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Glen: la 4a rivoluzione industriale e il nuovo individuo


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http://www.liberatv.ch/it/article/33958/cos-cambier-il-mondo-con-la-quarta-rivoluzione-industriale-nel-2050-solo-1-miliardo-di-persone-potrebbero-avere-un-normale-lavoro-stipendiato

Così cambierà il mondo con la quarta rivoluzione industriale. "Nel 2050 solo 1 miliardo di persone potrebbero avere un normale lavoro stipendiato"
Le profezie di Jerome Glenn, cofondatore di Millennium Project, che spiega nel dettaglio quello che sta accadendo con l'intelligenza artificiale e di come questo stravolgerà il nostro modo di vivere. E anche la politica. Vale la pena leggerlo...

10 dicembre 2016

MILANO - Lavoro, disoccupazione, tecnologia, politica, rivoluzione. Sono alcune delle parole chiave di una bellissima intervista a Jerome Glenn pubblicata sul Blog di Beppe Grillo.

Glen è il cofondatore di Millennium Project, una fondazione che si occupa di fare ricerca sul futuro. Il tema al centro della conversazione è quello della quarta rivoluzione industriale. Un tema decisivo che nei prossimi anni stravolgerà le nostre vite. Una rivoluzione già in atto ed irreversibile il cui impatto sulla vita delle persone dipenderà dalla capacità di saperla governare. Potrà insomma essere l'occasione per un mondo migliore o per uno sfacelo totale.

"La dicitura "quarta rivoluzione industriale" - spiega Jerome Glen sul blog del leader del Movimento Cinque Stelle - rappresenta un'analisi relativamente superficiale di quello che sta accadendo: non si tratta solo di connettere macchine al Wi-Fi, c'è molto di più. La quarta rivoluzione industriale, l'Internet delle cose (Internet of things), è relativo ai processi produttivi: l'intera catena del valore viene collegata all'intelligenza, ma c'è molto di più. In gioco c'è il futuro. La biologia di sintesi potrebbe rappresentare una rivoluzione di portata ben più ampia rispetto alla rivoluzione industriale in sé. Di conseguenza, se le persone si concentrano solo sull'incremento della produttività nell'industrializzazione, stanno perdendo di vista molto di quello che succederà in futuro".

"Esistono tre tipi di intelligenza artificiale - spiega l'esperto - che vengono regolarmente confuse in tutto il mondo. La confusione non aiuta la discussione, pertanto consentitemi di fare un po' di chiarezza. Quella che abbiamo oggi è l'Intelligenza Artificiale Debole (Artificial Narrow Intelligence - ANI). Si tratta di software, come AlphaGo, beat the Go Champion oppure One in chess e il genere di sistemi intelligenti che abbiamo oggi è ristretto: non puoi trasformarlo in qualcos'altro, dovresti riprogrammarlo. Anche AlphaGo, se vuoi sostituire alla griglia 19 x 19 una da 20, devi riscrivere tutto il programma. È l'intelligenza ristretta, quella che abbiamo oggi. La seconda è l'Intelligenza Artificiale Generale (Artificial General Intelligence - AGI), che potremo raggiungere o meno. Con questa possiamo riscrivere il codice sulla base dell'Internet delle cose. Saremo in grado di riscrivere ogni genere di altra attività in tutto il mondo e questa intelligenza sarà in grado di apprendere simultaneamente da tutto il mondo, riscrivere il proprio software e, di conseguenza, apprendere con grande rapidità. La terza è la super intelligenza artificiale (Artificial super intelligence - ASI). Essa è in grado di definire i propri obiettivi ed è quella che spaventa gli amanti della science fiction. Le persone la confondono con la prima e dicono "oddio, ci siamo, siamo già arrivati a quel genere di intelligenza di cui Hawkins e tutti gli altri hanno paura". No, non siamo ancora arrivati a questo stadio. Ma ho menzionato questi tre tipi di intelligenza artificiale per dire che Intelligenza Artificiale Debole metterà fuori gioco molto lavoro e molta forza lavoro in tutto il mondo".

Più precisamente, spiega argomenta Glen , "entro il 2035 l'Intelligenza Artificiale Generale metterà fuori gioco la maggior parte del lavoro, pertanto questo processo in due fasi deve essere chiaro. La normale concezione di occupazione, con un normale lavoro, stipendiato, potrebbe riguardare solo 1 miliardo di persone circa entro il 2050; il resto potrebbe lavorare per conto proprio o trovarsi in una sorta di transizione verso il lavoro in proprio. L'idea di occupazione in passato implicava che si dovesse andare da qualche parte, l'idea di avere una propria attività non era contemplata. Bisognava andare da qualche parte per lavorare; adesso non si deve necessariamente andare da qualche parte, è possibile connettersi con tutto il mondo, creare la propria vita. Questo è quello che chiamiamo self-actualizing economy. La transizione verso essa potrebbe verosimilmente richiedere una qualche forma di reddito annuo garantito, ma oggi ciò oggi non è economicamente vantaggioso. Basta dare uno sguardo alla curva a campana del costo della vita. Sappiamo che attualmente l'elettronica scende nel costo per capacità. Ma alla fine seguirà la curva, pertanto ciò significa che quello che dovevi pagare per il costo della vita potrebbe ridursi e poiché si tasseranno nuovi oggetti come robot o altri tipi di oggetti, si creerà nuova ricchezza, che potremo utilizzare per rendere economicamente sostenibile una sorta di reddito annuo base, al fine di evitare che tante persone si ritrovino per strada".

