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Impressionismo, ready made - Ribellione nostalgica o propositiva


Tibidabo
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E' stato scritto che:

"Da questo punto di vista gli impressionisti hanno fatto dei colossali passi in avanti verso il ready-made, usando, per la loro arte pittorica, colori di serie ovvero la cheap solution così cara alle multinazionali."

Intanto una obiezione. siete sicuri che il ready made fosse quello dei colori in tubetto (tube de couleur souple) o delle sostanze artificiali per replicare il blu del lapislazzuli?
O magari la questione era nella scelta dei soggetti che erano presi tel qu'il sont dal mondo circostante.
Per esempio una vecchia prostituta ormai alcolizzata, cosa impensabile nel passato, soprattutto con quegli intenti espressivi

Notare il punto di vista, non da pittore accademico ma casuale, verista...ready made...e qui è rivoluzionario, altro che massificazione...

Allora mi chiedo innanzitutto: siamo sicuri che la "deriva" del ready made sia dovuta all'uso dei colori industriali e non alla progressiva "indifferenza al soggetto" generata evidentemente prima dal verismo e poi dall'impressionismo?

Se fosse vero significherebbe che tutta la discussione sul ready made del post in home e in generale le riflessioni sul moderno andrebbero riviste sotto un altro punto di osservazione. Purtroppo molto meno comodo perché non consente le soluzioni illusorie di quelli che, come è stato scritto, propongono di andare a fare i raccoglitori primitivi...nelle discariche industriali...scrivendolo al pc su internet, ovviamente...

"Indifferenza al soggetto" significa però che ci si può fare qualcosa, che il nostro libero arbitrio ha realmente forza, che la realtà dipende dalla nostra prassi la quale consiste in un approccio che è "interpretazione" e non solo la banale constatazione che la "ananche", la "necessità" insormontabile dei greci, finisce sempre per prevalere...quindi tutti al riparo dalla "ananche"...
Come?
Ma ovvio, per Zeus: scaricandola su altri...

Secondo me non basta, occorre mettersi in gioco e "credere" in ciò che noi possiamo fare e ciò che possiamo fare dipende da una ermeneutica che non può più limitarsi a essere filosofia personale o tradizionale.
Deve essere una "prassi" realizzata in comune, non come nei tempi antichi in cui il "comune" esisteva come inconsapevole forma di default, ma con piena coscienza di quello che stiamo facendo, da dove proveniamo e dove cerchiamo di andare (pur sapendo che probabilmente arriveremo da qualche altra parte...).

MA...se si volesse credere che la scelta di usare il tubetto di alluminio di colore già pronto prodotto dalle fabbriche, magari "multinazionali", è stata quel "colossale passo verso il ready made" (e già "colossale" dice tanto...) allora cosa si doveva fare?

a) siccome la pittura impressionista con il suo colorismo inedito non la fai senza i tubetti industriali, la soluzione sarebbe stata impedire la pittura impressionista o qualsiasi forma di arte...degenerata o potenzialmente degeneratrice, come la chiamavano quei signori?

b) o eventualmente obbligare il pittore impressionista a limitare la sua tavolozza di colori? E/o costringerlo a usare il blu con la polvere di lapislazzuli...ma lì le multinazionali proprietarie dell'unica miniera esistente in Afghanistan ringraziano...

Non è che esistono altre soluzioni e riguarda tutto, anche Ikea...cosa si vuole fare, suggerire alla gente di costruirsi i propri mobili o di andare dall'artigiano che ti fa un prezzo cinque volte superiore?

Quindi se si risponde a questa domanda si capisce se la critica al ready made ha anche un suo scopo concreto politico o di altro genere.

La mia idea è che non è il ready made la causa di certi mutamenti culturali e sociali ma è il mutamento della proprietà dei mezzi di produzione (e dei brevetti) che diventa sempre di più definitivamente distaccata dal fruitore rendendolo così un membro della comunità di serie B.
La proprietà delle aziende che producono e la capacità tecnica di inventare che ormai è realizzabile solo su scala appunto industriale sono sempre più lontane dalle possibilità e dalla comprensione di una singola persona comune.
E' questa "lontananza" che pone la persona comune in condizione di inferiorità fino al punto in cui non solo si trova costretta a ricorrere al ready made per necessità economiche ma proprio perché alla radice non riesce più a concepire altro.
E' stata "finalmente" convinta della sua inferiorità, della sua incapacità di fronte alla figura della "azienda" che la pubblicità propone come una mamma o un buon gigante in grado di fornire protezione proprio come a un bambino.

