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Grimaldi - Farla finita con Fulvio Grimaldi


Tao
 Tao
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Questa è davvero personale, però con implicazioni che non faticherete a vedere quanto siano generali. Qui sotto riproduco un appello a formare un gruppo di sostegno che ho inserito in facebook ( http://www.facebook.com/group.php?gid=118219328194169&ref=mf&v=info ).

E' in gioco qualcosa di più vasto e importante della salvaguardia di questa voce. Voce che molti di voi troveranno discutibile e anche insopportabile, che altri condividono e credono che debba sopravvivere. Se siete tra costoro, vi chiedo di aggiungervi alla lista che a oggi, in meno di cinque giorni, ha raggiunto i mille firmatari. E se poi ci credete e volete fare un ulteriore sforzo, potete anche indirizzare una lettera al quotidiano Liberazione. Forse tutto questo non servirà a impedire che i compagni del PRC mi inceneriscano, ma sarà quantomeno una prova che l'abuso, la censura, la tracotanza di qualsiasi potere, la soppressione di chi, nel nome della verità, osa dissentire da un qualsiasi vertice, non passano lisci.

Vi ringrazio

Testo su facebook

Cari amici che avete la generosità di aver seguito e di seguire il mio lavoro a suo tempo sui giornali e in tv (Tg3), ora in rete (www.fulviogrimaldicontroblog.info) e con i video (documentari sulle situazioni di conflitto), vi racconto una vicenda del tutto esemplare per il quadro in cui ci muoviamo. E vi chiedo adesioni e supporto. Potrebbero essere importanti per l’esito finale.

Il 9 maggio del 2003, collaboratore a contratto del quotidiano del PRC Liberazione, scrivevo nella mia rubrica un articolo su recenti accadimenti a Cuba che avevano visto la condanna a morte di tre terroristi, dirottatori a mano armata di un’imbarcazione cubana, e a pene detentive di altri 75. La valutazione di quei fatti non corrispondeva a quella data dall’allora segretario nazionale Fausto Bertinotti, né tantomeno allo tsunami di attacchi a Cuba da parte della destra mondiale, unanimi tutti nel deplorare il trattamento riservato a “intellettuali e giornalisti dissidenti”. Le mie informazioni, poi nel tempo confermate da documenti incontrovertibili, mi avevano fatto invece rivelare nell’articolo come quei “democratici dissidenti” fossero al soldo degli Stati Uniti e stessero preparando una campagna di azioni terroristiche, di cui il dirottamento sarebbe stato solo il primo. Erano cioè mercenari al soldo di uno Stato che lavorava per la distruzione della rivoluzione cubana. Il giorno successivo alla pubblicazione del pezzo, in cui peraltro deploravo quella come tutte le condanne a morte, fui licenziato su due piedi, pur nel pieno di una campagna del PRC in difesa dell’articolo 18 aggredito. Non ricevetti la lettera di prammatica del direttore, Curzi, ma solo una telefonata dell’amministratore. Chiesi di ricevere una comunicazione ufficiale. Non la ricevetti. Ma alla rabbia di numerosi lettori e compagni del PCR, che si espressero contro il brutale provvedimento con oltre 2000 firme, Bertinotti, Curzi e la vice-direttrice Gagliardi risposero sul giornale e su altri mezzi d’informazione (Il Foglio, Radio Anch’io), affermando cose false: che avrei deviato dal tema assegnatomi, l’ambiente, o che avrei deviato dalla linea politica del partito.

La prima giustificazione era falsa, perché fin dal primo giorno della mia collaborazione, 1999, avevo potuto occuparmi in articoli e rubriche di ogni tema che volessi scegliere. Una smentita radicale veniva poi dalle mie corrispondenze di guerra dai conflitti nei Balcani, in Palestina e in Iraq, tutti viaggi effettuati a spese mie. Anche la seconda spiegazione era indebita, giacchè della linea politica della maggioranza si trattava semmai, non di quella di tutto il partito, in quanto una forte minoranza appoggiava le mie valutazioni. Inoltre era sempre stato affermato dai vertici del partito che nel partito stesso, come nel giornale, doveva essere rispettato il massimo della dialettica e del pluralismo. Un articolo dello Statuto del PRC garantiva addirittura il diritto degli iscritti di manifestare le proprie critiche alla linea del partito, perfino all’esterno del partito stesso. Il diritto di replica alla false affermazioni dei vertici, assicurato dalla legge sulla stampa, mi venne sistematicamente negato.

