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Il fascismo prossimo venturo

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mincuo
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Vediamo un po' cosa ha fatto Orban:

-Intanto pur mantenendo l'indipendenza della B.C. ha cambiato i criteri di nomina (che da noi ad esempio sono solo formalmente del Tesoro, perchè comunque sono su “indicazione” della B.d.I., cioè in pratica della BCE, cioè della Troika).
E così ha nominato Matolcsy, che era Ministro dell'Economia, e che segue la sua linea. Cioè ha riproposto uno schema normale in cui Governo e B.C. lavorano in accordo, e non con una B.C. dipendente da interessi e visuali prevalentemente extra-nazionali.
L'Unione Europea si è subito scatenata intentando una procedura di infrazione.
I giornali hanno parlato immediatamente di “attentato gravissimo alla democrazia”.
Contemporaneamente Moody's, S&P e Fitch hanno ribassato, per lo stesso motivo, il rating dell'Ungheria. Hanno poi attaccato il fiorino.
Ma poi hanno smesso. Perchè Orban ha tirato dritto e Matolcsy gli ha detto a muso duro che faceva default la mattina dopo e quella dopo ancora Orban nazionalizzava tutto e così ci rimettevano tutti i soldi.

-Ha messo una tassa temporanea (cosiddetta di crisi) su banche e multinazionali.
Subito l'EU ha prodotto una serie di documenti di minaccia.
Intanto i giornali hanno iniziato una musica coordinata con Orban nazista, fascista, sciovinista, razzista, antisemita ecc....
I leader e giornali “di sinistra” nostrani (Il Fatto, il Manifesto ecc...) si sono subito distinti, quanto a senso del ridicolo, perchè, a parte strapparsi i capelli sull'antidemocratico Orban, si sono guardati bene dal menzionare anche vagamente al lettore questa tassa sul grande capitale.
Come del resto gli Stiglitz e i Krugman, pure critici sull'austerity, ma mai una parola su tassare banche e multinazionali.
E più ridere ancora hanno poi fatto i Tsipras e i Varoufakis delle “linee rosse” a favore di lavoratori e pensionati ma che in 6 mesi mai però hanno proposto di fare un provvedimento analogo per reperire i soldi per quei lavoratori e pensionati. Che caso.

-Ha abbassato le tasse (flat tax) al 16% (oggi al 15%) dal 44% che erano, con ciò spingendo i consumi.
L'EU e i giornali si sono scatenati immediatamente in previsioni di default e poi di “iniquità” quando il default non c'è stato.
[Sono molto equi loro con aliquote arrivate al 50 - 60% - 70% di tassazione].

-Ha alzato l'IVA al 27% [che era invero un'aliquota alta nel 2011] cioè ha spostato il carico sulla tassazione indiretta (salvo alcuni beni di prima necessità dove invece ha ribassato l'IVA).
Altre critiche feroci. Però ora l'IVA qui da noi è già al 22% (l'anno prossimo sarà al 23%) e in Grecia è già al 23%, ma con a fianco però tassazioni dirette di oltre il 50%, e non del 15% come in Ungheria.

-Ha posto in essere finanziamenti e aiuti massicci alla PMI.
Altre “procedure” della EU sulla “concorrenza violata” (Ma a loro vanno bene i monopoli della grande impresa però). Orban ha tirato dritto.

-Ha ridotto progressivamente ed aggressivamente i tassi dal 7,5% all'1,35%.

-Ha convertito i finanziamenti in valuta estera in fiorini (erano i mutui in valuta estera a basso tasso fatti dagli Ungheresi, ma che dopo la crisi e la svalutazione del fiorino erano diventati per loro molto onerosi).

-Ha ripagato in anticipo all'FMI i 20mld che avevano dato all'Ungheria quando era pressochè in bancarotta come la Grecia, per avere le mani più libere, e l'ha invitato pure a chiudere gli uffici FMI a Budapest.

-Ha nazionalizzato parte del sistema bancario nazionale e parte dei fondi privati pensionistici.

-Ha ridotto le bollette e le tariffe dei servizi.

Morale: l'Ungheria era in fallimento, con la spirale austerity-debito/PIL solita.

Oggi viaggia al 3,6% di PIL, con un deficit/PIL sotto il 3% e inoltre ha ridotto il debito dall'80,9% al 77,3% dove ovunque in Europa invece è aumentato.
Ha ridotto il debito estero, e aumentato le riserve valutarie.