Ormai è il bambino il soggetto delle pubblicità; il bambino non è capace a "fare" ma sa solo "godere" e quello vuole diventare l'utente medio terrorizzato all'idea di uscire da solo nel mondo senza mamma, senza papà e senza una autorità che lo protegga dominandolo.

Ci si ribella esclusivamente convincendoci che siamo in grado di interpretare il mondo con le nostre categorie, che sappiamo fare a meno di tutele, che sappiamo distinguere fra ciò che è necessario e ciò di cui possiamo fare a meno.

In ultima analisi capendo che da veri artisti siamo capaci di rielaborare il ready made per i "nostri" scopi e non per gli scopi che "loro" ci stanno inculcando.


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Primadellesabbie
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"Deve essere una "prassi" realizzata in comune", io comincerei da qui, lasciando da parte la notazione di Tonguessey sui tubetti dalla quale prendi spunto.

Tu insisti sulla necessità di una comunione di intenti, con qualche sfumatura, e io leggo e rileggo attendendo qualche sorta di evoluzione, e domandandomi come sia possibile che non noti che questa é una inarrestabile stagione di disaccordi capillari, su pressoché ogni argomento, a prescindere. I rari momenti di accordo sono di forma e durano il tempo di una puntualizzazione.

E che questo sia il motivo (o uno dei) del basso livello dello scontro, con protagonisti di vertice che ricordano la servitù mandata dall'aristocrazia lombarda, per scherno, a rappresentarla al ricevimento di non ricordo quale governatore austriaco.

Perché siamo a questo punto? Quale strategia é stata seguita per ottenere questo risultato?

Le risposte sono tutt'altro che semplici, contrariamente a quanto si possa credere, le semplificazioni non servono molto, l'1-99, la coesione dell'élite, le pere e le mele, la percezione dello sfruttamento ecc., qui si é imposto un sistema, che coinvolge tutti, in una rappresentazione fondata sulla capacità di usare ciò che si trova così come si trova, di mettere a frutto i disaccordi, quelli reali e quelli in fieri, potenziali, di anticiparne gli esiti, di usarli in positivo per la causa: l'imposizione del metodo.
Nessuno rimane escluso, nemmeno i vegetariani (passami la battuta di alleggerimento), tutti partecipano, coscienti o recalcitranti.

A questo punto non puoi più scegliere le regole, é tardi e devi accettarle.

Vuoi tentare un lungo assedio, che però potrebbe riservare la sorpresa di rivelarsi brevissimo? Agisci sul piano culturale cercando un cambiamento semplice ma radicale.

Una strada di media durata? Attaccati ad ogni elemento componente e dimostrane l'assurdità, la malafede e l'imbroglio implicito (e fai si che si affermino).

La via più breve, usa la stessa strategia che combatti, trova il modo di usare a tuo vantaggio il disaccordo dilagante che sembra sospendere provvisoriamente i suoi effetti solo su argomenti imprevedibili e marginali.

Tieni presente che, finché non sarai riuscito a sparigliare, OGNI cambiamento che si verificherà sarà in direzione peggiorativa (questo si era capito non hai idea quanto tempo fa, e si é potuto comodamente verificare).


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Tibidabo
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Primadellesabbie;235980 wrote:

A questo punto non puoi più scegliere le regole, é tardi e devi accettarle.

Vuoi tentare un lungo assedio, che però potrebbe riservare la sorpresa di rivelarsi brevissimo? Agisci sul piano culturale cercando un cambiamento semplice ma radicale.

Una strada di media durata? Attaccati ad ogni elemento componente e dimostrane l'assurdità, la malafede e l'imbroglio implicito (e fai si che si affermino).

La via più breve, usa la stessa strategia che combatti, trova il modo di usare a tuo vantaggio il disaccordo dilagante che sembra sospendere provvisoriamente i suoi effetti solo su argomenti imprevedibili e marginali.

Tieni presente che, finché non sarai riuscito a sparigliare, OGNI cambiamento che si verificherà sarà in direzione peggiorativa (questo si era capito non hai idea quanto tempo fa, e si é puntualmente verificato).

Non ho capito cosa sono questi tre punti.

