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Governo italiano e mondo: incominciano a cadere le foglie


Maia
 Maia
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Con il nuovo esperimento di governo, così stravagante in termini politici ma benedetto da Bruxelles, Parigi e Berlino, l'Europa sta riconsiderando le sue relazioni approfittando della debolezza USA?
di Piotr.

1) Cadono le foglie nazionali

Lo scisma renziano ha svelato uno dei motori che fanno e faranno funzionare, o funzionicchiare, il governo Conte bis: le poltrone (“Ops! Gli 'incarichi'”, direbbe Lucia Annunziata sorniona).

Un governo come si deve, un governo che meriti rispetto, si deve basare su un accettabile programma e su un'accettabile base etica, dove per “etica” non bisogna intendere la “morale” ma ciò che tiene insieme una comunità, dà ad essa valori di base condivisi e un orizzonte comune (si parla di un governo non rivoluzionario, ovviamente, ma anche un governo rivoluzionario deve fare i conti con la tenuta della comunità).

Avete notizia di un qualche programma di questo governo, a parte espressioni così vaghe che potrebbero essere formulate da un qualsiasi adolescente (tipo “più attenzione all'ecologia”, “crescita”, “giustizia sociale”)?

E in quanto ad etica, che spettacolo danno forze politiche che per anni si sono insultate nei modi peggiori, che fino ad un attimo prima dicevano “Mai con quello! Mai con questo!” e un attimo dopo si sono avviluppate sotto le lenzuola?

“Mai coi 5 Stelle!” urlava Renzi. “Alleanza subito coi 5 Stelle!” urlava un nanosecondo dopo in vista della sua scissione e dei vantaggi che poteva trarre da tutto ciò.

“Mai con Renzi”, urlavano i 5Stelle. Ma ora Renzi sta formando rapidamente la terza gamba del Conte bis (già iniziano i travasi da Forza Italia in Italia Viva). E la terza gamba - o quarta se intendiamo Conte come una gamba a sé - siederà a tutti i tavoli, per forza, e i 5Stelle siederanno agli stessi tavoli, per forza. Di Renzi si può dir tutto, ma non che non sia un animale politico (anche se non nel senso più nobile del termine).

Fanno veramente ridere - e arrabbiare - i commentatori che dicono che l'Italia ha recuperato il suo prestigio internazionale e che quindi ora Bruxelles, Parigi e Berlino useranno con noi toni più amichevoli e concilianti.

Intanto fanno arrabbiare perché queste affermazioni sono segnali di una mentalità politica preoccupante: gongolare per l'esistenza di un potere che limita drasticamente la nostra libertà. Noi non possiamo sceglierci nessun governo - esultano - ed è un bene che sia così, perché o il popolo vota come vogliono certi centri di potere, oppure è bue ed è meglio che non si esprima (è stata ad esempio la posizione esplicita di Renzi e della Boschi dopo il voto sulla Brexit). Ovviamente – piccolo corollario - non potremmo sceglierci liberamente un governo neppure se per caso fosse un governo socialista guidato dalla reincarnazione di Gramsci.

Dato che questo potere (o meglio insieme di poteri sovranazionali anche in contrasto tra loro) esiste, felicitarsi per la sua esistenza è tradimento, fellonia, disprezzo per la democrazia, incoscienza.

E questi felloni/incoscienti sono così felici che non si rendono conto che, tra l'altro, non ci verrà nemmeno fatto nessun favore. L'ex cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, già ci ha strigliato richiamando il rigore di Maastricht: “Non rompete i coglioni. Noi non pagheremo mai i vostri debiti”. Così ha detto l'ex premier di una nazione dove è fallita in malo modo una banca dietro l'altra! Che faccia di bronzo!

Gentiloni fa sapere che sta spuntando maggiore flessibilità? Davvero? Intanto una Francia in difficoltà da tempo e una Germania ormai in recessione (e non c'era economista di vaglia, da Stiglitz a Krugman - premi Nobel - che non avesse previsto che la fissazione ossessivo-compulsiva tedesca sull'austerity avrebbe avuto questo esito e trascinato lei Germania e l'Europa nella rovina), questi due paesi, dicevamo, la flessibilità se la concederanno a se stessi, in primis, e forse ai loro vassalli più utili e fedeli, non certo ai paesi ricchi da spennare sempre più velocemente (ricordo che nel 1991 l'Italia era considerata la quarta potenza industriale del mondo, una posizione che dava fastidio e solleticava appetiti lupeschi). Vedrete i trucchi che useranno per sforare i parametri di Maastricht facendo finta di nulla e fare investimenti in deficit. Se rimarrà qualcosa attaccato all'osso, qualcosa che non intacchi la capacità di succhiare risorse dai “partner” come vampiri avventati sulla giugulare della bella di turno, per rilanciare i propri sistemi industriali a scapito del nostro e, soprattutto, non far colare a picco le loro banche piene di titoli tossici, allora ci concederanno qualche “flessibilità” ad uso demagogico.

