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Il fardello coloniale della libertà


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Una settimana fa sono stata invitata da Radio 3 a partecipare alla serata organizzata a Villa Medici per la sera del 25 in solidarietà con la Francia per quanto di orrendo era avvenuto il 13 novembre a Parigi, scegliendo di intervenire per circa cinque minuti con una poesia o altro. Avevo qualche dubbio a partecipare che mi è stato contestato affermando che sarei stata libera, assolutamente libera, di leggere quello che volevo. Così infatti è stato. Con un inconveniente. Che mi sono trovata come un alieno o forse è meglio dire come l’uomo di Neanderthal che si aggira nella foresta in cerca di un habitat. La colpa è certo mia che ho frainteso il significato della serata durante la quale sono state lette delle bellissime poesie e brani di libri con meravigliose descrizioni della bellezza di Parigi e l’incanto della Francia, o sul legame che gli italiani sentono per un paese che è stato l’epicentro della meravigliosa triade Liberté, Fraternité, Egalité.

Io invece avrei voluto parlare di come quella triade abbia perso buona parte del suo valore quando i loro propinatori nel XIX secolo hanno rivolto i loro interessi verso gli altri continenti; e dimenticando Liberté, Fraternitè, Egalité, hanno brutalmente sfruttato le popolazioni che li abitavano da millenni. A volte in maniera orrenda e inaccettabile, come è accaduto al Belgio sotto il regno di Leopoldo II che ancora oggi una imponente statua celebra nel centro di Bruxelles: il Re (era alto quasi due metri) ritto sul piedistallo, e aggrappati alle sue gambe gli indigeni in adorazione. Dimenticando che nel convegno che si era svolto a Vienna dal novembre del 1884 al febbraio del 1885, al quale avevano partecipato i principali paesi europei più Turchia e Stati Uniti, si era decisa la spartizione di buona parte dell’Africa. Ma il giovane Leopoldo II, non pago di avere ottenuto il bacino del Congo, un territorio vasto quanto l’Europa esclusa la Russia, si impadronì di lì a poco anche del Sudan orientale e delle provincie del Kasai e del Buluba, in tutto quasi dieci milioni di chilometri quadrati. Ma attenzione: l’intera colonia fu dichiarata “Proprietà dello Stato”, ossia del Re.

Un privato dominio al di fuori di ogni controllo dove la popolazione era schiava nel vero senso del termine. E quando lo sviluppo dell’industria automobilistica rese molto redditizio il caucciù per le gomme, quel territorio ricco delle foreste che lo produceva, divenne una fonte inesauribile di arricchimento per Leopoldo II; e una tragedia immane per indigeni, comprese donne e bambini. Indigeni che venivano condotti al lavoro legati uni gli altri. E se a fine giornata non raccoglievano la quantità richiesta di caucciù, gli venivano amputati un braccio o una gamba e alle donne le mammelle.

Ne parlarono a suo tempo Mark Twain ne Il soliloquio di Re Leopoldo pubblicato nel 1905 sotto lo pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens Arthur, e Conan Doyle in The crime of the Congo (Il crimine del Congo) pubblicato nel 1908. E nel 1998 con un documentatissimo libro ricco di fotografie Adam Hochschild: King Leopold’s ghosts (Gli spettri del Congo Rizzoli 2001). Nel giro di 23 anni (dal 1886 al 1908) la popolazione era stata ridotta a un quinto. E le fotografie dei cadaveri accumulati in pile uno sugli altri per spaventare gli indigeni e costringerli al lavoro coatto sembrano sinistramente anticipare di alcuni decenni quelle che saranno le montagne di corpi che si presenteranno di fronte alle truppe alleate quando nell’aprile del 1945 verranno spalancati i cancelli di Auschwitz, Birkenau o Mathausen.

Rosetta Loy
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
27.11.2015


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PietroGE
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4106
 

Liberté, Fraternitè, Egalité, riguardava principalmente i francesi bianchi, anche se nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo era concepita in modo universalistico.
È vero che la schiavitù fu abolita qualche anno più tardi, nel 1791-92, ma fu reintrodotta da Napoleone nel 1802.

https://it.wikipedia.org/wiki/La_Rivoluzione_francese_e_il_problema_della_schiavit%C3%B9_e_della_discriminazione_razziale


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TitusI
Trusted Member
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Post: 58
 

L'omicidio di massa ed il genocidio sono costanti, ahinoi, della storia umana, il riconoscerlo è il primo passo per evitarli.

Il ritenere quel che è avvenuto durante (e DOPO per chi legge qualcosa in più dei libri di storia) ) la seconda guerra mondiale un atto unico, senza precedenti e forse irripetibile è un tradimento della verità bello e buono, un crimine culturale, l'assoluzione di un giudice corrotto per il "non aver comesso il fatto" comminata a chi lo ha a libro paga.

Un pugno di morti eurpei compra imperi per le elite dominanti, per loro è tutto gratis, sempre.

Basta. Facciamogliela pagare.


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4401
 

Liberté, Fraternitè, Egalité, riguardava principalmente i francesi bianchi, anche se nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo era concepita in modo universalistico.
È vero che la schiavitù fu abolita qualche anno più tardi, nel 1791-92, ma fu reintrodotta da Napoleone nel 1802.

https://it.wikipedia.org/wiki/La_Rivoluzione_francese_e_il_problema_della_schiavit%C3%B9_e_della_discriminazione_razziale

Ogni tentativo graduale di progresso umano ha la sua reazione da parte degli interessi che ne vengono penalizzati, cosi come ogni tentativo graduale di progresso nel ripristinare tradizione di buon senso ha la sua reazione da parte dei nuovi privilegi formati con l'ausilio di reclamazioni mascherate da progresso


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ohmygod
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 570
 

Loy:- Una settimana fa sono stata invitata.
Io avrei voluto parlare, leggere quello che volevo, avrei voluto parlare di quella triade.

vedi quanto sei stata "fortunata" a trovare un quotidiano che pur fatto ti ha ascoltata. quanti di noi possono dire di aver la stessa fortuna Fatto Quotidiano?

Oggetto: Il fardello coloniale della libertà di parola.

a taxy cab: un invito all'hotel Supramonte, vieni senza il fatto porta solo il quotidiano.


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