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Il crollo delle borse e la realtà delle persone


Stodler
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Ieri le borse sono crollate per l'affaire greco, speriamo che qualche broker o grande speculatore abbia perso almeno un pochino.

Quello che però mi preoccupa, non sono le borse, ma le persone innocenti che finiscono nel tritacarne della crisi, senza poterne uscire.

Ho letto un post di Bagnai su una giornalista greca che lo aveva intervistato 2 anni fa, a quanto pare non si ricordava niente dell'intervista e si stava chiedendo perchè anche lei era entrata nel vortice della crisi.

Oltre a ciò non si chiedeva il perchè di questa crisi e le possibili vie d'uscita e questa era una persona istruita.

Il mio pensiero va ai poveri, a chi ha perso tutto, a chi non riesce a trovare il modo di uscire da questa crisi, a chi dorme al freddo, ai bambini che stanno perdendo il loro futuro e ai loro genitori, a tutti quelli intrappolati in una situazione senza vie di sbocco.

Quando finirà tutto questo, nessuno in alto ha un minimo di compassione?

Domanda retorica visto quello che combinano nel passato e oggi.

Si dice attenti all'ira degli ultimi, ma io credo che la storia abbia già dimostrato che non esiste l'ira dei poveri, è solo una favola per sperare in un possibile futuro migliore.

Tra poco è Natale e come al solito ci propineranno tante belle storielle come il solito Canto di Natale di Dickens, solo che Ebenezer Scrooge non si è mai redento, è rimasto quello che era, ieri come oggi.

Chi ha la possibilità rimedi un berretto di lana, calzetti di lana e un pigiama bello caldo per delle notti che si preannunciano fredde per tante persone che non possono nemmeno permettersi il riscaldamento e un giorno forse potrebbe toccare anche a lui.

Chissà quanti poveri moriranno questo inverno e non avranno di certo i titoli sui giornali come l'ultimo calciatore o velina o principe o re o chissà cos'altro.

Chi penserà a queste persone? Chi ricorderà le loro vite, cosa hanno passato, i drammi e le piccole felicità che hanno vissuto?

Il mondo guarda e passa, la pietà non è mai esistita se non come modo per lavarsi la coscienza donando qualcosa, magari a Natale.

Quanta gente è morta da sola senza il conforto di nessuno, quanta gente?

Chi pensa alla dignità di queste persone? Quante persone muoiono a causa della dignità?

Nella miseria non c'è dignità ma solo lotta per la sopravvivenza.

Naturalmente una lotta tra poveri per spartirsi l'ultima briciola di pane caduta dalla mensa dei ricchi.

Stodler.


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Georgejefferson
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Mi accodo a questo umano e importante scritto.


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uomospeciale
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Post: 776
 

🙁 🙁

.........................

🙁 🙁


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Anonymous
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Grazie Stodler ❗


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Anonymous
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L' incertezza dell'esistenza che F.Engels ha indicato come tratto caratteristico del capitalismo, è messa a nudo e accentuata dalla crisi globale e dai suoi effetti.
Diversi fattori la alimentano: la crisi della sovranità, la ristrutturazione europea, la minaccia del welfare, la politica imperialistica contro i salari, l'elevata disoccupazione, le difficoltà della ripresa, l'arco di crisi alle porte dell'Europa, dall'Ucraina al Medio Oriente al Nord Africa.
Nel tempo lungo, l' emergere dell'Asia.
Invece di piangersi a dosso, la domanda che si pone è: Che fare...?


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Stodler
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Grazie a Georgejefferson, oggettivista, uomospeciale e a tutti quelli che hanno condiviso questo mio post scritto di getto e senza rileggerlo.

Caro Babuskin capisco benissimo la tua domanda: che fare?

In quello che ho scritto dominava e domina lo sconforto, c'è molto da fare e non so se riusciremo, ho già scritto che l'ira dei poveri non esiste, non esiste nemmeno una coscienza comune degli oppressi, bisogna ripartire da lì e riscostruire un fronte popolare che cominci a riportare nel dibattito pubblico la disperazione e la solitudine degli ultimi.

Poi si riuscirà a costruire qualcosa, lo si è fatto quando c'era il potere assoluto dei monarchi e della nobiltà, credo che riusciremo anche a costruire qualcosa adesso.

Ci vorrà tempo, forse noi non vedremo i risultati o forse si.


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Anonymous
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E' si fattore essenziale una volontà tenace, ma non basta, bisogna essere capaci di elaborare scientificamente una linea politica di classe dal marasma imperante. Di essere punto di riferimento alla pressante richiesta di chiarezza...
Noi ci siamo, in virtù di un piccolo gruppo degli anni 50.
Merito dell'elaborazione di quel piccolo gruppo, possiamo misurarci con l'analisi dello sviluppo dell'imperialismo e rendere possibile l' insediamento del partito leninista in questa metropoli europea...

(Vedere sezione libri).


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