Questo per quanto riguarda la nostra riacquistata “credibilità internazionale”.

2) Cadono le foglie internazionali

Ma ciò che la grande maggioranza dei nostri baldi e supponenti e ignorantissimi commentatori e analisti non capiscono proprio e non capiranno mai è che per avere una minima idea di cosa succederà in Italia e in Europa bisogna guardare anche, e soprattutto, da altre parti. Ma dato che i loro limiti mentali coincidono coi loro limiti conoscitivi e immaginativi geografici, non riescono a pensare che se questa è una crisi mondiale allora bisogna ricordarsi che il mondo non è limitato a Washington, Berlino, Parigi, Roma - e nemmeno alla Leopolda - ma che, ad esempio, c'è anche lo Yemen.

Ma cosa c'entra lo Yemen con noi? C'entra, e molto.

Intanto c'entra perché noi fornivamo dalla Sardegna ai sauditi le bombe per massacrare i civili yemeniti, fornitura cessata solo col precedente governo giallo-verde ma difesa, anche con menzogne, e rivendicata dalla precedente ministra della Difesa PD, Roberta Pinotti (solo per intenderci: una delle cifre di un governo “fascista” non dovrebbe essere l'amore per le aggressioni militari? Chi è “fascista” allora qui?).

Rallegrandoci per questo atto dovuto di umanità e civiltà, passiamo a un'analisi più specifica.

Avete in mente il massiccio attacco aereo del 14 settembre agli impianti petroliferi sauditi di Abqaiq?

Io ci ho ragionato su a lungo. Da parte degli antimperialisti le tesi si sono subito divise in due: a) sono stati veramente i combattenti Huthi, b) è stato un attacco false flag saudita-americano-israeliano (magari anche britannico) per avere la scusa per attaccare l'Iran. Figurati se gli Huthi avevano quella capacità aerea, di intelligence, di ricognizione e di precisione (sono stati colpiti soprattutto gli impianti di stabilizzazione che essendo al centro del processo lo bloccano sia a valle che a monte). Figurati se i loro droni e i loro missili scrausi potevano viaggiare per centinaia di chilometri su territorio saudita senza essere intercettati e abbattuti dal poderoso sistema di difesa messo su dagli USA.

La tesi di Washington e di Riad è invece che l'attacco non è stato opera degli Huthi ma dell'Iran. Vedremo che questa tesi non è sorretta da uno straccio di prova.

La tesi degli Huthi è che sono stati proprio loro!

Soffermiamoci un po' sull'ipotesi “false flag” e ragioniamo.

Un attacco così devastante in barba alle batterie di radar e di Patriot americani è uno smacco al sistema industriale-militare statunitense. È talmente uno smacco che Putin non è riuscito a trattenersi dalle risate.

Lo sapete no? Lo avete letto? Un po' sì un po' no? Che cosa leggete?

Bene, ecco come è andata. State a sentire perché è clamoroso. Intanto la sede dava già l'orticaria a Washington, perché era la conferenza stampa congiunta tra Putin, Erdoğan e Rohuani dopo il vertice di Ankara del 16 u. s. (che fa parte della serie di vertici che, si faccia già attenzione a questo punto, stanno ridisegnando il Medio Oriente senza che gli USA siano invitati - e si ricordi che quello turco è il secondo esercito della Nato):

Presidente Putin: «In quanto all'assistenza all'Arabia Saudita, è scritto anche nel Corano che la violenza di qualsiasi tipo è illegittima eccetto che per la protezione del proprio popolo. Per proteggere il popolo e il paese siamo pronti a fornire la necessaria assistenza all'Arabia Saudita. Tutto ciò che devono fare i leader dell'Arabia Saudita è prendere una decisione saggia come quella presa dall'Iran quando ha acquistato il [nostro] sistema missilistico [di difesa aerea] S-300 a come quando il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha fatto quando ha comprato il più recente sistema russo di difesa aerea S-400 Triumph. Questi sistemi offrirebbero un'affidabile protezione a ogni infrastruttura saudita.»

Presidente Rouhani: «Così devono comprare gli S-300 o gli S-400?»