-L'Ungheria ha comunicato intanto alla Ue che manterrà il programma di lavori pubblici finanziati dal Governo e manterrà i prestiti a tassi agevolati alle piccole e medie imprese e inoltre farà un altro taglio alle bollette dei servizi per ulteriori 10 miliardi di fiorini.
Bruxelles ha subito fatto sapere che “dovrà valutare” in termini di “normative sulla competizione”.

Il fatto è che a Bruxelles dovranno farsene una ragione: l’Ungheria sta dentro a tutti i parametri Europei e non ha debiti come la Grecia.
Non è perciò molto ricattabile.

Dovranno quindi tutt'al più ridursi a studiare qualche rivoluzione colorata “a la Soros” per “normalizzare” l'Ungheria.

N.B. Orban è stato VOTATO dal SUO Popolo 3 volte di fila con una larga maggioranza.


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sankara
Honorable Member
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L'Unione Europea si è subito scatenata intentando una procedura di infrazione. I giornali hanno parlato immediatamente di “attentato gravissimo alla democrazia”. Contemporaneamente Moody's, S&P e Fitch hanno ribassato, per lo stesso motivo, il rating dell'Ungheria. Hanno poi attaccato il fiorino. Ma poi hanno smesso. Perchè Orban ha tirato dritto e Matolcsy gli ha detto a muso duro che faceva default la mattina dopo e quella dopo ancora Orban nazionalizzava tutto e così ci rimettevano tutti i soldi.

Mincuo, ancora una volta annotazioni interessanti sull'Ungheria di Orban. Se possibile, qualche ulteriore approfondimento sul passaggio qui sopra che mi sembra importante. È quindi possibile (specialmente quando ancora si detiene la propria valuta nazionale) opporsi alle manipolazioni finanziarie di agenzie di rating e fondi d'investimento? È bastato rispondere a muso duro ai loro attacchi (sul web ho trovato riferimenti riguardo questi nel novembre 2011 e nel 2013)?

Mentre ci siamo Mincuo, a te risulta che Orban sia stato coinvolto in un incidente auto in Romania?

http://www.quieuropa.it/attentato-a-viktor-orban-auto-del-suo-convoglio-coinvolte-in-un-gravissimo-incidente/

Qui invece un articolo che vorrebbe essere critico nei confronti di Orban ma mi sembra invece ottenga l'effetto contrario

http://www.lettera43.it/economia/macro/ungheria-protesta-contro-la-tassa-su-internet_43675145866.htm


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MarioG
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
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Vediamo un po' cosa ha fatto Orban:
[...]
Subito l'EU ha prodotto una serie di documenti di minaccia.
Intanto i giornali hanno iniziato una musica coordinata con Orban nazista, fascista, sciovinista, razzista, antisemita ecc....
I leader e giornali “di sinistra” nostrani (Il Fatto, il Manifesto ecc...) si sono subito distinti, quanto a senso del ridicolo, perchè, a parte strapparsi i capelli sull'antidemocratico Orban, si sono guardati bene dal menzionare anche vagamente al lettore questa tassa sul grande capitale.
Come del resto gli Stiglitz e i Krugman, pure critici sull'austerity, ma mai una parola su tassare banche e multinazionali.
E più ridere ancora hanno poi fatto i Tsipras e i Varoufakis delle “linee rosse” a favore di lavoratori e pensionati ma che in 6 mesi mai però hanno proposto di fare un provvedimento analogo per reperire i soldi per quei lavoratori e pensionati. Che caso.

Grazie per la "rinfrescata".
Nel nostro piccolo abbiamo anche noi qui i nostri Gomez, Ezio Mauro, e soprattutto la nostra Rossanda!
Essi hanno sentenziato che Orban e' classista (ha aumentato la poverta' dei ceti bassi, ipsa dixit) razzista (ha messo il filospinato e instaurato il clima di intolleranza che spinge i cameramen a placcare i profughi) e omofobo ("ha limitato il concetto di famiglia" solo a quella superata di stampo borghese).
Non si scappa: tre indizi fanno una prova!


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
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Vediamo un po' cosa ha fatto Orban:
[...]
Subito l'EU ha prodotto una serie di documenti di minaccia.
Intanto i giornali hanno iniziato una musica coordinata con Orban nazista, fascista, sciovinista, razzista, antisemita ecc....
I leader e giornali “di sinistra” nostrani (Il Fatto, il Manifesto ecc...) si sono subito distinti, quanto a senso del ridicolo, perchè, a parte strapparsi i capelli sull'antidemocratico Orban, si sono guardati bene dal menzionare anche vagamente al lettore questa tassa sul grande capitale.
Come del resto gli Stiglitz e i Krugman, pure critici sull'austerity, ma mai una parola su tassare banche e multinazionali.
E più ridere ancora hanno poi fatto i Tsipras e i Varoufakis delle “linee rosse” a favore di lavoratori e pensionati ma che in 6 mesi mai però hanno proposto di fare un provvedimento analogo per reperire i soldi per quei lavoratori e pensionati. Che caso.