Anch'io mi auguro un cambiamento radicale, uno spariglio, e stavo appunto dicendo che le disquisizioni filosofiche sul mutamento della condizione dell' "UOMO" di Tonguessey e le tue osservazioni sul "neutro", a mio avviso lo impediscono.
Se addirittura il solo uso del tubetto di colore ti porta al ready made e alla spersonalizzazione delle masse significa che siamo troppo indifesi per cui si lascia perdere direttamente e buona notte.

Chiarisco il mio punto di vista.
Hai ragione che fra i subalterni del 99% siamo nel disaccordo più totale ma non siamo tutti allo stesso livello.
La media borghesia ha i mezzi culturali per comprendere la situazione, ha il peso politico per riuscire almeno a farsi sentire, ha la padronanza del linguaggio per essere istintivamente considerata credibile, ha i mezzi economici e soprattutto la rete di relazioni necessarie per organizzarsi, è ascoltata dal popolo perché ha mantenuto un rapporto diretto che le élite cosmopolite non hanno e anzi hanno delegato proprio a loro.

E' difficile pensare che "tutta" la media borghesia prenda coscienza e si ribelli ma lo possono fare alcuni in particolare ossia prima di tutti gli intellettuali.
La chiave è che si presentino in un altro modo ossia rivolgendosi non solo all'ambiente accademico o per la loro autopromozione ma al popolo, proprio come ha fatto Bagnai, stabilendo un rapporto diretto con le singole persone, mirando nella loro opera di divulgazione e persuasione, non solo al "concetto" da travasare negli incolti ma a suscitare un discorso e quel che è più importante un orgoglioso senso di comunità.

Non lo possono fare da soli, serve per esempio un M5S con una importantissima figura carismatica come è Grillo ma una volta che qualche intellettuale di peso, e ci vuole almeno un economista, si sia inserito nel fortissimo rapporto che il M5S mantiene col proprio popolo, sono convinto che potrebbe avvenire un salto di qualità.
Sia come presa di coscienza della base che come forza di attrazione per le persone di altri livelli socio economico culturali che non si accontentano di "Onestà" e dei vaneggiamenti sul futuro ipertecnologico.
Futuro del quale MAI si dice l'unica cosa che conta e cioè che si realizzerà per il "bene comune" solo se si comincerà effettivamente a parlare appunto di "bene comune" e di quale comunità si tratta.
Per adesso nessuno lo fa...

Quindi ritengo indispensabile che la media borghesia colta e/o di tradizione si impegni in questa opera di "andata al popolo".

Tu scrivi

Agisci sul piano culturale cercando un cambiamento semplice ma radicale.

Chi e come "agisce"?

Attaccati ad ogni elemento componente e dimostrane l'assurdità, la malafede e l'imbroglio implicito (e fai si che si affermino).

Fai che si affermino? E il problema è tutto lì...come ci arrivi...con quali personaggi e quali metodi?
Intanto si potrebbe cominciare a considerare che non è importante fiolosofeggiare sui concetti o sul destino dell'intera umanità ma che lo scopo "unico" è suscitare rabbia e desiderio di rivalsa contro gli oppressori, individuando e nominando quel nemico che è comune alle diverse e fino adesso confliggenti forze sociali che costituiscono il 99%.


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Primadellesabbie
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Ma guarda che se io capisco le cose che intendi dire tu non é perché tu sei chiaro, é perché voglio capirle, e non ti sommergo di domande cosa intendi qui e cosa intendi lì, questa cosa non può funzionare, le ho pensate tutte, persino alla google-generation ho pensato, che quando legge banana clicca su google image perché non si ricorda di cosa si tratta.

E poi vuoi che ti dica come si fa, ti pare che se lo sapessi starei qui a leggere il blog?

E mi annunci anche che sto remando contro, per giunta.

Quante imbarazzanti considerazioni potrei fare se usassi i metodi che rilevo qui attorno? Il fatto é che non ci penso perché non fanno parte dei miei modi, ma accipicchia.

Accipicchia (e scusa lo sfogo).


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Tibidabo
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Primadellesabbie;235983 wrote: Ma guarda che se io capisco le cose che intendi dire tu non é perché tu sei chiaro, é perché voglio capirle, e non ti sommergo di domande cosa intendi qui e cosa intendi lì, questa cosa non può funzionare, le ho pensate tutte, persino alla google-generation ho pensato, che quando legge banana clicca su google image perché non si ricorda di cosa si tratta.

E poi vuoi che ti dica come si fa, ti pare che se lo sapessi starei qui a leggere il blog?