Da questa vicenda ricavai un forte danno, oltreché morale, professionale, di perdita di credibilità e di prestigio tra compagni e lettori, anche di riduzione del bacino di coloro che erano interessati ai miei documentari e libri. Feci causa e la vinsi. Il risarcimento del danno fu calcolato dal giudice in 100mila euro. Ora, sette anni dopo, il giudice d’appello, contravvenendo a una consolidata giurisprudenza in materia di cause di lavoro, ha rovesciato tale sentenza e mi ha imposto di restituire quella somma. Somma, che forte appunto di quella giurisprudenza, ho impegnato in gran parte nei viaggi che mi hanno permesso di realizzare i miei documentari da Iraq, Palestina, America Latina, Balcani. Si ricordi che quando vinsi la causa, Bertinotti era il segretario di un piccolo partito di opposizione, quando si avviò l’appello, però, l’uomo aveva assunto la terza carica dello Stato.
A dispetto della sostanziale ingiustizia del provvedimento, ho offerto alla controparte una transazione per metà della somma. E’ stata respinta e mi si è manifestata l’intenzione di arrivare all’esecuzione, cioè al pignoramento di quanto possiedo. Sarebbe la fine della mia attività di militanza giornalistica, con ovvia soddisfazione di non pochi. Ho scritto a Paolo Ferrero, segretario del PRC, a Dino Greco, direttore di Liberazione, e a Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Ad oggi, nessuna risposta.

Credo che a questo punto solo una forte pressione di quel pezzo di società che crede nell’informazione libera e nella libera espressione del pensiero, specie in un giornale e in un partito che si dicono comunisti, possa convincere i responsabili dal recedere da un comportamento che viola ogni principio normativo, etico e deontologico della mia professione. In attesa di altre iniziative cui sto pensando, come una conferenza stampa e uno sciopero della fame davanti alla sede di Liberazione e del PRC, chiedo alle persone di buona volontà di esprimere qui e in tutti i modi la solidarietà a questa causa di democrazia, giustizia e libertà. A una voce che rischia di essere soppressa. Grazie a tutti.

Fulvio Grimaldi
Fonte: http://fulviogrimaldi.blogspot.com/
Link: http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2010/04/farla-finita-con-fulvio-grimaldi.html
20.04.2010


Citazione
Tonguessy
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Tutto occhei, ma come si accede a feisbuc? Non c'è uno straccio di linc nè su questo post nè sul sito di Grimaldi.
Qualcuno ha il linc?


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Anonymous
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Post: 30947
 

Grimaldi si accorge solo ora che quelli censurano da sempre, che sono una parrocchietta autoreferenziale sempre pronta a girarsi a seconda del vento che tira? Eppure é grande e vaccinato.

Semplicemente, é andato ad aggiungersi alle decine di giornalisti ed intellettuali che hanno sofferto la censura di sinistra, una storia che dura da decenni.

Peró, trovo parecchio contradditorio che faccia la vittima quando appoggia senza condizioni regimi e poteri che la stessa censura la applicano anche piú duramente.


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Pausania
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Sì ma non è che gli appelli li facciano così, pro forma. L'appello prevede il ribaltamento della sentenza di primo grado, principalmente perché è il motivo per cui si ricorre in appello.

È vergognoso che si debbano aspettare 7 anni per la sentenza di secondo grado, questo sì.

Ma non è che puoi fare causa ad un soggetto, perdere e poi chiedere al soggetto che hai denunciato di darti ragione anche se il tribunale ti ha dato torto.

Denunciare significa accettare l'eventualità di perdere la causa.


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ComeDonkeyKong
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Post: 92
 

Sì ma non è che gli appelli li facciano così, pro forma. L'appello prevede il ribaltamento della sentenza di primo grado, principalmente perché è il motivo per cui si ricorre in appello.

È vergognoso che si debbano aspettare 7 anni per la sentenza di secondo grado, questo sì.

Ma non è che puoi fare causa ad un soggetto, perdere e poi chiedere al soggetto che hai denunciato di darti ragione anche se il tribunale ti ha dato torto.

Denunciare significa accettare l'eventualità di perdere la causa.

