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Il caso Peter Handke e i meccanismi del pensiero unico


Tao
 Tao
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La censura subita da Peter Handke può essere un’ occasione per riflettere sui meccanismi socio-conoscitivi del pensiero unico, oggi dominante.

Partiamo da ciò che ha dichiarato il “censore”, Marcel Bozonnet, amministratore della Comédie Français: “Quando ho letto che era andato al funerale di Milosevic e letto cosa aveva detto, sono rimasto secco: Peter Handke non sa dov’è il mondo, dove la verità, non crede alle testimonianze, è questo che ha detto sulla tomba di Milosevic (...). Andare al funerale è stato un gesto molto forte. Stupefacente. Rispetto il principio della separazione dell’uomo e dell’opera. Ma in questo caso non posso”.
(il Manifesto 5-5-2006, www.ilmanifesto.it).

Il che significa che l’opera di Handke, Voyage au pays sonore ou l’art de la question prevista per il gennaio del 2007, non verrà più rappresentata.
Nel discorso di Bozonnet possono essere distinti tre livelli: il livello argomentativo; il livello ideologico; il livello meta-ideologico.

Sul piano argomentativo, dire che le opere di Handke vanno espunte dal cartellone della Comédie Français, solo perché lo scrittore si è recato al funerale di Milosevic, significa usare l’ argumentum ad hominem : non si discute il contenuto di verità di quel che si dice, ma lo si invalida a priori: nel caso di Handke, sulla base delle sue cattive “frequentazioni”. Chiunque vada al funerale di Milosevic, non può essere che una “cattiva persona”. E le “cattive persone” sono di “cattivo” esempio per tutti gli altri. Di qui la necessità della censura.

Sul piano ideologico (prescindendo da quel che Handke abbia dichiarato o meno al funerale di Milosevic), asserire che lo scrittore austriaco non sappia dove sia di casa la verità, implica due conseguenze, sulle quali riflettere: che i personaggi come Bozonnet, e il sistema politico-economico-ideologico che li spalleggia, si ritengono gli unici detentori della verità. E che nel caso di Milosevic, l’unica indiscutibile verità, quella che “libera”, sia quella imposta dai vincitori.
Sul piano meta-ideologico, è pressoché scontato, che le due precedenti affermazioni di Bozonnet, conducano poi, come infatti accade, alla sua conclusione, che nel caso di Handke, non sia possibile “rispettare il principio della separazione dell’uomo e dell’opera”. Il che è di una assoluta gravità, perché impone come corollario non solo il silenzio sull’uomo e cittadino Handke, ma anche sulla sua opera. Bozonnet, da perfetto giudice “unico” che rappresenta la società del “pensiero unico” emette una condanna a(lla) morte civile (come cittadino) e pubblica (come scrittore) di Peter Handke.

Così funziona il pensiero unico. I tre livelli conoscitivi, e i conseguenti processi sociali, soprattutto sul piano della reiterazione mediatica, che li caratterizzano, possono essere estesi all’indagine di fenomeni politici e culturali simili. Possono cambiare i contenuti, ma non la forma argomentativa, ideologica e meta-ideologica.
E non sarà facile liberarsene.

Carlo Gambescia
Fonte: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/
8.05.06


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