Grazie per la "rinfrescata".
Nel nostro piccolo abbiamo anche noi qui i nostri Gomez, Ezio Mauro, e soprattutto la nostra Rossanda!
Essi hanno sentenziato che Orban e' classista (ha aumentato la poverta' dei ceti bassi, ipsa dixit) razzista (ha messo il filospinato e instaurato il clima di intolleranza che spinge i cameramen a placcare i profughi) e omofobo ("ha limitato il concetto di famiglia" solo a quella superata di stampo borghese).
Non si scappa: tre indizi fanno una prova!

😉

come non quotare MarioG?


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Primadellesabbie
Illustrious Member
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E nove!

Fai lo straordinario stasera?


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GioCo
Noble Member
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Post: 2209
 

Una delle cose che sto studiando in antropologia, sociologia e spicologia, è il concetto di famiglia, tanto apparentemente chiaro quanto sfuggente.
Stiamo però attenti che dietro a un apparente gioco di termini, c'è tutto il costrutto "Stato Sociale".
La questione quindi non è solo cruciale e centrale, ma è uno dei cardini su cui ruota la necessaria "conquista della cultura e dei popoli".
La famiglia dei primi del '900 in europa era una famiglia tipica contadina, composta da un numero imprecisato di legami parentali che vivenano sotto lo stesso tetto, la così detta "famiglia allargata tradizionale". Una famiglia simile inglese e occidentale la troviamo durante il periodo del colonialismo americano, si tratta di un modello di famiglia ancora vivo nei paesi dell'est europeo e in quei posti dove il legame con il piccolo podere e la fattoria-famiglia vecchio stile e ancora forte. Come in Russia e in Cina ad esempio. In antropologia è noto come il legame con la terra e le bestie domestiche venga molto prima dei condizionamenti religiosi, che in quei contesti paiono più giustificare gli adattamenti delle organizzazioni sociali piuttosto che governare le relazioni con l'ambiente.
In genere tale famiglia fa leva sulla necessità fisica di procurarsi braccia per il faticoso lavoro della terra, su cui ruota la vita famigliare e per conservare conoscenza e "diritto" di sfruttamento del territorio. Va da se che il nucleo è composto da una coppia eterosessuale, meglio se prolifica.
Nella realtà cittadina il legame con la terra si interrompe. Le esigenze divengono altre, il lavoro non è più di sussitenza governato dall'ambiente e i suoi ritmi/capricci ma in relazione di dipendenza e governato da altri individui e per loro volontà/capriccio. E' una posizione di relativa servitù, contrattualmente gestita entro termini temporali. La questione è che si perde in quel tempo di servitù la possibilità di decidere come impiegare quel tempo. Quindi diventa lecito ogni comportamento del padrone metta in seria crisi la vita, fuori e dentro le catene produttive, dato che nei processi industriali corporativi e produttivi propria del mondo del profitto, la tutela della vita non può mai essere rientrare in un valore, sarà sempre un mancato guadagno.
Ad esempio, se tutti respirassimo aria pulita, bevessimo acqua pulita e mangiassimo cibi sani, una consistente parte delle aziende di produzione semplicemente non potrebbe esistere. Non mi riferisco solo alle farmaceutiche, ma anche e soprattutto al settore chimico, dei trasporti, delle telecomunicazioni ed energergetico. Che società avremmo senza (ad esempio) le IPA?. Probabilmente ancora quella dei nostri avi vissuti nell'era pre-industriale.
Tutto questo non può non avere un pensantissimo impatto sulla organizzazione sociale e quindi sul concetto di famiglia.
Eh, però, però, non è così semplice. Se la famiglia tradizionale non può assolvere al compito di rispondere a un esigenza sociale urbanizzata e (non a caso) come i Greci tale organizzazione deve poi ri-orientare il nucleo verso forme sterili di coppia (si va verso una valorizzazione della condizione omosessuale) perché la vita diventa un ostacolo, un peso, una resistenza da abbattere entro gli angusti e viziati spazi urbani, compensando poi solo parzialmente il disagio con la tecnologia (come la bioingegneria o le telecomunicazioni) rimane che la coppia fertile costruisce l'identità legale, su cui poggia tutta l'impalcatura statale e di governo attuale.
Ad esempio, come si inquadra in una coppia non fertile il giusto diritto ad allevare figli? Come si assolve al loro diritto di averne? Sono temi molto spinosi, con svariate e numerose ricadute morali e legali, davvero non facili da districare.