"Pertanto - precisa l'intervistato - il cambiamento culturale significa che in passato dovevi imparare a inserirti in un sistema, che ti piacesse o no, mentre in futuro dovrai verosimilmente realizzare te stesso. Il vecchio "Conosci te stesso" di Socrate diventerà il tuo mantra e meglio riuscirai a essere te stesso meglio riuscirai a trovare mercati per te in tutto il mondo. Si tratta di una concezione completamente nuova dell'economia, perché in passato identificavamo il nostro valore nella soddisfazione del nostro capo per il nostro lavoro, che fossimo economisti, medici, etc., ma molte di queste professioni saranno ridimensionate dall'intelligenza artificiale, debole e generale. Pertanto continueremo a costruire le competenze fondamentali, ma non necessariamente la professione, nello stesso modo, e il futuro sarà molto più complesso, con diversi tipi di attività economiche create dai singoli, non solo dalle aziende".

E veniamo al capitolo legato alla politica. Come cambieranno le regole fondamentali della convivenza: "In origine, l'organizzazione del potere all'interno della società era appannaggio della religione. Poi, il potere è stato rappresentato dagli Stati nazionali, con Napoleone che si impossessa della corona e si auto-incorona, giusto? La religione non è stata sostituita, c'è ancora, ma il potere del governo è cresciuto su di essa ed è diventato un nuovo tipo di potere. Oggi, le aziende stanno costruendo il potere anche al di là degli Stati nazionali, perché sono in grado di muoversi più rapidamente di essi e il potere dei singoli è destinato a crescere sul potere delle aziende. Pertanto gli individui avranno molto più potere per creare attività e azioni e coalizioni ad hoc, che potremo definire le politiche in futuro. Se per politica si intende la guida dei cittadini e la loro crescita, allora i singoli, in modo complesso e in tutto il mondo, saranno coinvolti nella politica, ma ci saranno ancora governi che definiranno le regole, ci saranno ancora le aziende che organizzeranno i sistemi di produzione e ci sarà ancora la religione, che proverà a definire il valore delle cose. Immagina tutti questi sistemi di potere insieme e potrai comprendere che cosa sta succedendo. Tuttavia, la grande variabile sarà l'individuo che diventerà molto più potente perché quando vogliamo che il governo realizzi le cose, come per esempio riparare un buco in una strada, io adesso avrò un semplicissimo sistema portatile 3D che potrà farlo e quindi perché mai dovrò rivolgermi al governo? Posso andare io e risolvere il problema, giusto? Potremo avere città o auto-guarigioni con sistemi di sensori robotizzati e sistemi di riparazione. Pertanto molte delle cose che chiediamo ai governi oggi potranno cominciare a essere realizzate dagli individui: è l'individuo che acquisisce più potere sugli altri poteri. È questa la vera rivoluzione".


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vic
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Le cose viste da un punto di vista interno all'AI stanno cosi'. Esistono sostanzialmente cinque approcci ingegneristici di base:
1) l'approccio simbolico, per cui la macchina ragiona su dei simboli, compiendo deduzioni logiche.
2) l'approcio neuronale, che mette al centro qualcosa d'inferiore al simbolo: il neurone artificiale, espressione se vogliamo, di un quid del simbolo. L'interesse di questo approccio e' la capacita' di apprendimento con l'esperienza e la resilienza/adeguamento a modifiche inaspettate nei dati d'entrata.
3) l'approccio comportamentale (behaviorista), valido soprattutto in robotica, basato su percezione-azione.
4) l'approccio evoluzionistico, che cerca di imitare il processo dell'evoluzione naturale in biologia
5) l'uso di imponenti banche di dati che vengono "scavate' come fossero miniere, alla ricerca della conoscenza sottostante non palese ma nascosta nelle pieghe di queste banche di dati.

Un approccio non esclude l'altro, anzi.

Dal punto di vista teorico vanno anche citate tecniche di rappresentazione di concetti vaghi ed approssimati, con relative modalita' d'uso nel ragionamento artificiale e pure negli algoritmi di controllo di macchine e sensori.

Questo dal punto di vista ingegneristico, che non e' quello di un futurologo.


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