nostro Premier ha avuto dapprima un approccio di tipo scandalistico, con la vicenda delle starlette e delle soubrette, in atteggiamenti lascivi, fotografatenella sua villa in Sardegna(anche qui stiamo parlando di azioni diffamatorie che non fanno parte della nostra tradizione essendo invecetipiche, guarda caso, dei
paesi anglosassoni), tuttavia anche un bambino può capireche si è trattato solo di una manovra diversiva prima di andare a toccare i veri nervi scoperti derivanti dell’atteggiamento italiano in politica estera.

Ora questi nodi stanno venendo al pettine, giorno dopo giorno, ma l’Italia non sembra voler retrocedere dalle decisioni già prese. Così dagli ammonimenti alle diffamazioni personali si è passati all’azione diretta attraverso la riproposizione in Italia di un copione ampiamente collaudato
in altri contesti sociali: quello dei moti colorati. Tutti quelli che si sono prestati a questa operazione di dubbia spontaneità, consapevolmente o meno, stanno contribuendo al piano statunitense indirizzato a destabilizzare l’Italia. Ma in questo caso “rendere instabile” significa soprattutto
portare il paese a rompere accordi che rappresentano un’assicurazione contro la grave crisi politica ed economica in attolasciandolo completamente in balia degli eventi. Nelle ultime settimane i protagonisti di questa svolta epocale hanno pubblicatouna serie di articoli sui quotidiani nazionali
per riaffermare le proprie ragioni. Dalla lettera congiunta di Frattini e del suo corrispettivo russo Serghei Lavrov, a quella del medesimoMinistro degli esteri del PDL con il suo omologoTurco, fino all’ultima nota sottoscritta da Scajola e Shmatko, sta emergendoquesta visione dell’Italia
orientata all’affermazione di un partenariato strategico con altre aree dell’Europa a cui vanno stretti i limiti del mondo unipolare. Il multipolarismo diviene allora la frontieranella quale si potranno meglio portare a convergenza interessi nazionali che non sono più perseguibili nell’ambito dei precedenti rapporti di forza,del tutto sbilanciati verso gli Usa.

Dietro questi atti di politica estera si sviluppano consonanze commerciali che porteranno grandi vantaggi economici all’Italia. Sulla scia dell’accordo nel settore degli idrocarburi tra Gazprom ed Eni, di cui il frutto più succoso è il gasdotto South Stream, si sono raggiunte collaborazioni anche nel comparto militare (contratto tra Finmeccanica e Sukhoi per il superjet 100 e quello tra Augusta Westland e Oboron Prom per la realizzazione di elicotteri), nel settore petrolchimico (Tecnimont- Tobolsk), nella divisione auto (produzione in Russia di veicoli commerciali e autovetture da parte di
Fiat-Chrysler) e in quello del trasporto aereo, con l’alleanza tra Alitalia Aeroflot. Ma con i russi è stato anche decisodi predisporre un corsia privilegiata di investimenti per le PMI italiane che tenteranno l’avventura in quel paese.

In tutti questi sviluppi cresce l’antipatia per l’Italia, ma i nostri scalmanati viola non se ne rendono conto e fanno il gioco di chi ci vorrebbe atterrire insieme alle nostre ritrovate aspirazioni di indipendenza nazionale. Il viola potrebbe presto divenire il colore dei lividi che l’America ci procurerà, anche quale conseguenza del lavoro “preparatorio” svolto da queste quinte colonne interne,manipolate e strumentalizzate contro il futuro della nazione

Giovanni Petrosillo
Fonte: http://ripensaremarx.splinder.com/
Link: http://ripensaremarx.splinder.com/post/21834054/VORREBBERO+FARCI+%22VIOLA%22+di+G.
7.12.2009


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pierrot
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