Quindi dire che Orban è un nazista o un fascista perché come Putin decide politicamente di tenere una posizione conservativa e protettiva rispetto la famiglia tradizionale, risponde secondo me più alla società a cui si riferisce e da cui proviene, ancora molto ancorata ai valori del mondo rurale che a mire di potere personali tipiche delle demoniocrazie più attempate. In quanto al valore morale della omosessualità, anche i papi ne hanno abbondantemente fatto pratica in passato senza per altro vernire fulminati dal cielo come pare sia accaduto per Sodoma (però sulla interpretazione esegetica nota, non tutti sono d'accordo) quindi non mi metterei a discuterla sul piano morale o religioso, sono convinto basterebbe una discussione pacata abbassata più banalmente al piano pratico, legale e sociale.


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Rosanna
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
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Una delle cose che sto studiando in antropologia, sociologia e spicologia, è il concetto di famiglia, tanto apparentemente chiaro quanto sfuggente.
Stiamo però attenti che dietro a un apparente gioco di termini, c'è tutto il costrutto "Stato Sociale".
La questione quindi non è solo cruciale e centrale, ma è uno dei cardini su cui ruota la necessaria "conquista della cultura e dei popoli".
La famiglia dei primi del '900 in europa era una famiglia tipica contadina, composta da un numero imprecisato di legami parentali che vivenano sotto lo stesso tetto, la così detta "famiglia allargata tradizionale". Una famiglia simile inglese e occidentale la troviamo durante il periodo del colonialismo americano, si tratta di un modello di famiglia ancora vivo nei paesi dell'est europeo e in quei posti dove il legame con il piccolo podere e la fattoria-famiglia vecchio stile e ancora forte. Come in Russia e in Cina ad esempio. In antropologia è noto come il legame con la terra e le bestie domestiche venga molto prima dei condizionamenti religiosi, che in quei contesti paiono più giustificare gli adattamenti delle organizzazioni sociali piuttosto che governare le relazioni con l'ambiente.
In genere tale famiglia fa leva sulla necessità fisica di procurarsi braccia per il faticoso lavoro della terra, su cui ruota la vita famigliare e per conservare conoscenza e "diritto" di sfruttamento del territorio. Va da se che il nucleo è composto da una coppia eterosessuale, meglio se prolifica.
Nella realtà cittadina il legame con la terra si interrompe. Le esigenze divengono altre, il lavoro non è più di sussitenza governato dall'ambiente e i suoi ritmi/capricci ma in relazione di dipendenza e governato da altri individui e per loro volontà/capriccio. E' una posizione di relativa servitù, contrattualmente gestita entro termini temporali. La questione è che si perde in quel tempo di servitù la possibilità di decidere come impiegare quel tempo. Quindi diventa lecito ogni comportamento del padrone metta in seria crisi la vita, fuori e dentro le catene produttive, dato che nei processi industriali corporativi e produttivi propria del mondo del profitto, la tutela della vita non può mai essere rientrare in un valore, sarà sempre un mancato guadagno.
Ad esempio, se tutti respirassimo aria pulita, bevessimo acqua pulita e mangiassimo cibi sani, una consistente parte delle aziende di produzione semplicemente non potrebbe esistere. Non mi riferisco solo alle farmaceutiche, ma anche e soprattutto al settore chimico, dei trasporti, delle telecomunicazioni ed energergetico. Che società avremmo senza (ad esempio) le IPA?. Probabilmente ancora quella dei nostri avi vissuti nell'era pre-industriale.
Tutto questo non può non avere un pensantissimo impatto sulla organizzazione sociale e quindi sul concetto di famiglia.
Eh, però, però, non è così semplice. Se la famiglia tradizionale non può assolvere al compito di rispondere a un esigenza sociale urbanizzata e (non a caso) come i Greci tale organizzazione deve poi ri-orientare il nucleo verso forme sterili di coppia (si va verso una valorizzazione della condizione omosessuale) perché la vita diventa un ostacolo, un peso, una resistenza da abbattere entro gli angusti e viziati spazi urbani, compensando poi solo parzialmente il disagio con la tecnologia (come la bioingegneria o le telecomunicazioni) rimane che la coppia fertile costruisce l'identità legale, su cui poggia tutta l'impalcatura statale e di governo attuale.
Ad esempio, come si inquadra in una coppia non fertile il giusto diritto ad allevare figli? Come si assolve al loro diritto di averne? Sono temi molto spinosi, con svariate e numerose ricadute morali e legali, davvero non facili da districare.