Presidente Putin: «Tocca a loro decidere.» [e giù risate]

In secondo luogo è vero come dicono i difensori della tesi del false flag che questo attacco fa alzare il prezzo del petrolio e ciò va a vantaggio dell'industria petrolifera saudita e di quella statunitense (specialmente del petrolio di scisto). Ma aumenta anche gli introiti del Venezuela, della Russia e dell'Iran (il quale in barba alle sanzioni USA esporta di nascosto ma tranquillamente petrolio senza che Washington possa farci nulla).

E infine c'è la figuraccia grama degli USA di non essere riusciti a bloccare un attacco devastante contro un alleato chiave.

Riad e Washington insistono che l'attacco e venuto dall'Iran. Questo cambia poco in termini di figuraccia (che è una figuraccia strategica con gravi conseguenze), e tra l'altro non è stato fornito nemmeno un tracciato radar di prova e gli unici pezzi di missile mostrati sono quelli di un missile da crociera yemenita Quds 1. E inoltre mette gli USA ancora di più in imbarazzo: che diavolo possono fare dopo che hanno detto questo?

Da parte mia ho già discusso perché l'Iran non aveva nessun interesse a provocare così gli USA.

Dopo di che ho cercato di andare più a fondo.

Non ci siamo un po' tutti immaginati gli Huthi come dei guerriglieri coraggiosi ma poveri e non tanto coordinati e dotati più o meno del Moschetto 91 o al più di un Kalashnikov?

Io un po' sì, per pigrizia (ma penso che molti altri non abbiano nemmeno compiuto un minimo sforzo di immaginazione, di raffigurazione degli scenari, di vedere una cartina geografica e capire chi controlla che cosa). Ebbene, guardate la foto dell'esibizione a Sana'a degli ultimi gioielli dell'industria militare yemenita ( https://www.mintpressnews.com/uae-yemen-troop-withdrawal-houthi-new-drones-missiles/260253/). Altro che Moschetto 91!

ARTICOLO TROPPO LUNGO
IL RESTO QUI

FONTE https://megachip.globalist.it/politica-e-beni-comuni/2019/09/21/governo-italiano-e-mondo-incominciano-a-cadere-le-foglie-2046668.html


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comedonchisciotte
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Segnalo questa frasetta di Piotr (non ho ancora capito se è un Pietro italiano o un vero Piotr russo):
"faccio notare che nonostante Cina e Russia siano avvinghiate in una doppia elica commerciale e militare non hanno mai firmato nessuna alleanza e lo stesso succede tra Russia e Iran e tra Cina e Iran; un po' perché nessuno vuole essere vincolato in un periodo di transizione dove gli interessi comuni possono velocemente diventare divergenti, un po' perché in un mondo multipolare le alleanze farebbero comunque più casino che bene".


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AlbertoConti
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Ma! L'unico punto fermo sembra proprio essere il declino dell'occidente ancora egemone a guida yankee, il che dovrà giocoforza convincerli a seguire il famoso consiglio "yankee go home". E questo è un gran bene per l'umanità intera (e per noi in particolare).
Il seguito, che si tratti di nuovi equilibri o di catastrofi irreversibili, lo sa solo Dio, ed anche questo è un bene, perchè ci costringe tutti ad assumerci le nostre responsabilità. Perfino i giovani dovranno smetterla di dire: "e io cosa ci posso fare?"

P.S. l'amico Piotr si chiama Piero Pagliani, grande matematico, scrittore, gran persona.


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Maia
 Maia
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AlbertoConti Invece succede il contrario. Annuncio di un grande ritorno per 'proteggerci'. https://www.nogeoingegneria.com/news/defender-europe-2020-il-piu-grande-dispiegamento-di-truppe-americane-in-europa-da-25-anni/?fbclid=IwAR3eecC664_4GRUdiSNJQE9_JmVr9GtWWKodmKDRwjWf972FFqsRvj9anCM


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AlbertoConti
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Maia;c-241520 wrote: AlbertoConti Invece succede il contrario. Annuncio di un grande ritorno per 'proteggerci'. https://www.nogeoingegneria.com/news/defender-europe-2020-il-piu-grande-dispiegamento-di-truppe-americane-in-europa-da-25-anni/?fbclid=IwAR3eecC664_4GRUdiSNJQE9_JmVr9GtWWKodmKDRwjWf972FFqsRvj9anCM

Questa è la logica reazione alla paura del declino economico, che è quello che brucia di più. Tuttavia non siamo più ai tempi dei grandi conquistatori, e l'arma militare offre solo due opzioni: ulteriore dissanguamento economico o distruzione reciproca totale. Contiamo sulla prima, in base alla legge del contrappasso (intesa come analogia a quanto già visto ai danni della Russia).


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