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Il Bene latitante nel Sogno e nell'immaginario


GioCo
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
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Spesso mi sovviene un immagine surreale della situazione che stiamo vivendo. Prendendo spunto da Socrate e dalla sua maieutica, immagino l'umanità come un bambino ancora nella pancia della madre che si agita perché il momento della sua nascita non è poi così lontano.

Levatrici che di fatto sono figure aliene in questo contesto, perché per forza di cose "esterne" all'umanità terrestre e alla Terra Madre, anche se possiamo immaginarle come presenti da sempre "intorno a noi", operano per assistere "il paziente", prelevando campioni e analizzando la situazione in costante mutamento.

Ma il nuovo nascituro non è molto agevolato. Non solo non vuole uscire, perché (giustamente) non è il suo Tempo (astrale) ma lo deve fare in una situazione alquanto disgraziata. In un certo senso è obbligato a nascere prematuro. Come tutti i bimbi umani d'altronde.

Deve farlo in una situazione drammatica. "Fuori" (qualsiasi cosa questa parola voglia dire) c'è la Guerra. Non una guerra qualsiasi, ma una Guerra Santa, la più terribile e la più spaventosa perché è la guerra dove non esiste limite alla crudeltà giustificata, esiste solo la crudeltà che non è stata ancora immaginata e quindi messa in pratica.

Già questo è abbastanza brutto, ma non basta. La Madre si trova putroppo in trincea e nemmeno in retrovia, in primalinea. Per ciò alle crudeltà si aggiunge il frastuono dei bombardamenti continui, le urla di quelli che muoiono "lì fuori" e il lugurbre rifugio dove si trova la partoriente è illuminato da una luce fioca che tra l'altro è una Grazia di Dio (letteralmente) dal momento che le interruzioni di corrente sono continue. Questo rende anche difficile l'uso delle apparecchiature che per quanto sono avveniristiche in queste condizioni restituiscono dati parziali e contradditori. Dati su cui gli operatori che cercano di svolgere la loro opera nell'assistere questo particolare "paziente" devono usare (obbligatoriamente) per capire cosa fare.

Se il quadro non fosse abbastanza brutto, possiamo (e mi dispiace "dobbiamo") peggiorarlo. Il personale che lavora attorno alla Madre, non è proprio tutto sincero e per quanto d'accordo non lavora per gli stessi fini. Nel senso che il nascituro desta parecchie preoccupazioni, ma in senso differente a seconda di chi è l'operatore. C'è chi è sinceramente preoccupato che nasca, perché è l'erede di una lunga Storia che non evoca (a costoro) bei ricordi, ma soprattutto non fornisce desiderabili prospettive. Un po' come un erede al trono che vede ancora prima di nascere diversi concorrenti che non gradiscono essere spodestati e temono che ciò possa avvenire. Quindi "fingono" di essere preoccupati per la Madre e lo sono, ma perché il loro obbiettivo è eliminare o se proprio proprio impossibile, ridurre all'impotenza il nascituro e per farlo devono rimanere vicino alla Madre. Poi ci sono altri che invece sono preoccupati per il destino del nascituro, perché per loro è un occasione di riscatto che attendono da tempo, ma ovviamente non è detto che questo corrisponda poi a permettere al piccolo di crescere fuori dalla loro influenza (=riconoscenza?). Poi ve ne sono altri ancora che sono più preoccupati della situazione generale che della Madre o del nascituro. In particolare sono questi che spingono per la nascita prematura e dato che sono la forza predominante, gli altri non possono che accodarsi. Questa è una forza che tende a salvare il salvabile, ma che in caso di decesso della madre, del nascituro o di entrambi, la prenderebbe come "un dato di fatto", dal momento che era un miracolo qualsiasi altra prospettiva.

Lo so, lo anticipo. Questo discorso non è per i miei contemporanei e potrebbe risultare assurdo per ciò a tanti. Acquisterà solo nel Tempo un Senso che adesso la maggioranza non può nemmeno immaginare. Eppure, più procedo più potrebbe capitare che questa strana Visione in un modo Gentile e con Grazia metta a posto alcune cose del nostro profondo interiore che non trovano ancora le parole per essere descritte. Il mio suggerimento è per ciò quello di sempre: non prendete nulla come verità, non condivido con questo scopo. Ma solo come una provocazione che serve a riflettere. Non voglio suggerire niente, ma invitare a osservare. Per molti potrebbe quindi apparire più simile a un Rebus, un codice per dire qualcosa in un modo che non è diretto ne intuitivo, ma può essere disposto su molteplici piani di significazione mantenendo intatta la coerenza.

Fin'ora abbiamo visto il lato oscuro della faccenda. Non è conclusivo, c'è molto altro ma lo termineremo qui per brevità. Il lato positivo è che il nascituro è un "prenato". Cioé uno che è "già nato" prima ancora di nascere. Un concetto un po' complicato per dire che la preveggenza non è confinata al mondo materiale. Anzi, non è proprio un fenomeno del mondo materiale. Questo vuol dire che è perfettamente cosciente della situazione e (paradossalmente) è l'unico a non preoccuparsene. Con un eufemismo un po' grottesco potremmo dire che "se ne fotte allegramente" e non perché non veda tutta la drammaticità della sua condizione, ma perché in un certo senso non solo sa già come andrà a finire ma sa anche di tutti quei passaggi intermedi che porteranno a quella fine e quindi sa di avere ogni cosa sotto controllo, sviluppo compreso. Il punto strano dell'intera faccenda è che però è il solo a saperlo. Tutti gli altri, chi più chi meno, in un certo senso brancolano nel buio di quel rifugio e dei dati parziali o addiritura sbagliati su cui devono fare affidamento per continuare a sperare "che tutto vada bene". Ma cosa sia questo "bene", beh, non perdete Tempo a chiederglielo. Ma se proprio non riuscite almeno non aspettatevi altro che risposte assurde e incoerenti (tra loro).


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