E' vero che denunciare significa accettare questa eventualità (e in un certo senso significa anche accettare e riconoscere l'ordinamento in cui viviamo e i suoi meccanismi), ma è anche vero che la denuncia di Grimaldi era per un licenziamento ingiusto subito da gente che affermava e afferma di voler tutelare i lavoratori. Se nulla è successo prima della denuncia di Grimaldi, Rifondazione e Liberazione potevano almeno avere il buonsenso di svegliarsi dopo, andandogli incontro, riconoscendo le proprie colpe, cercando un riconciliazione, almeno umana, se non politica. Invece lo hanno maltrattato, e poi sono ricorsi in appello come avrebbe fatto qualunque caporale o amministratore della Thyssen, cercando in cavilli e nelle tante leggi scritte ad uso e desiderio di Confindustria il modo di non riconoscergli nemmeno il danno subito.
E considerare che quei 100.000 euro sono minima parte dei contributi pubblici che ricevono per il loro foglio di partito...


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Cornelia
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A tutti gli ammiratori di Barnard... questo sì è un Giornalista.


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renatino
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Sai quanti rifondaroli conosco che sono stati cortesemente allontanati dai circoli perchè non graditi dal partito?! Questa non è una novità anzi direi che anche per questo che si dovrebbero abolire i partiti!


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Pausania
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la denuncia di Grimaldi era per un licenziamento ingiusto subito da gente che affermava e afferma di voler tutelare i lavoratori. Se nulla è successo prima della denuncia di Grimaldi, Rifondazione e Liberazione potevano almeno avere il buonsenso di svegliarsi dopo, andandogli incontro, riconoscendo le proprie colpe, cercando un riconciliazione, almeno umana, se non politica.

No, non è così. Grimaldi è stato licenziato da Liberazione. Secondo Grimaldi ingiustamente, secondo Liberazione giustamente.

Allora Grimaldi li porta in tribunale per fare in modo che il sistema giudiziario obblighi Liberazione a pagare Grimaldi.

Non è che ha ragione Grimaldi a priori: nel momento in cui lui decide di ricorrere in tribunale, decide di delegare al tribunale la scelta di chi ha ragione.

Certo, lui dice di aver ragione. Anche Liberazione dice di aver ragione. Non è che Liberazione dica di aver torto, eh!

La cosa divertente è che Grimaldi in tribunale perde e allora non è che dica "processo farsa", "prove indiziarie". Nooo mica è Berlusconi. Lui dice "eh ma di solito in questi casi non si perde". Cioè ammette di aver fatto causa a Liberazione perché era sicuro che il Tribunale gli avrebbe dato ragione. E la ragione voleva dire 100.000 euro.

Ma non è finita: dopo che ha perso, pretende che le persone che ha portato in tribunale (e alle quali aveva scucito 100mila euro) facciano finta di niente. Perché ha ragione lui, chiaro.

In vita mia ho visto solo i bambini comportarsi in questa maniera. È un atteggiamento infantile.

Invece lo hanno maltrattato, e poi sono ricorsi in appello come avrebbe fatto qualunque caporale o amministratore della Thyssen, cercando in cavilli e nelle tante leggi scritte ad uso e desiderio di Confindustria il modo di non riconoscergli nemmeno il danno subito.

Tu parli da avvocato difensore di Grimaldi. Loro non l'hanno trattato male. Grimaldi li ha portati in tribunale e loro hanno giocato al gioco deciso da Grimaldi. Grimaldi ha perso e loro, secondo le regole che Grimaldi ha scelto, si riprendono i soldi (attenzione, perché se li riprendono, non è che gliene chiedano altri, da quel che ho capito).

È ovvio che non gli riconoscono il danno subito: scusa, che sono scemi? Dal loro punto di vista hanno agito legittimamente. Anche perché altrimenti Grimaldi nemmeno li portava in tribunale.

Se tu domani mi denunci, non è che in tribunale non mi difendo perché tu dici che ho torto. Mi difendo al meglio, dopodiché trovo ogni appiglio giuridico per controdenunciarti e prenderti quanti più soldi possibile. hai voluto la bici? Pedala.

E considerare che quei 100.000 euro sono minima parte dei contributi pubblici che ricevono per il loro foglio di partito...

Non c'entra niente col discorso.


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ComeDonkeyKong
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Citazione:
E considerare che quei 100.000 euro sono minima parte dei contributi pubblici che ricevono per il loro foglio di partito...