Quindi dire che Orban è un nazista o un fascista perché come Putin decide politicamente di tenere una posizione conservativa e protettiva rispetto la famiglia tradizionale, risponde secondo me più alla società a cui si riferisce e da cui proviene, ancora molto ancorata ai valori del mondo rurale che a mire di potere personali tipiche delle demoniocrazie più attempate. In quanto al valore morale della omosessualità, anche i papi ne hanno abbondantemente fatto pratica in passato senza per altro vernire fulminati dal cielo come pare sia accaduto per Sodoma (però sulla interpretazione esegetica nota, non tutti sono d'accordo) quindi non mi metterei a discuterla sul piano morale o religioso, sono convinto basterebbe una discussione pacata abbassata più banalmente al piano pratico, legale e sociale.

Giusto quello che hai detto GioCo, però per fare un'analisi contestuale bisognerebbe tenere in considerazione appunto non solo la difesa dei valori tradizionali della famiglia/società ungherese, quanto le affinità che il regime di Orban ha con i fascismi storici che noi conosciamo, come ho detto in un altro commento, infatti le caratteristiche particolari dei fascismi, riprese e rielaborate in diversi contesti, anche attuali e postmoderni, sono diverse:

1) Nazionalismo: insieme di idee, dottrine e movimenti che sostengono l'importanza del concetto di identità nazionale e di Nazione, intesa come collettività ritenuta depositaria di valori tipici e consolidati del patrimonio culturale e spirituale di un popolo/etnìa. Di per sé è un principio positivo, a meno che non si tramuti in aggressivo e incontrollabile (Fascismo, Nazismo)

2) Autoritarismo: si intende una entità statale e/o una forma di governo in cui la sovranità è esercitata da un partito egemone o da un dittatore. È una rivisitazione in chiave moderna dell'assolutismo monarchico. Pur essendo presente una rappresentanza politica, quest'ultima è fortemente limitata dal potere del governo. Il pilastro fondamentale di uno Stato autoritario è la figura di capo o dittatore. Questo uomo forte concentra su di sé tutti i poteri dello Stato, arrivando a confondersi con esso, e assume la funzione di guida suprema della nazione.

3) Totalitarismo: Il regime totalitario è caratterizzato soprattutto dal tentativo di controllare capillarmente la società in tutti gli ambiti di vita, imponendo l'assimilazione di un'ideologia: il partito unico che controlla lo Stato non si limita cioè a imporre delle direttive, ma vuole mutare radicalmente il modo di pensare e di vivere della società stessa. Il termine totalitarismo, inoltre, è usato nel linguaggio politico, storico e filosofico, per indicare "la dottrina o la prassi dello stato totalitario", cioè di qualsiasi stato intenda ingerire nell'intera vita, anche privata, dei suoi cittadini, al punto da identificarsi in essi o da far identificare essi nello Stato.

4) Reazionario: a reazione, in politica, indica un'opposizione a forme di innovazione politica, sociale, artistica o culturale, a sostegno del ritorno ad autorità, valori e istituzioni del passato, operata da partiti, gruppi di pressione o anche individui. Il termine nasce durante la Rivoluzione francese per descrivere i monarchici, sostenitori dell'Ancien Régime e del mantenimento del sistema feudale e dei privilegi dell'aristocrazia.

5) Capitalista: il regime è sostenuto dal capitale agrario, industriale, finanziario, per mantenere la divisione della scoietà in classi e ridurre la mobilità sociale.

6) Populista: il regime rivolge la propria propaganda al popolo, per accattivarselo e riscuotere consenso ... ma considera il popolo alla stregua di una massa incolta di persone, che ha bisogno di essere istruita in un certo modo.

7) Militarismo: il regime si avvale di un'impostazione militarizzata della società, l'intento è appunto soggiogare altre nazioni attraverso la guerra.

8) Razzismo: il regime considera la propria nazione migliore delle altre, e il proprio popolo migliore degli altri, quindi gli atteggiamente razzisti sono all'ordine del giorno e non vengono quasi mai condannati, anzi destano orgoglio e compiacimento.

https://it.wikipedia.org/wiki/Fascismo


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spadaccinonero
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@Rosanna

un certo Gramsci sosteneva che il partito unico della borghesia è la massoneria

quindi il problema non sono i fascisti o i comunisti bensì i "fratelli" che tirano le fila di entrambe le fazioni

e adesso non dirmi che è fascista pure Gramsci...


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