E mi annunci anche che sto remando contro, per giunta.

Quante imbarazzanti considerazioni potrei fare se usassi i metodi che rilevo qui attorno? Il fatto é che non ci penso perché non fanno parte dei miei modi, ma accipicchia.

Accipicchia (e scusa lo sfogo).

Per carità sfogati pure.

E fai tutte le considerazioni imbarazzanti che vuoi.
Io non ne ho fatte però tu non te le tenere dentro.
Se ti riferisci al “delicata” era solo paradossale, non avevo pensato che potesse sembrare una allusione a questioni private “vere”, era solo perché è assurda una questione “delicata” sui tubetti di colore come mi pare assurdo semplicemente immaginare che l'uso del povero tubetto “induca o scoraggi” dei comportamenti.
Forse è venuta antipatica ma non ne avevo l'intenzione.

Sulle mie domande a banana c'è che vedo una contraddizione evidente fra dire che si ha avversione per i concetti neutri, che ti devi adeguare alle regole e poi dire “Agisci sul piano culturale”; fra il rilevare che esiste discordia su tutto e suggerire di rivelare l'inganno facendo sí che quelle rivelazioni “si affermino”.

Poi per tornare al tema del thread ho detto una cosa molto semplice e, purtroppo, neutra - quindi non imbarazzante per alcuno - e cioè che lo sviluppo della produzione industriale diventa un fattore di massificazione e spersonalizzazione solo quando il possesso dei mezzi di produzione è detenuto da una classe o casta o élite mentre alle masse è consentito esclusivamente “acquistare”.
Una questione “spirituale” se si vuole ossia qualcosa sulla quale sarebbe possibile agire se ci si convincesse che qualsiasi “cosa”, incluso il ready made, acquista un senso solo in base alla nostra “prassi”. E la nostra prassi immagino dipenda da noi, non dagli oggetti che ci circondano...

Senza la nostra prassi le cose sono, come ho scritto, “neutre” o meglio “non esistono”.
Se cessiamo di mettere in atto una nostra prassi invece siamo noi che non esistiamo più.

È una considerazione propositiva e non nostalgica.

Beviamoci su?


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Primadellesabbie
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E dagli, sfogati, fai le considerazioni, adesso rispondimi: lo hai detto tu, mi raccomando.
Ma chi me lo fa fare? Il sake? Va bene, prost!

Tu hai affermato questo: "Il ready made secondo me è neutro come sono neutre le piattaforme di internet.", e qui affermazioni in questa direzione, a proposito dei cosiddetti titoli spazzatura, ad esempio, e di molte altre cose, ne ho lette a iosa.

Bene, sostengo che sono affermazioni prive di senso. Ogni cosa che ci troviamo di fronte, di cui possiamo disporre, materialmente o in altro modo, tenuto conto delle circostanze e della singolarità di ciascuno, esercita una certa influenza su ognuno di noi. Ci induce a compiere o non compiere determinate azioni, può influenzare per un momento o definitivamente il nostro modo di pensare.

Dire che una cosa é neutra e che noi siamo liberi di scegliere come usarla equivale ad invertire le cose, la libertà é un punto di arrivo utopico e la circostanza é che noi, che già siamo il risultato provvisorio di molte esperienze, subiamo l'influenza del confronto con la nuova possibilità che ci viene offerta, influenza che può anche essere notevole.

L'educazione, l'istruzione, l'avviamento alla vita che ci viene impartito ci permette una consuetudine con la maggior parte delle cose che incontreremo, e questo ci consente di maturare opinioni o reazioni in qualche modo collaudate dalla tradizione spicciola, restano da considerare i comportamenti volutamente e sistematicamente pregiudiziali, ma le eventuali nuove possibilità hanno buon gioco su di noi, in ogni senso.

Ci sarebbe da parlare anche di qualcosa che potremmo chiamare via della casualità, mi viene in mente un episodio famoso, truccato e descritto come caduta da cavallo, chissà quale possibilità si era presentata all'improvviso a quel cavaliere, da farlo franare ed indurlo ad un tanto radicale cambiamento?


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Tibidabo
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Primadellesabbie;235985 wrote: E dagli, sfogati, fai le considerazioni, adesso rispondimi: lo hai detto tu, mi raccomando.
Ma chi me lo fa fare? Il sake? Va bene, prost!

Prego?
Stammi bene.


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