Non c'entra niente col discorso.

C'entra eccome: i finanziamenti statali seguono la ratio per cui si deve assicurare la pluralità d'informazione, ma se devono finanziare uno dei tanti strumenti che ripetono una delle voci governative sono soldi buttati. Certo, non c'è bisogno di un episodio come questo per mettere in risalto il fatto che i finanziamenti di Stato alla stampa sono inutili, allo stato attuale.

No, non è così. Grimaldi è stato licenziato da Liberazione. Secondo Grimaldi ingiustamente, secondo Liberazione giustamente.

Per "ingiustamente" intendevo dire senza giusta causa. Il fatto di licenziare un giornalista perché ha espresso una sua opinione su una questione microscopica rispetto all'orientamento del giornale (non ha certo fatto apologia di fascismo) è un vero abuso, perché va a colpirlo su una delle sue libertà fondamentali. A un giornalista che non piace (più) si può negare il rinnovo del contratto, ma il licenziamento che cosa significa, che preferiscono avere una telescrivente pre-programmata? Un partito comunista serio dovrebbe aprire un dibattito quando c'è disaccordo forte su un problema specifico, dovrebbe sentire la base, gli ultimi, e considerare la loro opinione dello stesso peso di quella dei propri deputati in Parlamento. Sarebbe stata l'occasione per dimostrare che quello non è un foglio di carta imbrattato da parole di circostanza, ma un vero spazio di informazione e interazione. Chiudere le voci alternative in virtù dell'autorità di cui si è investiti rende inutile l'intero partito, con giornale annesso. La storia degli anni successivi mi sembra abbia mostrato proprio questo.

Sulle questioni del processo, poi, a me non interessa tanto l'aspetto legale, ma quello politico. Se parlassi da avvocato di chicchessia direi che c'è ancora il terzo grado di giudizio e che la verità è nelle sentenze, ma da ex lettore di Liberazione provo un profondo disgusto davanti a questa vicenda. Chi ha preteso in più occasioni di rappresentare le persone alle quali è stata negata dignità e voce, come i ragazzi del G8 di Genova, i lavoratori licenziati da un giorno all'altro, le vittime del lavoro precario etc, mi rifila una truffa politica se nei fatti assume un atteggiamento così punitivo nei confronti di un giornalista che ha sempre avuto una sua dignità e non si è mai venduto.
E' chiaro che Liberazione ha tutti i diritti di rifarsi come vuole in questa vicenda, ma così facendo non fa altro che dichiararsi una componente del nostro sistema, in cui chi ha denaro ha anche potere, e non perde mai, mentre chi cerca una propria dignità può solo perdere se incontra il potere. Non cercare un accordo prima di entrare in tribunale non fa onore a Liberazione, per come la vedo io, e ancor peggio è costringere Grimaldi, che non ha le entrate di Liberazione, né facilmente può mettere insieme i 100.000 euro, a rispettare alla lettera la sentenza di appello o rivolgersi in cassazione. Non mi interessa il fatto che il giudice sia imparziale e abbia deciso secondo legge etc. L'atteggiamento di Liberazione e del partito in questa vicenda è da prepotenti. Hanno fatto valere le ragioni del loro potere concreto.
Tanto vale che si iscrivano al PD/PDL e si facciano finanziare anche loro da Angelucci.


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sentinella
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a questo siamo giunti: che Fini diventerà un eroe dell'opposizione tale la disistima di stessi da sperare che ci salvino gli avversari e i loro spasmi intestinali.
Possiamo pensare che la serpe in seno al Pdl ci leverà le castagne dal fuoco senza scottarci le dita?? Il solo fatto di tifare Fini da parte dell'opposizione la dice lunga sulla pochezza delle idee per non parlare della stima delle proprie idee. Che idee poi? Non ci sono idee nell'opposizione, non ci sono programmi alternativi, non dico neanche la traccia di una minima ambizione od utopia.
Quindi non ci resta che sperare che il Pdl si autodistrugga come un organismo che ha fatto il suo tempo e soggiace alle inesorabili leggì del decadimento. O no?


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sentinella
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hops, scusate volevo postare il mio commento all'articolo su Fini 😆


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cloroalclero
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grande commento di comedonkeyking che mi permetto di riportare sul mioblog dove ci stanno già commenti del cazzo.
thx


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